Dopo aver passato molti anni al letto di morte di bambini e anziani e aver ascoltato ciò che essi mi confidavano, mi sono resa conto, che i malati all’ultimo stadio sono in grado di capire con precisione quando la morte si avvicina.
All’improvviso mi dicevano addio, quando non avevo idea che la loro morte fosse imminente. Se non ignoravo questo fatto, allora essi mi comunicavano tutto ciò che volevano farmi sapere e io mi sentivo in pace con me stessa, per aver dato loro ascolto e conforto.
Abbiamo studiato ventimila casi in tutto il mondo, di persone che erano state dichiarate clinicamente morte e che sono poi ritornate alla vita. Alcune si risvegliarono naturalmente, altre in seguito a rianimazione. Voglio riassumere in breve, quello che ogni essere umano dovrà sperimentare al momento della morte. E’ un’esperienza che tutti dovremo vivere, indipendentemente dal fatto che siano australiani, cinesi, indù, musulmani, cristiani o non credenti. Non dipende nemmeno dall’età o dalla condizione sociale. La morte infatti è un processo umano, così come la nascita. L’esperienza della morte è quasi identica a quella della nascita. E’ come nascere ad un’esistenza nuova e diversa. Da migliaia d’anni ci hanno indotto a credere per fede nell’aldilà. Tuttavia, per me non è più questione di credere, ma di sapere.
Al momento della morte vi sono tre stadi. La morte di un essere umano, è sostanzialmente paragonabile a ciò che accade quando una farfalla esce dal bozzolo. Il bozzolo può essere paragonato al corpo umano, che rappresenta solamente una dimora in cui si vive per un po’ di tempo, e non è quindi il nostro vero Io. Morire è il primo stadio e rappresenta solo il trasferirsi da una dimora ormai logora (il corpo), ad un’altra più bella. Non appena il bozzolo è in condizioni disperate, esso, per così dire, lascia libera la farfalla, cioè l’anima, che prosegue il suo percorso, entrando nel successivo stadio, il secondo, dove non si dispone più del corpo fisico, ma solo di energia psichica.
Al primo stadio si disponeva di energia fisica, ma si aveva ancora bisogno di un cervello funzionante e di una coscienza vigile, per potere comunicare con i propri simili. Appena questo cervello è troppo danneggiato, non si ha più coscienza. Non appena ciò avviene, la farfalla lascia il bozzolo. Ciò non significa necessariamente che si è già morti, ma piuttosto che il bozzolo non funziona più. Lasciandolo, si raggiunge il secondo stadio, che è caratterizzato appunto dall’energia psichica.
Appena l’anima lascia il corpo, si accorge immediatamente di poter percepire tutto quello che accade intorno a lei, nel luogo dove è avvenuta la morte: in ospedale, nel luogo dell’incidente, in casa o in qualunque altro posto. L’anima registra ora gli avvenimenti non più con la vecchia coscienza terrena, ma con una nuova consapevolezza. Ciò avviene, tuttavia, solo quando non c’è più pressione sanguigna, quando cioè mancano le pulsazioni e il respiro, e in alcuni casi anche le onde cerebrali.
In questi frangenti, l’anima si rende conto di poter percepire chiaramente, ciò che i presenti dicono o pensano. In seguito se la persona sopravviverà e ritornerà alla vita, sarà in grado di riferire nei minimi dettagli come, ad esempio, il proprio corpo venne estratto dall’auto con la fiamma ossidrica o altri dettagli del genere. E’ perfino accaduto, che qualcuno sia stato in grado di ricordare la targa dell’auto che l’aveva investito e il cui guidatore aveva deciso di andarsene.
Occorre molta umiltà agli scienziati davanti a casi come questi. Essi dovrebbero semplicemente e tranquillamente accettare il fatto, che vi sono tantissimi aspetti che ancora non sono stati chiariti e approfonditi, riguardo al processo della morte e a ciò che avviene dopo, ma che tuttavia sono assolutamente reali.
A cura di www.fisicaquantistica.it
Articolo tratto da “La morte e la vita dopo la morte“, di Elisabeth Kubler-Ross
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Articoli nella sezione: Esperienze pre morte
Esperienze pre morte
Attraverso l’appassionato lavoro pionieristico della dottoressa Elisabeth Kubler-Ross, siamo giunti ad una nuova, più ampia e profonda comprensione della morte, il grande appuntamento che ci attende tutti e del quale la nostra società moderna, razionalista e materialista, ha fatto, nella sua incapacità di spiegarla, un tabù insuperabile.
Elisabeth Kubler-Ross, grazie al suo lavoro instancabile e paziente al capezzale dei morenti, ha infranto questo tabù. La sua esperienza personale e le consapevolezze che ne sono derivate, sono il risultato di migliaia di ore trascorse ascoltando ciò che queste persone le hanno confidato, nei giorni e nelle ore precedenti la loro morte.
Fin dagli inizi della sua carriera come medico-psichiatra, la dottoressa Kubler-Ross si rese conto che persino per i medici, il dolore e … leggi tutto
Vivere e morire
Dopo aver passato molti anni al letto di morte di bambini e anziani e aver ascoltato ciò che essi mi confidavano, mi sono resa conto, che i malati all’ultimo stadio sono in grado di capire con precisione quando la morte si avvicina.
All’improvviso mi dicevano addio, quando non avevo idea che la loro morte fosse imminente. Se non ignoravo questo fatto, allora essi mi comunicavano tutto ciò che volevano farmi sapere e io mi sentivo in pace con me stessa, per aver dato loro ascolto e conforto.
Abbiamo studiato ventimila casi in tutto il mondo, di persone che erano state dichiarate clinicamente morte e che sono poi ritornate alla vita. Alcune si risvegliarono naturalmente, altre in seguito a rianimazione. Voglio riassumere in … leggi tutto
Attraversare il tunnel
Dopo la morte, quando ci si rende conto di essere di nuovo integri nella propria consapevolezza, si incontrano i propri cari e si passa ad una forma di vita diversa.
Si lasciano allora indietro le forme fisiche terrene, perchè non se ne ha più bisogno. Ma prima si sperimenta un altro fenomeno, che può presentarsi con diverse caratteristiche, come ad esempio volare attraverso un tunnel, oltrepassare un cancello, attraversare un ponte, ecc. Dopo di che si è avvolti dalla Luce. Questa Luce è più candida del bianco. E’ estremamente luminosa e man mano che ci si avvicina ad essa, si è circondati dall’amore più grande, più indescrivibile e incondizionato che si possa immaginare.
Se si ha soltanto un’esperienza di pre morte, si … leggi tutto
Il significato della sofferenza
La vita, questo periodo di tempo che tutti noi trascorriamo nel nostro corpo fisico, è solo un tratto brevissimo della nostra Esistenza globale. È un periodo importante, perchè ognuno di noi ha uno scopo nella vita, e se viviamo bene non dobbiamo preoccuparci della morte.
Vivere bene significa soprattutto imparare ad amare. Anche la conoscenza è utile, ma la sola conoscenza non è in grado di aiutare nessuno. Senza usare la testa, il cuore e l’anima in piena sinergia non si può aiutare nessuno. Questo mi hanno insegnato i così detti pazienti inguaribili, i moribondi, gli schizofrenici o i ritardati. Nel mio lavoro con queste persone, ho capito che ognuno di loro ha uno scopo: non solo può imparare ed essere aiutato, … leggi tutto
La morte non esiste
Dopo aver lavorato per molti anni con malati moribondi, e dopo aver imparato da loro che cosa sia realmente la vita, quali siano i rimpianti che si hanno quando sembra ormai troppo tardi per averne, cominciai a chiedermi che cosa fosse realmente la morte.
Incominciai così a raccogliere i resoconti di esperienze extra-corporee, che i miei pazienti mi riferivano. Tutte queste esperienze risultavano avere le stesse caratteristiche ed essere analoghe anche ad altri resoconti simili registrati in altre parti del mondo, da parte di altrettanti medici. Dall’Australia alla California, tutte queste esperienze avevano un unico denominatore comune: la perfetta consapevolezza da parte delle persone di lasciare il proprio corpo fisico e di essere tuttavia perfettamente coscienti. Tutto ciò conduce ad affermare … leggi tutto
La comprensione della morte
Dopo aver lavorato per tanti anni con pazienti moribondi, mi fu chiaro che malgrado l’uomo esistesse dalla notte dei tempi, non era ancora pervenuto alla comprensione di quello che è forse il problema più importante di tutti, ossia la definizione, il significato e lo scopo della vita e della morte.
Penso perciò sia giunto il momento di mettere insieme tutto ciò che abbiamo scoperto e raccolto sul fenomeno morte, in un linguaggio che possa essere utile ad aiutare la gente ad affrontare la perdita di una persona cara, specialmente quando la morte è stata improvvisa e non si riesce a capacitarsene.
Una volta gli uomini avevano più dimestichezza con il problema della morte e credevano nel Paradiso o comunque in una vita … leggi tutto
Pre morte
Nel corso degli ultimi anni, molti ricercatori in tutto il mondo, tra i quali medici, psicologi e studiosi di parapsicologia, hanno raccolto e catalogato casi di pre-morte. Sono stati così riuniti più di 25.000 casi.
Noi definiamo questo fenomeno, “esperienza di pre-morte”, poiché tutti questi pazienti hanno potuto tornare indietro dopo essere stati dichiarati clinicamente morti, e dopo essere guariti, hanno potuto raccontare ciò che essi sperimentarono. La cosa migliore, quindi, è riassumere ciò che tutte queste persone hanno vissuto, nel momento in cui il loro corpo ha cessato, temporaneamente, di funzionare.
E’ importante sapere, che tra tutti i pazienti che ebbero arresti cardiaci e vennero poi richiamati in vita, solo uno su dieci, ricordava l’esperienza avuta durante il periodo in cui … leggi tutto
Non si muore mai da soli
I bambini malati terminali, subito prima della morte incominciano a rendersi conto, che sono in grado di lasciare il loro corpo fisico, ed hanno quelle che noi chiamiamo “esperienze extra-corporee”.
Tutti noi abbiamo questo tipo di esperienza in certi stadi del sonno, ma pochissimi ne sono consapevoli. E’ durante queste uscite dal corpo che i pazienti moribondi, giovani e vecchi, si rendono conto della presenza di certi esseri che li circondano, che li guidano e li aiutano. I bambini spesso ne parlano come di compagni di gioco. La Chiesa li chiama Angeli custodi, la maggior parte delle persone li chiama semplicemente guide.
Al di là di questo, è importante sapere che ogni essere umano, viene accompagnato e aiutato da queste guide o … leggi tutto
Cosa succede dopo la morte?
È naturale chiedersi che cosa accada dopo la morte. Abbiamo studiato a questo proposito, molti casi di bambini molto piccoli, che ovviamente non potevano aver letto articoli o ascoltato racconti sulle esperienze di pre-morte. Tra questi ci fu il caso di un bimbo di due anni, il quale ci raccontò a modo suo quello che aveva vissuto e che definiva “il momento della morte”.
Il piccolo ebbe una violenta reazione ad un farmaco e fu dichiarato morto. Dopo quella che parve un’eternità, mentre il medico e la madre si disperavano, il piccino improvvisamente aprì di nuovo gli occhi e disse: “Mammina, ero morto. Ero in un luogo bellissimo e non volevo ritornare. Ero con Gesù e Maria. E Maria mi ripeteva … leggi tutto
Esperienze mistiche
Permettetemi ora di raccontarvi alcune delle mie esperienze mistiche, che mi hanno aiutata non a credere, ma a sapere, che ciò che viene dopo quella che noi chiamiamo morte, è vera vita, e rappresenta una continuazione del percorso terreno.
Devo chiarire che nei miei anni giovanili, non ebbi alcun interesse per questi temi, non sapevo, ad esempio, cosa fosse la coscienza superiore, né tantomeno fui mai in grado di meditare. Forse però, quelle migliaia di ore trascorse accanto ai miei pazienti moribondi, furono in fin dei conti qualcosa di molto simile ad una sorta di meditazione.
Io credo che ogni essere umano consista di un lato fisico, uno emotivo, uno intellettuale e uno spirituale, e che questi quattro aspetti debbano lavorare insieme … leggi tutto
confesso solo adesso, dopo 30 anni ,l’esperienza vissuta in occasione del decesso di mio padre, sia perché mi trovavo da sola sia perché all’epoca nessuno mi avrebbe creduto. Ma dopo circa 30 minuti (i tempi sono approssimativi, data l’esperienza scioccante appena vissuta) ho notato che circa all’altezza del viso di mio padre morto si è elevata una spirale di fumo bianco latte che è svanita in alto. Ripeto ero da sola squassata dal pianto e nella stanza nessuno aveva fumato. Gradirei sapere se frutto di immaginazione o ci sono stati altri casi simili.
Sono un ipotesi (110/55 mmHg sveglio e di solito) e quando ho il sonno profondo a volte sogno cose mai concepite prima di quel momento. Altre volte quando mi risveglio ricordo dei particolari (mai vissuti realmente), tipo il panorama visto da una montagna alta oltre 10.000 metri (sulla terra il monte piu alto e’ 8848m) e provare vertigini quando guardo sotto la montagna distese di terreno lontane dieci km con ottima vibilita’. Penso ke uno non smettera’ mai di vivere i sogni una volta ke l’organismo ha fisicamente smesso di funzionare; questo solo quando avviene l’arresto cardiaco. Un po come accade pure se soffrendo di pressione bassa in certe ore la mente, anzi, il cervello non viene irrorato a sufficienza da funzionare regolarmente, per poi riprendere le normali attivita’ quando mi sveglio e mi alzo, momento in cui la pressione sanguigna sale a tal punto da irrorare in maniera discreta i tessuti cerebrali. Ho sempre paura di morire solo per i miei parenti e le mie cose ke abandono in questo mondo. Ma secondo me, ci sta una vita ultraterrena dopo la morte. Tuttavia per il momento mi godo quella terrena. Il sonno temporaneo sembra simile al sonno eterno, ma con un’ovvia differenza.