Al terzo giorno arrivammo ad un’isola. Le sue coste erano lavate dal mare aperto. Mio padre stabilì di fermarci, ed esplorare per un giorno. Questa nuova terra era priva di legname, ma trovammo cumuli di legna, portati dalle correnti, dalle coste nord. Alcuni dei tronchi d’albero erano lunghi 12 metri e larghi 60 centimetri di diametro.

Dopo un giorno di esplorazione della linea della costa di quest’isola, salpammo l’ancora e girammo la nostra prua verso Nord in mare aperto. Ricordo che né mio padre, né io, assaggiavamo cibo da almeno trenta ore. Forse a causa della tensione o dell’eccitazione di questo strano viaggio, in queste acque del lontano nord. Mio padre disse che nessuno era mai stato lì. L’attività mentale e l’emozione avevano intorpidito le necessità fisiche. Invece del freddo intenso che ci aspettavamo, faceva caldo, ed era più piacevole di quando eravamo nella costa della Norvegia, sei settimane prima.

in mezzo alla tormentaTutti e due ammettemmo francamente di essere molto affamati e immediatamente preparai un sostanzioso pasto dalle nostre provviste. Quando fummo sazi, chiesi a mio padre se potevo dormire, cominciavo a sentirmi molto stanco. “Bene”, replicò, “io farò la guardia”. Non ricordo per quanto tempo dormii, so solo che fui duramente svegliato da un mare terribilmente agitato. Con grande sorpresa, trovai mio padre profondamente addormentato. Mi lamentai vigorosamente con lui, si svegliò immediatamente. Davvero, per poco, non venne scaraventato in mare. Infuriava una feroce tormenta di neve. Il vento era di poppa, e spingeva la nostra imbarcazione ad una terrificante velocità, minacciando in ogni momento di farci capovolgere. Non c’era tempo da perdere, la vela doveva essere abbassata immediatamente. La nostra barca era sconvolta. C’erano alcuni iceberg davanti, ma fortunatamente, si vedeva un canale aperto verso Nord. Sarebbe rimasto aperto? Decidemmo di correre il rischio. Di fronte, all’orizzonte, una nebbia di vapore, o foschia, nera come la notte egiziana e, in cima, bianca come una nuvola di vapore, che alla fine si perse di vista, come mescolata con i grande fiocchi di neve. E se coprisse un iceberg traditore? O qualche altro ostacolo nascosto contro cui la nostra piccola barca poteva andare a sbattere, mandandoci in una tomba d’acqua? O era soltanto un fenomeno artico? Non c’era modo di stabilirlo.

Per quale miracolo sfuggimmo al pericolo di essere distrutti dal mare, io non lo so. Ricordo che la nostra piccola barca scricchiolò e si lamentò, fin quasi al punto di spezzarsi. Oscillò e barcollò come se fosse afferrata da una feroce risacca di vortice d’acqua, o da un gorgo. Fortunatamente la bussola era stata fissata con le viti sulla barca. La maggior parte delle nostre provviste vennero scaraventate fuori dal ponte, non avevamo preso la precauzione di legarle fermamente all’albero, ed erano state spazzate dalla burrasca, in mare aperto. Sopra l’assordante fermento delle onde tumultuose, sentii la voce di mio padre. “Coraggio, figlio mio”, gridò, “Odino è il Dio delle acque, il compagno dei coraggiosi, ed egli è con noi. Non avere paura”. A me sembrava che non ci fossero possibilità di sfuggire ad una morte orribile. La piccola imbarcazione imbarcava acqua, la neve stava cadendo così velocemente da esserne accecati e le onde ci sballottavano come fuscelli. Potevamo essere sbattuti in qualunque momento su qualche iceberg. Un terrificante mare lungo ci sollevava fino ai picchi delle onde gigantesche, quindi ci riportava giù come fossimo un guscio di noce nel mare. Gigantesche onde dalla cima bianca, come vere cascate, cadevano sulla poppa e sulla prua dell’imbarcazione.

Articoli nella sezione: Il Dio fumoso

Il Dio fumoso

Viaggio nel Mondo Interno della Terra Cava
di Willis George Emerson
dedicato a Olaf Jansen
[subpages depth=”3″]

Prefazione dell’autore

Temo che questa storia, apparentemente incredibile, che mi accingo a raccontare, sarà considerata come il risultato di una mente distorta, indotta, probabilmente, dall’attrazione che ha nel togliere il velo di un meraviglioso mistero, invece di una sincera testimonianza, di un’esperienza ineguagliabile, raccontata da un uomo: Olaf Jansen, la cui pazzia si è appellata alla mia immaginazione, nella quale i pensieri di un criticismo analitico, si sono efficacemente dileguati. Marco Polo si rivolterà sicuramente nella tomba a questa strana storia che sono chiamato a raccontare; una storia così strana, come un racconto di Munchausen. E’ anche inopportuno che io, un miscredente, debba essere il solo a raccontare la storia di Olaf Jansen, il quale nome è ora per la prima volta … leggi tutto

La storia di Olaf Jansen

Mi chiamo Olaf Jansen. Sono un norvegese, benché sia nato in una piccolo villaggio di pescatori russo, Uleaborg, nella costa Est del Golfo di Bothnia, il braccio nord del Mar Baltico. I miei genitori stavano navigando in un peschereccio nel Golfo di Bothnia e, al tempo della mia nascita, puntarono su Uleaborg, il 27 Ottobre 1811. Mio padre, Jens Jansen, nacque a Rodwig, nella costa scandinava, vicino alle isole Lofoden, ma dopo essersi sposato, prese casa a Stoccolma, perché i parenti di mia madre risiedevano in quella città. All’età di sette anni, cominciai ad andare con mio padre nei viaggi di pesca lungo le coste scandinave. Ben presto sviluppai un’attitudine per i libri, ed all’età di nove anni, venni messo … leggi tutto

Al di là del vento del Nord

Cercavo di dimenticare la mia sete tenendomi occupato, prendendo un po’ di cibo e un recipiente vuoto dalla dispensa. Allungandomi fuori bordo, riempii il recipiente di acqua del mare per lavarmi le mani ed il viso. Quando l’acqua venne in contatto con le mie labbra, con meraviglia, scoprii che non era salata. Sobbalzai dalla scoperta. “Padre, l’acqua non è salata!”. “Cosa, Olaf?, esclamò, guardandosi rudemente intorno. “Sicuramente ti stai sbagliando. Non c’è terra. Stai diventando matto”. “Ma assaggiala” gli dissi. E così scoprimmo che l’acqua era davvero fresca, assolutamente buona, senza alcun sapore salato o salmastro. Immediatamente riempimmo le due botti che ci rimanevano, e mio padre disse che era una dispensa della misericordia degli Dei Odino e Thor. Eravamo … leggi tutto

Nel mondo Interno

Apprendemmo che gli uomini si sposavano a partire dai settantacinque, cento anni d’età e per le donne un po’ di meno, e sia gli uomini che le donne vivevano in media 600-800 anni e in alcuni casi di più. Giuseppe dice: “Dio prolungò la vita dei patriarchi che precedettero il diluvio, sia per sviluppare le loro virtù e sia per dare loro l’opportunità di perfezionare le scoperte nelle scienze della geometria e dell’astronomia, che non avrebbero potuto fare se avessero vissuto di meno”. (Flammarion, Miti Astronomici, Parigi). Durante l’anno successivo visitammo molti villaggi e città e fra questi le città di Nigi, Delfi, Hectea, mio padre venne chiamato, non meno di una mezza  dozzina di volte, per portare delucidazioni sulle … leggi tutto

In mezzo ai ghiacci

I successivi 45 giorni passammo il nostro tempo evitando iceberg e cercando canali; non eravamo favoriti davvero dal forte vento del sud, con la nostra barchetta. Dubitavo che questa storia potesse essere un giorno raccontata al mondo. Alla fine venne una mattina in cui mio padre disse: “Figlio mio, penso che vedremo la via di casa. Abbiamo quasi attraversato i ghiacci. Vedi! le acque aperte sono dietro di noi”. Comunque, c’erano alcuni iceberg che galleggiavano in direzione Nord, dritti davanti a noi, su tutti e due i lati, che si distendevano per molte miglia. Direttamente di fronte a noi e attraverso la bussola, che ora aveva ritrovato il suo equilibrio e puntava a Nord, c’era il mare aperto.
“Che meravigliosa storia … leggi tutto

Conclusione

Nel concludere la storia delle mie avventure, desidero affermare che io credo fermamente che le scienze siano ancora alla fase dell’infanzia, per quel che riguarda la cosmologia della Terra. Ci sono moltissime cose che non sono spiegate e comprese oggigiorno e rimarranno sempre così, fino a che la terra del “Dio Fumoso” non verrà scoperta e riconosciuta dai nostri geofisici. Questa è la terra da dove provengono i cedri, che sono stati trovati dagli esploratori, nelle acque aperte dell’estremo Nord della crosta terrestre, e anche i corpi dei mammut, i cui scheletri sono stati trovati in vaste parti della costa Siberiana. Gli esploratori del Nord hanno fatto molto. Sir John Franklin, De Haven Grinnell, Sir John Murray, Kane, Melville, Hall, … leggi tutto

Postfazione dell’autore

Ho avuto molta difficoltà nel decifrare e scrivere il manoscritto di Olaf Jansen. Comunque, mi sono preso la libertà di ricostruire solamente alcune espressioni, e nel fare questo non ho in nessun modo cambiato lo spirito del significato. Al testo originale non è stato aggiunto, né tolto nulla. E’ impossibile esprimere la mia opinione sulla validità o la credibilità del bellissimo racconto di Olaf Jansen. Le descrizioni date delle strane terre e della gente visitata, le locazioni delle città, i nomi e le direzioni dei fiumi, e altre informazioni qui combinate, conformi in ogni cosa ai disegni grezzi dati in mia custodia da questo antico normanno che, insieme al manoscritto, ho intenzione, in altra data, di donare all’Istituto Smithsonian (Museo … leggi tutto

Il centro di gravità non è nel centro della Terra!

Un po’ di tempo prima del 1901, i governanti francesi, desiderando determinare più accuratamente l’esatta dimensione della Terra, per rivedere e correggere i loro calcoli riguardanti la distanza del Sole, misurarono la differenza di distanza da parte della cima di due linee, perpendicolari alla superficie della Terra, e la base di queste due linee. Essi volevano una coppia di linee lunghe a sufficienza, per dare una misurazione rilevante. Ovviamente non poterono costruire due poli paralleli alti un miglio, ma pensarono di poter sospendere due piombi ad una profondità di un miglio, nel pozzo di una miniera, e quindi poter misurare la distanza dalla cima e la distanza del fondo, la quale doveva essere leggermente minore. Essi volevano sapere esattamente quanto … leggi tutto

ASTROLOGIA ARCHETIPICA
La scienza dell'anima
di Umberto Carmignani, Simone Bongiovanni

Astrologia Archetipica

La scienza dell'anima

di Umberto Carmignani, Simone Bongiovanni

Un manuale completo per analizzare e comprendere il significato simbolico, archetipico, psicologico di ciascuna figura astrologica (Pianeti, Segni Zodiacali, ecc.).

L’astrologia è una delle conoscenze più antiche dell’umanità. In questo volume, frutto di anni di studi ed esperienze maturate sul campo dagli autori, viene approfondita la natura archetipica e sistemica dell’astrologia e della vita.

Tutto in natura è sistema, ovvero un insieme di elementi correlati tra loro, intimamente uniti e attivi in un funzionamento armonico.

Una grande opera completa che comprende:

  • la storia dell’Astrologia, per comprendere i Maestri che hanno concorso a definire questa disciplina;
  • l’analisi dei concetti fondamentali dell’astrologia e il confronto e il dialogo con le più aggiornate scienze quali la psicologia junghiana, la fisica quantistica, la biologia e l’astrofisica;
  • i significati dei diversi elementi dell’astrologia: i pianeti, i segni zodiacali, le case, le costellazioni;
  • gli aspetti e le principali forme di interpretazione e lettura di un “tema natale”, di una “carta dei transiti” e di una “sinastria” per studiare le relazioni.

Attraverso l’applicazione dell’approccio fenomenologico, presentato in questo libro, è possibile sciogliere i blocchi interiori, allineare i nostri archetipi in una sinergia armonica attraverso la pratica delle costellazioni astrologiche che ci permette di permette di risolvere e comprendere gli aspetti più profondi della nostra anima.

Tra gli argomenti del libro:

  • Sincronicità
  • Archetipi e Viaggio dell'Eroe
  • Pianeti, segni zodiacali, case astrologiche e il loro significato
  • Interpretazioni del tema natale
  • Counseling astrologico
  • Costellazioni astrologiche
...