Questione di raffinatezza
All’osservatorio astronomico I.N.A.F. (Istituto Nazionale Astrofisica) di Milano e Merate, oltre l’attività di studio del cosmo si progettano complesse apparecchiature scientifiche il cui destino è di essere portate oltre l’atmosfera terrestre mediante satelliti.
In particolare nei laboratori sotterranei di Merate si progettano speciali specchi per lo studio della radiazione X emessa dai corpi celesti. Nei moderni telescopi per le osservazioni da terra, le lenti di quarzo sono state da tempo sostituite con specchi parabolici di grandi dimensioni, quindi in grado di raccogliere una quantità di luce molto maggiore e avere una risoluzione dell’immagine cosmica molto migliore. La peculiarità degli speciali specchi per l’osservazione dell’emissione X (raggi X), è quella di avere una sagoma cilindrica in luogo della classica parabola. La focalizzazione è assicurata dalla leggera conicità del detto cilindro, sulle pareti del quale avviene una riflessione radente. In sintesi la sagomatura vera e propria ha forma di tronco di cono, vuoto e con conicità ridottissima.
Per evitare che la luce nella banda elettromagnetica X si disperda, impedendo in tal modo la formazione di buone immagini dalle sorgenti celesti, la superficie dello specchio deve essere eccezionalmente liscia, con rugosità massime dell’ordine dell’emissione di un atomo. Un metodo efficace per ottenere questo risultato è l’uso di fasci di ioni come potente abrasivo. Questa sofisticata tecnologia si rende necessaria perchè i raggi X hanno frequenze elevatissime, molto maggiori di quelle relative alla luce visibile a cui i nostri occhi sono sensibili. In sostanza, quando un raggio X incontra una rugosità con dimensioni maggiori della sua lunghezza d’onda (che è piccolissima, essendo l’inverso della frequenza), viene inevitabilmente deviato dalla traiettoria verso il fuoco dello specchio, con conseguente perdita di risoluzione: l’immagine dell’oggetto celeste che emette luce X appare allora sfocata.
Rispondiamo ora, per completezza, ad altre due domande.
Perchè questi telescopi a raggi X devono essere portati fuori dall’atmosfera mediante appositi satelliti? La risposta sta nel fatto che la nostra atmosfera è impermeabile a questa radiazione, cioè essa viene completamente assorbita, quindi non può giungere fino a terra. E poi: Perchè è importante studiare l’emissione X dei corpi celesti? Perchè questa emissione è il segnale che fenomeni fisici molto particolari e fortemente energetici avvengono su quei corpi. Infatti l’emissione X è molto frequente e intensa sui buchi neri, nelle pulsar e nei nuclei delle galassie, dove la natura si scatena in tutta la sua violenza.
Ora: quale insegnamento possiamo trarre da quanto detto? Mi pare si possa affermare che per poter apprezzare qualcosa di molto “sottile”, in questo caso la vibrazione elettromagnetica ad alta frequenza, occorre un’apparecchiatura altrettanto “sottile”. Lo stesso discorso vale nel campo dell’energia vibrazionale definita “spirituale”. Occorre uno strumento molto sottile per captarla.
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