La dittatura del Denaro
Nella società moderna il denaro, da utile strumento di scambio economico, è diventato un forte emblema di status sociale e simbolo di potere. Senza di esso si crede che nulla sia possibile, e a buon ragione si può parlare di una vera e propria religione basata sul culto del denaro.
Praticamente tutto al giorno d’oggi è mercificato e sottoposto alla dittatura del denaro. I valori umanistici, artistici e spirituali non contano più niente, oppure sono snaturati e/o ingabbiati dall’onnipresente mercificazione. L’interiorità, l’etica e tante altre caratteristiche che hanno a che vedere con l’essenza dell’essere umano, non hanno più valore.
Il culto del denaro prevede la totale dittatura dell’apparenza, l’assoluta inesistenza di limiti (etici, morali e naturali) e promuove un atteggiamento basato sull’istinto predatorio e antisociale. Il problema non è tanto il denaro in sé, ma il ruolo simbolico che esso ha assunto nella nostra società. Esso è infatti diventato il “valore” primario per la maggioranza della popolazione, che crede che lo scopo della vita sia quello di accumularne sempre di più e che tutto il resto sia secondario. Si segue e si cerca di imitare questo o quel vip, pensando che esso sia in qualche modo “superiore/migliore”, e sopratutto tra i giovani, è importante dare sfoggio di questo o quell’altro prodotto costoso, che simboleggi un determinato status sociale.
La dittatura dei “Signori del denaro”:
Al giorno d’oggi, il denaro è non più solo uno strumento di scambio ma soprattutto un mezzo di potere e un mezzo del potere. Il vertice più alto della piramide del potere, è occupato dai creatori del denaro, i banchieri. I banchieri sono una moderna casta sacerdotale da cui dipende tutta la vita “spirituale” (al giorno d’oggi economica) della società.
La politica è fortemente succube del loro potere. Anche Francesco Cossiga nel suo libro “Fotti il Potere” disse che: “I politici sono ormai marionette nelle mani dei banchieri e sul fiume di denaro ‘corrotto’ navigano le carriere e le fortune personali di molti di loro”. Il celebre poeta e saggista Ezra Pound disse che: “I politici sono i camerieri dei banchieri”. Come ammesso recentemente anche dalla Bank of England, il sistema monetario odierno è una truffa. L’economista Maurice Allais, già premio Nobel nel 1988, affermò che: “L’attuale creazione di denaro dal nulla operata dal sistema bancario è identica alla creazione di moneta da parte di falsari. La sola differenza è che sono diversi coloro che ne traggono profitto”.
Lo strumento politico di controllo e ricatto usato dai banchieri internazionali è l’arma del debito pubblico, di cui già Karl Marx aveva parlato nel 1848, descrivendo l’indebitamento pubblico come: “l’interesse diretto dell’aristocrazia finanziaria quando governa e legifera per mezzo delle Camere”. L’arma del debito pubblico viene quindi usata come strumento di controllo dei governi, da parte dell’oligarchia finanziaria. Nella storia contemporanea, esempi del suo utilizzo sono state le politiche neo-colonialiste portate avanti per volere del FMI e della Banca Mondiale (organizzazioni che praticamente fanno l’interesse dei banchieri) in Africa e Sud America, e al giorno d’oggi nella stessa Europa.
Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso, dal 1983 sino all’anno del suo assassinio nell’87, fece un celebre discorso sul debito, ancora molto attuale. Disse: “La questione è molto semplice, i governi per racimolare risorse devono rivolgersi ai banchieri e di conseguenza indebitarsi, e quando non riescono a ripagare il debito e gli interessi su di esso, devono smantellare lo stato sociale, aumentare le tasse e privatizzare a buon mercato buona parte del patrimonio pubblico, consegnando il paese in mano ai banchieri”.
Sia Abraham Lincoln che John Fitzgerald Kennedy provarono a sfidare il sistema monetario dominante. Il primo facendo stampare delle banconote prive di interessi bancari, le greenbacks, il secondo firmando l’ordine esecutivo 11110, grazie al quale la moneta poteva essere direttamente stampata dal Tesoro, senza delegare alla Fed, la famigerata banca centrale statunitense legata ai banchieri internazionali. Entrambi furono assassinati e secondo alcuni ricercatori, questo loro rifiuto di sottostare ai diktat dei banchieri, può essere senz’altro considerata una delle cause del loro omicidio.
L’alta finanza è particolarmente legata al militarismo: difatti per i banchieri la guerra è una delle maggiori opportunità per guadagnare e per estendere la propria influenza e potere. Mayer Amschel Rothschild, il fondatore dell’impero bancario dell’omonima dinastia, disse: “La nostra politica è quella di fomentare le guerre, ma dirigendo Conferenze di Pace, in modo che nessuna delle parti in conflitto possa avere guadagni territoriali. Le guerre devono essere dirette in modo tale che le nazioni, coinvolte in entrambi gli schieramenti, sprofondino sempre di più nel loro debito e, quindi, sempre di più sotto il nostro potere”.
Come ha affermato l’ex amministratore delegato di Goldman Sachs, Nomi Prins (ora capo del gruppo di analisti internazionali presso la Bear Stearns a Londra): “Per tutto il secolo che ho esaminato, che ha avuto inizio con il Panico del 1907… quello che ho rilevato è che nel corso di numerosi eventi e periodi particolari, i banchieri sono sempre stati in costante comunicazione con la Casa Bianca, e non solo riguardo a temi finanziari e di politica economica, e quindi di politica commerciale, ma anche riguardo ad argomenti strettamente legati alla I e II Guerra Mondiale e poi alla Guerra Fredda, in termini di piani di espansione politica dell’America come superpotenza del mondo, alimentata dalla sua espansione finanziaria attraverso lo sviluppo della sua comunità bancaria”.
I banchieri più potenti hanno quindi beneficiato delle guerre, riuscendo a consolidare e ad aumentare il proprio impero sulle macerie e sulla pelle di persone che credevano di combattere per degli ideali. Essi hanno avuto abile gioco nel finanziare entrambi gli schieramenti contendenti, riuscendo naturalmente sempre a guadagnarci. Sempre Pound disse che: “Le guerre si fanno per creare debiti. La guerra è il sabotaggio massimo, il sabotaggio più atroce”. Inoltre, come rivelato dal Financial Times e riportato su un articolo del Corriere della Sera del 2009, la potente dinastia finanziaria dei Rothschild fu coinvolta anche nella tratta degli schiavi. Colonialismo, schiavismo, guerre e rivoluzioni violente, sono stati la fonte di una buona parte dell’arricchimento dei Rothschild e delle altre famiglie di banchieri internazionali che formano l’elite dell’1%, come è stata ribattezzata dai manifestanti di “Occupy Wall Street”.
Conclusione:
Il controllo della moneta è la base del potere dell’oligarchia finanziaria. Come disse sempre Mayer Amschel Rothschild: “Permettetemi di emettere e controllare la moneta di una nazione e non mi importa chi fa le sue leggi”. Quello che dà più fastidio all’elite è la riappropriazione da parte degli individui e dei popoli della propria sovranità monetaria, una delle basi fondamentali per il funzionamento di un’equilibrato sistema democratico. I banchieri internazionali spingono essenzialmente verso un mondo sempre più dipendente dalla dittatura del denaro. Il loro sogno è un mondo completamente schiavo del denaro (anche elettronico) e totalmente mercificato, dove ogni individuo terrestre sia essenzialmente dipendente dal sistema finanziario e privato di ogni radice. Un mondo totalitario unito dalla fede nel Dio Denaro e nei suoi creatori.
Per uscire da questo sistema, urge un deciso cambio di paradigma, che miri alla riappropriazione della sovranità monetaria, alla diffusione di sistemi economici e finanziari alternativi (la finanza etica, ad esempio) per la costruzione di una società libera, consapevole e responsabile, non più dipendente dalla dittatura del denaro e dai suoi creatori.
Fonte: http://freeondarevolution.blogspot.it/2014/05/la-dittatura-del-denaro.html
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