False verità
Una persona usa generalmente meno del 10% del proprio cervello.
Quante volte vi è capitato di sentire quest’affermazione? Sembra la giustificazione a tutti i nostri mali, ed insieme una promessa per un futuro infinitamente migliore che ci attende. In effetti, sarebbe una gran bella cosa, pensare di avere a disposizione ancora un tale potenziale inesplorato da cui attingere. Tutto questo, naturalmente, se tale affermazione fosse vera. Ma purtroppo è falsa. Totalmente e completamente falsa.
Provate a pensare: avete mai sentito di un’antilope che potrebbe quasi toccare il muro del suono, ed invece si accontenta di correre a poche decine di chilometri orari, facendosi così raggiungere dal predatore di turno? O di una specie di pippistrelli che si schianta continuamente contro gli alberi, perchè il proprio sistema di ecolocazione, per qualche ragione misteriosa, funziona ad un quarto della propria capacità? Si dice spesso che “la natura odia gli sprechi”, ed è decisamente vero: organi non più utilizzati spariscono, o vengono adibiti a nuove funzioni. Paradossalmente quindi se fosse vero che il nostro cervello funziona a ritmo tanto ridotto, la stessa teoria dell’evoluzione sarebbe falsa: quale pressione evolutiva potrebbe mai spingere una specie a sviluppare una capacità non utilizzata, lungo un arco di centinaia, migliaia di generazioni?
Peraltro, la frase non solo è falsa, ma non ha nemmeno molto senso: il cervello non è un organo monolitico, adibito ad un’onnicomprensiva funzione di “fornire intelligenza”. E’ invece un insieme di unità, e sottounità, ciascuna con le proprie specifiche competenze: riconoscimento di volti, visione del movimento, memoria a lungo termine di eventi, controllo, trasporto dati… Immaginate che io vi dica che il mio computer funziona solo al 20%: probabilmente starei dicendo che il processore non ha mai un carico superiore al 20%, ma non certo che posso sfruttare solo un quinto della memoria, che funziona un banco di ram su cinque, o che il disco rigido gira ad una velocità ridotta.
Cosa vuol dire usare solo il 10% del proprio cervello? Sfruttare solo un decimo della propria memoria? Un decimo del numero di interconnessioni possibili fra neuroni? Un decimo della velocità possibile di elaborazione? Un decimo del funzionamento complessivo? Ma allora, perchè è sufficiente un minimo danno al cervello, per determinare patologie neurologiche fra le più variegate?
Ok…penso che abbiate capito il ragionamento.
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