Karma-Yoga
“Yoga” significa Unione e “Karma” vuol dire Azione.
Ciò vuol dire che l’Azione deve compiersi in modo che il risultato porti all’Unione e alla cooperazione tra gli uomini. Lo scopo del “Karma-Yoga” è di disciplinare gli uomini a questo scopo. Anche se sembra paradossale parlare di unione per mezzo dell’azione, poiché molto spesso proprio le attività umane, le relazioni interpersonali, i multipli affanni e le faccende, separano e distanziano gli uomini.
Facciamo ora un esempio considerando che cos’è la collera. La collera è un’energia che sorge nell’uomo e produce effetti negativi tanto all’esterno quanto nell’interiorità. Raggiunge il suo apice nell’uomo arretrato, manifestandosi in una varietà di forme brutali e violente, dirette contro tutti coloro si oppongano al suo volere e al raggiungimento dei suoi desideri e scopi. Ciò rappresenta una forma indisciplinata e distruttiva di energia naturale, che deve assolutamente essere trascesa e sconfitta da chi aneli seguire i metodi del “Karma-Yoga”. Ma come si può arrivare a dominare l’ira? Innanzitutto eliminando l’elemento personale.
Se riceviamo un danno o siamo vittima di un’ingiustizia, oppure qualcuno ci offende, il “Karma-yoga” ci suggerisce di perdonare le ingiurie e di restituire amore in cambio dell’odio, ossia vincere il male con il bene, così come disse Buddha quando affermò: “l’odio non cesserà mai per l’odio, bensì per l’amore”. Se riusciamo poi ad eliminare anche l’elemento personale, potremo arrivare a non provare più alcun tipo di collera. Infatti anche l’ira che proviamo vedendo commettere ingiustizie nei confronti dei più deboli, è sbagliata. E’ un’ira impersonale, più nobile dell’anteriore, ma ancora imperfetta che deve tramutarsi in una qualità superiore, in grado di farci provare compassione tanto per la vittima quanto per l’aggressore, poiché colui che offende dimostra di essere ancora più debole e bisognoso di compassione.
Questo atteggiamento di Giustizia Superiore ci purifica e ci avvicina maggiormente alla nostra Vera Realtà interiore, facendoci giungere ad un punto in cui il nostro amore impersonale e purificato di egoismo, si possa diffondere ovunque e rivolgere a chiunque, secondo l’esempio di Cristo. Questo amore supremo indicato dal “Karma-Yoga” non chiede niente in cambio di ciò che dà, non anela gratitudine né alcun riconoscimento, sviluppando il non attaccamento al risultato dell’azione compiuta.
Riflettiamo un attimo: siamo capaci di aiutare senza chiedere veramente niente in cambio? Non è per caso vero che generalmente ipotechiamo l’aiuto che diamo, sperando che un giorno ci verrà in qualche modo restituito? Quando ci comportiamo così, restiamo legati all’azione, non siamo più liberi e quindi soffriamo. Possiamo quindi affermare che solo l’impersonalità, l’innocuità e l’indifferenza agli istinti della personalità e ai suoi attaccamenti mondani, rappresentino i primi passi verso il vero discepolato.
Krishna ci segnala le caratteristiche dell’uomo che abbia trasceso il Miraggio o illusione e sia capace di riconoscere il Supremo. E’ colui che essendo in uno stato elevato di coscienza, riesce a guardare fiducioso tutte le cose in ugual maniera, il fango della terra come il lingotto d’oro, l’amico come il nemico. In conclusione si può dire che, quanto maggiore è il livello di evoluzione raggiunto da un individuo, tanto maggiore sarà il suo stato di impersonalità e distacco.
Quest'articolo è il frutto di un notevole lavoro di correzione, sintesi e di rielaborazione da parte di fisicaquantistica.it, a partire da un libro compendio diffuso in internet sotto i titoli “Perle di Saggezza” o “La Luce Adamantina”.
capire ciò che succede nel corpo e nella mente nel presente, lavorando sul proprio Karma, cercando di mettere a tacere il giudizio e focalizzandosi su ciò che si sente è la chiave per godere il presente in serenità.