Cicale
di Marcello Veneziani
Ogni estate ha la sua canzone regina, ma in ogni estate non finisce mai il refrain della cicala, vera colonna sonora d’ogni agosto.
I suoi concerti sono gratuiti e non richiesti, inesorabili, a vasta diffusione.
Vivono poco le cicale, ma il loro frinire non finisce con la vita di un singolo insetto; l’una riprende il canto dell’altra, la loro vita è corale: tante singole brevità formano un’eternità collettiva.
La cicala canta l’agosto, rimando i diurni silenzi nel ventre sopito di una campagna, nell’afosa quiete d’agosto. Pensieri e parole s’arrendono, come asciugate dal caldo e cedono il posto al suo ritmo infinito.
La nascosta regina delle calure dissolve le voci, cattura gli uditi, nei suoi lunghi, frenetici monologhi, di rado interrotti da magiche intermittenze.
Il suo canto d’agosto scioglie gl’istanti, nell’incessante monotonia sonora, che scorre e si placa, e ancora riprende, uguale, vana e soave, incurante del tempo. Eterni ritorni racconta la sua effimera vita.
Da sempre, dai tempi delle favole, si oppone la vanità estetica del suo frinire all’operosità etica della formica, lavoratrice indefessa, che trasporta pesi più grandi di lei. Eppure breve è la vita di entrambi, l’una terrestre, l’altra nascosta tra le fronde degli alberi.
Da Esopo a La Fontaine, da Trilussa a Rodari, si è inventata la lotta di classe tra le parassitarie cicale e le lavoratrici formiche; eppure non sappiamo se la cicala sia privilegiata dalla sorte o sia condannata a frinire come in una pena infernale. Le formiche sono laboriose, “un popolo di formiche” furono definiti da Tommaso Fiore i fatigatori della terra, i cafoni delle campagne pugliesi.
La cicala, insieme al suo più sobrio parente, il grillo, sono invece considerati i gagà nullafacenti della natura, che si perdono nel dire mentre le formiche si ammazzano nel fare.
Sono smartphone della natura perennemente in linea. Cicale sono chiamate le persone che parlano a dirotto; e cicale sono definite le persone inconcludenti dalla vita oziosa, dissipata nel loro infinito ciarlare. Mosche, zanzare e cicale sono le vere regine d’agosto. Noi umani siamo solo comparse di passaggio.
Articolo di Marcello Veneziani (Tratto da: “Le regine d’agosto: mosche, zanzare e cicale” di Marcello Veneziani – Panorama, n.34)
Fonte: https://www.marcelloveneziani.com/articoli/le-regine-dagostomosche-zanzare-e-cicale/
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