Sistema Educativo in Italia: una Scuola per Fabbricare Nuovi Schiavi!
di Andrea Di Cesare
Quello educativo è un sistema congegnato per allevare persone passive, dipendenti e deboli, facilmente condizionabili, inerti e incapaci di opporsi e reagire.
Il sistema educativo non ha posto alcun freno al dilagare della subcultura dell’inutile, non ha fronteggiato il deterioramento della performance linguistica e comunicativa nei giovani, che sono attualmente le prime vittime di un Sistema di potere che schiaccia le individualità.
Marco Della Luna (“Neuroschiavi“, “Oltre l’agonia“) ha analizzato a fondo il fallimento del sistema educativo in Italia. La scuola è diventata infatti una fabbrica di ignoranza e disabilità. Secondo la sua tesi, che noi condividiamo e cerchiamo di riassumere, le varie riforme del sistema didattico cui abbiamo assistito negli ultimi decenni, l’hanno irrimediabilmente trasformata, e resa incapace di formare scolari (futuri individui e cittadini) che siano in possesso di facoltà cognitive e metacognitive quali l’attenzione sostenuta, la memorizzazione, l’autodominio, la capacità di autodisciplina e di rimandare la gratificazione immediata in vista di uno scopo superiore, la sopportazione delle frustrazioni.
In classe predomina, fra gli alunni, la mancanza di autodisciplina organizzativa, della capacità di dirigere e mantenere l’attenzione sull’insegnante, di seguire la lezione, di capire i testi scritti e di motivarsi nell’apprendimento: una scuola che sembra del tutto adatta a produrre generazioni di inetti e di perdenti, ma è quello che il Sistema vuole che sia: una Massa dominabile.
Quello educativo è un sistema congegnato per allevare persone passive, dipendenti e deboli, facilmente condizionabili, inerti e incapaci di opporsi e reagire. La scuola così inefficiente, insieme alla disgregazione della famiglia e del tessuto sociale, è la prima causa del formarsi di una Società globale amorfo-passiva, sulla quale possano facilmente agire i mezzi di dominio di massa, sulla base della strutturazione di stati subipnotici della personalità collettiva.
Solo i figli dei ricchi possono permettersi scuole competitive all’estero, nelle quali coltivare i valori della propria coscienza di classe dominante, e le relative tecniche di dominio dell’Uomo sull’Uomo, e coltivare rapporti grazie ai quali, poi, potersi inserire nel mondo del lavoro di prestigio, dal quale i non privilegiati resteranno fuori automaticamente.
Un sistema educativo così concepito, stabilizza le disuguaglianze sociali all’interno di un mondo scolastico rigidamente selettivo su base censuaria. Favorendo il disapprendimento e la disfunzionalità cognitiva nella grande massa dei non fortunati, si realizza la concezione e la pratica di una Scuola che sia strumento di manipolazione mentale e ingegneria sociale, con un irreggimentamento sin dalla più tenera età dei meno fortunati nei ranghi dei futuri cittadini proletarizzati e sottomessi, sottoposti al controllo della classe dominante che dispone degli strumenti di dominio della mente umana.
L’attuale ordine sociale, continua Della Luna, pretende che ai non privilegiati venga insegnato lo stretto necessario per tirare avanti sino all’ingresso nel mondo del lavoro, venendo poi destinati a mansioni basse e ripetitive, senza che gli si diano gli strumenti mentali per pensare autonomamente, e mettere magari in discussione l’ordine sociopolitico.
Un ordine che, diversamente, le élites inculcano ai loro figli destinati a scuole di alto profilo, dove non solo si insegna a lavorare per mantenersi, ma i valori della classe dominante che si esprimono in discipline quali la dialettica, la retorica, la logica, stimolando l’intelligenza degli alunni anche attraverso continue disputationes, sul modello delle antiche accademie, con le quali sviluppare alte capacità critiche, e conoscenza della manipolazione, in modo da poterla infliggere, e non subire.
Per i figli della Massa lavoratrice, la Massa mentalmente proletarizzata, c’è un diverso destino: frequentare una scuola scadente, che li programmi ad essere lavoratori, elettori e contribuenti abbastanza assuefatti al sistema di dominio, da non accampare diritti, tanto obbedienti, da lavorare e poi morire senza fare be’, e nel mezzo, nelle pause di lavoro, dilapidare lo stipendio in auto, vestiti, vacanzine all inclusive, svaghi deteriori, droghe, gioco d’azzardo e cianfrusaglie di cui non hanno bisogno, perché questo è il principio in base al quale il Sistema di dominio li fa sentire realizzati. Alla fine, la gente comune è questa: vacche da mungere.
Il funzionamento di base, il default mode della mente umana, è automatico e subconscio, macchinale. L’uomo può, con sforzo e impegno (anche attraverso lo studio, l’arte, la cultura) esercitare e coltivare la sua capacità di rendersi consapevole, così da rafforzarla e ampliarla. Oppure può, pigramente e gradevolmente, lasciarla atrofizzarsi.
Tutta l’industria dello spettacolo, degli svaghi, delle discoteche, dell’evasione, della droga, lavora per rendere più piacevole quest’atrofizzazione, mentre la politica scolastica mira a renderla legittima. Una popolazione di persone etero-dirette è molto più gestibile di una popolazione di persone auto-dirette (“Neuroschiavi”).
I motivi di una tale scelta (aver degradato tale Istituzione – la Scuola) sono i soliti: economici ed élitari, legati ai 4 livelli di consapevolezza e competenza in cui si stratifica la Società:
– Livello apicale: esso comprende poche migliaia di persone nel mondo, detentrici della ricchezza e del potere reali.
– Il successivo livello: esso comprende alti progettatori ed esecutori intellettuali e politici, grandi e medi imprenditori.
– Il livello subito inferiore: esso comprende milioni di quadri esecutivi intermedi, insegnanti, professionisti, burocrati e amministratori. Essi hanno la funzione, marginalmente consapevole, di trasmettere verso la base le dinamiche di potere che nascono ai vertici, guidando direttamente in maniera prossimale la popolazione, i lavoratori, i risparmiatori.
– Al livello successivo, gerarchicamente il più basso di tutti, appartengono tutti coloro che sono sostanzialmente etero-gestiti nel lavoro, nel pensiero e nei valori, soggetti passivi, con scarsa capacità critica e di iniziativa personale, autodisciplina e responsabilità.
Il terzo livello, la media borghesia, sta scomparendo: esso viene via via soppiantato, nelle sue funzioni, dalla tecnologia, che rende superabile con l’automazione il problema della gestione del quarto livello.
Nelle grandi aziende, stiamo assistendo da anni a un livellamento al basso, per funzioni e stipendi, dei livelli medi della piramide gerarchica, con moria della classe media. Con l’automazione, ad ogni robot introdotto, corrispondono mediamente 6,2 unità in meno. Vedasi nelle banche: il tradizionale direttore della filiale bancaria non esiste più, è ridotto a un semplice impiegato che si occupa del funzionamento della filiale. Così il cliente non può negoziare più nulla con la propria banca, essendo tutto gestito a livello informatico. Il contatto diretto col pubblico, che era gestito dai livelli medi della piramide gerarchica, si sta depauperando sempre di più.
Nei fatti, le promesse della globalizzazione, che, con la tecnologia, ci sarebbero stati tanti nuovi impieghi per quelli che avrebbe estinto, si sono dimostrate false. Per queste ragioni, il popolo, la base, – unitamente alla diffusa ignoranza che la contraddistingue – ha perduto quasi tutta la forza di contrattazione con la classe dominante, e la sua condizione giuridica, economica e morale è radicalmente peggiorata. Questo processo di automazione vertiginosa, e impoverimento della prossimità e delle competenze di medio livello, rende e renderà sempre di più la Società oligarchica. Quindi, le persone capaci di gestirsi autonomamente, di pensare razionalmente con la propria testa, di evolversi e di studiare, saranno sempre di meno (“Neuroschiavi”).
L’attuale sistema scolastico – invece che incentivarle – inibisce lo sviluppo delle capacità cognitive e critiche. Coloro che invece le posseggono, difficilmente si adeguano e adattano a una realtà mediocre che non accettano, generando così conflitto sociale.
Il contemporaneo sistema oligarchico, d’altro canto, è un autodistruttivo coacervo di mancanza di idee e di lungimiranza, squilibrato, pericoloso e conflittuale, che getta ombre molto fosche sul futuro imminente.
Articolo di Andrea Di Cesare
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