Morte o “transizione”
La “morte” intesa (nel senso comune del termine) come annientamento totale della vita, non esiste.
Quando in futuro con il progresso ulteriore della scienza, si sarà in grado di analizzare scientificamente il processo della morte, questa parola smetterà definitivamente di essere usata e sarà sostituita dall’espressione “transizione”, che esprime più adeguatamente e in modo migliore la realtà di questo fenomeno.
Oggigiorno, tuttavia, l’umanità, è ancora grandemente traumatizzata dall’idea della morte. Il superficiale impiego di questa parola, denota l’illusione, l’inganno esistente nelle tante menti materialistiche che compongono la nostra malata civiltà occidentale e la volontà di negare fermamente la sopravvivenza dell’anima. Così, ad esempio, parlando di una persona che abbia appena lasciato questo mondo, si lascia intendere che non essendo più nel piano fisico, ella abbia inesorabilmente smesso di esistere. Si nega cioè totalmente la possibilità che la vita possa continuare, su un altro piano più sottile di manifestazione, dopo la morte e la disintegrazione del corpo fisico. Ma il nulla non esiste, e dove c’è stata vita non può sopravvenire il nulla. Dove c’è qualcosa, quel qualcosa è energia, la quale pertanto non può sparire, ma solo trasformarsi. E questo lo conferma anche la scienza quando afferma che: “Tutto è energia e l’energia né nasce, né muore, né si distrugge, ma si trasforma incessantemente”.
Quindi la morte tanto temuta, intesa come totale annientamento della vita, è solo un’illusione creata dall’ignoranza umana e una lacuna nell’attuale conoscenza scientifica, che non è ancora in grado di dimostrare (scientificamente appunto) la continuazione della vita su altri livelli, al di là del fisico. Se però si riflette bene, riguardo al grande sforzo che realizza madre natura per creare incessantemente modelli e forme sempre migliori, per incentivare la vita e il suo sviluppo nel grande impulso dell’evoluzione; allora, pensare che tutto ciò non serva a niente e che il destino della vita in generale non sia altro che scomparire, risulta francamente insensato. Certamente chi pensa così, va contro la chiara evidenza delle cose. La saggia natura dimostra infatti instancabilmente davanti ai nostri occhi, la sua maestosa intelligenza e il suo grande ingegno creativo. Quindi non è logico, né sensato, affermare che la morte, così come intesa comunemente, ossia come sinonimo di distruzione, possa avere un posto nel grande schema della creazione.
Nonostante tutti questi ragionamenti, generalmente però la maggior parte delle persone teme la morte, e questo nonostante la fede che teoricamente professa. Non succede la stessa cosa per quei pochi che invece riconoscono l’illusione della morte, e nel trovarsi a gestire, ad esempio, la perdita di una persona amata, non sperimentano emozioni tanto terrificanti e deprimenti, benché naturalmente, accusino come tutti, il dolore della separazione fisica. La differenza è che queste persone hanno la consapevolezza di non aver perduto per sempre il loro caro, e sanno che egli è solamente passato ad un’altra fase della vita, e che niente del suo vero Essere, essendo immortale, scomparirà.
Per comprendere meglio la natura della vita umana, si potrebbe ora fare un paragone azzeccato, confrontando le varie fasi della vita dell’uomo, con il processo di metamorfosi del bruco che diviene crisalide e infine farfalla. Così, la morte per l’uomo corrisponde allo stato di crisalide per il bruco, ossia una fase che preclude ad un altro magnifico cambiamento: il divenire farfalla per il bruco, e entità luminosa che sopravvive alla morte fisica, per l’uomo. Quindi né per l’uomo né per il bruco la vita si ferma mai, nemmeno per un istante, bensì semplicemente persiste, mentre la natura effettua le sue trasformazioni. Non c’è morte dunque, ma solo vita, con molte fasi e modalità ed una di queste è chiamata morte (ma in realtà andrebbe chiamata transizione). Niente muore realmente, benché tutto sperimenti un cambiamento di forma e di attività.
Teoricamente neanche il corpo fisico muore veramente. Esso infatti non essendo un’unica entità, ma un insieme di cellule, quando l’anima lascia il corpo, si disgrega, operando un processo inverso a quello della nascita, dove le cellule invece si univano tra loro. In sostanza il corpo putrefacendosi, si scinde nei diversi elementi che lo componevano, come il calcio, il fosforo, il magnesio, il ferro ecc., i quali andranno poi a rioccupare il proprio posto nell’economia della natura, dalla quale furono originati.
Quest'articolo è il frutto di un notevole lavoro di correzione, sintesi e di rielaborazione da parte di fisicaquantistica.it, a partire da un libro compendio diffuso in internet sotto i titoli “Perle di Saggezza” o “La Luce Adamantina”.
E’ tutto chiaro e comprensibile.Alla morte di un amico scrissi le abituali condoglianze includendo la frase:
La morte non è una tragedia. Tu sei tornato da dove sei venuto. Io spero di incontrarti di nuovo.
Dario.