3° Raggio, Intelligenza Attiva
di Maddalena Premuti Bonetta
Il terzo raggio è quello degli inventori, ricercatori, musicisti, scienziati, esploratori e di coloro che vogliono capire come funzionino internamente i meccanismi della vita e della natura fino al loro nucleo più interno, microscopico.
Scese sulla Terra per bilanciare il 2° raggio che nella sua distorsione è manchevole di misura, ragione, equilibrio e capacità analitica. La distorsione del 3° raggio invece accade quando quest’ultimo perde coscienza, si addentra e si arrischia nel toccare (e manomettere), i sapienti e intelligenti funzionamenti che la natura ragionevole (equilibrata) ed intelligente ha creato.
Questo raggio può anche tendere ad una sorta di materialismo (esiste solo ciò che posso vedere, toccare, misurare e prevedere) e all’analisi che isola ogni cosa in una parte separata senza collegarla al tutto, dimenticandosi quindi della visione d’insieme.
La scientificità manchevole di vera conoscenza e coscienza rischia di standardizzare, analizzare e frammentare troppo, così da soffocare la scintilla divina che tutto può creare.
Matematica, geometria, scienze naturali, chimica, biologia, fisica, informatica sono discipline tutte appartenenti a questo raggio… come vengono “vendute” e presentate in questa attuale società? Cosa vogliono farci credere siano?
A chi ha una concezione olistica della vita innata e connaturata, la scienza moderna tradizionale appare subito come un abominio. È necessario però comprendere la genesi della manifestazione più recente di questo raggio così da poterlo capire, comprendere i suoi punti deboli, e poterlo apprezzare al meglio accogliendo e “sfruttandone” pregi e benefici.
Gli illuministi, caratterizzati dal rilievo dato al “lume della ragione” cercarono di sottolineare il valore della ratio, ossia della misura, così da non eccedere in sfrenate pericolose discese e voli pindarici in nome di aneliti che spesso portavano a infelici epiloghi. La misura cioè la ratio, in quanto puro strumento introdotto dal terzo raggio, perse però la sua purezza e si trasformò in un’analisi frammentaria, spezzata e fredda, fuori dal centrato equilibrio che il terzo raggio stesso avrebbe voluto manifestare. Questa ratio perse essa stessa il senso della misura, di cui all’inizio voleva sottolinearne l’importanza. L’intento della misura diventò così una forsennata ricerca a misurare e controllare la natura, cercando di dominare la Vita.
Molti scempi e sfaceli erano stati commessi dal cieco affidarsi a moti interni dell’anima senza l’uso della ragione, dipinta da Platone come l’auriga del carro alato. Il terzo raggio partì in origine per mitigare il caos del secondo raggio distorto, ma sforò in un eccesso. Tutte le distorsioni di ogni raggio sono eccessi, e ogni raggio ha visto sé stesso subire molte distorsioni rispetto alla propria originaria purezza. Così ragione e misura, divennero fredde.
L’asettica razionalità guardava solo al far funzionare meccanicamente senza sprechi ogni cosa, e mirava a poter spiegare ogni singolo evento, perché, se non fosse stato possibile spiegarlo, allora semplicemente sarebbe stato relegato all’impossibilità di esistere; e se anche fosse esistito ma fosse mancato un modo per spiegarlo allora non sarebbe risultato controllabile e avrebbe potuto nuovamente portare a esasperazioni ed eccessi non mediati dalla ragione.
Il terzo raggio “puro” porta con sé la voglia di comprendere l’intelligenza della Natura. Le leggi che governano i macro meccanismi si ri flettono relativamente nel microcosmo. La bellezza e la magia che vengono rivelate e portate alla luce grazie all’attività del terzo raggio puro sono di un’inestimabile bellezza. La vera comprensione delle cose accade quando analisi e sintesi vengono unite, ma non fuse-confuse indistintamente, quanto piuttosto messe in relazione tra di loro come fossero i due poli del simbolo dell’infinito, nel quale scorre la vita che alimenta i due poli, essendo contemporaneamente alimentata da questi. Il terzo raggio puro si propone di delineare il ritmi, i disegni e gli intrecci che scandiscono il sistema Vita. Il talento ad analizzare e a sistematizzare le informazioni secondo regole matematiche si esprime anche attraverso la composizione di musica.
Le correnti filosofico-spirituali-esoteriche ed essoteriche orientali tendono a voler escludere la spiegazione analitica e dettagliata del funzionamento delle loro pratiche atte a risvegliare la coscienza, proprio come “antidoto” al “voler capire”, poiché quest’ultimo ha spesso oscurato e soppiantato il diretto e “chirurgico sentire”: “so che so, ma non so come, ma so che lo so e so che è così”. Un sentire diretto che scavalca i calcoli e le dettagliate spiegazioni a volte esageratamente analitiche e frammentarie.
Tuttavia le spiegazioni chiare, essenziali e precise diventano utili per “tranquillizzare” e coinvolgere il lobo sinistro del nostro cervello che, colto da stupore e perplessità, rimane spesso spiazzato di fronte a narrazioni che non collimano con la razionalità che gli è propria. Il cervello sinistro si strugge per cercare di capire, vista che è questa la sua natura, ma il sentire va direttamente ad un sapere più profondo e fa comprendere l’esperienza a livello “epidermico”. Sì, perché le informazioni penetrano dentro di noi e passano attraverso la nostra pelle, la attraversano. La pelle è la membrana che ci mette in comunicazione con il mondo, così come la membrana delle cellule le mette in comunicazione con il loro ambiente esterno.
L’intelletto (intus- lègere, leggere dentro) ci porta a scoprire con rinnovato e meravigliato stupore com’è fatto un oggetto, come si muovono i suoi ingranaggi, e che rassomiglianze possono esserci con altri oggetti o sistemi presenti nell’ambiente-vita che ci circonda; ed è proprio questo che ci permette di acquisire sapienza e conoscenza.
Il terzo raggio e gli individui appartenenti al terzo raggio, come in ogni raggio, possono incappare in varie rifrazioni particolari, vari modi di distorcersi; vediamone qualcuno.
C’è la possibilità che si rifranga in un’astrazione teorica, dove formule su formule cercano di analizzare un oggetto fino al dettaglio più infinitamente piccolo perdendo di vista l’interezza di tutto l’insieme. La parte teorica ci può sicuramente dare molte informazioni utili che però, rimanendo nella sfera astratta, fanno mancare l’applicazione pratica caratterizzata da quel pragmatismo concreto utile nella vita quotidiana.
Un altro modo in cui il terzo raggio può rifrangersi è chiudendosi in sé auto isolandosi, volendo tenere custodite e segrete tutte le scoperte che fa. Questo comportamento è tipico dello scienziato che studia e fa nuove scoperte una dopo l’altra, ma tutto il sapere che riceve lo tiene gelosamente nel suo grembo, non vuole e non gli interessa condividerlo, pensando tra sé e sé che tanto a questo ci penseranno gli altri e non è un problema che lo preoccupa.
Un’altra rifrazione ancora che possiamo incontrare nell’ambito del terzo raggio è l’analisi esasperata. Ci si concentra a guardare, studiare ed analizzare la singolarità senza collegarla all’interezza. Questo spesso succede nella medicina classica: si cerca di curare il sintomo senza prendere in considerazione cosa quel sintomo stia segnalando in relazione alla salute globale del corpo.
Come scritto sopra, il terzo raggio, inizialmente venuto a mitigare l’amore esasperato staccatosi dalla saggezza, finì per arrogarsi un ruolo di creatore e demiurgo che gestisce e controlla la natura invece di coadiuvare una cosciente comprensione misurata delle sue leggi.
Una Storia per il Terzo Raggio
“L’imbrunire stava avanzando, e il giorno cedeva il posto alla notte che adagio avanzava e si faceva spazio. Erano tempi bui quelli, sono passati molti secoli da allora, ma le lotte continuano, le ingiustizie e l’oscurantismo anche, sebbene sotto altre apparenze; ma la fiamma creatrice della vita continua ad ardere, e i pionieri continuano ad esistere…
Quella sera il cimitero sarebbe stato senza custode, erano giunte voci che fosse ammalato, e in attesa di trovare un sostituto, nessuno poteva presidiare i sepolcri. Leonardo (da Vinci) fremeva da giorni, erano mesi ed anni che aspettava questo momento… poter veramente vedere come era fatto il corpo umano davvero, senza supposizioni astratte. Voleva vedere, osservare e guardare con i suoi propri occhi direttamente la meraviglia che la pelle di tutti noi avvolge e custodisce.
Così indossò il suo mantello, si coprì il capo con il grande cappuccio e portando dietro una vanga e pochi altri attrezzi si incamminò verso il cimitero. Pochi giorni prima era stato seppellito un suo compaesano, si lamentava spesso di un forte male di pancia, lato destro, sotto il costato… Leonardo pensò quindi di andare a dissotterrare lui, sia perché erano passati pochi giorni dalla sua morte, quindi il corpo non avrebbe dovuto presentare grandi segni di deterioramento, sia perché, gli sembrò cosa buona e fortunata, sapere esattamente di che male si lamentava l’uomo: così avrebbe potuto confrontare la sua testimonianza con ciò che avrebbe trovato nella zona corrispondente del suo corpo. Un buon modo di verificare e confrontare lo stato del corpo con ciò che era stato il suo male di vivere.
Arrivato presso il luogo di sepoltura del suo compaesano, Leonardo prese la vanga e iniziò a scavare… ad ogni vangata di terra che toglieva si sentiva un passo più vicino a realizzare uno dei suoi più profondi aneliti. Sentiva che avrebbe donato qualcosa di incommensurabile al mondo, anche se sapeva che molti non lo avrebbero capito e l’avrebbero tacciato di abuso ed eresia. Per gli altri lui stava solamente profanando un corpo; Leonardo invece aveva il massimo rispetto nei confronti della vita e della creazione che ospita in sé la Vita, ma voleva che venisse rivelata chiaramente, e non solo secondo ipotesi costruite e diffuse da correnti ecclesiastiche, atte ad obnubilare l’indipendenza e unicità di pensiero insita in ogni essere umano.
Dissotterrò il corpo, lo caricò in una carriola, rimise la terra nella fossa, e rapidamente tornò presso la propria abitazione. Con un po’ di sforzo e fatica sollevò il corpo e lo dispose sopra un grande tavolo di legno. Gli tolse gli abiti poveri e consunti che portava, e prese in mano un coltello affilato, incise la pelle da sotto la gola fino al basso ventre; sotto il primo strato di pelle notò un altro strato fatto da tanti fasci, incise anche quello, separò i lembi e ciò che si svelò alla sua vista era un insieme di tante forme, distinte ma connesse tra di loro, con aspetti diversi e consistenze differenti. ‘Allora è questo ciò che abbiamo nel nostro corpo, sempre che tutti abbiano le stesse cose dentro’, pensò tra sé e sé.
Preso dallo stupore e dalla meraviglia, una profonda commozione salì in lui. Tutti quelle costruzioni sapienti… come un mosaico ognuna trovava il suo posto. D’improvviso si ricordò il malanno del quale il suo compaesano era morto. Diresse allora lo sguardo sotto il costato destro… è ciò che vide lo scosse fortemente. La forma che stava lì era rovinata, un colore rosso scuro che virava verso il nero, la superficie bucherellata e irregolare, puzzava anche più delle altre. Chissà cosa si nascondeva all’interno di questa forma-organo. Chissà com’era strutturata e com’era fatta…
Continuando la sua esplorazione Leonardo decise di aprire anche il cranio, segò le ossa del teschio… e lo stupore lo colse nuovamente; abbassò lo sguardo all’addome… e notò una certa similarità tra quello che era l’organo deputato al passaggio del cibo, e a quello che giaceva nella testa del suo compaesano. Quanto c’era da scoprire e da sapere… questo non era che un piccolo inizio, un piccolo ma grande inizio. Molte erano le conoscenze che dimoravano nel bagaglio di conoscenza ed esperienza della creatura umana, ma molte di queste erano state perse, oscurate e soppiantate da false credenze. C’era tanto da riscoprire e rimettere ad una nuova luce… “
Una Poesia per il Terzo Raggio
“Quale forza, quale ingegno
così amabilmente dispone
ogni pigmento di colore
in modo così ordinato e armonico?
Quale forza, quale ingegno sussurra
ad ogni cellula della Rosa di esprimere
proprio quella gradazione di colore
proprio in quel preciso punto?
Cosa sarebbe la vita data in mano al caso!
Non sarebbe che caotico caos gettato alla rinfusa
Ma una forza, un ingegno,
un amore di Natura infonde e insuffla
la più bella armonia.
Così lavora la grande Mente.
Sussurra alla creazione mondi di organizzazione”.
Conclusione
Il corpo umano è uno delle più grandi meraviglie che la natura ci dona. Si è evoluto nel tempo e continua ad evolversi insieme a tutta la creazione… ma grosso modo è completo e non c’è niente che l’essere umano possa inventare per renderlo migliore.
Sarebbe “superbo” pensare di inventare qualche organo accessorio, per esempio. Semmai ciò che la scienza cosciente può fare è cercare di comprenderlo al meglio, studiando i codici e leggi che esso contiene, protetti e nascosti sapientemente al suo interno, che al momento opportuno saranno rivelati.
Articolo di Maddalena Premuti Bonetta
Fonte: https://maddalenapremutibonetta.com/blog/3-raggio-intelligenza-attiva
Visto su: https://www.camminanelsole.com/
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