“Aule d’apprendimento” ed evoluzione interiore
di Mariabianca Carelli
Il nostro soggiorno sulla Terra viene spesso paragonato ad una scuola.
La felicità è uno stato di coscienza che dipende dalla nostra buona comprensione delle cose. Non bisogna immaginare che siamo venuti sulla Terra per vedere tutti i nostri desideri realizzarsi. Siamo venuti sulla Terra per imparare e per perfezionarci. Ora, come perfezionarsi se non incontrando ogni giorno nuovi problemi da risolvere? Ecco, bisogna che sia ben chiaro: la Terra è una scuola e, come in tutte le scuole, soltanto coloro che imparano e progrediscono possono essere felici. (Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani)
In questo percorso, l’uomo passa attraverso alcune fasi, talvolta definite “aule di apprendimento”:
Nell’Aula dei giochi, l’uomo sente che tutto gli spetta; chiede di avere “tutto, subito, e senza sforzo”. E’ concentrato sul senso di mancanza e sulla conseguente tendenza all’accaparramento a tutti i livelli:
– a livello fisico: beni, denaro, sesso…
– a livello emotivo e mentale: affetti “esclusivi”, gelosie, crudeltà, vendette, ripicche, vanità, egocentrismo, ricerca del potere…
Dirà:
– voglio essere superiore;
– prendo ciò che voglio;
– voglio il successo (a qualunque costo);
– ognuno pensi a sé;
– non sono responsabile;
Nell’Aula dell’Apprendimento, l’uomo comincia a sentire talvolta scontento per ciò che è solo per sé. Inizia a condividere, a cooperare, ad empatizzare (cioè a condividere sentimenti); comprende, in parte, il valore dell’Inclusività. Egli è però ancora dipendente dalla pigrizia, dall’incostanza, dalla centratura sul piccolo sé; in sintesi, dal dominio dell’ego.
Dirà:
– quando mi è possibile, do una mano agli altri;
– è mio diritto;
– devo pensare a me (o alla mia famiglia);
– mi piace/non mi piace;
– voglio essere felice;
– desidero più tempo per me stesso;
– voglio essere libero;
– se non prenderò per me la tal cosa, un altro ne approfitterà.
Il suo interesse per l’umanità è ancora vago e di tipo sentimentale ed episodico, non sempre si manifesta in atti concreti. E’ ancora concentrato sul diritto e sull’avere anziché sul Dovere e sul Dare; sulla giustizia degli uomini e non sull’Amore divino.
Nell’Aula della Saggezza, l’uomo si sente parte attiva e consapevole di un Tutto più grande.
A questo stadio egli:
– sa che la sua “felicità” è collegata a quella degli altri;
– considera il potere e l’avere come occasioni per operare di più e con maggiore ampiezza;
– sa che la Legge dell’Amore governa l’Universo;
– sente fortemente il Dovere, per il quale è pronto a sacri-ficarsi, cioè ad anteporre il Bene più ampio al suo piccolo vantaggio personale.
Dirà: “Sia fatta la Tua Volontà”. Egli si avvia all’iniziazione, cioè ad entrare nel “Mondo di Coloro che sanno”.
“Tutto è bene”:
Nei primi stadi evolutivi, l’uomo è conscio solo di sé e dei suoi bisogni; in una successiva fase del suo percorso, è consapevole dell’ambiente circostante ma è ripiegato egoisticamente su di sé, e teso alla realizzazione dei suoi personali obiettivi (fase “del Leone”); in una fase ancora più avanzata, egli “sente” in modo ancora più ampio: comincia ad avvertire la necessità di governare la propria vita, in un processo di autoeducazione permanente, e di cooperare, a diversi livelli, allo sviluppo del Pianeta.
In questo stadio egli avverte sempre più profondamente l’insoddisfazione per la vita ordinaria, che gli appare spesso meschina e poco interessante. Ciò finché non scopre il valore d’insegnamento di ogni situazione. Comprende allora che l’anima incontra, nell’esperienza terrena, le esperienze più utili per il suo sviluppo, che essa stessa “ha progettato” nell’intervallo di rielaborazione del vissuto tra una vita e l’altra, se ha raggiunto il grado evolutivo per poterlo fare.
In tale prospettiva evolutiva, ogni cosa assume, in effetti, un senso diverso. Ciò che per il mondo è considerato un male, un’ingiustizia, un insuccesso, una ferita, un disonore, in un’ottica allargata e interiorizzata rivela la sua natura di “lezione”. Sta a noi superare l’inevitabile momento della delusione, della rabbia, dello sconforto che accompagna ogni “dolore” per coglierne l’essenza trasformatrice e sublimatrice. L’esperienza vissuta svelerà così – spesso non immediatamente ma solo dopo matura rimeditazione – il suo significato evolutivo: potremmo essere diventati, ad esempio, più compassionevoli, più forti, più pazienti, più equanimi, più desiderosi di conoscere e capire…
Ciò che sembra “inaccettabile” alla personalità è spesso “il meglio” per l’anima; attraverso quei vissuti, che a noi tutti possono apparire talvolta strazianti, si compie un percorso di perfezione che è certamente personale, ma che riguarda anche coloro che sono coinvolti a diversi livelli in quell’esperienza: parenti, amici, semplici osservatori… Anch’essi potranno cogliere il senso dei fatti, l’insegnamento nascosto, e sviluppare le qualità che quell’esperienza evoca, talvolta per contrasto rispetto a vicende di violenza, odio e distruttività: benevolenza, senso della giustizia, rispetto per la persona…
In tale prospettiva, siamo tutti “educatori”, ovvero mediatori di consapevolezze, poiché cooperiamo, coscientemente o incoscientemente, all’evoluzione dell’interiorità nostra e degli altri. Il nostro libero arbitrio consiste nella scelta di trasformarci attraverso le esperienze in cui ci siamo – non a caso – imbattuti, e nel considerare le difficoltà come “opportunità di sviluppo”. Si farà pace, allora, dentro di noi, poiché avremo colto “il senso” .
E’ necessario evitare pertanto qualsiasi forma di “resa” dell’anima, di disfatta, di fronte a delusioni e fallimenti di ogni specie, a reali o apparenti regressioni sul Sentiero; le sconfitte non vanno certamente sempre giustificate, ma, comunque accettate e comprese. Ogni situazione può essere utile a sviluppare le qualità del per-dono a sé e agli altri, della disciplina, della fiducia nella benevolenza dell’Universo. Bisogna che non venga meno la volontà di lavorare alla realizzazione del proprio Proposito personale e di quello dell’umanità, anche quando non si riesce a scorgerli chiaramente, perché temporaneamente offuscati dalla proiezione della nostra dolorosa emotività, e comunque si presenti il nostro destino.
Lungo tale percorso di consapevolezza, l’individuo in via di risveglio si fornisce via via di strumenti mentali ed emotivi adeguati al proprio stato evolutivo: quando si rende conto che le confessioni religiose, con i loro dogmi, le loro teologie, le loro concezioni talvolta ristrette di “bene” e di “male” non soddisfano il suo bisogno di razionalità, diventa un “libero ricercatore”, e poi un aspirante e un discepolo. Male e Bene gli appaiono, in una prospettiva più matura, come fasi evolutive “in successione”: pur avendo scelto di promuovere il “Bene”, cioè l’evoluzione, egli sa che il Male non è che Bene non ancora manifestato, potenzialità di Bene, e ne attende con fiducia la redenzione. Egli è teso, ora, a coniugare Teoria e Prassi, operando al servizio dell’evoluzione; intende, cioè, materializzare l’ideale in opere concrete, affinché esso non rimanga “lettera morta”.
In tale prospettiva:
– saprà con certezza sempre maggiore di vivere in un Universo causale e non casuale;
– si rassicurerà sul fatto che “tutto ha un senso”;
– comprenderà che “ogni realtà è effetto di una causa”;
– lavorerà per produrre cause che producano effetti di Bene e di Luce;
– non accuserà più gli altri;
– cercherà nella propria immaturità la causa di buona parte della sua sofferenza;
– comprenderà che “tutto è in rete” e intravederà che “tutto è simultaneamente”;
– imparerà a leggere le sincronicità;
– svilupperà coscienza e vigilanza;
– comprenderà che ogni pensiero e azione riflettono la propria luce o la propria ombra in tutto l’Universo;
– infine, vivrà nella serenità che “Tutto è Bene”.
Tratto da: “Sul Sentiero I: Dalla divina inquietudine alla Gioia” di Mariabianca Carelli
Si ringrazia l’autrice per averci inviato questi meravigliosi scritti. (Ne seguiranno altri…)
La mia scuola è finita sei anni fa da quando un enorme confusione psichica mi ha staccato quasi tutta la parte cosciente del se e la mente è entrata nel vuoto estremo senza giorni settimane passato presente futuro . vorrei sapere da voi scienziati se muoio così in uno stato dove la coscienza non si PUÒ più trasformare rimango fissa in un punto senza l io i pensieri il mondo cosciente per tutta l eternità? Urlo continuamente e ricoveri e psicologia e farmaci si sono arresi tutti io che non posso far niente e anche i dottori
Cara amica non aspettare dalla scienza una risposta al tuo tormento! Ciò che chiedi non è di sua competenza. E Non dar retta poi a chi dall’alto di un suo effimero piedistallo vorrebbe venderti verità pseudo scientifiche o pseudo filosofiche. Ciò che stai vivendo devi incanalarlo su due precise strade: Una cura psichiatrica idonea e un colloquio continuo con Dio, principio e fine di tutte le cose. Se pensi di non avere fede, chiedila anche in maniera confusa e non convinta. Riserva le tue energie vitali che ti rimangono ad elaborare pensieri aventi come oggetto la figura di Gesù Cristo. Ad un tentativo iniziale che ti sembrerà debole ed insignificante, improvvisamente, nessuno sa quando, potrebbe arrivare qualcosa che invaderà una parte di te. E’ da tanto che lanci appelli su questo sito, ma un appello vero a Dio lo hai mai lanciato? Che il Signore ti sia propizio!
Cara Serena, la tua prova è difficile, non sono un medico e non so risponderti sul piano scientifico. Ma credo che ogni prova ci è data per un fine e che potremmo cercarne il senso possibile, pur dolorosamente come nel tuo caso. Ho sentito profondamente la tua sofferenza e ti sono vicina. Prova ad aiutarti con la meditazione e tecniche di rilassamento e, se ti è possibile per le tue condizioni, anche in un volontariato che ti faccia sentire viva, utile e positiva, come certamente sei nel tuo lato più intimo, profondo e luminoso.
Ti invio mille Pensieri di Luce!
Mariabianca
Carissima Serena avevo dimenticato di aggiungere qualcosa a quanto scritto prima. Purtroppo in questo nostro mondo siamo immersi in una realtà fenomenica fatta di tanti tipi di energie e frequenze. Accanto a quelle che sono oggetto di studio in fisica (onde hertziane, campi elettrici e magnetici ecc.) esistono delle frequenze energetiche di vario tipo e di natura difficilmente definibili che possono influenzarci anche negativamente. Non siamo nel folklore quando parliamo di malefici che alcuni, con l’ausilio di entità malefiche, riescono a riversare su soggetti inconsapevoli. Purtroppo costituiscono verità infestazioni o possessioni diaboliche che rovinano o hanno rovinato la vita di tante persone. I disturbi che narri e la loro refrattarietà a cure pschiatriche dovrebbero indurti a chiedere l’ausilio di qualche sacerdote della tua diocesi, autorizzato dal vescovo ad operare esorcismi, che possa escludere un caso del genere. Ti posso assicurare, per esperienze raccolte, che i casi di possessione o infestazione sono rari, però qualcuno ci incappa! Un caro saluto
Io osservo.
Come visione di insieme.
Arrivare ad essere Mente non mente.
Il sogno di ogni meditativo.
Ma oltre c’è la realtà.
Ed è difficile e pericolosa da affrontare.
Una volta vista e compresa, nulla sarà più come prima.
Ma è possibile rientrare.
Trovando un senso per continuare a vivere.
In questo ologramma , che altri hanno creato per noi.
Buon tutto