Perché veniamo sulla Terra?
di Fausto Carotenuto
La società intorno a noi ci dice: cerca il benessere, cerca la felicità. E ci pare la cosa più giusta ovviamente. Nessuno vuole la malattia e l’infelicità. Ma di quale benessere e di quale felicità si parla?
La cultura materialistica dei nostri tempi ci pone davanti una serie di “beni” da inseguire: la salute e la bellezza fisica, il posto di lavoro, il ruolo sociale, il successo, il denaro e tutto quello che è possibile comprare di fisico o di piacevole con il denaro.
Ma poi avviene sempre che nessuno di questi beni ci dà veramente la felicità o il benessere. Oppure ce li dà per un limitato periodo di tempo. Nessuno di questi beni viene raggiunto (se viene raggiunto…) in modo stabile e definitivo. E allora non si capisce perché dobbiamo faticare tanto, correre e darci da fare tutto il giorno per raggiungere risultati tutto sommato effimeri. E’ più la fatica che si fa per raggiungerli che il tempo di goderli…
La nuova cultura “olistica”, d’altra parte, ci invita meritoriamente a ricercare gli stessi “beni” in modo più consapevole. Avendo maggiore cura del proprio corpo e della propria psiche, evitando cibi ed esperienze che creano danni e ricercando alimenti e attività che diano benessere e quiete al corpo e all’anima.
È un bellissimo passo in avanti, ma forse c’è ancora qualcosa che non va. Perché comunque questa felicità e questo benessere terreni tanto auspicati da numerosi “guru” orientali e americani, sono sempre e comunque effimeri nello stesso modo. Durano poco, sono soggetti comunque all’arrivo di tempeste fisiche o emotive, ai rovesci della vita, all’invecchiamento, ai problemi che vengono dagli eventi esterni.
E comunque – se ci pensiamo bene – dopo alcuni decenni questo corpo fisico e questa vitalità di cui tanto ci siamo occupati non ci saranno più. Sì, diciamolo chiaramente senza timore: tutti moriamo. Non importa quanto abbiamo fatto per la cura del nostro corpo e delle comodità, piacevolezze e tranquillità della vita… Il corpo muore comunque. Ed andiamo via dall’ambiente terrestre e dai corpi che tanto abbiamo faticato per rendere migliori e proteggere. E questo avviene comunque: sia che veniamo da una cultura materialista, sia che ci siamo dati da fare utilizzando tutte le belle indicazioni del nuovo “olismo”.
Qualcuno direbbe: “sì, ma io voglio comunque vivere questa vita nel modo migliore possibile”. Certo, ma quale è il modo migliore possibile? Puntare solo a qualche cosa che poi comunque muore, o occuparsi anche e soprattutto di “Qualcosa” che invece “non” muore? Un “Qualcosa” che può trarre un risultato positivo dalla vita, anche se poi comunque si muore? E che cosa non muore in noi? Lo Spirito, il nostro Io vero, che non è il corpo o il cervello fisico o le parti più basse e “sensoriali” della psiche.
Lo Spirito, quel testimone che vede svolgersi la vita, che partecipa all’esistenza terrena spinto in varie direzioni dalla società e dalla cultura o dalle proprie pulsioni, o dall’amore… Lo Spirito che ha a disposizione una psiche che lo spinge in varie direzioni… spesso spontaneamente egoistiche. Ed un corpo con le sue esigenze, i suoi problemi, le sue pesantezze crescenti.
Ma uno Spirito che ha dentro di sé enormi forze, e soprattutto una formidabile spinta al Bene, a realizzare il Bene. E che viene sulla Terra per cercarlo in tutti i modi, sbagliando spesso gli obiettivi, sbagliando sovente, ma cercandolo ogni giorno. Cercando ogni giorno di realizzare un qualche bene per sé e per le persone vicine.
Tutti noi – a meno di una temporanea patologia depressiva – abbiamo dentro di noi questa fondamentale spinta a realizzare un bene, una spinta che si chiama Amore. Ma perché abbiamo dentro di noi questa spinta al Bene e ci troviamo in una cultura e in una società e con una psiche che spesso ci spingono a sbagliare? Non è difficile la risposta: perché sbagliando si impara. Sbagliando a fare il bene… si impara a fare il Bene.
Ed ecco perché il nostro Spirito viene tante volte sulla Terra: per imparare progressivamente a fare sempre meglio il Bene. E più impara a fare il Bene più diventa un essere creatore di Bene. Un pezzetto per volta, una vita dopo l’altra… aumentano le nostre capacità di pensiero, di sentimento e di azione che realizzano il Bene.
Non solo quello mio, che da solo non è mai un Bene, ma quello mio e degli altri intorno a me, e della Terra con le sue creature contemporaneamente. Il Mondo Spirituale sta realizzando la crescita di esseri che un giorno saranno capaci di fare benissimo il Bene di tutti. E sarà un grande dono per il Cosmo e per l’Universo in espansione: nuovi esseri Creatori di Bene. Che man mano che aumenteranno le proprie capacità verranno anche dotati di facoltà e strumenti superiori. Come gli Esseri Spirituali superiori che intorno a noi creano gli elementi della natura, le piante, gli animali, i paesaggi, il Sole e i pianeti, le galassie… ma anche i corpi e i percorsi di vita che favoriscono le esperienze degli esseri in crescita come noi.
Ma allora quale è in fin dei conti il vero Bene? Il vero Bene è tutto ciò che aiuta le coscienze di tutti a crescere ad evolvere. E perché cerchiamo il Bene? Perché tutto questo se poi moriamo? Che senso ha? Perché il vero Bene dentro di noi è la crescita della Coscienza, dello Spirito, di quella parte immortale di noi che di vita in vita impara, proprio attraverso le esperienze della vita, a fare meglio il Bene. A far crescere dentro di sé la parte immortale di Noi. Quella che non muore mai.
E allora a che servono il corpo fisico e la psiche? Sono i meravigliosi strumenti messi a disposizione del nostro Spirito dal Cielo, per fare le esperienze della crescita. Strumenti ad ogni vita diversi, a seconda delle esigenze di crescita che abbiamo raggiunto nel nostro lungo percorso.
E lo stesso Mondo Spirituale organizza per noi i luoghi, le svolte della vita, il flusso di eventi giornalieri che ci mettono di fronte alle esperienze che possono far crescere le nostre capacità immortali di pensiero, di sentimento e di volontà volti nella direzione di fare il Bene. A noi, di volta in volta, la scelta di fare la cosa giusta… o di fare quella sbagliata che poi ci mette di fronte alle istruttive conseguenze del nostro errore.
Ora qui sta la parte delicata della questione: occorre distinguere tra il fine della nostra vita e gli strumenti. Se ci occupiamo troppo e solo degli strumenti scambiandoli per il fine della vita, può accadere che non prendiamo in considerazione una cosa fondamentale: il fine della vita è accrescere le forze d’Amore del nostro Spirito, la capacità di fare il Bene. Non è il Benessere del corpo e della psiche, che sono gli strumenti preziosi di questo percorso, ma non il fine.
Non possiamo quindi sacrificare la cosa fondamentale – l’esercizio dell’Amore per gli altri esseri intorno a noi – alla ricerca ossessiva del benessere, alla cura esclusiva del nostro corpo e della nostra psiche. Corpo e psiche servono a fare le fondamentali esperienze di come si ama, e dell’errore nell’amare che porta l’insegnamento del dolore. Ma non sono il fine della nostra vita, che è invece sviluppare qualità immortali sagge, amorose e fattive, del nostro Spirito eterno in crescita.
Se ci dedichiamo alla cura dei nostri strumenti mortali, dobbiamo ricordarci che il vero fine è la crescita, l’evoluzione del nostro Spirito nelle sua capacità di fare il Bene. Perché comunque poi gli strumenti si estinguono – nonostante tutte le nostre cure – e ciò che rimane è solamente quanto il nostro Spirito è cresciuto.
Se siamo solo attentissimi a come ci nutriamo, alla nostra meditazione quotidiana, alla nostra salute con metodi alternativi, alla elasticità e vitalità del nostro corpo, alle buone letture e ai seminari istruttivi… abbiamo fatto qualcosa di importante per mantenere bene gli strumenti dell’Amore. Ma poi questi strumenti vanno usati nell’unico modo che veramente aumenta le nostre capacità immortali di fare il Bene: “amando”. “Facendo” con amore il bene delle persone e degli esseri intorno a noi. Altrimenti quegli strumenti – comunque mortali – saranno stati degli efficientissimi strumenti poco utilizzati, privati di uno scopo e di una utilità reale.
Naturalmente, avendo a disposizione nella vita gli strumenti del corpo e della psiche, occorre che il nostro Spirito se ne prenda cura. Perché se funzionano male non consentono al corpo di andare a fare le esperienze e all’anima di pensare in modo chiaro e lucido, o al cuore di sentire bene. E quindi lo Spirito cresce anche occupandosi di cosa è meglio mangiare per la propria salute, di quali attività fisiche sono utili, di cosa è meglio evitare. Ed anche occupandosi di quali ideali e sentimenti nutrirsi e quali evitare… Ma soprattutto facendo il Bene, per imparare come si fa.
E se sbaglia facendosi trascinare da cibi o attività inadatte, o da idee, attività e sentimenti che non sono il Bene vero di tutti, poi da questo deriverà un dolore – proprio e degli altri che amiamo – del quale occuparsi per sanarlo e capire cosa è successo. Una esperienza che ci farà capire cosa è quello che non avevamo capito, che non avevamo sentito, che non avevamo fatto bene… Per imparare dall’errore.
Il benessere non è il fine della vita, ma uno strumento, insieme al malessere e al dolore. Il fine della vita è imparare sempre meglio da queste esperienze a fare il Bene, per Amore.
Come sta andando dunque? Piuttosto bene… visto che una parte importante – anche se ancora non maggioritaria – dell’umanità, sta imparando che è Bene occuparsi con consapevolezza della alimentazione e della salute propria e degli altri. Che è Bene amare gli altri, animali e piante compresi, considerandoli alla stessa stregua di se stessi, degni di attenzione, protezione e considerazione. Che è bene coltivare ideali e sentimenti superiori. Che è Bene occuparsi del Bene delle coscienze di Tutti. E non solo di se stessi o del proprio gruppetto familiare.
Sì, sta andando Bene comunque. Stiamo imparando, stiamo crescendo. E come si fa a capirlo? Proviamo a domandare a noi stessi e alle persone intorno a noi: “Torneresti indietro di dieci anni, al tuo livello interiore di consapevolezza di allora?” Quasi tutti, sorprendentemente, risponderanno “No”. Quel livello interiore di consapevolezza è proprio il nostro Io, il nostro Spirito, l’unica parte immortale di noi. Quella da coltivare prima di tutto. Quella che sta crescendo.
E allora se rispondiamo “No”, vuole dire che questa meravigliosa macchina della crescita umana funziona, che il Cielo non si è sbagliato… che il suo progetto di crescita umana non è un fallimento, che i media e la cultura catastrofista che ci circonda non “vedono” affatto come stanno le cose.
Che ogni azione di consapevolezza per la salute ed il benessere vero del nostro corpo e della nostra anima ci fa crescere. Ed ogni errore porta prima o poi a un dolore, fisico e psichico, che ci spinge a ricercare dove abbiamo sbagliato per correggere, per comprendere, per migliorare… Per avere uno Spirito più bravo a fare il Bene di tutti. Sì, sta andando bene, purché noi continuiamo a cercare ogni giorno con crescente consapevolezza e Amore il vero Bene del corpo, della psiche e dello Spirito, nostro e di tutti gli esseri che ci circondano.
Ed infine si scopre che proprio il percorso che facciamo in questa direzione, è il solo di per sé capace di donarci un maggiore Benessere interiore e maggiore Felicità. Anche qui, nel corso della nostra vita sulla Terra…
Articolo di Fausto Carotenuto
Fonte: http://coscienzeinrete.net
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