Le tappe dell’anima “post mortem”
Cercheremo qui di descrivere e spiegare le varie tappe del processo della morte, così come le registra l’anima quando inizia l’atto di abbandono del corpo fisico.
L’angelo della morte esegue il piano di liberazione dell’anima dalla forma materiale, che si compie nei tre piani: fisico, astrale e mentale. Si tratta di un processo alchemico di sublimazione, mediante il quale l’anima si va progressivamente liberando dei suoi veicoli o corpi inferiori di manifestazione.
Questa liberazione consta di quattro fasi principali:
– La rottura del cordone argentato
– La ricapitolazione dei fatti
– L’esame di coscienza
– L’entrata nel “Devachan” o Regno dei cieli
Dopo l’abbandono del corpo fisico e poi del veicolo eterico, l’ego o anima continua a vivere nel proprio corpo astrale, fino ad arrivare ad esaurire l’energia generata dalle emozioni e passioni, che provò ed accumulò durante la vita terrena. Dopodiché sopravviene quella che si va denominando la seconda morte, cioè la disintegrazione del corpo astrale, in modo che l’ego continui a vivere esclusivamente nel proprio corpo mentale inferiore. In questa condizione rimane fino a che si estinguano anche le energie mentali. Come tappa finale abbandona anche il corpo mentale e torna ad essere un ego nel proprio mondo, agendo esclusivamente come corpo causale. Pertanto la morte è in realtà una successione di tappe di vita, che interessa i tre mondi inferiori: il fisico, l’astrale e il mentale.
Spieghiamo ora nel dettaglio tappa dopo tappa, il tragitto dell’anima verso la liberazione definitiva dalla materialità e l’entrata finale nel Regno dei Cieli. Inizialmente l’anima riceve, per così dire, l’ordine di ritirarsi dal corpo fisico. Tale ordine ha un effetto molto definito, evocando immediatamente nel corpo alcune reazioni di tipo fisiologico, che vanno a colpire la circolazione sanguigna, il sistema nervoso ed il sistema endocrino. Si produce quindi una sorta di vibrazione che corre e si espande attraverso i “nadis”, i quali rappresentano la controparte eterica del sistema nervoso. Alcune ghiandole, in risposta alla chiamata della morte, iniettano nel flusso sanguigno una sostanza che va a colpire il cuore, dove è ancorato il cordone argentato (o filo della vita), causando lo stato di coma e la perdita di coscienza.
Si produce a questo punto il tremore psichico, il cui scopo è allentare o rompere la connessione tra i “nadis” ed il sistema nervoso, in modo da permettere al corpo eterico di staccarsi dal suo involucro denso, benché in questo momento interpenetri ancora ogni sua parte. Vediamo come essenzialmente questa fase consista nel ritirare la forza vitale del veicolo eterico dal corpo fisico. Si produce allora molto frequentemente una pausa di durata più o meno lunga, affinché il processo di allentamento si porti a termine, nel modo più delicato possibile e senza dolore. Spesso questo processo di distacco si dimostra nel rilassamento e nella mancanza di paura che il moribondo dimostra, evidenziando anzi una condizione di pace.
Il corpo eterico si ritira partendo dalle estremità e dirigendosi verso una delle tre possibili porte di uscita. La scelta verso l’una o l’altra di queste porte, dipende dal livello evolutivo raggiunto dalla persona quando era in vita. Tendenzialmente l’uscita dalla testa, avviene per i tipi molto intellettuali e per gli Iniziati e i discepoli, l’uscita dal cuore, per le persone buone che hanno agito per lo più con buone intenzioni, mentre l’uscita dal plesso solare, avviene per individui molto emozionali ed irriflessivi, la cui natura animale è ancora molto pronunciata.
Il corpo eterico esce definitivamente dal corpo fisico nel momento stesso in cui si rompe il cordone argentato, che unisce il corpo all’anima, la quale a questo punto penetra nel quarto sotto-piano fisico, chiamato “sotto-eterico”, iniziando lì un processo incredibilmente rapido e dettagliato di ricapitolazione e memorizzazione, di tutti i fatti accaduti nel corso dell’esistenza terrena. Durante questo breve tempo, tutta la vita passa dunque velocemente in rassegna davanti all’ego.
I corpi o veicoli inferiori, l’eterico l’astrale e il mentale, abbandonano ora il corpo mortale, portando con sé ognuno il proprio atomo permanente, il quale ha la funzione di raccogliere e registrare tutte le esperienze vissute dall’ego. Questi atomi sono situati nel ventricolo sinistro del cuore, vicino all’apice, e con la morte salgono al cervello per mezzo del nervo pneumogastrico, abbandonando da lì il corpo denso, insieme ai tre corpi inferiori. Sono come minuscoli super-computers, che di vita in vita, si arricchiscono di un numero sempre maggiore di informazioni, divenendo poi gli artefici della creazione dei nuovi corpi, quando l’anima ritornerà ad incarnarsi. In questo modo nessuna esperienza assimilata viene persa, e il livello di evoluzione raggiunto nella vecchia vita, viene precisamente ristabilito.
Una volta totalmente uscito, il corpo eterico sotto l’influenza del veicolo mentale, assume vagamente le sembianze che aveva in vita il corpo materiale, poiché in questa fase esiste ancora un certo legame con il corpo appena abbandonato. Il corpo eterico si disperde poi gradualmente man mano che le energie che lo compongono si ritirano. Tuttavia nel caso di persone poco evolute, può rimanere a lungo nelle vicinanze del proprio guscio esterno in disintegrazione, del letto di morte o della bara, o in prossimità della casa in cui visse e lasciò i propri affetti. Quando invece l’individuo ha raggiunto ormai un certo grado di maturità spirituale o il suo pensiero è abbastanza slegato dal piano fisico, la dissoluzione del corpo vitale può essere molto rapida.
Quando l’Io Interno ha scartato definitivamente i suoi corpi fisico ed eterico, rimane composto solamente di sostanza astrale e mentale. A questo punto quindi passa nel piano astrale, trascorrendo un certo tempo dedicato a ciò che viene chiamato “esame di coscienza”. Questo periodo può essere breve o lungo, da pochi giorni a molti anni, dipendendo dall’evoluzione spirituale raggiunta dall’anima. Quanto minore è il grado di evoluzione, tanto maggiore sarà il tempo di permanenza nel piano astrale e viceversa. In questo livello, ha anche luogo una “seconda ricapitolazione”, necessaria per potere entrare nel Mondo Celeste, atta a ricordare tutti gli avvenimenti di tipo astrale vissuti dall’anima attraverso i propri desideri, le emozioni e i sentimenti.
Purtroppo molte persone, specialmente se morte nella primavera della vita, mantengono parecchi legami e ancora molto interesse per la materialità, rendendo più lungo il loro stazionamento nel piano astrale. Queste persone, perdendo il loro corpo fisico, molto spesso provano un desiderio ancora maggiore verso la vita, che purtroppo li lega ancora di più al livello astrale, in una forma ben poco gradevole, fino al momento in cui finalmente riescano a purificarsi dalle catene del desiderio. Infatti così come succede con molti dei desideri della vita terrena, i desideri nel mondo astrale muoiono sostanzialmente perché manca l’opportunità di soddisfarli. D’altro canto invece le persone anziane e tutti coloro che sono stati debilitati da una lunga malattia e sono stanchi della vita, passano per questo piano piuttosto rapidamente.
Vediamo, dunque, come non esista affatto un Dio vendicativo creatore del purgatorio e dell’inferno, ma come siamo piuttosto noi i fautori di queste condizioni, con i nostri atti sconsiderati e le nostre cattive abitudini. E in accordo con l’intensità dei nostri desideri, sarà il tempo che dovremo soffrire per la nostra purificazione. Questa “Legge di causa-effetto” opera dunque purificando o purgando l’uomo dai suoi desideri inferiori, e correggendone le debolezze e i vizi che ne ostacolano il progresso. L’uomo che ha fatto soffrire altri con la propria disonestà, crudeltà, intolleranza, ecc. dovrà soffrire nello stesso modo; a meno che non si sia pentito sinceramente, ed abbia per quanto possibile riparato il male causato o il torto fatto. “Questa è la Legge Divina: Giusta e Misericordiosa allo stesso tempo”. In questo modo l’individuo impara ad operare amorevolmente, onestamente e giustamente. Ma come mai allora pur essendoci già purificati tante volte, nel corso di molte vite passate, non abbiamo ancora imparato la lezione e commettiamo ancora gli stessi errori? In realtà spesso il nostro Io l’ha davvero già imparata la lezione, ma la nostra natura inferiore alcune volte ha ancora il sopravvento, e ci fa ricadere nell’errore.
Nel momento in cui l’uomo passa al piano mentale, ormai libero dagli ormeggi del desiderio animale, esce completamente della sfera di attrazione della terra. Dobbiamo comprendere che la morte non cambia l’uomo in alcun modo, egli continua ad essere lo stesso in ogni aspetto, fatta eccezione ovviamente per il corpo fisico. I suoi pensieri e desideri rimangono esattamente gli stessi e la sua felicità o disgrazia dipende da quanto abbia accettato la perdita del proprio corpo fisico. Spesso egli inizialmente non crede nemmeno di essere morto, poiché può ancora vedere i suoi vecchi oggetti ed i propri cari, ma incomincia a rendersi conto della realtà non appena si accorge di non poter comunicare con loro. A quel punto di solito scopre di essere morto e gradualmente arriva ad accettare la propria condizione. Tutta la vita astrale dopo la morte, rappresenta quindi un processo per riportare l’ego dentro sé stesso, e quando a tempo debito l’anima arriva a testare anche il limite di quel piano, finalmente lo lascia dietro di sé, passando ad una Vita più elevata e piena, nel Mondo Celeste.
Eccetto che per una piccola minoranza di uomini, l’esistenza dopo la morte, generalmente è molto più felice di quella condotta sulla terra, dato che non esiste più la necessità di guadagnarsi il sostentamento giornaliero. Il corpo astrale infatti non ha fame, né freddo, né soffre malattie; e per la prima volta dopo la prigionia terrena, l’uomo si sente finalmente libero di usare il proprio tempo per fare ciò che più gli piaccia. Le persone che hanno gli stessi gusti, propositi e interessi tenderanno a raggrupparsi, così come succedeva nel mondo fisico. Un amante delle bellezze naturali, potrà viaggiare rapidamente e senza fatica, fino a scoprire i più deliziosi paraggi del mondo; mentre un appassionato di arte, avrà a sua disposizione le opere del mondo intero. Per chi inoltre durante la vita terrena sia stato altruista e abbia lavorato per il benessere degli altri, questo sarà un mondo di rapido progresso e di estrema felicità, aprendosi qui una splendida prospettiva per acquisire nuove conoscenze ed effettuare utili lavori.
Una volta abbandonato anche il corpo astrale, l’uomo interno, l’Io, segue il proprio percorso di ascensione, restando solamente nel corpo mentale, che sarà tanto più evoluto quanto più si sarà potuto perfezionare, attraverso l’energia prodotta da pensieri elevati e non egoistici. Qui nel piano mentale ha luogo inoltre una “terza ricapitolazione” di tutti gli eventi di tipo mentale, e dei pensieri avuti durante la vita appena conclusa. In questo stato, più che nell’anteriore, l’uomo si trova prossimo all’anima e benché veli di illusione oscurino ancora la sua vista, essi sono ora molto più trasparenti di quelli che l’accecavano quando era rivestito di carne ed emozioni. In questa fase, il primo sentimento provato è di indescrivibile giubilo e vitalità, e di intensa felicità di vivere, e per il momento l’Io non anela ad altro che di godere di quella gioia spirituale. Man mano poi che la felicità aumenta, si accresce anche la saggezza e la visione diviene di conseguenza ancora più ampia.
La natura inferiore della personalità si è ormai totalmente consumata durante la vita astrale, per cui adesso rimangono all’uomo solamente i pensieri più nobili e puri, e le aspirazioni altruistiche che ebbe durante la vita terrena. Nel piano mentale, inoltre l’infinita pienezza della “Mente Divina” è aperta con illimitata abbondanza a tutte le anime. Più che un piano, questo è uno stato di coscienza, dove la felicità è pressoché completa. E’ l’oblio assoluto di tutto ciò che durante l’incarnazione causò dolore o pena, e persino l’oblio dell’esistenza stessa della sofferenza.
L’entità spirituale vive questo ciclo intermedio, fra due incarnazioni, circondata da tutto ciò a cui aveva invano aspirato nella vita. Qui si fanno realtà tutte le illusioni e i sogni più nobili che non poté realizzare durante la vita terrena, insieme a tutto ciò che amava sulla terra. Per lunghi secoli l’Io conduce un’esistenza di felicità ininterrotta, intercalata perfino da eventi di ancora maggiore splendore, e tutto ciò rappresenta la ricompensa per le sofferenze patite nella vita terrestre. Si può dire che questo stato sia il vero “Paradiso”, ma non l’eterna e passiva contemplazione, bensì la più dinamica attività e realizzazione creativa. Liberato dalla necessità karmica, anche se solo temporaneamente, l’essere umano vive più vicino a sé stesso e alla “Grazia Divina”, e questo rappresenta il punto più elevato di unione e contatto con l’Essere Supremo.
Tuttavia col tempo le “Cause” che condussero l’ego al piano mentale superiore si esauriscono; le esperienze acquisite sono state ormai ampiamente assimilate dall’anima, che incomincia a sentire di nuovo la necessità e la sete di vita materiale. E per poter evolvere ancora, torna ad incarnarsi.
Quest'articolo è il frutto di un notevole lavoro di correzione, sintesi e di rielaborazione da parte di fisicaquantistica.it, a partire da un libro compendio diffuso in internet sotto i titoli “Perle di Saggezza” o “La Luce Adamantina”.
Ho letto parecchio e da molti anni, su questi argomenti. Si certe letture, quasi completano, la visione della vita, senz’altro la migliorano.