La meditazione
La meditazione è considerata, da coloro che la definiscono superficialmente, un “modo di pregare.” E’ possibile però dimostrare che nella corretta comprensione del processo di meditazione, si trovi il metodo per il quale arrivare all’accertamento dell’esistenza dell’anima.
L’obiettivo del viaggio evolutivo dell’uomo in primo luogo, è portare le vibrazioni dei propri veicoli, il fisico, l’astrale e il mentale a frequenze molto simili tra loro, in modo che la persona divenga un’entità/unità completa in sé stessa, e attraverso questa sincronizzazione proceda verso una possibile “Iniziazione”. Quindi quando l’individuo è preparato per l’apprendistato di questi ultimi giri di maratona evolutiva, l’anima conduce il proprio veicolo, uomo o donna, verso un qualche tipo di meditazione, che presto o tardi arriva ad essere un aspetto molto importante della vita. L’anima afferra allora il proprio veicolo per costruire un canale attraverso il quale potergli inviare la propria energia e qualità, e poter così realizzare i suoi propositi.
L’anima, quando s’incarna, lo fa infatti con determinati piani e propositi e l’incarnazione rappresenta quindi l’opportunità per il veicolo di portare a termine il proposito dell’anima. Questo succede molte volte, per molte vite, e ovviamente quanto più una persona si avvicina alla fine della maratona, tanto più correttamente sarà in grado di manifestare i propositi e la volontà della propria anima. La natura dell’anima è amare e servire, e sacrificarsi per il Piano Divino. Vita dopo vita, quindi le nostre anime creano veicoli corporei e personalità, attraverso le quali queste modalità possono essere sviluppate e perfezionate. L’obiettivo evolutivo finale è un contatto diretto ed ininterrotto con l’anima, ossia l’unificazione finale con essa.
In generale comunque si può dire che la meditazione sia ancora un’abitudine poco frequente nell’uomo. Solo quando si trova in difficoltà e soffre, egli tende a ritirarsi in sé stesso, a concentrarsi e a riflettere per trovare una soluzione soddisfacente ai propri problemi. Tuttavia questo processo non lo si può certo chiamare meditazione, trattandosi piuttosto di una reazione istintiva e naturale di fronte al pericolo. A questo punto però può essere che l’uomo incominci almeno a pregare e a rivolgersi a Dio. Se invece l’uomo riesce a condurre un’esistenza tranquilla, felice e senza problemi, nella maggior parte dei casi non ha nessuna voglia di pregare o meditare, perché non considera questi aspetti necessari o utili o importanti.
Comunque non bisogna farsi troppe illusioni, perchè è molto difficile meditare correttamente. E’ un arduo processo evolutivo di allineamento interiore, che perdura per molte incarnazioni. Pertanto finché si è compromessi in occupazioni prosaiche o sommersi dalle passioni, non è possibile meditare. Bisogna prima potersi liberare interiormente per poter proiettare il proprio pensiero fino alla cosa eterna. Alcuni individui invece, siccome è di moda, s’illudono di poter meditare, e ci provano magari per anni senza mai riuscirci. Questo succede perché non sono liberi interiormente, conducono cioè una vita disordinata e superficiale, pretendendo poi di riuscire a meditare.
Non possiamo meditare se non abbiamo vinto certe debolezze e compreso determinate verità, se non abbiamo un ideale elevato che ci liberi dai nostri capricci e desideri, da sfrenatezze e velleità. Bisogna essere quindi molto avanzati per meditare e soprattutto bisogna provare una forte attrazione verso il mondo dello Spirito. Quando questo si verifica, non dobbiamo nemmeno sforzarci, il nostro pensiero è già concentrato, e meditiamo anche senza volerlo.
Bisogna comprendere che ogni momento della vita di ciascuno è connesso con tutti i momenti precedenti, che costituiscono il cosiddetto passato. Non possiamo avere una vita interna disordinata e poi improvvisamente voler meditare serenamente. Se quindi oggi riordiniamo la nostra vita, il domani ci troverà liberi e potremo disporre di noi stessi, concentrando il nostro pensiero sul tema che desideriamo. La meditazione deve essere un’attività risultante da una vita rivolta allo sviluppo dell’anima. Se così non è, la meditazione può addirittura arrivare ad essere dannosa per chi la pratica, poiché durante il processo meditativo si attraggono energie e potenziali, che possono esprimersi correttamente solo attraverso una personalità ben allineata. Se quell’energia non trova un’uscita soddisfacente va allora ad alimentare la parte inferiore, istintiva o animale dell’essere. Dobbiamo infatti ricordare che l’energia è come una corrente d’acqua, la quale segue sempre il corso che le offre meno resistenza.
Quest'articolo è il frutto di un notevole lavoro di correzione, sintesi e di rielaborazione da parte di fisicaquantistica.it, a partire da un libro compendio diffuso in internet sotto i titoli “Perle di Saggezza” o “La Luce Adamantina”.
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