Dopo essere stati nella città di Hectea per una settimana, il professor Galdea ci portò in un’insenatura, dove vedemmo migliaia di tartarughe lungo la sabbia della costa. Esitai a credere ai miei occhi, la grandezza di queste creature era immensa: ce n’erano da 7 a 9 metri in lunghezza, da 4 a 6 metri di larghezza per oltre 2 metri in altezza. Quando una di esse proiettò fuori la sua testa, sembrò uno spaventoso mostro marino. Le strane condizioni atmosferiche dell'”interno” erano favorevoli non solo per le vaste distese di erba lussureggiante, foreste e alberi giganti e tutti i generi di vita vegetale, ma anche per la meravigliosa vita animale.
Un giorno vedemmo una grande mandria di elefanti. Dovevano essere circa 500. Strappavano enormi rami dagli alberi e camminavano pesantemente. Laceravamo i rami degli alberi smisuratamente e facevano tabula rasa dove passavano. Misuravano oltre 30 metri in lunghezza e 22 – 25 in altezza. Mi sembrava, mentre guardavo questa meravigliosa mandria, di essere ancora nella biblioteca di Stoccolma, dove studiai molto le meraviglie dell’era Miocene. Ero completamente affascinato e anche mio padre era muto, timoroso. Prese la mia mano a mo’ di protezione, come se ci fosse qualche pericolo. Eravamo due atomi in questa grande foresta e fortunatamente, inosservati dalla mandria, che si spostava seguendo il loro capo, come una mandria di pecore, con la differenza che facevano tremare la terra con il rumore prodotto dai loro passi.
C’era una appannata foschia che sorgeva dalla terra, ogni sera e la pioggia cadeva invariabilmente ogni 24 ore. Questa grande umidità, con la corroborante elettricità e il calore che ritenevamo provenisse dalla lussureggiante vegetazione, insieme all’alta carica elettrica dell’aria e all’uniformità delle condizioni climatiche, possono avere molto a che fare con la crescita gigante e la longevità. C’erano grandi valli che si estendevano per molti chilometri in ogni direzione. “Il Dio Fumoso” regnava con la sua luce chiara, tranquilla. C’era un’ebbrezza nel sovraccarico di elettricità nell’aria, che arrivava sulle guance delicatamente, come un evanescente sussurro. La natura cantava una ninnananna nel mormorio del vento, il cui respiro era dolce, con la fragranza del germoglio e del fiorire.
Dopo aver trascorso molto più di un anno a visitare diverse delle moltissime città e una grande quantità di paesi del mondo “interno”, e più di due anni passati dal tempo del nostro arrivo, decidemmo di affrontare la buona sorte, ancora una volta, sul mare, sforzandoci di riconquistare “l’esterno” della Terra. Rendemmo noti i nostri desideri ed essi, con riluttanza, ma prontamente, ci accompagnarono. I nostri amici, su richiesta di mio padre, ci diedero diverse mappe, che mostravano l’intera superficie della terra “interna”, le sue città, oceani, mari, fiumi, golfi e baie. Ci offrirono generosamente delle borse con pepite d’oro – alcune di esse più grosse di uova d’oca – che noi accettammo, mettendole nella nostra imbarcazione. Al tempo opportuno, ritornammo a Jehu e lì restammo un mese per i lavori di riparazione alla barca. Dopo che tutto fu pronto, la stessa nave “Naz” che ci aveva scoperto, ci riportò alla foce del fiume Hiddekel. Dopo che i nostri fratelli giganti ebbero messo la barca in acqua, erano molto dispiaciuti per la nostra decisione di andare via e usarono molta premura per la nostra sicurezza. Mio padre giurò sugli Dei Odino e Thor che sarebbe sicuramente tornato, entro un anno o due, per visitarli di nuovo. Così ci lasciammo dicendoci addio. Eravamo pronti a issare la vela, ma c’era poco vento. C’era bonaccia e partimmo dopo un’ora che i nostri amici giganti ci avevano lasciati, per il viaggio di ritorno.
Articoli nella sezione: Il Dio fumoso
Il Dio fumoso
Viaggio nel Mondo Interno della Terra Cava
di Willis George Emerson
dedicato a Olaf Jansen
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Prefazione dell’autore
Temo che questa storia, apparentemente incredibile, che mi accingo a raccontare, sarà considerata come il risultato di una mente distorta, indotta, probabilmente, dall’attrazione che ha nel togliere il velo di un meraviglioso mistero, invece di una sincera testimonianza, di un’esperienza ineguagliabile, raccontata da un uomo: Olaf Jansen, la cui pazzia si è appellata alla mia immaginazione, nella quale i pensieri di un criticismo analitico, si sono efficacemente dileguati. Marco Polo si rivolterà sicuramente nella tomba a questa strana storia che sono chiamato a raccontare; una storia così strana, come un racconto di Munchausen. E’ anche inopportuno che io, un miscredente, debba essere il solo a raccontare la storia di Olaf Jansen, il quale nome è ora per la prima volta … leggi tutto
La storia di Olaf Jansen
Mi chiamo Olaf Jansen. Sono un norvegese, benché sia nato in una piccolo villaggio di pescatori russo, Uleaborg, nella costa Est del Golfo di Bothnia, il braccio nord del Mar Baltico. I miei genitori stavano navigando in un peschereccio nel Golfo di Bothnia e, al tempo della mia nascita, puntarono su Uleaborg, il 27 Ottobre 1811. Mio padre, Jens Jansen, nacque a Rodwig, nella costa scandinava, vicino alle isole Lofoden, ma dopo essersi sposato, prese casa a Stoccolma, perché i parenti di mia madre risiedevano in quella città. All’età di sette anni, cominciai ad andare con mio padre nei viaggi di pesca lungo le coste scandinave. Ben presto sviluppai un’attitudine per i libri, ed all’età di nove anni, venni messo … leggi tutto
Al di là del vento del Nord
Cercavo di dimenticare la mia sete tenendomi occupato, prendendo un po’ di cibo e un recipiente vuoto dalla dispensa. Allungandomi fuori bordo, riempii il recipiente di acqua del mare per lavarmi le mani ed il viso. Quando l’acqua venne in contatto con le mie labbra, con meraviglia, scoprii che non era salata. Sobbalzai dalla scoperta. “Padre, l’acqua non è salata!”. “Cosa, Olaf?, esclamò, guardandosi rudemente intorno. “Sicuramente ti stai sbagliando. Non c’è terra. Stai diventando matto”. “Ma assaggiala” gli dissi. E così scoprimmo che l’acqua era davvero fresca, assolutamente buona, senza alcun sapore salato o salmastro. Immediatamente riempimmo le due botti che ci rimanevano, e mio padre disse che era una dispensa della misericordia degli Dei Odino e Thor. Eravamo … leggi tutto
Nel mondo Interno
Apprendemmo che gli uomini si sposavano a partire dai settantacinque, cento anni d’età e per le donne un po’ di meno, e sia gli uomini che le donne vivevano in media 600-800 anni e in alcuni casi di più. Giuseppe dice: “Dio prolungò la vita dei patriarchi che precedettero il diluvio, sia per sviluppare le loro virtù e sia per dare loro l’opportunità di perfezionare le scoperte nelle scienze della geometria e dell’astronomia, che non avrebbero potuto fare se avessero vissuto di meno”. (Flammarion, Miti Astronomici, Parigi). Durante l’anno successivo visitammo molti villaggi e città e fra questi le città di Nigi, Delfi, Hectea, mio padre venne chiamato, non meno di una mezza dozzina di volte, per portare delucidazioni sulle … leggi tutto
In mezzo ai ghiacci
I successivi 45 giorni passammo il nostro tempo evitando iceberg e cercando canali; non eravamo favoriti davvero dal forte vento del sud, con la nostra barchetta. Dubitavo che questa storia potesse essere un giorno raccontata al mondo. Alla fine venne una mattina in cui mio padre disse: “Figlio mio, penso che vedremo la via di casa. Abbiamo quasi attraversato i ghiacci. Vedi! le acque aperte sono dietro di noi”. Comunque, c’erano alcuni iceberg che galleggiavano in direzione Nord, dritti davanti a noi, su tutti e due i lati, che si distendevano per molte miglia. Direttamente di fronte a noi e attraverso la bussola, che ora aveva ritrovato il suo equilibrio e puntava a Nord, c’era il mare aperto.
“Che meravigliosa storia … leggi tutto
Conclusione
Nel concludere la storia delle mie avventure, desidero affermare che io credo fermamente che le scienze siano ancora alla fase dell’infanzia, per quel che riguarda la cosmologia della Terra. Ci sono moltissime cose che non sono spiegate e comprese oggigiorno e rimarranno sempre così, fino a che la terra del “Dio Fumoso” non verrà scoperta e riconosciuta dai nostri geofisici. Questa è la terra da dove provengono i cedri, che sono stati trovati dagli esploratori, nelle acque aperte dell’estremo Nord della crosta terrestre, e anche i corpi dei mammut, i cui scheletri sono stati trovati in vaste parti della costa Siberiana. Gli esploratori del Nord hanno fatto molto. Sir John Franklin, De Haven Grinnell, Sir John Murray, Kane, Melville, Hall, … leggi tutto
Postfazione dell’autore
Ho avuto molta difficoltà nel decifrare e scrivere il manoscritto di Olaf Jansen. Comunque, mi sono preso la libertà di ricostruire solamente alcune espressioni, e nel fare questo non ho in nessun modo cambiato lo spirito del significato. Al testo originale non è stato aggiunto, né tolto nulla. E’ impossibile esprimere la mia opinione sulla validità o la credibilità del bellissimo racconto di Olaf Jansen. Le descrizioni date delle strane terre e della gente visitata, le locazioni delle città, i nomi e le direzioni dei fiumi, e altre informazioni qui combinate, conformi in ogni cosa ai disegni grezzi dati in mia custodia da questo antico normanno che, insieme al manoscritto, ho intenzione, in altra data, di donare all’Istituto Smithsonian (Museo … leggi tutto
Il centro di gravità non è nel centro della Terra!
Un po’ di tempo prima del 1901, i governanti francesi, desiderando determinare più accuratamente l’esatta dimensione della Terra, per rivedere e correggere i loro calcoli riguardanti la distanza del Sole, misurarono la differenza di distanza da parte della cima di due linee, perpendicolari alla superficie della Terra, e la base di queste due linee. Essi volevano una coppia di linee lunghe a sufficienza, per dare una misurazione rilevante. Ovviamente non poterono costruire due poli paralleli alti un miglio, ma pensarono di poter sospendere due piombi ad una profondità di un miglio, nel pozzo di una miniera, e quindi poter misurare la distanza dalla cima e la distanza del fondo, la quale doveva essere leggermente minore. Essi volevano sapere esattamente quanto … leggi tutto