Cos’è veramente la Pranoterapia?
di Marco Angioni
Secondo quanto si crede comunemente, la pratica della pranoterapia prevede un trasferimento di energia, attraverso l’imposizione delle mani, dal terapista alla persona che ne beneficia.
Anche in sede di congressi, addetti ai lavori qualificati si sono espressi in tal senso. A questa conclusione – che dimostrerò, tuttavia, essere alquanto semplicistica, o meglio errata – ci si è arrivati osservando l’energia che scaturisce dai polpastrelli delle mani dei terapeuti (rilevata attraverso le foto “Kirlian”) prima e dopo il loro operato. Le foto dei polpastrelli, infatti, prima del trattamento indicano una certa quantità di energia (prana) in maniera visibile, nitida e chiara. Nelle foto successive al trattamento, l’immagine risulta invece meno definita, sfocata, e di minore ampiezza, la qual cosa indica abbastanza chiaramente una perdita energetica da parte del pranoterapeuta. D’altro canto, nei pazienti trattati si rileva un certo sollievo ed un maggiore grado di benessere e vitalità, e soprattutto una diminuzione dei sintomi relativi alle loro patologie. Il pranoterapeuta avverte, invece, una certa stanchezza. Ergo: la deduzione è che l’energia persa dal terapista sia stata trasferita al paziente durante il trattamento stesso. Questa conclusione, però, che a primo acchito potrebbe sembrare veritiera, è del tutto errata.
Per dimostrare ciò ci viene in soccorso la fisica con alcuni semplici esperimenti:
– Primo esperimento: se si riscalda una barretta di acciaio facendole raggiungere una certa temperatura, maggiore di quella ambientale, e successivamente ad essa si avvicina e si mette a contatto un’altra barretta non riscaldata (quindi a temperatura inferiore), la barretta più calda trasferisce a quest’ultima parte del suo calore riscaldandola. Questo calore ceduto, si sottrae alla prima barretta, determinando un abbassamento della sua temperatura iniziale. Questo trasferimento termico è del tutto comprensibile e naturale.
– Secondo esperimento: se una barretta di ferro acciaioso (ferro dolce con aggiunta di carbonio) viene posta a contatto con una barretta magnetica, essa si magnetizza e conserva questa proprietà acquisita. Questo procedimento si può reiterare un gran numero di volte e magnetizzare tante barrette, senza che la prima perda le sue proprietà magnetiche. A questo punto c’è da fare una considerazione. Se la barretta del primo esperimento cede il suo calore riscaldandone un’altra, la barretta magnetica non perde l’intensità del suo campo magnetico, anche se il procedimento viene ripetuto all’infinito.
Ma cosa distingue i due fenomeni? Nel primo caso, abbiamo un trasferimento energetico di calore dalla prima alla seconda barretta. Il calore è energia termica, determinata dallo sfregamento delle molecole (moto Browniano). In caso di surriscaldamento, le molecole si muovono più velocemente determinando quell’aumento di calore che viene successivamente ceduto, per contatto, al corpo con temperatura inferiore (seconda barretta). Nel secondo caso, abbiamo invece il trasferimento di una “proprietà” (Magnetismo), che non comporta un trasferimento energetico, ma è soltanto una “INFORMAZIONE”.
Il magnetismo infatti, a differenza dell’energia termica, è una proprietà intrinseca ad un corpo ferro-magnetico. Ma è anche una proprietà del corpo umano, e di tutto l’Universo che ci circonda!! Ogni singola particella sub-atomica, di cui è fatto anche il corpo umano, ha una sua carica elettromagnetica e una sua particolare polarità, e questa è la ragione per cui il nostro corpo è così sensibile a tutti i campi elettromagnetici, siano essi negativi o positivi.
Questa proprietà non compare quando i magnetini elementari che compongono, nel nostro caso, la barretta metallica, sono disposti in maniera disordinata, ovvero, non sono orientati secondo lo stesso asse magnetico. In una disposizione casuale infatti, i magnetini elementari si compensano e si annullano magneticamente tra loro. Quando questa barretta metallica viene posta a contatto con una magnetizzata, ovvero con i magnetini disposti in modo ordinato e polarizzati secondo lo stesso asse, diventa magnetica a sua volta.
È importante sottolineare ancora, che il fenomeno è ripetibile più e più volte, senza la perdita di forza magnetica da parte della barretta magnetizzante. Possiamo fare una similitudine considerando una truppa di soldati disposti inizialmente in modo disordinato, cioè incoerente. Quando ordiniamo ai soldati di mettersi in riga (informazione), essi si ordineranno orientandosi verso la stessa direzione, in una maniera “coerente”, esattamente come avviene nella barretta non magnetizzata quando viene a contatto con quella magnetica, che ne determina l’ordine dei magnetini elementari e quindi il magnetismo totale, che è la somma dei singoli vettori magnetici. Tutto questo avviene, come ho già detto, senza trasferimento alcuno di energia!
Il bioterapeuta (o pranoterapeuta), similmente a quanto esposto prima, avvicinando le sue mani al corpo della persona, non trasferisce la sua energia al Sistema Uomo (sistema vivente) sul quale opera, ma trasferisce attraverso le sue mani una “informazione”, cioè un ordine, atto a mettere in coerenza biologica il sistema vivente del paziente affetto da una patologia (disordine: perdita della coerenza biologica e quindi dell’omeostasi).
Questa operazione mette in atto un meccanismo di sanitas, attraverso il quale si aggiusta il disordine elettromagnetico del paziente, aumentando il suo stato di salute e la sua capacità di combattere la patologia. Il pranoterapeuta, in seguito a tale trattamento, sarà alquanto stanco, perché comunque ha perso energia, avendo svolto un lavoro (concentrazione mentale e nervosa), ma tale diminuzione non è dovuta al trasferimento energetico: Sistema Bioterapeuta verso Sistema Paziente, come potrebbe sembrare a prima vista, ma è conseguenza del lavoro svolto su sé stesso, per mantenere in “ordine” il proprio sistema. Quindi, nella pranoterapia non si trasferisce energia al paziente.
Per chiarire questo concetto farò un altro esempio, ancora più semplice: il proprietario di una slitta da neve trainata da dieci cani, nota che i suoi cani non riescono più a trainare la slitta con la stessa forza di prima. Decide quindi di portarla da un esperto per farla controllare. Questi, subito si accorge che il proprietario non si è reso conto che sei cani tirano la slitta in avanti, e altri quattro fanno resistenza, per cui la slitta ha una forza trainante minore. L’esperto dà ora l’ordine ai cani refrattari di fare il loro lavoro, facendo si che tutti i cani tirino la slitta, e la slitta riprende a camminare sfruttando la forza di tutti i dieci cani. Lo stesso inconveniente succede al possessore di una slitta con sei cani che non tira più bene. Dei sei cani, quattro tirano la slitta in avanti, e due non ne vogliono sapere, ma dopo l’ordine impartito in modo corretto, la slitta riprende ad avere la forza trainante di tutti i sei cani.
Conclusioni sulla Pranoterapia:
Anche se per compiere questi due lavori i proprietari dei cani si sono stancati e hanno perso energia, questa non è stata conferita alle due slitte. Esse funzionano grazie all’ordine impartito ai cani, che nulla ha a che vedere con lo sforzo dell’operatore. Questo sforzo, ovvero l’energia spesa per il lavoro di orientamento dei cani, non è stato trasferito alle due slitte, le quali conserveranno comunque l’energia conforme alla loro struttura (il patrimonio genetico). Se l’operatore avesse trasferito la sua energia (spesa nel lavoro) alle rispettive slitte, queste avrebbero acquisito, oltre alla loro forza intrinseca, anche quella aggiuntiva trasmessa da lui, ma così non è. La maggiore energia acquisita dalle slitte (i pazienti), non è quella spesa dall’operatore (il bioterapeuta), ma è dovuta all’ordine che l’esperto ha conferito per l’orientamento dei “cani” (ordine del sistema neurovegetativo).
Articolo di Marco Angioni
Questo articolo è stato possibile grazie agli studi e alle ricerche messe a disposizione dall’Ing. Giulio Zampa (“Falso trasferimento di energia”, ottobre 2009)
Fonte: http://www.naturopatia-blog.it/il-piu-grande-luogo-comune-sulla-pranoterapia/
Nel Pranic Healing viene consigliato di usare Prana proveniente “dall’etere”, allo scopo di non scaricarsi od ammalarsi, questo credo sia l’errore di vari Pranoterapeuti.
Ammenoché la Persona non sia incaricata e sostenuta dal Divino, non è consigliabile fare uso della Propria Energia che tra l’altro potrebbe anche essere nociva.
L’importante è comunque che vi sia sempre un grande “Cuore” o Compassione, in tal caso qualsiasi errore o controindicazione verrebbe annullato dall’Amore.
Più dai Amore e più ne avrai, non è come i soldi.
Cari saluti.
Renzo