I “Programmatori Ombra”
di Riccardo Tristano Tuis
La personalità o ego è ciò che in “Zenix” definiamo «io digitale», con il quale ci identifichiamo nel corso delle nostre vite.
Il termine ‘digitale’, il cui sinonimo è ‘numerico’, deriva dalla parola latina digitus, che significa dito, da cui a sua volta deriva la parola digitàlis, che nella nomenclatura botanica indica una specie di pianta usata in medicina per le sue proprietà sedative.
L’uomo digitale, è quindi un codice numerico semipensante, pesantemente sedato, inserito in una matrice alfanumerica, matrice che sfrutta le menti di quei “numeri” per alimentare la piattaforma di gioco. I “numeri” possono programmare la stessa Matrix, ma essendo sedati attraverso la programmazione sociale, non lo sanno e si fanno programmare da essa.
Per citare il buon vecchio Morpheus, «Al destino, come sappiamo, non manca il senso dell’ironia» e i co-programmatori della Matrix sono ora all’interno del gioco interattivo e, a causa della neuro-simulazione, non se ne rendono conto. Se l’io digitale della nostra neuro-simulazione che chiamiamo realtà non è abbastanza evoluto, questi sarà contrario allo sviluppo dell’identità e all’espansione della consapevolezza. L’io digitale altri non è che un’emanazione di chi sta dietro di lui: i controllori che chiamiamo i “programmatori ombra”.
I programmatori ombra sono il software preposto a programmare la realtà, quando non è coinvolta direttamente la nostra volontà allineata al nostro Sé originale. I programmatori ombra sono celati nell’inconscio, quest’ultimo presentato dalla psicologia come un insieme di processi, contenuti e impulsi che non affiorano alla coscienza e pertanto non sono controllabili razionalmente.
Secondo la visione di “Zenix”, è molto più facile avere accesso al nostro subconscio (con questa parola si intende la parte più accessibile dell’inconscio), poiché esso è presente nella prima soglia, ove, con un po’ di introspezione, è possibile analizzare diversi file contenuti nella banca dati dell’inconscio, ma per accedere al backup completo della nostra vita e a tutti i sottoprogrammi che danno vita ai programmatori ombra, è richiesto un lavoro interiore molto più profondo, in quanto è necessario far fronte al fuoco di fila delle sue password criptate.
Per visionare o riprogrammare l’inconscio, non basta comunicare attraverso parole e pensieri: il linguaggio macchina per accedere a tutti i suoi sottolivelli è molto più complesso. Il cervello, ad esempio, non distingue tra la realtà e un’immagine mentale della realtà, quindi, se proiettiamo una rappresentazione mentale caricata di emozioni negative, essa può essere memorizzata nell’inconscio come reale e si può così aggiungere alle memorie inconsce che ci feriscono e ci limitano.
Per disattivare tale immagine che si è trasformata in un comando inconscio, bisogna innanzitutto essere a conoscenza della sua esistenza, altrimenti la riprogrammazione potrebbe fallire perché l’immagine continua a comunicare un messaggio antitetico a quello con cui ci stiamo riprogrammando. Inoltre, quando pratichiamo una tecnica di riprogrammazione, è saggio chiedere se i programmatori ombra siano d’accordo nel modificare alcuni loro modelli operativi e, in questo caso, il test muscolare kinesiologico può essere uno strumento semplice e utile.
I programmatori ombra sono spesso più forti anche della nostra volontà ordinaria, pertanto, per recuperare completamente la nostra autodeterminazione, è necessario possedere una volontà straordinaria. Inoltre, le informazioni che non sono filtrate dal nostro Io conscio, sono potenziali dati che possono trasformarsi in credenze e comandi inconsci, aggravando la nostra determinazione conscia.
Il pensiero inconscio influenza la nostra vita più del nostro pensiero conscio, producendo modelli comportamentali automatici acquisiti. I nostri giornalieri pensieri limitati e ripetitivi possono aggravare lo stato dominante dei programmatori ombra e il nostro pensiero predefinito.
La brutta notizia riguardo i programmatori ombra, è che questi vivono nel “cyberspazio sinaptico” e solo diventando consapevoli dei nostri percorsi neurali di coscienza possiamo trovarci vis à vis con “loro”. I server principali che li ospitano sono la neocorteccia e il cervelletto, il sancta sanctorum cerebrale. Anche se grande un decimo del volume totale della massa encefalica, il cervelletto contiene oltre la metà delle cellule cerebrali, in poche parole, questi è la porzione del cervello più potente, ma di più difficile accessibilità per la nostra coscienza.
Ora, quando qualcuno ti dice che tu ti crei la tua realtà, sappi che questa è una generalizzazione che serve a rendere l’idea, anche se le cose non stanno esattamente in questi termini. Tutto ciò diventa infatti una mistificazione se non viene spiegato cosa si intende con il pronome personale “tu”. Non è tanto la nostra personalità, lo stato di ordinaria coscienza, a modellare la realtà, quanto lo stato di supercoscienza assieme al nostro inconscio.
L’automatizzazione umana all’interno della Matrix, porta l’uomo a essere incosciente per circa il 90% del suo tempo – questa almeno è l’attuale stima dei ricercatori – e solo per il 10% della nostra vita siamo realmente coscienti con la nostra personalità conscia, che però corrisponde a una sovrastruttura che maschera la nostra reale essenza. Poiché é la nostra coscienza/volontà a essere in grado di pilotare volontariamente le realtà che si vogliono esperire, se siamo per il 90% del tempo incoscienti, la realtà che vivremo sarà per il 90% gestita dall’inconscio e dai programmatori ombra e non direttamente da noi.
In media, noi modelliamo la realtà solo nel 10% del suo volume olografico e in questa percentuale bisogna tener conto che esistono delle variabili, le altre menti che la modellano insieme a noi. Per divenire completamente un programmatore di realtà, è essenziale allargare il nostro spettro di coscienza, affinché i programmatori ombra e la modellazione delle altre menti riducano la loro operatività rispetto al nostro Io conscio, quest’ultimo sempre più ripulito dalle sovrastrutture mentali della personalità. I programmatori ombra sono sempre pronti a entrare in “modalità pilota automatico” appena allenti la tua presa di coscienza e gli occulti ingegneri sociali (opinion maker, specialisti della psiche e lobby economico/politico/militare) ne approfittano per rimodellare la mente collettiva.
L’inconscio è la sede dei nostri istinti, tra cui quello sessuale e di sopravvivenza, e i programmatori ombra possono essere attivati dalla sessualità o dalla paura. Per questo i media sono saturi d’immagini di nudo o di subliminali che inconsciamente ti fanno associare il sesso ai loro prodotti, oppure di informazioni che generano paura e una sensazione di futuro incerto. Un altro subdolo modo di agganciare i programmatori ombra, avviene nei discorsi dei politici o dei telegiornali, in cui è utilizzato un linguaggio atto a comunicare direttamente con l’inconscio al fine di manipolare l’ascoltatore.
La modalità pilota automatico può attivarsi in qualsiasi istante: se intraprendi la strada dell’auto-osservazione ti sorprenderai nel renderti conto di quanti momenti nell’arco della giornata accadono in questa modalità, da quando ti siedi in auto fino a quando proponi il sermone ideologico inculcato dalla tua religione, partito politico, famiglia, società, ecc.
L’autoRun con cui l’inconscio ti scavalca, è chiamato memoria associativa. Qualsiasi input che riceviamo dall’ambiente, è elaborato di default dal nostro cervello che lo paragona agli input del passato archiviati nel database dell’inconscio. Se, ad esempio, nel database c’è un particolare tono di voce, una frase, un gesto, ecc., associato a un forte stato emotivo, e nell’ambiente si ripresenta nuovamente qualcosa di analogo, le memorie inconsce o i programmatori ombra si attivano e fanno scattare una reazione. Se il tono della voce che senti in un certo momento è associato a un ricordo triste, ora ti sentirai nuovamente in questo stato emotivo senza saperlo, e semmai ti rendessi conto come quello stato emotivo si sia innescato, potrebbe continuare a persistere se non intervenissi con una volontà ed energia sufficienti a spezzare il feedback emozionale. Questa risposta emotiva è una reazione inconscia e la tua coscienza viene bypassata da un programma mentale che manda in loop i pensieri e le sensazioni del passato.
Affinché tu non diventi succube di questa mente associativa, è essenziale riprendere in mano il tuo stato emotivo, altrimenti sarai soggetto a uno stato di coscienza parziale e in quei momenti l’inconscio o i programmatori ombra manipoleranno i tuoi stati d’animo e la tua realtà. Per farlo è fondamentale bloccare l’innesco emotivo con un atto di volontà, staccare la memoria associativa/emotiva e recuperare la tua centratura, senza divenire così l’effetto della comparazione dei dati del passato con quelli presenti. Non essere mai condizionato dalla tua risposta immediata all’evento, fermati e valuta il presente senza tener conto del fattore emotivo o fisiologico, altrimenti non sarai diverso dal famoso cane di Pavlov, vittima del riflesso condizionato.
Fare quanto suggerito, non significa che dobbiamo reprimere le emozioni; l’atto di reprimere qualcosa genera infatti una sorta di rimozione conscia, che trasporta il fattore emotivo squilibrato a livello inconscio e questo in un futuro potrebbe generare delle pulsioni incontrollate.
Reprimere è come nascondere lo sguardo a un rubinetto gocciolante che riempie una vasca intasata, in poco tempo l’acqua trasborderà e non mancheranno i danni. Per “staccare” la spina all’emotività senza reprimerla, è indispensabile un atto di pura volontà rivolto al non voler essere l’effetto di essa. Puoi impiegare la stessa energia che ti rende triste per essere felice, non costa nulla se non un pensiero carico di volontà, ossia un pensiero di potere.
Da come sono stati rappresentati fin qui i programmatori ombra e l’inconscio, potrebbe sembrare che questi siano i cattivi di turno, ma la questione non sta in questi termini, almeno per il secondo. L’inconscio ha infatti enormi responsabilità nei confronti dell’organismo: espleta le sue innumerevoli funzioni basilari necessarie alla nostra sopravvivenza; senza di “lui” il corpo fisico morirebbe in poco tempo.
Il nostro corpo è composto di circa cento bilioni di cellule e in ognuna di esse accadono cento milioni di reazioni ogni singolo secondo, contemporaneamente muoiono dieci milioni di cellule e ne nascono altrettante. Da questi numeri si comprende come il corpo umano e le sue funzioni siano troppo numerose e complesse da poter essere monitorate dalla nostra mente conscia. Il regista dietro tutto questo è l’inconscio e la sua potenza di calcolo è impressionante. Dei quattrocento miliardi di bit di informazione che l’inconscio elabora ogni singolo secondo, siamo consapevoli a malapena di duemila segnali e solitamente essi riguardano il corpo, l’ambiente e il tempo.
L’inconscio è un mega computer biologico, che programma il corpo umano e contiene in un campo coerente i trilioni di atomi che formano la nostra struttura fisica. Ci sono miliardi di acidi nucleici che costituiscono i geni di una cellula e l’inconscio li fa lavorare sinergicamente tra loro e ne cambia le mutazioni per tenerci in vita.
Ogni nostro pensiero produce una specifica neurochimica (ormoni e neurotrasmettitori), generando una determinata reazione all’interno del corpo. Ogni pensiero è un messaggio che va all’inconscio e ai programmatori ombra. Quindi, pensieri che possiamo definire negativi sono informazioni che l’inconscio trasformerà in risposte chimiche negative e in situazioni reali negative.
Mentre gestisce la nostra salute, l’inconscio ascolta i nostri suggerimenti. Il problema nasce nel momento in cui abbiamo pensieri di odio, rabbia, paura, auto disapprovazione, ecc. poiché questi pensieri suggeriranno all’inconscio di darci una risposta neurochimica negativa, che ci farà sentire ancora più male, innescando in noi ulteriori pensieri negativi. Questo circolo vizioso va perciò fermato appena si innesta, oppure nel tempo diventerà cronico, trasformandosi in pensiero inconscio e lentamente scaveremo la fossa della disperazione che culminerà con una morte prematura. L’inconscio non ha una volontà autocosciente e non vuole farci del male, semplicemente è un potente biocomputer che si attiene alla computazione dei dati che ha ricevuto.
L’inconscio ha accesso a tutti i nostri ricordi consapevoli o inconsapevoli, cosa che il nostro Io conscio non è in grado di fare, e non ha colpe se ci danneggia, “lui” cerca solo di proteggerci e lo fa con i mezzi che gli sono stati messi a disposizione. L’inconscio va visto per quello che potenzialmente è, un invisibile angelo custode che se agganciato ai programmatori ombra e alla Matrix si trasforma nell’agente Smith.
È saggio, pertanto, farne un proprio alleato nel manifestare la realtà che desideriamo, ma per compiere questo, bisogna disinstallare tutte le credenze e i programmi contrari ai nostri obiettivi. L’inconscio è sempre un alleato, anche quando ha al suo interno elementi di controllo che sono dannosi per noi e i nostri obiettivi, e interviene durante il nostro stato di veglia attraverso azioni subcoscienti. L’inconscio semplicemente fa il suo lavoro di guardia del corpo, ci protegge attraverso il suo database. Quando notiamo in noi o negli altri dei gesti ripetitivi o autolesionisti e automatismi stimolo/risposta, siamo di fronte a “lui” o ai programmatori ombra.
Se, ad esempio, durante un incidente da bambini in cui cadendo dalla bicicletta siamo svenuti e il nostro inconscio ha registrato la frase «Mio figlio è sempre così sbadato, si mette sempre nei guai» di nostro padre che accorreva a soccorrerci, oppure la frase di nostra madre «Andare per strada è troppo pericoloso», il nostro inconscio prenderà queste suggestioni per autorità — che entrano direttamente nell’inconscio a causa del nostro stato di incoscienza o parziale coscienza — e per il resto della vita l’inconscio ci spingerà ad essere sbadati e a metterci nei guai e, contemporaneamente, cercherà di proteggerci attraverso la credenza che le strade sono pericolose, innescandoci sempre la fobia e l’angoscia ogniqualvolta ci troviamo in strada, poiché queste emozioni sono gestite dall’inconscio e non dal nostro Io cosciente.
Una volta che comprenderemo questi comandi dati involontariamente da nostro padre e da nostra madre, “magicamente” smetteremo di metterci nei guai e non avremo più fobie riguardo le strade. Il segreto sta dunque nel fermare la memoria associativa/emozionale e in seguito accedere a quelle memorie per cancellare l’aspetto indesiderato e sovrascriverlo con qualcosa di funzionale per noi. Non ha senso combattere contro chi può essere un nostro alleato. La via dell’amore, della comprensione, del perdono e dell’insegnamento sarà valida anche per l’inconscio, per chi lo ha programmato e per noi stessi. Per i programmatori ombra, invece, la via da seguire è semplicemente quella di liberarsi della loro influenza che mina il nostro libero arbitrio e la nostra crescita personale.
Tratto da: “Zenix- Accedi al codice della tua mente e diventa un programmatore di realtà“, di Riccardo Tristano Tuis, Uno Editori.
Fonte: http://www.zenix.uno/blog/24-i-programmatori-ombra.html
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