La Ricetta della Longevità del “Nobel lombardo” Guido Kroemer: “Meno calorie e pasti distanti”.
Meno cibo, più vita. “Gli eccessi a tavola inibiscono l’ “autofagia”, il più potente meccanismo anti-aging che esista nel nostro organismo”.
Esso salvaguarda l’integrità delle cellule, contribuisce a ripararne i danni, rallenta l’invecchiamento e ci aiuta ad aggiungere salute agli anni della nostra vita. Dal palco del Teatro alla Scala di Milano, vincitore del Premio “Lombardia è ricerca”, il biologo cellulare Guido Kroemer dispensa al pubblico la sua ricetta di longevità: “Evitare gli zuccheri aggiunti, limitare i dolci e i carboidrati in generale, aumentare l’intervallo fra un pasto e l’altro”. E in questo senso non fa male, assicura, “saltare qualche volta la colazione o il pranzo”.
“Dobbiamo usare il buon senso, dimenticare lo stereotipo della nonna che rimpinza i nipoti”, raccomanda lo scienziato, professore alla Facoltà di Medicina dell’Università di Paris Descartes, direttore del team di ricerca “Apoptosis, Cancer and Immunity” dell’Istituto francese di ricerca medica (Inserm) e direttore del Metabolomics and Cell Biology Platforms, al Gustave Roussy Comprehensive Cancer Center. Occhio quindi ai comportamenti che frenano l’autofagia, e via libera a quelli che la attivano: “Fare esercizio fisico 30 minuti al giorno, mangiare frutta, verdura, legumi e pesce”. I capisaldi della dieta mediterranea “in salsa tricolore”, perché “la cucina italiana, che tutti amiamo – sorride – è fra quelle storicamente più legate alla longevità”.
Nato in Germania, di nazionalità austriaca e spagnola, Kroemer,le sue ricerche non le ha condotte mai sull’uomo in prima persona. “Ho studiato cellule umane in vitro e animali di laboratorio”, precisa: il “verme in camice C. elegans, utilizzatissimo nei laboratori scientifici; la mosca della frutta; i lieviti”. È su organismi come questi che ha dimostrato l’effetto-scudo dell’autofagia indotta dalla restrizione calorica e poi ha svelato l’azione della “spermidina”. Tale sostanza – una poliamina che induce autofagia – è contenuta in “cibi fermentati come il formaggio stagionato, le noci, i funghi”, elenca il medico citando solo qualche esempio. E “studi osservazionali hanno indicato che la sua assunzione costante è associata ad una riduzione della mortalità e ad un aumento della longevità“.
Da qui l’idea che esistessero composti nutrizionali o farmacologici in grado di mimare l’effetto della restrizione calorica: i ‘Crms’ (Caloric restriction mimetics), fra i quali spicca anche il “resveratrolo” del vino. Tutti alleati di “healthy-ageing” – tema della terza edizione del riconoscimento conferito oggi a Kroemer, ribattezzato “Nobel della Lombardia” – e possibili armi contro cancro, malattie metaboliche, patologie genetiche. Non a caso il 70% del milione di euro destinato allo scienziato tornerà sul territorio regionale, a Milano, per studi all’Istituto europeo di oncologia (Ieo) e all’Istituto europeo ricerca fibrosi cistica (Ierfc) Onlus, con sede presso l’Irccs Ospedale San Raffaele.
Il medico-biologo cellulare promuove, inoltre, la nostra penisola per “un tasso relativamente basso di obesità (20%), primo fattore di rischio invecchiamento”, e per “una società ben integrata che nelle grandi città abbatte il divario centro-periferie: il ‘gap’ nell’aspettativa di vita è di 5-6 anni, contro i 30 delle nazioni anglosassoni”.
“Ho deciso di cosa mi sarei occupato al secondo anno di Medicina – confida Kroemer – quando visitai un laboratorio di biologia cellulare e capii che nelle piastre in cui si coltivano le cellule si consuma tutta la tragedia della vita: dalla nascita all’agonia che precede la morte”. Dietro l’uomo di scienza, vi è anche una vena di filosofia, che il premiato conferma quando gli viene chiesto di consigliare due libri: “Uno – risponde – è ‘La peste’ di Albert Camus, perché ci ricorda che è nostro dovere lottare contro la malattia e la morte. L’altro è la ‘Divina Commedia’ di Dante Alighieri, da rileggere da adulti con tutte le note a margine per capire la bellezza della parola e del pensiero, la profondità dell’animo umano e l’importanza di sottrarsi ai ritmi frenetici della modernità, riscoprendo riflessione e dialogo. Il vero senso della vita”, specie se la si vuole lunga e sana.
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