Il Desiderio, il Tempo e il Denaro
di Mariabianca Carelli
La Legge inerente alla Manifestazione, e che dà senso al tutto, è l’evoluzione da forme inferiori a forme superiori; ciò è valido per i regni di natura e per gli esseri umani, per il microcosmo e per il macrocosmo.
L’evoluzione dell’uomo avviene per lungo tempo in modo “automatico”; l’individuo non risvegliato è trasportato dalle forze della vita e dai suoi più immediati bisogni e desideri. Ma, pervenuto ad uno stadio più avanzato, l’uomo comincia a guidare il proprio destino, a ragionare, a discriminare e a scegliere; in questa capacità di autodeterminarsi sono la nostra responsabilità e la nostra dignità. In ciò è anche il valore e il significato delle nostre esistenze.
Chi inizia il Sentiero ha camminato a lungo, inseguendo i desideri, uno dopo l’altro; nei primi stadi dell’evoluzione ha ricercato la soddisfazione di bisogni legati alla sfera fisica: sicurezza, cibo, sesso; poi l’esaudimento di desideri riguardanti il piano emotivo: comprensione, calore, simpatia; infine, l’appagamento di aspirazioni di ordine più elevato: filosofiche, intellettuali, estetiche.
“Esso (il desiderio) si trova a metà strada e, partendo da questo punto, la via conduce da un lato verso l’alto, da quello opposto verso il basso. Esso è la base dell’azione ed è ciò che muove il volere. Come dicevano gli antichi ermetici ‘Dietro il volere sta il desiderio’. Infatti, tanto se vogliamo fare del bene quanto del male, è necessario che destiamo in noi il desiderio di simili azioni. L’uomo retto il quale diventa pure saggio, dovette pure una volta, nel corso delle sue molte vite, bramare la compagnia di santi uomini e dovette tener vivo in sé il desiderio verso il progresso, allo scopo di continuare per quella via… Così egualmente dall’altro lato, l’uomo malvagio si creò in molte vite successive desideri bassi, egoisti e scellerati, degradando questo principio invece di purificarlo”. (William Q. Judge, L’Oceano della Teosofia)
Dopo tali peregrinazioni nei vari giri della spirale evolutiva, il Desiderio scopre il suo vero volto di agente al servizio dell’evoluzione; il suo “obiettivo” è stato quello di:
– insegnare l’azione e la persistenza;
– potenziare capacità;
– rafforzare doti e inclinazioni;
– raffinare l’uomo, elevandone gradualmente le aspirazioni;
– temprare la volontà, elemento necessario per tutti i conseguimenti, e, in misura maggiore, per quelli spirituali.
Il gioco è stato scoperto, la maya è divenuta manifesta, e l’uomo è “vuoto”. La vita, così come finora egli l’ha intesa – e gli sembrava l’unica e ovvia maniera d’intenderla – gli appare priva di senso: “Colui che lascia questo mondo senza conoscere il suo Sé interiore ha condotto una vita senza significato. Non ha vissuto affatto la sua vita”. (Brihad Aranyaka Upanishad).
All’aspirante-ricercatore numerose attività in cui gli uomini usano applicarsi per buona parte della loro vita appaiono fatue e, talvolta, insane. Egli si rende conto che il modo in cui gli esseri umani sono soliti trascorrere il Tempo, inseguendo i loro desideri o “interessi”, indica chiaramente che uso facciano della loro esistenza. Useranno il tempo con saggezza se avranno compreso che esso è amico e nemico; risorsa e rimpianto; energia e dissipazione; ricchezza e povertà; opportunità e disperazione.
“Noi temiamo la morte perché pensiamo di dover lasciare il nostro corpo, ciò che possediamo, la nostra posizione sociale, i nostri affetti. Ciò che dovremmo temere è il non aver utilizzato il tempo, gli spazi, la bellezza del mondo che ci circonda, i nostri valori di nascita, la nostra intelligenza, le meravigliose possibilità della nostra mente, il nostro corpo, i nostri affetti e i nostri sentimenti, l’entusiasmo, la meraviglia, l’amore, per entrare in contatto sistematico con il nostro essere, per entrare in contatto con Dio”. (Cesare Boni, Dove va l’anima dopo la morte?)
Una volta arrivato alla consapevolezza del valore del Tempo, l’individuo risvegliato lo percepisce come possibilità da usare per il Meglio; ha orrore dell’espressione: “Faccio la tal cosa per passare (o per ammazzare!) il tempo”. Ad un certo punto del nostro camino terreno, infatti, ogni attività viene vista in funzione della maggior Luce che può apportare alla coscienza nostra e dell’umanità, con la quale sentiamo di costituire un unico corpo.
In tale visione:
– Comprendiamo l’enorme valore del tempo, spesso disconosciuto o banalizzato: se un individuo ha tutto ma non ha il tempo, è l’uomo più povero del mondo;
– Comprendiamo che imparare a utilizzare il tempo e il denaro è un dovere preciso nei confronti delle forze evolutive; a chi ha avuto più tempo e più denaro la sua stessa coscienza chiederà un rendiconto più intransigente, proprio come a chi ha ricevuto più talenti;
– Comprendiamo che Tempo e Denaro sono ricchezze e opportunità da condividere con gli altri, secondo le circostanze e le necessità;
– Comprendiamo che tutto ciò che si dà, ritorna come ricchezza accresciuta al donatore stesso (Legge di retribuzione);
– Comprendiamo che il dare è ovvio e naturale, e non frutto di particolare “bontà” o “generosità d’animo”;
– Comprendiamo che “beneficenza” è termine arcaico e offensivo che lede la dignità di chi riceve e di “chi soccorre”; essa va sostituita con la gratuità spontanea e amorevole;
– Comprendiamo che il dare è giusta restituzione di quanto abbiamo accumulato di superfluo, che “ci appesantisce” e appartiene di diritto ai nostri simili;
– Comprendiamo che “dare” e “avere” sono l’inspirazione e l’espirazione dell’universo, dove ciascun regno dà a quelli inferiori e prende da quelli superiori (Legge della Gerarchia);
– Comprendiamo che il Denaro è energia cristallizzata che va fatta circolare a beneficio di tutti e messa al servizio dell’Evoluzione.
In sintesi, il Desiderio, il Tempo e il Denaro appaiono all’individuo risvegliato risorse da utilizzare al meglio per l’evoluzione, di sé e degli altri, e del cui uso dovrà rendere conto. L’inizio del Sentiero è, perciò, sempre legato ad una “morte” del desiderio comunemente inteso, ad un doloroso svelamento, ad una “depressione” dell’energia; ad una delusione della coscienza che non trova più dilettevoli i suoi giochi egoistici e crudeli di desiderio, di potere, di arroganza, di facili “successi”, di incosciente deresponsabilizzazione nei confronti del Tempo e del Denaro. Ma tale morte è nascita per il Sé, che inizia a vivere la sua vita reale. L’uomo è ora un Ricercatore e un Pensatore; diventerà, con la persistenza dell’aspirazione, un Discepolo-Iniziato e, infine, un Maestro.
Tratto da: “Sul Sentiero I: Dalla divina inquietudine alla Gioia” di Mariabianca Carelli
Ringraziamo l’autrice per averci inviato questi meravigliosi scritti. (Ne seguiranno altri…)
imporrei a tutte le scuole sin dall’asilo come unico testo di studio….e poi approfondire i talenti individuali