Superare la paura della malattia
di Marcello Salas
Molte persone, pur essendo a conoscenza di alcune teorie legate alle cosiddette medicine alternative, nonché di alcuni specifici processi corporei, si intimoriscono quando si parla di cancro o di altre malattie a forte impatto sociale.
Queste persone non riescono, in sostanza, a superare la massiccia programmazione mediatica – perché di questo si tratta – che è andata avanti in questi ultimi decenni. Chiariamoci subito: tutti abbiamo paura, è naturale ed è biologico che sia così, la paura ha la sua funzione e guai se non ne avessimo, tuttavia se essa dipende da una mancanza di conoscenza e determina un atteggiamento inadeguato al superamento delle situazioni della vita, appare opportuno ridurla nei limiti entro i quali possa essere utile alla nostra esistenza.
Abbiamo paura del cancro, della leucemia, della sclerosi multipla, dell’aids ecc. semplicemente perché non abbiamo la minima idea di cosa siano nel dettaglio queste malattie, e quello che ci viene detto giornalmente non fa altro che incrementare questo timore, in quanto si diffonde in ogni dove l’incapacità di arginare tali fenomeni patologici che spesso portano alla morte.
Siamo proprio sicuri che quello che ci dicono sia reale? Vorrei quindi spiegare con parole mie e con le più genuine motivazioni, come sfuggire al fenomeno globale e sociale del terrore del cancro e delle altre malattie di rilevante entità, con una disamina molto semplificata di un argomento per il quale servirebbero migliaia di libri, che peraltro già esistono.
I “pro e i contro” della malattia
Parto subito col darvi una notizia positiva: le malattie in genere, quindi anche il cancro, non sono un male ingiusto, al contrario sono un bene poiché costituiscono un processo di riparazione del corpo, quindi non temiamole a priori, ma cerchiamo di comprenderle nel dettaglio. Altra notizia di eccelsa utilità è il fatto che il nostro corpo ha il potere dell’autoguarigione e in casi non gravissimi, fa tutto da solo anche e soprattutto senza farmaci.
La notizia meno piacevole invece è che le malattie non possono essere prevenute; tuttavia si può predisporre il corpo in modo da consentirgli il superamento di tali processi vitali in maniera autonoma e con il minor disagio possibile. Basta mantenere molto alte le energie (ossigenazione del sangue ed altro) corporali, tramite un’alimentazione corretta, un adeguato esercizio fisico e soprattutto con un’attività mentale sempre positiva e tesa al superamento delle odierne difficoltà imposte dal sistema di vita; beh… sicuramente non è facile, ma per la nostra salute uno sforzo consapevole credo che ne valga la pena, giusto?
La malattia
Non ho certo le competenze adeguate per poter spiegare il fenomeno nella sua complessità, tuttavia vorrei fornire degli elementi conoscitivi di base validi per tutte le patologie in maniera il più semplice possibile. Da quanto asseriscono varie medicine alternative (non solo la “Nuova Medicina Germanica”), si è appreso che la stragrande maggioranza dei nostri traumi psico-fisici sono di origine mentale/emotiva/biologica, con conseguente calo d’energia in una o più parti del corpo, quindi in sostanza derivano dal nostro “vissuto”, abbinato ad un determinato evento della vita presente o passata (gli eventi passati sono registrati nelle nostre cellule), che ci coglie impreparati e ci ingenera uno shock.
Puntualizzo subito che per “vissuto” non si intende solo l’esperienza diretta ma anche esperienze “riflesse”(la Medicina Ufficiale direbbe genetiche), che risultano registrate nel nostro splendido organismo biologico. Quando questo shock ci coglie impreparati, cosa succede? La mente, che non distingue la vita reale dalla nostra immaginazione, invia un segnale di pericolo al corpo per indurlo ad una variazione di condotta che gli consenta di superare il “pericolo”, quindi, in relazione al sentito/percepito, si attiverà un programma (registrato nei nostri tessuti nel corso dell’evoluzione della specie) che altererà la funzione di uno o più organi e/o tessuti.
Durante questa fase, che generalmente non comporta sintomi, l’aumento o la riduzione dell’attività o delle dimensioni di una componente del corpo, consente di salvaguardarci dalla minaccia incombente. Ad esempio, se ci troviamo in una situazione improvvisa di sfida, non necessariamente fisica, si avrà un aumento di zuccheri nel sangue per donarci il giusto vigore per superare l’eventuale “disputa”; se ci troviamo in una circostanza con un pericolo di vita, automaticamente si attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrenale, viene secreto l’ormone dello stress, il sangue viene fatto confluire agli arti per consentire un attacco/difesa o una fuga, mentre le altre funzionalità del corpo vengono drasticamente ridotte. Viene anche ridotta la funzionalità cosciente (ragionamento) del cervello, ed aumentata quella istintuale (cervello antico) ecc.
Al termine di tale situazione incresciosa, si attiva la normalizzazione delle funzioni di base, che richiede un notevole dispendio di energie; il corpo dovrà far aumentare/ridurre quel componente corporeo che aveva alterato, anche demolendo eventuali tessuti/organi che aveva incrementato nelle dimensioni (leggasi tumore), ripristinandone la piena funzionalità.
Questa fase è quella più importante ed è l’unica fase riconosciuta a livello ufficiale, mentre quella precedente del pericolo percepito è sconosciuta ai più, e di certo non insegnata nelle opportune sedi. E’ definita “calda” in quanto aumenta la velocità delle reazioni biologiche per giungere presto alla vita normale: in questo momento il corpo necessita di molte energie per recuperare la regolarità delle sue funzioni e quindi invia il segnale del dolore, associato ad altri (sudore, febbre, infiammazioni ecc.), che ha lo scopo di far rallentare/fermare le attività coscienti dell’individuo, per utilizzare le energie nell’auto-guarigione.
La funzione della malattia
Lo scopo della malattia è quello di ripristinare le funzionalità dell’organismo, quindi è utile per la nostra stessa sopravvivenza. Analizzando l’utilità del meccanismo biologico automatico da cui scaturisce quella che noi definiamo a torto malattia – quando in realtà è un sintomo di una fase cruciale del citato programma – non possiamo fare a meno di notare la sua necessità al fine di garantire la sopravvivenza del nostro corpo per ragioni ben più elevate della mera vita fisica, e consente all’organismo di evolversi per adattarsi all’ambiente circostante.
Il cancro
Anche qui non potrò essere esaustivo per la vastità dell’argomento, ma qualche piccola ed essenziale informazione sul “male del secolo” la ritengo doverosa. La proliferazione controllata, non certo impazzita come vogliono farci credere, di cellule di un particolare tessuto/organo, è indotta dal nostro essere biologico per fargli aumentare la sua efficienza (ad es. tumore al polmone per avere più aria e non morire, tumore alle ovaie per aumentare la possibilità di rimanere incinta, alla prostata per aumentare le capacità riproduttive maschili ecc. Ma ci sono anche procedimenti opposti, cioè di riduzione dell’organo, come ad esempio l’osteoporosi, cancro ai dotti lattiferi ecc.) e non avviene certo per caso, è anzi essenziale per superare biologicamente alcuni shock in corso o vissuti. Non ha quindi lo scopo di arrecarci del danno, ma esattamente l’opposto.
Trattandosi di un aumento o riduzione delle dimensioni dell’organo/tessuto per aumentarne o ridurne l’efficienza, tale evento è spesso connesso ad eventi di considerevole entità emotiva, se invece lo shock non è di forte entità, il corpo non influisce sulle dimensioni ma solo sulla funzionalità accelerandola o rallentandola.
Essendo un processo di rilevante gravità, anche la sua fase riparativa sarà molto intensa e pertanto i sintomi saranno così forti da indurci ad andare dal medico. Qui però inizia il vero dramma, quello che invece vorremmo che terminasse: con sintomi molto marcati, chiaramente il dottore oltre a prescrivere i soliti farmaci, farà anche eseguire degli esami diagnostici che evidenzieranno il problema all’organo/tessuto dolente, e se tale problema, come spesso avviene, viene diagnosticato come cancro (proliferazione ormai in fase di disfacimento) allora cominciano i guai e le paure.
Il primo guaio è la diagnosi, sentirsi dire che si ha un cancro qui o lì, piccolo o grande che sia, e che si deve intervenire subito, risulta un evento devastante per la maggior parte di noi. Altro che shock, e quindi…. ricordate cosa succede nel corpo quando viviamo uno shock? Un nuovo processo biologico si attiva per la paura di morire o di sentirsi spaesati o soli al mondo ecc.
Il secondo guaio, come se il primo non bastasse, è il protocollo sanitario. Si inizia un calvario interminabile fatto di dottori, esami, ospedali, cure infernali, controlli a tappeto che si protrae per diversi anni, evento che non fa altro che aumentare il forte shock già attivato con la diagnosi.
Il terzo guaio, può avvenire se si sono vissuti male i primi due guai, e si verifica in seguito, quando siamo tornati ormai alla normalità della nostra vita, salvi da quel maledetto cancro. Succede allora che l’organismo ritornato ad una situazione di non pericolo, avvii il programma riparatorio dello shock della diagnosi e del protocollo, e si ricomincia tutto daccapo. Dagli esami diagnostici risulterà che una cellula “impazzita” è sfuggita al trattamento chemioterapico, ed è andata a far danno in un altro organo (es. il polmone o le ossa): tale processo viene definito metastasi e, a questo punto, dovrebbe essere ormai chiaro chi/cosa le genera.
Uscire da questo circolo vizioso è difficile solo perché non lo si conosce, altrimenti si manda a quel paese tutto e tutti, e si avvia un processo di cura consapevole, rivolgendosi a medicine differenti da quella ortodossa, che ci consentano di aiutare veramente il nostro corpo e di giungere quanto prima all’autoguarigione.
Prevenzione
Due righe sulla prevenzione: credete davvero che le case farmaceutiche rinunceranno mai agli inimmaginabili introiti derivanti dall’affare cancro o delle malattie invalidanti che necessitano di cure a vita? Basterebbe ascoltare i messaggi che ci invia il nostro corpo per percepire la nostra salute: non servono analisi ed esami diagnostici di ogni genere, che vengono pubblicizzati in ogni dove per la nostra salute, questo senza tener conto della grande quantità di “falsi positivi” e che si traducono poi in cure farmacologiche e/o chirurgiche non necessarie.
Percezione e vissuto
Ma se, come detto prima, le malattie non sono prevedibili, considerato che scaturiscono da eventi inattesi e imprevisti, allora non c’è scampo? Beh, vederla in questo modo costituisce la prova di non aver compreso la funzione della malattia, cioè quella di farci sopravvivere non di farci morire: quindi la prima cosa da fare è di non temerla. Tuttavia, non è piacevole essere ammalati e ancor meno avere delle patologie invalidanti, quindi sarebbe opportuno evitare di far scattare il meccanismo biologico di sopravvivenza. Come?
Cosa determina in ognuno di noi se una situazione è pericolosa o meno? Le nostre percezioni, le quali consentono al nostro organismo di adattarsi e vivere nell’ambiente in cui ci troviamo. Quando percepiamo un qualcosa (persona-situazione-cibo-altro) come pericoloso, chiaramente ci sarà una risposta a tale “sentito biologico”, che, a seconda dell’entità della percezione, sarà più o meno incisiva.
Eliminando però dalla nostra mente le paure indotte e le programmazioni distruttive, tramite una cancellazione consapevole determinata dalla conoscenza, potremo vivere una vita serena e stare al riparo da molte patologie. Se ci ritroviamo in situazioni “indesiderate” di forte intensità, ricordiamoci dei processi del nostro corpo sopra descritti e limitiamo volontariamente la tensione associata a quell’evento, per non incappare, al termine del conflitto, in malesseri di varia entità.
Inoltre, c’è la possibilità di conoscere la causa specifica delle varie malattie, in modo tale da conoscere il sintomo che seguirà ad un determinato evento traumatico. Chiaramente dovremmo cercare di alleggerire il più possibile il conflitto, per avere una riduzione della successiva malattia. E anche questo non è certo una passaggio facile.
La morte biologica e il suo senso
La malattia non è altro che la fase finale del programma biologico di sopravvivenza agli “attacchi” dell’ambiente. Se si supera questa fase, l’organismo si è un po’ evoluto e riuscirà a rispondere meglio a tale trauma. Nell’ipotesi però che il conflitto prosegua per un periodo di tempo piuttosto lungo, la fase riparativa potrebbe essere di una intensità devastante, tanto da non poter essere superata e cagionare la morte. Considerato il fatto che l’organismo non ha saputo superare il conflitto (non si è saputo adattare), il programma biologico della natura non trova altra soluzione se non quella definitiva. Tuttavia, la maggior parte dei decessi non avviene per questo fatto, bensì per gli effetti deleteri dei vari trattamenti farmacologici.
Quando il cibo fa male
A volte il nostro corpo reagisce negativamente (allergie, intolleranze, crisi epilettiche ecc.) ad alcuni alimenti specifici o altro (ad es. pollini, metalli sulla pelle, ecc.), in quanto ha memorizzato in precedenza come “pericoloso” un evento, associandolo a quello specifico elemento che in qualche modo era presente all’atto dello shock, e ogni volta che torna in contatto con esso attiva il programma di sopravvivenza. Ecco perché le allergie e le intolleranze possono far capolino in qualsiasi momento della nostra vita; vengono attivate dagli eventi che viviamo drammaticamente.
In questi casi ci sono dei metodi efficaci per dissociare tale registrazione dal nostro organismo (vedasi metamedicina), in alternativa provate a riprogrammare il corpo inducendolo ad accettare amorevolmente quel determinato cibo con piccolissime dosi, aumentandole poi molto lentamente.
Il fumo e le altre sostanze nocive
Il nostro corpo ha molti sistemi di difesa e tra essi c’è anche quello di espellere tutto quello che non è compatibile con esso. Quando ingeriamo qualcosa di nocivo, il corpo secerne tutte le sostanze endocrine che ha a disposizione, per scomporre tale veleno ed eliminarlo in vari modi (tosse, defecazione, urina, vomito ecc.). Le sostanze che non possono essere disciolte vengono incapsulate per renderle innocue e in caso di eccesso depositate in loco (come ad es. i polmoni neri dei fumatori, ossia sostanze tossiche incapsulate). Chiaramente se l’intossicazione (tossiemia) è di eccessiva entità, il corpo reagirà come se avesse subito un vero e proprio attacco all’organo interessato, e ci darà dei fortissimi sintomi (malattia), che ci impediranno ogni attività fino al ripristino della normalità.
Naturalmente, se abbiamo un forte timore di una sostanza/alimento e la ingeriamo di frequente, alla lunga la nostra paura attiverà una risposta difensiva del corpo (ad es. a tutti i fumatori è stato detto che il fumo causa il tumore ai polmoni e glielo hanno anche scritto sul pacchetto di sigarette: convivendo con questa paura, alla lunga la verità, come spero avrete capito, potrebbe essere un’altra). Quindi quando si mangia/ingerisce qualcosa è meglio non pensarci troppo, non somatizzare l’evento in maniera negativa, ma godersi il momento con molta calma, ma senza esagerare per evitare la tossiemia acuta.
L’intossicazione genera di riflesso un abbassamento delle energie del corpo che è costretto a un superlavoro di pulizia, in questi casi una buona alimentazione (vegetali e frutta in abbondanza, meglio crudi) fornisce la miglior energia al nostro corpo consentendogli un facile smaltimento dei “rifiuti”. La tossiemia più diffusa e che costituisce la prima causa di morte in America, ed io credo anche in Italia, è quella indotta dai farmaci. Chiaro!
La questione energetica
Anche qui il discorso è molto lungo e non può essere sviscerato nel dettaglio. Volendo però ridurlo in poche parole, possiamo dire che i geni non c’entrano niente con la nostra malattia. Anche quando si nasce già malati si tratta di una reazione biologica di sopravvivenza registrata dalle nostre cellule (nella membrana) in fase di gestazione/parto, o da quelle dei nostri genitori, e che si tramanda nelle nostre, per consentirci di superare i conflitti che abbiamo vissuto noi direttamente/di riflesso nel grembo, o quelli dei nostri genitori, e trovarci preparati biologicamente al mondo in cui veniamo alla luce. Si tratta di evoluzione (un piccolo esempio: se ci trasferiamo in Africa, la nostra pelle inizia a modificarsi ed assume una colorazione scura per proteggerci autonomamente dal sole intenso a cui ancora non siamo abituati. Vivendo diversi anni in tale situazione, le cellule registrano tale comportamento come usuale e lo tramandano alle generazioni future che nasceranno sempre più scure per poter sopravvivere nell’ambiente in cui già vivono i genitori). Chiaramente la questione è molto più articolata, ma comunque perfettamente in linea con le regole della natura tese all’evoluzione ed alla sopravvivenza.
Una cura per tutto
Pian piano anche la scienza ultra riduzionistica si sta avvicinando a comprendere il potere delle emozioni, ci si è avveduti che esse muovono delle enormi energie in grado di modificare la realtà fisica, ecco perché il sistema ci tiene alla larga da esse, incentivando le nostre abilità razionali, tipiche del lato sinistro del cervello tramite l’istruzione pubblica, la tv, gli svaghi moderni, l’occupazione totale del nostro tempo libero ecc. Guai se prendessimo coscienza delle nostre reali potenzialità.
Ci sono delle verità nella vita che quando le scopri non te ne allontani più. Personalmente ho compreso che esiste una cura alle molteplici vicissitudini dell’essere umano: non è un rimedio, né tanto meno un farmaco, non si vede né si può toccare, non costa nulla ma ha un suo prezzo, pervade ogni cosa, dall’atomo all’universo intero, costituisce la stragrande percentuale di tutto ciò che esiste di misurabile (5%) e non (95%), è una forza, è intelligente, dona la vita, è una forma d’energia sconosciuta alla scienza tanto che la definisce oscura, viene anche chiamata “forza elettro debole”, ma di debole ha solo il nome. Essa genera e modifica costantemente la materia, ma nessuno è riuscito a individuarla scientificamente. Nonostante ciò, l’uomo può accedere ad essa ed usarla, l’uomo la percepisce come un umore, come un sentimento. Si chiama AMORE.
Proviamo a fare “un salto” nelle nostre profondità, potremo così scoprire la pace che vi alberga, la nostra vera essenza, il mistero del nostro respiro e la connessione permanente a quella forza che tutto pervade. Troviamo il tempo da dedicare al nostro essere interiore che non fa parte di noi, ma che siamo noi. Noi siamo essenzialmente dentro e solo in parte fuori, limitatamente al nostro corpo fisico. Non identifichiamoci allora nelle cose che abbiamo o che facciamo, in esse non troveremo quella forza sconosciuta che sostiene la vita, e quindi ne sentiremo la mancanza e ci ammaleremo.
Se manca l’amore non arriva soltanto la malattia, ma sopraggiunge anche la morte e non solo per gli esseri viventi, ma per tutto il creato. Riuscire a comprendere questo fondamentale quanto complesso concetto, è necessario per vivere bene e capire la natura della nostra esistenza.
Ricerca personale
Ma direte: dove sono le prove a sostegno di tutto ciò? Dove sono gli studi di settore? Chi cerca trova, purché non si pretenda di trovare la verità assoluta, considerato il fatto che essa è variabile, così com’è variabile (evoluzione) la natura in genere e l’uomo stesso.
Il percorso di conoscenza è personale, non si può imparare qualcosa solo perché l’ha detto qualcun altro, bisogna giungere ad una personale e profonda consapevolezza per poter accettare una verità. Gli altri possono solo indicarci la strada, sta a noi decidere di percorrerla. Oltre il dominio della paura c’è una strada sicura, che si chiama VITA.
Articolo di Marcello Salas
Fonte: http://compressamente.blogspot.it/2014/11/superare-la-paura-della-malattia-e-del.html
condivido pienamente tutto l articolo, ma vivo anche io questa paura seppure occasionalmente, e mi rendo conto della difficoltà di scegliere una medicina alternativa, perchè non è facile trovare tali medici e poi costa molto in termini di denaro. per esempio io per tutti i disturbi di salute penso che i mali come vengono vanno via, basta poco per accompagnarli all uscita dopo il loro percorso. ma mi vien male mantenere costante questo pensiero se si tratta di malattie gravi e incurabili.non è sempre facile trovare i conflitti emozionali che che sono a monte, o continuare a viver come se avessimo una semplice influenza che passa comunque anche se dura qualche settimana in più, rigenerare nell amore è una cura e prevenzione….grazie
Condivido l’ articolo ma voglio aggiungere che il mio percorso di conoscenza personale mi ha indicato una Strada , quella delle Leggi Spirituali , che è sia preventiva , diagnostica e curativa ; non parlo solo di malattia ma di qualsiasi prova che la vita ti dispensa al fine di GUARIRE per ritrovare la Memoria di Chi siamo Veramente……Mi fa sorridere la definizione che Papa Francesco dà alla nostra ” smemoratezza ” , alzheimer spirituale……..BACIO DI LLUCE IN OGNI QUI E ORA