Le prove della reincarnazione secondo Ian Stevenson
Ian Stevenson (1918-2007) è stato professore di psichiatria presso l’Università della Virginia. Si è dedicato per molti anni allo studio di bambini che spontaneamente presentavano memorie di quelle che sembravano essere vite precedenti.
In qualità di psichiatra, Stevenson cercava di comprendere il perché di certe paure e fobie, o anche di certi talenti innati riscontrabili spesso nei bambini piccoli; voleva inoltre spiegarsi il motivo delle simpatie e antipatie che a volte i piccoli dimostrano fin dalla più tenera età.
Studiando questi aspetti, Stevenson si rese conto che i bambini, oltre a mostrare fobie o attitudini particolari, a volte ricordavano cose che non avrebbero dovuto sapere: parlavano di vicende di vita diverse da quelle contemporanee e soprattutto di episodi di morte (presumibilmente riferibili a vite precedenti), che sembravano spiegare e giustificare proprio quelle paure e quelle fobie.
In Ian Stevenson, che si dichiarava di religione protestante, l’interesse per la reincarnazione nacque poco a poco, nel corso degli anni: gradualmente si rese conto che questo tipo di credenza, questa concezione della vita, per così dire, più “allargata”, poteva offrire spiegazioni plausibili a situazioni apparentemente enigmatiche ed inspiegabili. Una volta convintosi di questa possibilità, Ian Stevenson cominciò a girare il mondo proprio alla ricerca di bambini, i cui ricordi potevano essere, in questo senso, rivelatori. Ne incontrò e studiò a centinaia, sia nei paesi che credono alla reincarnazione, come l’India, sia in quelli che non la contemplavano.
Per le sue accuratissime indagini, Stevenson mise a punto una tecnica quasi poliziesca: parlava coi bambini, interrogava i familiari, i parenti e i vicini, analizzava i ricordi, li metteva in relazione con le situazioni reali, faceva sopralluoghi nei posti che i piccoli dicevano di ricordare e organizzava incontri con le persone che i bambini asserivano di aver conosciuto nella vita precedente.
I riscontri erano spesso straordinari: bambini di pochi anni che riconoscevano con esattezza persone che non avevano mai visto, le chiamano per nome, discutevano con loro di vicende passate, si muovevano con disinvoltura in case e città dove non erano mai stati; a volte, addirittura, mostravano di conoscere lingue straniere che non erano state loro mai insegnate (anche perché molto piccoli) e che non avevano neppure mai udito, né in casa né altrove.
Sulla sua casistica il professor Ian Stevenson ha scritto molto: il suo libro più importante, ormai un classico in materia, è “Reincarnazione – venti casi a sostegno”, pubblicato diversi anni or sono. Ma le sue indagini sulla reincarnazione non si fermano qui: esistono infatti altri elementi riguardanti questo fenomeno, che mettono in luce aspetti a dir poco inquietanti. Ed è a questi che facciamo ora riferimento.
Certi bambini infatti nascono avendo sul corpo segni inspiegabili, come cicatrici lasciate da ferite mai ricevute o presentando anomalie fisiche, di cui i medici non riescono a individuare l’origine. E appena incominciano a parlare, questi bambini affermano di essere morti di una morte violenta, che sono in grado di descrivere nei dettagli e che giustifica e spiega quelle cicatrici.
C’è per esempio “Jacinta Agbo”, una bambina nigeriana, che alla nascita (1980) presentava sulla nuca una strana, lunghissima cicatrice. Quando fu in grado di parlare, Jacinta descrisse una situazione che spiegava quella ferita: parlò di un uomo di nome “Nsude” che durante una lite era stato pesantemente ferito alla testa. Portato all’ospedale di Enugu, era stato operato e il chirurgo gli aveva praticato una lunga incisione sulla nuca. In seguito tuttavia l’uomo era morto. I fatti erano avvenuti nel 1970 e Stevenson ebbe modo di controllarli e di verificarne l’autenticità.
Un altro caso incredibile è quello di “Ma Htwe Win”, una bambina nata a Burma nel 1973. La piccola presentava fin dalla nascita strani segni e anomalie agli arti inferiori, che sembravano riconducibili ad anelli di costrizione alle gambe. Quando sua madre era incinta, sognò un uomo che si trascinava sulle ginocchia, che la seguiva e le si avvicinava sempre più. Quando la piccola fu in grado di parlare, rievocò la morte terribile di un uomo di nome “Nga Than”, che era stato brutalmente assassinato dalla moglie e dal suo amante, e poi legato con delle corde per poter essere meglio occultato. Il corpo fu in seguito a queste informazioni ritrovato e l’omicidio scoperto. E i segni che la bambina portava sul corpo, corrispondevano esattamente alle legature traumatiche a cui quell’uomo era stato sottoposto.
Citiamo infine il caso di “Semith Tutusmus”, un ragazzino turco nato con una pesante malformazione all’orecchio destro: anche lui ricordava la morte violenta di una personalità precedente, dovuta a colpi di arma da fuoco che, fra le altre cose, gli avevano maciullato un orecchio. Come si spiegano dunque questi fatti? Il professor Stevenson ritiene che questi segni presenti in alcuni bambini fin dalla nascita, confermino i ricordi dei bambini stessi, dimostrando la verità del processo di reincarnazione, ed anche che un’essenza vitale sopravvive alla morte fisica, influenzando con un’azione psicocinetica il nuovo corpo in formazione nel ventre materno.
Le prove della reincarnazione:
La teoria della reincarnazione spiegherebbe dunque alcune alterazioni della pelle, come le voglie, nonché altri più gravi difetti che alcuni individui presentano alla nascita. lan Stevenson, al fine di suffragare la teoria della reincarnazione con prove scientifiche, ha analizzato nel dettaglio centododici casi di persone, soprattutto bambini, che presentano segni sul corpo attribuibili ad eventi traumatici risalenti ad esistenze precedenti, di cui essi stessi hanno infatti memoria: incisioni chirurgiche, pugnalate, ferite d’arma da fuoco, morsi di serpente e persino tatuaggi.
Referti medici e autoptici, esame dei segni sui corpi, materiale fotografico, riscontri in loco delle dichiarazioni dei soggetti studiati, studio comparato del comportamento, della postura, dei tic , nonché interviste con familiari e conoscenti, rappresentano l’ampia documentazione che il medico ha raccolto per ogni caso, durante un ventennio dedicato allo studio serio e appassionato di questo fenomeno. La vasta casistica, l’approccio rigorosamente scientifico e critico, la cautela con la quale Stevenson azzarda delle conclusioni, convincono anche gli scettici ad assumere una posizione più “possibilista”, non escludendo “aprioristicamente” una teoria che affascina e sconvolge le salde certezze del pensiero occidentale.
Nel libro “Reincarnazione – 20 casi a sostegno”, Ian Stevenson esamina l’ipotesi della sopravvivenza della personalità umana (per molti l’anima, l’essenza vitale eterna) dopo la morte, presentando venti casi che sembrano suffragarla. I soggetti presi in esame sono in genere bambini o ragazzi che conservano precisi ricordi di un’esistenza precedente: se non si ammette l’idea della reincarnazione, ricordi di questo tipo (che si affievoliscono con il passare degli anni) rimangono inspiegabili. Il libro mette a disposizione del lettore tutto il materiale raccolto dall’autore nell’arco di molti anni di studio, dando vita a una suggestiva “geografia della reincarnazione”, che va dall’India allo Sri Lanka, dal Brasile all’Alaska sud-orientale.
“Bambini che ricordano altre vite” è un altro libro di Stevenson, nel quale l’autore presenta una ricerca sistematica e approfondita su altri dodici tipici casi di bambini (orientali e occidentali, americani ed europei) che affermano di ricordare vite precedenti. A questi sono aggiunti numerosi altri casi che illustrano particolari aspetti della reincarnazione. L’autore fornisce inoltre, un’ampia analisi delle più comuni convinzioni che negano la reincarnazione, dimostrandone l’infondatezza, sfatando anche numerosi pregiudizi sull’argomento. Inoltre, Stevenson sottolinea alcuni aspetti connessi, e spesso presenti, nei numerosi casi di reincarnazione da lui studiati: ovvero alcuni fenomeni paranormali quali apparizioni, impressioni telepatiche, sogni telepatici ecc., studiati anche dalla parapsicologia in questo ultimo secolo.
Fonte: http://www.viteprecedenti.com/ian_stevenson.html
Salve!
Mi chiedo una cosa e cercherò di porre questa domanda anche ad un ipnologo.
Ma perché quando una persona in regressione ipnotica supera i confini del tempo del concepimento e racconta di altre cose che non hanno a che fare con la vita di quell’individuo si va a pensare subito alle vite precedenti? E mi chiedo, lo spazio/tempo esiste? per me non esiste (o sbaglio?) e allora tutte le vite di miliardi di persone che sono transitate in questo pianeta, i loro ricordi, i loro traumi dove sono? A me mi è capitato in onde beta di assorbire qualcosa da quello che io chiamo inconscio collettivo… Non è quindi possibile che questi ricordi non appartengano alla persona che sta attuando la regressione?
Ecco, non capisco come si possa affermare con certezza che questi ricordi siano relativi a vite precedenti.
spero di essermi spiegato bene dal basso della mia terza media
p.s. Io personalmente credo ad una continuità dell’anima ma se fossi sicuro dell’esistenza di vite precedenti vorrei diventare un partigiano ribelle cosmico 🙂
Per Pierangelo: il fatto che questi racconti spesso combaciano con dei segni anche sul corpo.
Tu hai scritto “spero di essermi spiegato bene dal basso della mia terza media”;
Ti sei ben spiegato, non è solo il titolo di studio a rendere una persona abile nel ragionare e nell’argomentare.
Saluti.
Il punto non è credere che ciò esista, ma spiegare ai pazienti come avviene la reincarnazione. Questo chiedono!
Si può credere nella reincarnazione se si accetta il concetto che la nostra essenza, al di là del nostro corpo fisico, è una “scintilla eterna di energia intelligente e sensibile”. E’ cioè quell’energia che trasforma un corpo materiale in una persona sensibile e pensante. Questa energia esiste al di là di quei corpi fisici che essa in varie successioni va ad animare. L’uomo comunemente dà a questa energia l’appellativo di “anima”. Io credo in questi termini alla realtà della reincarnazione. Del resto in un Universo in cui l’Intelligenza trova la propria espressione in ogni e qualsiasi aspetto, la morte definitiva di una persona non darebbe alcun senso a quella vita stessa.
Non potevo accettare l’idea che un Dio Buono lasciasse crescere bambini malati o deformi, che cosa avevano fatto queste povere creature per meritare questo martirio. Sono passati gli anni sono stato in India, ma non c’era bisogno di andare sin laggiù per comprendere un concetto, solo che là di fronte al guru dei guru l’ho sentito dentro di me e visto quando andava a leggere il futuro di una persona è durato solo un attimo ho percepito quella porta che andava in un altro luogo ma al di là del vortice non ho potuto vedere. Sri Sathya Sai Baba ha spiegato molto bene come tutto quello che facciamo rimane impresso su una lavagna (in sanscrito i libri dell’akasha) il bene lo spenderemo in un dolce riposo mentre il male dovrà essere espiato, ed ecco che il persecutore rinasce perseguitato. Non ci sono segreti incomprensibili ma tutto molto semplice e facile. Fai del bene ricevi del bene, fai del male e ricevi del male.
Il contadino è il grande creatore raccoglie ciò che semina. Pierangelo ero di aver squarciato un velo alla tua voglia di sapere che ti rende merito.
Mi chiedo sempre per coloro che parlano di oriente di Sai Baba, guru, reincarnazione: Ma Gesù Cristo che connotazioni assume in un contesto ultraterreno, è un personaggio da mettere sempre in croce?
No assolutamente Gesù Cristo è considerato in tutte le religioni un Messia un Avatar (per gli Induisti) comunque qualunque nome gli venga dato è un’incarnazione Divina. Anche le incarnazioni Divine sono comunque soggetti e sottoposti alle leggi della natura. Anche per loro vestire un corpo umano è un peso un ostacolo. Ho letto che la missione di Gesù in partenza non doveva essere così drammatica,Giuda che era il discepolo che più amava Gesù fece una forzatura molto forte, voleva che il Messia dimostrasse i suoi poteri ai Romani; non capì che Gesù non voleva usare la forza e la violenza, che il suo regno era un regno di Amore e Pace non voleva una nuova religione, e se analizzate le parole di chi raggiunge l’illuminazione (lo stato di coscienza più vicina a Dio) parlano tutti di luce, amore, pace nessuno parla di vantaggi terreni. Ma la domanda che viene spontanea e perché di tanti messaggeri, messia, avatar, illuminati. Perché il livello di comprensione e di consapevolezza non è uguale per tutti. La chiamavano due cuori è il libro che consiglio a chiunque voglia capire da dove arriviamo. Le popolazioni (più selvagge diciamo noi) sono quelle più vicine alla natura e più vicine a Dio. Rispettano gli animali selvaggi e da loro sono rispettati. Tornando a Gesù il pezzo di storia che ci manca è chi lo ha educato, prima gli Esseni e poi i monaci tibetani. E’ quasi universalmente riconosciuto che non morì sulla croce visse ancora molti anni ed è sepolto a Srinagar nel Kashmir indiano ( su you tube digitare Srinagar e Gesù) e c’è il filmato molto interessante. Le popolazioni del luogo a maggioranza Mussulmana parlano del corpo di un santo sepolto lì. Anche il fatto della sepoltura è un chiaro segno di Grande anima (Mahatma).
Ho subito un intervento alle corde vocali per un tumore maligno. Ho visto e sentito ragazzi di 20 anni urlare dopo aver sentito una diagnosi di linfonodi sparsi nel corpo. mio cugino nato senza l’uso delle mani chiede cosa ha fatto per dover vivere così. Ammesso pure sia vero che milioni di persone soffrono per aver fatto del male nelle vite passate il non saperlo tenderebbe ad un vita mostruosa. Io invece penso che l’uomo nei secoli dei secoli non abbia mai accettato di morire. Così tutte le religioni o credenze indiane. Gli antichi egizi lasciavano nelle tombe dei faraoni cibo e acqua per il defunto. Si parla dei Cesari dei capi storici ecc. Ma come giustamente qualcuno ha già scritto i milioni di schiavi che sono morti? Dove sono andati? La terra piccola sfera che con la galassia corre a velocità inaudita con noi piccoli esseri come abitanti verrà distrutta da una guerra nucleare o dall’innquinamento prodotto da noi stessi. E si tornerà nel nulla da cui siamo venuti. Epicuro nell’elogio a Platone, ad un allievo che chiedeva “maestro dopo la morte dove finiremo?” Rispose: “nessuno è mai ritornato per dircelo”. Né Sai Baba né Gesù né Yogananda. Né i milioni di ebrei morti atrocemente. Che avranno fatto di male? Un caro saluto a tutti
Il concetto di reincarnazione sotto il profilo logico non mi pare così assurdo, ma da un punto di vista numerico mi risulta del tutto incomprensibile tenuto conto che la popolazione del pianeta continua ad aumentare in modo quasi esponenzialmente, ma anche se lo fosse in misura minore il quesito non cambierebbe : da dove provengono i nuovi incarnati? Non credo alla moltiplicazione dei pani e dei pesci per questo fenomeno.
Claudio
E’ chiaro e logico che per noi siano necessarie più vite per la nostra crescita. Analizzate voi stessi la vostrea vita… e scoprirete che una non basta. E poi che dire di tutti i barboni e dei drogati e peggio ancora, dei delinquenti che sono tali, solo perchè si sono fatti abbacinare da una ricchezza fittizia che non asiste. Poi ancora, che facciamo? li buttiamo via? E’ chiaro che no, anche loro devono fare il percorso in più vite per imparare col tempo, si fa per dire, là il tempo non esiste.
Ho perso mio fratello minore e lui credeva nella reincarnazione e in qualche cosa dopo la morte.Voglio con tutte le mie forze una prova che questo è vero ma in sei anni niente….so che lui me la farebbe arrivare una prova .
Ho ancora speranza ma più passa il tempo e più si affievolisce.
Giulia.
Io sono sempre stata traumatizzata dalla morte e da cosa ci potrebbe essere dopo di essa. C’è chi dice che dopo la morte non c’è niente, o chi addirittura crede che ci siano i 3 mondi (Paradiso, Purgatorio, Inferno);ma questi sono pensieri e credenze , i quali non sono confermati al 100% e non potremo mai sapere se questi sono veri. Negli ultimi giorni, mi sono informata molto su Jan Stevenson e su Bryan Weiss; ho capito da loro che l’anima è la nostra essenza che dopo la morte e consapevole, inoltre entrambi tramite l’ipnosi regressiva, sono arrivati al tal punto da scoprire che la maggior parte dei pazienti ricordava vite precedenti. Allora Stevenson e Weiss hanno fatto studi approfonditi, analizzandone i dati, i fatti, i luoghi ecc… Scoprendo che era reale il concetto che si può vivere una seconda vita o più.
Mi fido ciecamente delle loro tesi, perché sono parapsicologi che hanno lavorato su questo argomento nel miglior modo; verificando ulteriormente le informazioni e questo mi dà un sollievo, perché ora sono cosciente che dopo la morte l’anima vive essendo immortale