Il Confine tra Scienza e Metafisica: il Dott. Robert Lanza e lo Studio dell’Anima
di Tiziana Musiari
Vi sarete sicuramente chiesti, almeno una volta nella vita, quale sia il destino dell’essenza umana post mortem. Esiste l’anima? E se esiste, cos’è? Di cosa è fatta?
La religione ha sempre tentato di fornire una spiegazione a tutto ciò che può essere ritenuto di difficile comprensione per la mente, ma la scienza, nel corso dei secoli, è stata capace di rispondere con prove concrete alla maggior parte dei quesiti un tempo affidati alla metafisica.
Un Dubbio esistenziale
Il celebre ingegnere e fisico Nikola Tesla (1856-1943) affermò: “Se vuoi trovare i segreti dell’Universo devi pensare in termini di energia, frequenze e vibrazioni”. È sulla base di questa teoria che il Dottor Robert Lanza, esperto in medicina rigenerativa e fisica, si è prodigato nello studio dell’anima. La “Teoria biocentrica” di Lanza, insegna che la vita e la coscienza sono fondamentali per l’Universo. In questi termini, l’essere umano è solo una parte infinitesimale degli innumerevoli elementi dell’Universo e in quanto tale, tenuto ad interagire in armonia e sintonia con essi.
Tutta l’energia di cui disponiamo è in prestito. La teoria di Lanza sposa gli studi sul multiverso, un concetto sostenuto da diversi fisici ed astrofisici, coniato nel 1895 dallo scrittore e psicologo americano Williams James. Il multiverso si esprime in termini di dimensioni parallele, ovvero coesistenza di universi esterni al nostro spazio-tempo.
In un universo, il corpo può essere morto mentre in un altro può continuare ad esistere, assorbendo l’energia che migra in questo universo. La fisica quantistica, quindi, giustificherebbe, secondo Lanza, l’esistenza della “vita eterna”: in altri termini, nelle infinite configurazioni che si avrebbero in ognuno dei multiversi, esisterebbe un universo dove questa “energia” potrebbe migrare, e dunque associando questa possibilità ad un concetto di anima (in un infinito circolo e scambio di materia, come se ognuno degli universi fosse un sistema canonico a sé, ma tutti connessi l’uno all’altro) si avrebbe un effetto molto simile a quella “trasmigrazione dell’anima” ipotizzata dai Pitagorici illo tempore nella metempsicosi.
Tradizionalmente, ci si riferisce all’anima in un esclusivo contesto neurologico, attraverso lo studio del cervello umano. È, tuttavia, riduttivo pensare che questa possa essere considerata limitatamente alla sfera psicologica o, in alternativa, alla sfera religiosa. A tal proposito la biochimica e la fisica quantistica si combinano per tentare di rispondere ad uno dei più complessi quesiti della realtà che ci circonda per come oggi la conosciamo.
Entropia, Equilibrio e Caos
Immaginate di prendere una tazza e di versare al suo interno del latte. Versate poi dei cereali e osservate cosa accade. Noterete che il contenuto della tazza decorre spontaneamente verso una condizione di equilibrio che, in assenza di influenze esterne, prescinde da ogni cosa, perfino dalla vostra volontà. A questo punto definiamo la tazza col termine “sistema” e tutto ciò che la circonda col termine “ambiente”.
Le interazioni coesistenti e mutualmente reciproche tra sistema e ambiente prendono il nome di “entropia”, intesa come l’aumento del grado di disordine in seguito a liberazioni di energia. Se volessimo mescolare con un cucchiaio il contenuto della tazza, noteremmo che latte e cereali passano da uno stato di equilibrio ad uno stato di disordine o caos, in quanto influenzati da un fattore esterno.
Ogni qualvolta la materia in equilibrio viene condizionata dall’ambiente assorbe energia, energia che le permette di compiere il lavoro necessario per passare ad uno stato caotico. Al contrario, in assenza di forze esterne, il sistema procede verso l’equilibrio in maniera del tutto spontanea, un processo che non richiede lavoro e che, di conseguenza, porterà ad una liberazione di energia nell’ambiente.
La Materia non può essere distrutta
Quando ad essere preso in esame come sistema è un organismo vivente, il concetto si amplia. Essendo gli organismi in continua interazione con l’ambiente entropico, ne consegue che non verrà mai raggiunto uno stato di equilibrio. L’equilibrio si raggiunge solo e soltanto con la mancanza di interazioni e lavoro, tradotto: con la morte. Un corpo defunto si trova in uno stato di equilibrio, ovvero libera energia nell’ambiente.
Sulla base dei principi della fisica quantistica e della biochimica stanno studiando Robert Lanza, Stuart Hameroff e altri scienziati di rilievo. Il Primo Principio della Termodinamica afferma che “la materia non può essere né creata né distrutta, può essere solo trasformata o ridistribuita”.
Per onestà intellettuale si sottolinea al lettore che queste sono ad oggi ancora teorie, non giunte a conclusioni né a schemi che hanno presunzione di certezza, ma che qui vengono esposte per indurre ad un più ampio ragionamento sul nostro mondo e sul nostro stare al mondo, nella speranza di portare chi legge a pensare ad un argomento non convenzionale, in maniera laterale.
Conclusioni
È dunque questa l’anima? È l’energia liberata in seguito alla morte cellulare? E sulla base di ciò, è possibile quindi ipotizzare che anche un semplice batterio o un bellissimo girasole possiedano un’anima?
Gli studi e le ricerche proseguono sulla base di principi fondati, e un giorno sarà forse possibile concretizzare il concetto di anima.
Articolo di Tiziana Musiari
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