Dopo aver lavorato per molti anni con malati moribondi, e dopo aver imparato da loro che cosa sia realmente la vita, quali siano i rimpianti che si hanno quando sembra ormai troppo tardi per averne, cominciai a chiedermi che cosa fosse realmente la morte.
Incominciai così a raccogliere i resoconti di esperienze extra-corporee, che i miei pazienti mi riferivano. Tutte queste esperienze risultavano avere le stesse caratteristiche ed essere analoghe anche ad altri resoconti simili registrati in altre parti del mondo, da parte di altrettanti medici. Dall’Australia alla California, tutte queste esperienze avevano un unico denominatore comune: la perfetta consapevolezza da parte delle persone di lasciare il proprio corpo fisico e di essere tuttavia perfettamente coscienti. Tutto ciò conduce ad affermare che la morte, così come la intendiamo noi nel linguaggio scientifico, non esiste.
Quindi morire significa solo perdere il proprio corpo fisico, così come fa la farfalla quando esce dal suo bozzolo. Si tratta di una transizione verso un più alto livello di coscienza, in cui si continua a percepire, a ridere, a capire, ad evolvere, e in cui l’unica cosa che si perde, è qualcosa di cui non si ha più bisogno: il corpo fisico.
Nessuno dei pazienti che ha avuto questo tipo di esperienza, ha più avuto paura di morire. Nemmeno uno. Inoltre molti provarono nuovamente una sensazione di integrità del proprio corpo, come quando erano sani: ad esempio, chi era stato investito da un’automobile e aveva perso una gamba, una volta uscito dal corpo fisico, le aveva entrambe al loro posto. Un’altra paziente che aveva perso la vista durante un’esplosione in un laboratorio, non appena uscì dal corpo, riuscì a vedere e a descrivere la scena dell’incidente e la gente che si era precipitata nel laboratorio per aiutarla. Ma quando fu riportata in vita, naturalmente era completamente cieca. E quindi chiaro perchè molte delle persone che ebbero esperienze di questo tipo, non avrebbero più voluto tornare indietro: perchè ebbero modo di conoscere un luogo tanto più bello e perfetto di quello terreno.
Forse la parte più impressionante di questo lavoro, è avere a che fare con dei bambini moribondi. La più grande paura dei bambini è di essere soli, e di non aver nessuno accanto a sé durante la morte. In realtà nel momento del trapasso non si è mai soli, perché in quel momento le nostre guide, i nostri angeli custodi sono là per aiutarci. Abbiamo verificato questo fatto al di là di ogni dubbio, e anche in qualità di scienziata lo posso affermare tranquillamente: ci sarà sempre qualcuno a soccorrerci e ad aspettarci nel momento del trapasso, il più delle volte si tratterà dei genitori o dei nonni, a volte di altre persone, ma qualcuno sarà sempre là per noi.
Chiedo spesso ai miei piccoli pazienti morenti, chi gradirebbero maggiormente avere accanto a loro in quel momento. Il novantanove per cento di loro, nomina la mamma o il papà, tuttavia nessuno dei bimbi che sia stato in punto di morte ed abbia sperimentato alcuni dei fenomeni tipici di quei tragici frangenti, ha mai visto i propri genitori, a meno che essi non fossero già morti, prima di loro.
A tal proposito, tuttavia, molti scienziati scettici sostengono, che ciò che viene sperimentato in queste fasi critiche, sia solo una proiezione di desideri. Secondo queste teorie chi sta per morire, essendo solo, disperato e spaventato, immagina di avere accanto a sé qualcuno che ama. Se ciò fosse vero, il 99 per cento dei miei bambini moribondi, che hanno 5, 6 o 7 anni, in quegli istanti, vedrebbero le loro mamme o i loro papà. Ma nessuno di quei bambini, durante tutti gli anni in cui ho raccolto questi casi, ha mai visto in punto di morte la mamma o il papà, per il semplice fatto che le loro mamme e i loro papà erano ancora vivi.
Non dobbiamo aver paura, e un modo per non averne è sapere che la morte non esiste, e che tutto quello che sperimentiamo nella vita ha uno scopo positivo. Bisogna liberarsi della negatività e cominciare a considerare la vita come una sfida, una prova per accertare le proprie risorse interiori e la propria forza.
Quello che abbiamo saputo dai nostri amici trapassati, dalle persone che sono ritornate per raccontarci le loro esperienze, è che ogni essere umano, dopo il trapasso rivede tutta la propria vita, come in un film, avendo così l’opportunità di riconsiderare ogni propria azione, ogni parola, ogni pensiero e di giudicarsi da sé. Non c’è perciò nessun giudizio, se non il nostro, e nessun Dio giudicante pronto a punirci.
A cura di www.fisicaquantistica.it
Articolo tratto da “La morte e la vita dopo la morte“, di Elisabeth Kubler-Ross
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Articoli nella sezione: Esperienze pre morte
Esperienze pre morte
Attraverso l’appassionato lavoro pionieristico della dottoressa Elisabeth Kubler-Ross, siamo giunti ad una nuova, più ampia e profonda comprensione della morte, il grande appuntamento che ci attende tutti e del quale la nostra società moderna, razionalista e materialista, ha fatto, nella sua incapacità di spiegarla, un tabù insuperabile.
Elisabeth Kubler-Ross, grazie al suo lavoro instancabile e paziente al capezzale dei morenti, ha infranto questo tabù. La sua esperienza personale e le consapevolezze che ne sono derivate, sono il risultato di migliaia di ore trascorse ascoltando ciò che queste persone le hanno confidato, nei giorni e nelle ore precedenti la loro morte.
Fin dagli inizi della sua carriera come medico-psichiatra, la dottoressa Kubler-Ross si rese conto che persino per i medici, il dolore e … leggi tutto
Vivere e morire
Dopo aver passato molti anni al letto di morte di bambini e anziani e aver ascoltato ciò che essi mi confidavano, mi sono resa conto, che i malati all’ultimo stadio sono in grado di capire con precisione quando la morte si avvicina.
All’improvviso mi dicevano addio, quando non avevo idea che la loro morte fosse imminente. Se non ignoravo questo fatto, allora essi mi comunicavano tutto ciò che volevano farmi sapere e io mi sentivo in pace con me stessa, per aver dato loro ascolto e conforto.
Abbiamo studiato ventimila casi in tutto il mondo, di persone che erano state dichiarate clinicamente morte e che sono poi ritornate alla vita. Alcune si risvegliarono naturalmente, altre in seguito a rianimazione. Voglio riassumere in … leggi tutto
Attraversare il tunnel
Dopo la morte, quando ci si rende conto di essere di nuovo integri nella propria consapevolezza, si incontrano i propri cari e si passa ad una forma di vita diversa.
Si lasciano allora indietro le forme fisiche terrene, perchè non se ne ha più bisogno. Ma prima si sperimenta un altro fenomeno, che può presentarsi con diverse caratteristiche, come ad esempio volare attraverso un tunnel, oltrepassare un cancello, attraversare un ponte, ecc. Dopo di che si è avvolti dalla Luce. Questa Luce è più candida del bianco. E’ estremamente luminosa e man mano che ci si avvicina ad essa, si è circondati dall’amore più grande, più indescrivibile e incondizionato che si possa immaginare.
Se si ha soltanto un’esperienza di pre morte, si … leggi tutto
Il significato della sofferenza
La vita, questo periodo di tempo che tutti noi trascorriamo nel nostro corpo fisico, è solo un tratto brevissimo della nostra Esistenza globale. È un periodo importante, perchè ognuno di noi ha uno scopo nella vita, e se viviamo bene non dobbiamo preoccuparci della morte.
Vivere bene significa soprattutto imparare ad amare. Anche la conoscenza è utile, ma la sola conoscenza non è in grado di aiutare nessuno. Senza usare la testa, il cuore e l’anima in piena sinergia non si può aiutare nessuno. Questo mi hanno insegnato i così detti pazienti inguaribili, i moribondi, gli schizofrenici o i ritardati. Nel mio lavoro con queste persone, ho capito che ognuno di loro ha uno scopo: non solo può imparare ed essere aiutato, … leggi tutto
La morte non esiste
Dopo aver lavorato per molti anni con malati moribondi, e dopo aver imparato da loro che cosa sia realmente la vita, quali siano i rimpianti che si hanno quando sembra ormai troppo tardi per averne, cominciai a chiedermi che cosa fosse realmente la morte.
Incominciai così a raccogliere i resoconti di esperienze extra-corporee, che i miei pazienti mi riferivano. Tutte queste esperienze risultavano avere le stesse caratteristiche ed essere analoghe anche ad altri resoconti simili registrati in altre parti del mondo, da parte di altrettanti medici. Dall’Australia alla California, tutte queste esperienze avevano un unico denominatore comune: la perfetta consapevolezza da parte delle persone di lasciare il proprio corpo fisico e di essere tuttavia perfettamente coscienti. Tutto ciò conduce ad affermare … leggi tutto
La comprensione della morte
Dopo aver lavorato per tanti anni con pazienti moribondi, mi fu chiaro che malgrado l’uomo esistesse dalla notte dei tempi, non era ancora pervenuto alla comprensione di quello che è forse il problema più importante di tutti, ossia la definizione, il significato e lo scopo della vita e della morte.
Penso perciò sia giunto il momento di mettere insieme tutto ciò che abbiamo scoperto e raccolto sul fenomeno morte, in un linguaggio che possa essere utile ad aiutare la gente ad affrontare la perdita di una persona cara, specialmente quando la morte è stata improvvisa e non si riesce a capacitarsene.
Una volta gli uomini avevano più dimestichezza con il problema della morte e credevano nel Paradiso o comunque in una vita … leggi tutto
Pre morte
Nel corso degli ultimi anni, molti ricercatori in tutto il mondo, tra i quali medici, psicologi e studiosi di parapsicologia, hanno raccolto e catalogato casi di pre-morte. Sono stati così riuniti più di 25.000 casi.
Noi definiamo questo fenomeno, “esperienza di pre-morte”, poiché tutti questi pazienti hanno potuto tornare indietro dopo essere stati dichiarati clinicamente morti, e dopo essere guariti, hanno potuto raccontare ciò che essi sperimentarono. La cosa migliore, quindi, è riassumere ciò che tutte queste persone hanno vissuto, nel momento in cui il loro corpo ha cessato, temporaneamente, di funzionare.
E’ importante sapere, che tra tutti i pazienti che ebbero arresti cardiaci e vennero poi richiamati in vita, solo uno su dieci, ricordava l’esperienza avuta durante il periodo in cui … leggi tutto
Non si muore mai da soli
I bambini malati terminali, subito prima della morte incominciano a rendersi conto, che sono in grado di lasciare il loro corpo fisico, ed hanno quelle che noi chiamiamo “esperienze extra-corporee”.
Tutti noi abbiamo questo tipo di esperienza in certi stadi del sonno, ma pochissimi ne sono consapevoli. E’ durante queste uscite dal corpo che i pazienti moribondi, giovani e vecchi, si rendono conto della presenza di certi esseri che li circondano, che li guidano e li aiutano. I bambini spesso ne parlano come di compagni di gioco. La Chiesa li chiama Angeli custodi, la maggior parte delle persone li chiama semplicemente guide.
Al di là di questo, è importante sapere che ogni essere umano, viene accompagnato e aiutato da queste guide o … leggi tutto
Cosa succede dopo la morte?
È naturale chiedersi che cosa accada dopo la morte. Abbiamo studiato a questo proposito, molti casi di bambini molto piccoli, che ovviamente non potevano aver letto articoli o ascoltato racconti sulle esperienze di pre-morte. Tra questi ci fu il caso di un bimbo di due anni, il quale ci raccontò a modo suo quello che aveva vissuto e che definiva “il momento della morte”.
Il piccolo ebbe una violenta reazione ad un farmaco e fu dichiarato morto. Dopo quella che parve un’eternità, mentre il medico e la madre si disperavano, il piccino improvvisamente aprì di nuovo gli occhi e disse: “Mammina, ero morto. Ero in un luogo bellissimo e non volevo ritornare. Ero con Gesù e Maria. E Maria mi ripeteva … leggi tutto
Esperienze mistiche
Permettetemi ora di raccontarvi alcune delle mie esperienze mistiche, che mi hanno aiutata non a credere, ma a sapere, che ciò che viene dopo quella che noi chiamiamo morte, è vera vita, e rappresenta una continuazione del percorso terreno.
Devo chiarire che nei miei anni giovanili, non ebbi alcun interesse per questi temi, non sapevo, ad esempio, cosa fosse la coscienza superiore, né tantomeno fui mai in grado di meditare. Forse però, quelle migliaia di ore trascorse accanto ai miei pazienti moribondi, furono in fin dei conti qualcosa di molto simile ad una sorta di meditazione.
Io credo che ogni essere umano consista di un lato fisico, uno emotivo, uno intellettuale e uno spirituale, e che questi quattro aspetti debbano lavorare insieme … leggi tutto
Dio e’ sempre stato, la risposta umana alla morte,anche in societa’ poco evolute,che non potevano avere ancora paura di essa.Per spiegare o per negare l’esistenza di Dio,dobbbiamo quindi prima capire se dopo la morte biologica c’e’ effetivamente quella della coscienza.Ecco ad oggi sappiamo che fino a 4 minuti dopo la cessazione delle attivita’ cerebrali,la coscienza persiste,visto che tutti i fenomeni di Ned,descrivono gli stessi fatti.Ergo o la scienza decreta la morte di un individuo in maniera cialtronesca ed imprecisa,quindi meglio farsi cremare, oppure la vita continua oltre e se continia, Dio esiste .In entrambi i casi dobbiamo provare a capire senza dogmi,la verita’,questa e’ la missione della scienza e dell’ uomo.
@Maurizio
sappiamo anche che la coscienza persiste per ben oltre i 4 minuti da lei menzionati dopo la cessazione delle attività cerebrali. Un esempio tipico è quello del Dr George Rodonaia che è ritornato da una esperienza di premorte durata per ben tre giorni. Se vuole approfondire basta fare una ricerca su internet.
Saluti
io penso che il mistero e la cosa più bella che ci sia , ci da la possibilità di fare un passo oltre la ragione entrando e sperimentando con altri sensi ,quel mondo sottile che non vediamo ,scoprendo che le favole sono una realta meravigliosa
Salve,
io ho soltanto 30 anni e posso dirvi che la morte è una cosa brutta se avviene in giovane età, purtroppo ho preso una grave infezione, la setticemia che mi sta causando parecchi problemi, i farmaci e gli antibiotici tossici che sto prendendo, invece di aiutarmi, stanno facendo reazione allergica. Studiare cosa c’è dopo la morte è importante, ma più importante è studiare per cercare di debellare determinate malattie. Io mi chiedo tutti i giorni perchè esistono le malattie e perchè non sempre le cure che la scienza mette in atto vanno a buon fine. La vita è una cosa meravigliosa e pensare purtroppo ahimè cosa c’è dopo la morte è una cosa che mi rattrista moltissimo e mi manda in crisi, perchè nessuno vuole abbandonare le persone a lui care.
Non ritengo giusto il dover morire senza sapere dove si va a parare.
La vita richiede sacrifici, viverla è bellissimo e difficile, l’uomo deve impegnarsi ogni giorno per poter avere risultati…
Poi, si trova di fronte la morte, che non conosce e alla quale deve arrendersi. Assurdo… nessuno è riuscito, ancor oggi, a capire dove esattamente si va a finire e perché… Le risposte sono diverse, dall’oriente e dall’occidente, dalla religione e/o dalla scienza…
“L’ultima ad essere sconfitta sara’ la morte”.
Un evento che ci cancella nella nostra individualità, nella nostra bella raffigurazione terrena legata ai nostri affetti. Reincarnazione? Poco mi importa se non ne ho coscienza… Insomma, si deve sapere dove si va per non offendere l’uomo che vive con intensità la vita e costruisce le bellezze del mondo… I “voleva dire…” o gli “intendeva dire” mi hanno stufata. La povera gente che non ha studiato vuole sapere senza fraintesi…
Mi scuso se ho – involontariamente – scritto inesattezze. Buonasera.
Buonasera, sono Anna. Ho letto le poesie di Sant’Agostino su tale argomento. “Se mi ami,non piangere” e “la morte non esiste”…
Quest’ultima mi piace di più perché si avvicina a quanto di meglio si possa pensare, mentre la prima, sempre bellissima, dipinge un quadro più rispondente alla realtà indicata dal credo cristiano.
Se esiste una realtà multidimensionale, trattasi di una conoscenza non alla portata di tutti.
Detto tra noi, le realtà prospettate non mi consolano mica! La terra, con le sue bellezze, le quotidianotà, i suoi colori, popolata dagli esseri umani così dinamici come sono, ha una sua così precisa configurazione che il semplice pensare che ne esista un’altra, magari più bella, non mi consola. Se non esiste la morte, io voglio rivivere la vita in modo così dinamico, come la vivo ora, con i miei cari.Voglio sentire la voce dei miei cari defunti,voglio vedere i loro volti ,sentire il loro profumi, toccarli… Questa realtì, così complessa e bella non può essere un luogo non definitivo. E, comunque, se i miei non fossero morti, stasera sarebbero qui con me, a cenare con me. Grazie infinite, per la cortese attenzione e mi scuso per le tante inesattezze. Anna
La morte, paese donde nessun viandante fece mai ritorno. W.S.
Sono franco e data la mia età certe letture mi fanno soltanto star bene però ci sono molte cose che non capisco in conclusione dio non esiste (come ho sempre creduto io) comunque la morte fa sempre paura tutto quello che hai fatto non lo vedrai mai più. Scusatemi lo sfogo
Vorrei solo la certezza ma questo non e’ possibile, fa star bene crederci ma manca quel filo conduttore che mi dice: si sono li che ti aspettano,vivrei intensamente anche momenti brutti solo al pensiero che e dove e’ c’e’.
Vita e morte non esistono se non esistono entrambe. È una porta sempre aperta che ci crea una continuita su due mondi paralleli ma diversi. Uno improntato sulla schiavitu della materia ed influenzato dal tempo. L’altro sulla liberta del’energia da ogni vincoli fluttuanti ovunque senza tempo. Il senso? Tutto non avrebbe senso eppure l’amore, come senso assoluto di tutto se non esistesse un senso, una continuita che garantise un evoluzione una trasformazione e un mantenimento a tutto questo immenso… chiamiamolo Progetto.