Agli Europei che credono ancora nella Libertà
di Jon Rappoport
Potete dire quel che volete sulla storia dell’Europa, ma non potete negare che sia stata la culla della libertà per il mondo. Le principali battaglie ebbero luogo qui, fino a quando non emerse nettamente il concetto di libertà individuale.
Poi, dopo le due Guerre Mondiali e sulla scia di queste, prese piede lentamente un nuovo standard. Potreste chiamarlo ‘comfort’, ‘sicurezza’, ‘pace per tutti’, ‘condivisione ed assistenza’, ‘bella vita.’ Benché assoggettati alla dominante aliquota fiscale, i cittadini godevano dei ‘servizi’ forniti dai rispettivi governi. Molti servizi erano piacevoli. Perché no? Tutto andava abbastanza bene.
Anche quando quei governi si riunirono sotto l’egida dell’Unione europea, la maggior parte dei cittadini dei paesi membri non ebbe alcunché da ridire, sempre a condizione che i famosi ‘servizi’ continuassero ad essere erogati.
Tuttavia, quel contratto base aveva una postilla: i governi nazionali ed i loro superiori dell’UE, che formalmente ricoprivano il ruolo di Providers (fornitori di servizi), a loro discrezionalità potevano realizzare dei ‘giri di vite’ ed applicare nuove regole oppressive. E potevano – in caso di resistenza a quelle nuove regole – abbandonare il loro atteggiamento di benevolenza per assumere il ruolo di Enforcers (impositori di obblighi).
Nell’eventualità che tutto ciò fosse accaduto, che fine avrebbe fatto la famosa libertà individuale di cui sopra? Sarebbe semplicemente scomparsa. Ebbene… il giro di vite è stato realizzato, consentendo che enormi masse di migranti entrassero in Europa. Un giro di vite autorizzato dai ‘superiori’ dei Providers. I crimini ed i problemi causati da questa massiccia immigrazione, sono stati ben documentati dai media indipendenti. I cittadini europei non hanno avuto alcuna voce in capitolo sull’invasione. Al contrario, dissentire o discuterne in un forum pubblico è diventato ‘politicamente scorretto’.
I signori dei governi non hanno opposto resistenza. La fondamentale libertà d’espressione è colata a picco. In effetti, per anni in tutta Europa è stata condotta una vasta campagna di propaganda del concetto di ‘politically correct’, che ha coperto molte aree, grazie all’attivo supporto da parte della UE.
La ‘bella vita’ ha finito per incrinarsi nelle giunture. Non andava più tutto così bene. Il Provider stava diventando l’Enforcer. Ripensando al cambiamento, è diventato ovvio che fosse qualcosa di diverso rispetto alle aspettative. I Providers non erano affatto i messia dell’utopia socialista. Quella farsa era stata solo una tappa, una fase intermedia sul percorso di un’operazione molto più vasta.
“Li rammollisci per qualche tempo, gli riempi la pancia di ‘servizi’, ed al momento opportuno, quando si cullano nell’auto-indulgenza, quando si sentono garantiti e protetti, quando hanno barattato la loro libertà per qualcosa di diverso che a prima vista sembra libertà, ecco che inizia il caos”.
Giro di vite e affermazione del Controllo
La struttura europea non è mai stata abbastanza estrema per i gusti di lor signori. Dopotutto, era solo una confederazione di nazioni distinte. L’operazione segreta era quella di fare dell’Europa un unico popolo privo di tradizioni eterogenee, scremato da ogni caratteristico uso e costume nazionale. L’obiettivo era la creazione di un’entità continentale talmente piena di migranti da affievolire le differenze visibili, ed in più turbata da molti conflitti.
Così che alla fine del percorso fosse rimossa perfino la memoria di come – ad un certo punto della Storia – siano stati proprio quei popoli a dare alla luce il concetto di libertà individuale, completando poi l’opera, rimuovendo l’idea stessa di cosa si intenda per libertà individuale.
Si continuano ad accogliere immigrati che loro malgrado provengono da culture in cui il concetto di autentica libertà, con tutte le responsabilità individuali che ne conseguono, non riveste alcun significato. L’operazione è giunta a buon punto. I signori del governo non hanno mai perseguito alcuna utopia. Loro desiderano solo la sottomissione. Per molto tempo hanno usato il fioretto. Adesso hanno sguainato la sciabola.
Questa è la storia dell’Europa moderna che non viene insegnata nelle scuole. Le scuole vieterebbero persino che ne sia fatto un accenno. Quindi, la lotta ricomincia. Ha molte facce, alcune ideologiche, vale a dire incorporate in gruppi impegnati principalmente a preservare le identità nazionali ed etniche. Ma quanto tempo ci vorrà prima che l’individuo, definito dalla propria personale scelta e visione, torni ad emergere al di sopra dei gruppi?
L’originaria battaglia fu proprio quella: liberare ogni singolo individuo
Non fu facile allora, e non lo sarà stavolta. Ma inizia tutto all’interno della mente. E non nella mente del gruppo. Di nessun gruppo. Nel 1859, John Stuart Mill scrisse: “Se si realizzasse che il libero sviluppo dell’individualità è uno degli elementi essenziali da cui scaturisce il benessere… non esisterebbe alcun pericolo di sottovalutazione della libertà individuale.”
Sfuggire dalla trappola che è diventata l’Europa, potrà essere opera di gruppi congiunti; ma la ragione della fuga alla fine sarà per tutti la medesima: l’individuo, il suo potere personale e la sua facoltà di scegliere il proprio destino. Levate, quindi, in alto le vostre torce! Sebbene non sembri così importante, quelle sono le fiamme al cui calore evaporerà il collettivismo. E’ sempre andata così, e lo sarà ancora.
Furono proprio i grandi pensatori e scrittori europei ad affermarlo a chiare lettere: la libertà esiste ed appartiene all’individuo, non al gruppo, non ad un’entità indistinta, né ad un collettivo; la libertà non è semplicemente una parola o un ideale fluttuante da agitare in aria come uno stendardo, è la piattaforma dell’anima da cui tutte le cose buone diventano possibili, è il punto di partenza di una vita, è il sangue che scorre attraverso il sogno di un futuro condiviso, un futuro migliore, è la sorella della responsabilità individuale.
Quando una coperta viene gettata sulla libertà, nessuno se ne accolla la responsabilità
Il motivo per cui così tante persone, oggi, fingono di non avere perduto la libertà, è perché non riescono ad assumersi le responsabilità che una simile presa di coscienza comporterebbe. Vorrebbero tutto in cambio di niente, e vorrebbero il diritto di spendere tutto, o bruciarlo, strapparlo, distruggerlo. E poi chiederne ancora.
Per lor signori, i paesi dell’Europa sono solo luoghi. Luoghi facili da spremere. Ma indipendentemente dalle circostanze, il nucleo centrale della contesa resta sempre quello: la liberazione dell’individuo da tutte le false speranze che lo hanno indotto a barattare la propria libertà in cambio della promessa di un’utopia.
Fine dell’Illusione
Quell’illusione sta, ora, svanendo. L’individuo, dovendo contare solo sulle proprie risorse, avrà bisogno di apprendere nuovamente le lezioni dimenticate. Dovrà riaccendere quell’energia. La sfida può essere tonificante e può risvegliare i corridoi dormienti dello spirito, laddove un tempo camminava il potere individuale. E dove potrà camminare ancora.
Ora l’individuo dovrà tornare ad essere fautore delle proprie imprese e del proprio destino.
Io dico che… l’Europa risorgerà.
Articolo di Jon Rappoport
Fonte originale: https://jonrappoport.wordpress.com/2017/02/08/to-the-people-of-europe-who-still-believe-in-freedom/ – blog di Jon Rappoport
Traduzione a cura di Anticorpi.info
Fonte: http://www.anticorpi.info/2017/11/agli-europei-che-credono-ancora-nella.html
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