10 regole usate dai potenti per ingannarci
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti.
Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata e profonda dell’essere umano, dal punto di vista fisico e psichico, e ha sfruttato tale conoscenza per scopi di potere e dominio. Il sistema è riuscito a conoscere l’essenza dell’individuo meglio di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo e un potere sugli individui, probabilmente maggiore di quello che lo stesso individuo è in grado di esercitare su sé stesso.
Avram Noam Chomsky, è stato definito dal New York Times il più grande intellettuale vivente. Nel 1957, pubblica il volume “Syntactic structures” (Le strutture della sintassi), che contiene in nuce la sua teoria rivoluzionaria sulla grammatica generativo-trasformazionale. Il 16 aprile 2004, ha ricevuto la “Laurea honoris causa” in Lettere dall’ateneo fiorentino, “… quale riconoscimento allo studioso eminente nel campo delle scienze del linguaggio e delle capacità cognitive, e all’intellettuale da sempre impegnato in difesa della libertà di pensiero”.
Egli è l’autore delle 10 regole o strategie qui di seguito riportate, regole che i potenti usano e mettono in atto, attraverso i grandi mezzi di comunicazione, allo scopo di filtrare e far arrivare alla gente comune solo determinate informazioni o messaggi. Conoscendo queste strategie, possiamo quindi renderci conto di come le nostre menti vengano manipolate costantemente e continuamente, e di come sia necessario “stare in guardia” e porre uno sbarramento mentale ed emotivo a tutto ciò.
1 – La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione, che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico – attraverso la tecnica del diluvio o inondazione di informazioni insignificanti e banali distrazioni – dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al grande pubblico di interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica, e per mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, e imprigionata da temi poco rilevanti o di secondaria importanza. In sintesi: mantenere il pubblico occupato, distratto, e senza tempo per pensare.
2 – Creare problemi e poi offrire le soluzioni
Questo metodo è anche chiamato “problema-reazione-soluzione”. Si crea un problema, una “situazione”, studiata appositamente con lo scopo di causare una certa reazione da parte del pubblico, in modo tale che sia poi proprio il pubblico stesso a volere, a richiedere, o ad accettare senza problemi, le misure “restrittive” della libertà, che si desiderava far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, in modo che sia il pubblico a richiede leggi nuove sulla sicurezza e politiche a discapito della libertà. Un altro esempio: creare una situazione di crisi economica, per far accettare come un “male necessario” la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3 – La strategia della gradualità
Per far accettare una misura “inaccettabile”, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neo-liberismo), furono imposte durante i decenni degli anni ’80 e ’90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più una vita dignitosa… tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione, se fossero stati applicati in una sola volta.
4 – La strategia del differire
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare, è quello di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ma da applicare nel futuro, ottenendo così più facilmente l’accettazione del pubblico. E’ infatti più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. E questo perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani”, e che magari il sacrificio richiesto potrà essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriverà il momento.
5 – Rivolgersi al pubblico come a dei bambini
La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi puerili e spesso addirittura una intonazione particolarmente infantile della voce, come se lo spettatore fosse un bambino di pochi anni o un imbecille. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? Perché in questo modo lo spettatore resta disarmato, abbassa le difese e il senso critico: se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, questa tenderà, con una certa probabilità, ad una risposta o reazione sprovvista di senso critico, proprio come quella di un ragazzino.
6 – Usare l’aspetto emotivo
Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare una sorta di “corto circuito” che tende ad annullare l’analisi razionale e il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio, per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre certi comportamenti.
7 – Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. Di conseguenza, la “qualità” dell’educazione data alle classi sociali inferiori dovrà essere la più misera e mediocre possibile, in modo che la distanza tra le classi inferiori e le classi superiori, sia e rimanga, impossibile da colmare per le classi inferiori.
8 – Stimolare il pubblico ad essere “compiacente” con la mediocrità
Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…
9 – Rafforzare il senso di colpa o auto-colpevolezza
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole delle sue difficoltà, a causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue limitate capacità o dei suoi vani e inefficaci sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto-svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, e quindi l’inibizione della sua azione. E senza azione, ovviamente, non c’è rivoluzione!
10 – Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono!
Fonte: http://www.disinformazione.it/strategie_manipolazione_media.htm
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