Atlantide
“Atlantide” è il nome del continente abitato dalla quarta razza-radice, detta Atlantica, la prima terra di cui esistano informazioni storiche, la quale sorse per così dire, sulle ceneri della precedente “Lemuria”, distrutta da una serie di successivi cataclismi di origine fondamentalmente vulcanica.
L’apparenza dei primi atlantici era molto distinta dall’attuale e molto simile a quella degli ultimi lemuriani, loro diretti precursori. Gli occhi erano piccoli e le orecchie si collocavano più indietro nella testa rispetto alla conformazione attuale. Nel complesso la loro immagine si rispecchia abbastanza fedelmente nell’iconografia azteca e maya. Queste caratteristiche tuttavia variarono man mano e nella quinta sottorazza, la “semita”, si possono ormai notare tratti fisici molto simili ai nostri.
Avvenne che durante la terza razza lemuriana a causa dell’intervento degli “Spiriti Luciferici”, l’uomo fu prematuramente dotato di una individualità con la quale non sapeva come comportarsi. I successivi errori commessi per mancanza di maturità e di caratteristiche appropriate, generarono di conseguenza durante l’era atlantica una massa di karma, che fece posporre l’entrata in vigore del nuovo impulso Cristico fino alla seguente epoca “Ariana” (l’attuale). Ed anche in essa tuttavia, il messaggio Cristico non fu correttamente assimilato dall’umanità, ancora troppo sottoposta all’influenza luciferica.
Inoltre negli atlantici primitivi, i corpi sottili interni non risultavano ancora ben allineati tra loro come risulta attualmente, e come conseguenza di quello scostamento, il loro potere di percezione era molto più preciso nei piani sottili che nel livello fisico. Gli atlantici quindi non percepivano con chiarezza i contorni delle cose e questa mancanza di percezione era ancora più accentuata dall’ambiente che li accoglieva, che possedeva all’epoca, un’atmosfera parecchio nebbiosa. Potevano però captare la forma eterica ed astrale di ciò che li circondava, ed identificare quindi in maniera inequivocabile gli attributi di tutto ciò con cui si relazionavano. Solo nell’ultimo periodo atlantico si ottenne la perfetta coscienza del piano fisico, ma a costo della perdita di percezione dei piani più sottili, cosa che lasciò l’uomo più indifeso ed esposto all’ostilità del proprio ambiente.
Al principio gli atlantici possedevano una memoria appena abbozzata, come frutto degli ultimi passi dell’evoluzione mentale dei lemuriani, che aveva permesso loro di esprimere già dei sentimenti di tipo artistico e spirituale. Grazie allo speciale vincolo dei primi atlantici con le forze della natura, i suoni da loro emessi, come già succedeva nei Lemuriani, agivano su cose ed esseri designati. Era un linguaggio dotato di un potere reale in grado di esercitare un effetto curativo, di stimolare la crescita delle piante o anche di domare un animale selvaggio. Tuttavia nelle successive sottorazze questa capacità andò pian piano diminuendo, fino a dissolversi completamente.
Più avanti gli uomini incominciarono invece a prendere coscienza di sé stessi come entità autonome e separate e con ciò venne anche l’autostima ed il germe dell’orgoglio personale. Così coloro che avevano sviluppato in forma più perfetta la memoria, ed erano capaci di ricordare esperienze passate e di stabilire paragoni con il presente, furono molto stimati. In quel periodo infatti la mente concreta razionale dell’uomo non agiva ancora in modo sostanziale e le difficoltà si affrontavano sulla base di esperienze simili accadute nel passato. In questo modo, si stabilì un rudimentale culto della tradizione e una primordiale memoria e coscienza di gruppo.
Con uno sviluppo molto più completo della memoria e con lo stabilirsi di una forma di adorazione e sottomissione verso le personalità più rilevanti, si arrivò al momento in cui apparvero l’ambizione e l’orgoglio, basati sul potere personale e sulle facoltà che questa razza possedeva nell’utilizzare le forze della natura. La quarta sottorazza di Atlantide, fu la più degenerata, in essa fruttificarono infatti i primi semi del male e la paura della morte, che è una delle più randi distorsioni della Verità Divina. Tutti questi aspetti determinarono una vertiginosa caduta dell’integrità di quel popolo, e una tendenza significativa alla corruzione e degenerazione con finalità straordinariamente egoistiche e perverse, da parte delle classi più elevate della società nei confronti delle più povere ed ignare.
Tutte le aberrazioni ebbero in questo oscuro periodo un completo sviluppo. I sacrifici umani divennero una pratica generalizzata, ed i maghi-sacerdoti consacrarono i loro sforzi nel dotare di vitalità artificiale creature elementari, con lo scopo di utilizzarle per incutere timore negli individui più inconsapevoli, i quali credevano di vedere in quelle repellenti entità semi materializzate degli dei degni di venerazione. Ogni tipo di prodigio era realizzato da quei maghi, che potevano controllare i Deva minori e gli spiriti della natura. In questo modo potevano dotare di una falsa vita le statue di pietra di mostruosi dei, che scendevano dai loro piedistalli per divorare gli esseri umani che erano loro offerti in cruenti sacrifici, o promuovevano un’intelligenza artificiale in alcuni animali, dotandoli della parola, affinché esigessero donazioni dai sudditi.
La “Gerarchia Planetaria” e altri Grandi Precettori di altri pianeti, considerarono tutte quelle iniquità come enormemente pericolose per il futuro sviluppo dell’uomo, per cui fu decretata la completa distruzione di questa razza profana ed indegna. Un gigantesco diluvio causato dalla condensazione del vapor acqueo che impregnava l’atmosfera di quel periodo e alcuni tremendi terremoti sprofondarono così la maggior parte di Atlantide sotto la superficie del mare. Unicamente delle piccole estensioni meridionali del continente rimasero intatte, e lì si svilupparono le sottorazze seguenti, a partire da quei pochi sopravvissuti che erano stati accuratamente selezionati dalla “Gerarchia Spirituale”. Questo gran diluvio corrisponde concretamente a quello descritto nella Bibbia e chiamato “Diluvio universale”.
Sugli ultimi resti di terra di Atlantide, apparve quindi la quinta sottorazza, detta “semita”, la quale gettò le fondamenta per la successiva razza-radice, “Ariana”. In questo periodo la mente incominciò a svilupparsi in maggior misura di prima, per cui ora prima di procedere a soddisfare immediatamente un certo impulso, l’uomo cercava di capire se quell’azione fosse appropriata o avrebbe potuto causargli invece qualche danno. Le motivazioni continuavano ad essere essenzialmente egoistiche, ma adesso venivano vagliate dal controllo della mente. Questa possibilità di ragionare e discernere, suppose tuttavia come controparte, la perdita della chiaroveggenza e del controllo delle Forze della natura, la qual cosa sollevò comunque l’uomo da una tremenda responsabilità relativa ad un potere che ancora non era in grado di utilizzare correttamente. Inoltre la natura astrale o emozionale dell’uomo in questo periodo era ancora poderosa e predominante, mentre la capacità riflessiva era appena incipiente, per cui la loro interazione causò una specie di compromesso favorevole alla parte emozionale, che si concretizzò in una forma di astuzia al servizio dell’interesse egoistico. Alla fine della settima sottorazza atlantica si situa infine quello che la scienza chiama “homo sapiens”.
Quest'articolo è il frutto di un notevole lavoro di correzione, sintesi e di rielaborazione da parte di fisicaquantistica.it, a partire da un libro compendio diffuso in internet sotto i titoli “Perle di Saggezza” o “La Luce Adamantina”.
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