Cosa fare quando il Mondo finisce?
di Alessandro Baccaglini
L’insegnamento del Cristo culmina nell’indicazione di un non meglio precisato “Tempo della Fine”.
Stando alle parole del Maestro, dobbiamo tenerci pronti per una fase conclusiva della storia di questo mondo, che porterà al Suo Ritorno e a all’instaurazione definitiva del Regno: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria…” -Mt 25, 31
Tutto ciò, in senso esoterico, allude sia al ritorno fisico della persona del Cristo, sia al conseguente riversarsi su tutto il pianeta di un quantitativo massiccio di energia proveniente dai piani del mondo celeste (detta “Spirito Santo” o “Fuoco”): “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra…” -Lc 12, 49
Questo processo, in parte già in atto, produrrà due fenomeni di senso opposto e complementare; il graduale innalzamento della frequenza vibratoria del pianeta, farà sì che:
– quanti osservano i principi del Vangelo, ossia coloro che si sforzano ogni giorno di raffinare la qualità dei loro pensieri, delle loro azioni e dei loro stati emotivi, saranno spinti con sempre più forza verso un livello superiore di consapevolezza, caratterizzato dal sentire del Cuore: Gioia, Compassione, Gratitudine e Devozione caratterizzano questo stadio più elevato dell’essere.
– quanti non si applicano per conformarsi alla Nuova Coscienza, ma perseverano nell’identificarsi con pensieri, emozioni e pulsioni legati a egoismo, avidità, rancore, paura, etc., saranno invece spinti sempre più in basso, in una spirale discendente. La frequenza sempre più elevata, infatti, attrae a sé chi risuona con essa, ma spinge via chi si mantiene su livelli vibrazionali troppo bassi.
Sarà il tempo della “cernita”, in cui “uno sarà preso, l’altro sarà lasciato”: questa divisione non avverrà per ragioni morali, per un desiderio personale del Cristo di salvare alcuni e scartare altri, ma come un semplice fenomeno fisico derivante dalle leggi dell’energia. “Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra…” -Mt 25, 32-34
La domanda è: “cosa possiamo fare noi in questo frangente?”. In questo frangente è cruciale portare avanti un lavoro su noi stessi, al fine di disciplinare tutti e tre i piani della personalità (fisico, emotivo e mentale), per renderli adatti a reggere l’impatto con la rinnovata frequenza spirituale (il famoso “vino nuovo in otri nuovi”); nello specifico:
– Mentale: vegliare sui pensieri; non indugiare in pensieri caotici e incontrollati (esempio: ogni volta che ce ne ricordiamo, poniamo fine al pensiero “automatico” e torniamo a concentrarci su ciò che stiamo facendo); per interrompere l’attività mentale meccanica è utile leggere, pregare, riflettere sui principi dell’insegnamento, praticare la visualizzazione attiva per evocare, attraverso l’immaginazione, obiettivi e scenari legati alla realizzazione della nostra missione.
– Emotivo: non rifiutare il nostro stato emotivo presente, nemmeno quando si tratta di emozioni spiacevoli come rabbia paura, etc. Il nostro lavoro non consisterà mai nel giudicare o modificare le nostre emozioni, ma semplicemente nel prendere coscienza di esse. La trasmutazione alchemica di un’emozione pesante in un’emozione superiore, avviene semplicemente rendendo la prima oggetto di attenzione cosciente.
– Fisico: agire! Operiamo le nostre scelte, prendiamo posizione, definiamo la nostra linea d’azione; non esistono scelte sbagliate: dal punto di vista evolutivo il solo pericolo è l’indugiare nella “tiepidezza” dell’indecisione. Cerchiamo inoltre con le nostre parole e le nostre azioni di ispirarci ai principi del Servizio: ricerchiamo cioè, fosse pure nel piccolo gesto di offrire un bicchiere d’acqua, l’intenzione di aiutare i nostri fratelli, di essere loro d’esempio, e di avere cura dei loro bisogni, sia materiali che spirituali.
Ricordiamo che la maggior parte delle persone che sono oppresse dalla sofferenza e dall’incoscienza, non ha bisogno dei gesti plateali di chi si crede un messia, ma di ritrovare un barlume di compassione e di riconoscimento fraterno, nei piccoli gesti di ogni giorno: “E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa…” -Mt 10, 42
Articolo di Alessandro Baccaglini: ricercatore, scrittore e conferenziere
Fonte: https://alessandrobaccaglini.com/cosa-fare-quando-il-mondo-finisce/
Commenti
Cosa fare quando il Mondo finisce? — Nessun commento