Il Pensiero coerente: il “Dire” e il “Fare”
di Mariabianca Carelli
Sul Sentiero, il Pellegrino comprende che non avanzerà se non svilupperà, con quotidiana amorevole vigilanza, la dote poco diffusa della Coerenza, ovvero la virtù primaria, propedeutica ad ogni progresso spirituale, che permette al “fare” di specchiarsi nel “dire”.
“Sii molto cauto nel parlare, perché tu non abbia a vergognarti se le tue azioni non fossero state poi all’altezza dei discorsi”, afferma Confucio. Hermann Hesse ritiene che “Tutti gli uomini sono santi, se prendono veramente sul serio i propri pensieri e le proprie azioni. Chi reputa che una cosa sia giusta deve anche farla”. E Gandhi dichiara: “Credere in qualcosa e non viverla, è disonestà”.
La Coerenza può essere definita come la tensione ad allineare i tre corpi (fisico, emotivo, mentale). In tale prospettiva, aspireremo, anche nel nostro vivere quotidiano:
– all’integrazione della personalità;
– al collegamento con il Sé superiore.
Essa non va confusa con la rigidità o con l’inflessibilità, che ne costituiscono la degenerazione, gli aspetti “caricaturali”, poiché non illuminati dalla sapienza dell’Amore; né può consistere certamente nell’inseguire dogmatismi sterili e decisamente poco interessanti per le anime sul Sentiero e per l’Evoluzione; né tanto meno nel “non cambiare mai idea”, il che è sintomo di fossilizzazione.
La Coerenza è invece sinonimo di Onestà intellettuale e morale, di Unità interiore, e implica l’ “essere uno con l’insegnamento” e non “vuoti cembali risonanti”, secondo l’espressione di Paolo; è pertanto dolce e flessibile, ma inflessibile nell’Amore e nella dedizione all’Ideale.
Chi intende percorrere il Sentiero, sa che il suo dire dovrà aderire al suo fare, pena:
– la mancanza di credibilità del suo percorso spirituale;
– la ricaduta nel mondo brancolante dei profani (pro fanum, fuori del tempio).
Nulla ha valore sul “Cammino” se non tendiamo, con onestà e ardore, a conciliare il “dire” con il “fare”; se ci capiterà di deflettere dall’Intento, per fragilità ed egoicità, l’Anima ci richiamerà incessantemente a perseguirlo nella prassi, e non solo a teorizzarlo intellettualmente, certamente con maggiore esteriore facilità e piacevolezza più o meno narcisistica.
Il Pellegrino sul Sentiero sa che dovrà diventare un “libro vivente”, nel quale parola e azione coincidano, acquisendo in tal modo la capacità di irradiare: “Anche quando (l’iniziato) tace, tutto il suo essere parla; e quando egli parla, tutto il suo essere viene a sottolinearne la parola. Egli è un libro, il migliore dei libri: un libro vivente. Ed è proprio di libri viventi che abbiamo bisogno; gli altri,una volta letti, vengono riposti su uno scaffale e lì dimenticati. I libri viventi invece non si lasciano dimenticare: ci portano continuamente a ricordarci di loro”. (Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani)
Il contatto con l’Anima, in qualsiasi modo sia inteso, prima ancora di essere ricercato attraverso meditazioni, invocazioni, visualizzazioni, studi di discipline occulte, siti internet dedicati, celebrazione di Wesak, Equinozi e Solstizi, immagini e concetti presumibilmente ispirati o provenienti dai Piani dell’Intuizione… va realizzato nella Prassi vivente e nell’In-carnazione al più alto livello dell’Etica, cioè della tensione alla realizzazione coerente degli archetipi divini.
L’incongruità tra dire e fare rende vani e inconsistenti, perché poco credibili, ogni attività, evento, discorso o iniziativa “spirituale”. Per l’uomo sul Sentiero la Coerenza, intesa come costanza nell’applicazione dell’Etica, cioè dell’ “Amore-per-il-Tutto”; è la rispondenza pronta, assidua e gioiosa alla voce dell’anima, riconosciuta come la sola vera guida.
Egli sa che la Coerenza richiede l’educazione di Intelletto, Cuore e Volontà saldi e perennemente direzionati al Fine: “Per riuscire in un’impresa è necessario che l’intelletto, il cuore e la volontà lavorino insieme. È raro veder realizzata questa unità, tranne che nei grandi santi… e anche nei grandi criminali. Sì, e tra i grandi criminali, che pensano solo a commettere il male, e i grandi santi che si consacrano al bene dell’umanità, si trova la maggioranza degli esseri umani che, non sapendo mettere con costanza il proprio intelletto, il proprio cuore e la propria volontà al servizio di un progetto,oscilla continuamente tra la buona e la cattiva strada senza concludere gran che. Per il bene, come pure per il male, è necessario imporre un’unica direzione ai pensieri, ai sentimenti e alle azioni, il che è difficile, e in questo campo gli esseri umani sono così pigri!“ (Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani)
E ancora: “Chi non si è un giorno entusiasmato improvvisamente all’idea del bene, della verità e della bellezza? Ma come è difficile in seguito accordare i propri sentimenti a tale idea! E quanto più difficile ancora accordare le proprie azioni! E tuttavia occorre perseverare. È nel mondo delle idee, nel mondo dei pensieri, che dobbiamo stabilire la nostra dimora. Se ogni giorno nutriamo in noi un pensiero, questo finirà per imporsi ai sentimenti, e i sentimenti a loro volta si imporranno alle azioni“. (Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani)
Per intraprendere realmente la Via che porta alla resa della personalità all’anima, è necessario focalizzarsi coerentemente sulla Meta. Essa appare all’aspirante ormai “pronto” come l’unico obiettivo degno di essere perseguito, al quale subordinare tutti gli altri. Così lavoro, piaceri, successi mondani perdono attrattiva e vengono riconosciuti nel loro aspetto illusorio, o valutati solo per la loro funzione di esperienze-strumenti di evoluzione.
La Coerenza rende pertanto riconoscibile una personalità dedicata, matura e integrata; dà all’agire una sicura validità etica poiché:
– il fuori e il dentro coincidono armoniosamente;
– l’individuo pensa e quindi fa con modalità sintetiche e inscindibili, aderendo ai propri più alti valori.
Allo stesso modo, anche ciascun Gruppo umano evolve applicando insieme coerentemente le conoscenze, e non solo teorizzandole: “Tutti gli appartenenti al movimento scientifico-spirituale dovrebbero capire che la coerenza interiore delle nostre scelte pratiche dipende proprio dal nostro modo spirituale di vedere le cose. A loro spetta porre nella giusta luce la scienza dello spirito di contro agli errori del mondo”. (Rudolf Steiner, O.O.203, p.48)
Il Pensiero coerente: Dire è fare
La Coerenza – intesa semplicemente, senza intellettualismi, come adesione del Fare al Dire – è, come si è detto, il fondamento di ogni percorso, processo o rapporto, oltre ad essere, ad una voluta più alta della spirale evolutiva, requisito indispensabile sul Sentiero. Ciò ancor di più per chi, avendo intrapreso la “via stretta” della rinuncia e della dedizione totale al Piano, ha scelto di subordinare la propria piccola vita alla Grande Vita cui apparteniamo.
Gli individui dedicati al Piano hanno in sé la propria legge, che si riferisce all’ ‘Etica perenne’, radicata nell’anima, e perciò costante in tempi e luoghi diversi, ben diversa dalle ristrette piccole regole morali che mutano con il variare delle convenzioni sociali: “La maggior parte delle persone, Kamala, sono come foglie d’autunno che cadono e volano sospinte dal vento per poi finire a terra. Ma altri, pochi soltanto, sono come stelle che si muovono su un percorso fisso dove nessun vento può raggiungerle: hanno in sé la propria legge e la propria rotta”. (Hermann Hesse, Siddharta)
“…in realtà cadono soltanto le “forme”, di cui i valori spirituali di volta in volta si erano rivestiti… la vita procede rompendo le forme compiute per ricrearne di nuove”. (Tullio Castellani, steineriano, fondatore di Unione Coscienza)
La mancanza di Coerenza, allentando l’aspirazione, è mancanza d’Amore: per la nostra anima, per il gruppo di appartenenza, per il Gruppo più ampio dell’Umanità di cui facciamo parte e per il nostro destino finale comune di Unità.
Educatori e pedagogisti sostengono che i bambini, per poter crescere sicuri e serenamente assertivi, hanno bisogno di sentire la coerenza dei comportamenti educativi dei genitori; la presenza di messaggi contraddittori può creare confusione e squilibri del carattere. Interessante e significativo anche il riscontro nel campo scientifico: la luce del laser – dispositivo in grado di emettere un fascio di luce coerente e monocromatica, e concentrata in un raggio rettilineo estremamente collimato – offre prestazioni di gran lunga più elevate rispetto ad un fascio di luce ordinaria, in cui le particelle appaiono più disorganizzate e meno coerenti.
Inoltre la luminosità (brillanza) delle sorgenti laser è elevatissima a paragone di quella delle sorgenti luminose tradizionali. Queste tre proprietà (coerenza, monocromaticità e alta brillanza) sono alla base del vasto ventaglio di applicazioni che i dispositivi laser hanno nei campi più disparati: l’elevatissima brillanza, data dalla concentrazione di una grande potenza in un’area molto piccola, permette ai laser il taglio, l’incisione e la saldatura di metalli; la monocromaticità li rende adatti a trasportare informazioni nelle fibre ottiche e per distanze lunghissime; la monocromaticità e la coerenza li rendono ottimi strumenti di misura di distanze, spostamenti e velocità anche piccolissimi, dell’ordine del millesimo di millimetro.
In sostanza, poiché ogni Legge si rispecchia in tutto l’Universo, sembra che quanto più gli elementi di una sostanza sono coordinati e coerenti, tanto più aumentano la potenza e i campi possibili di applicazione delle energie.
Possiamo proporre agli altri solo ciò che noi stessi abbiamo realizzato, spesso con faticosa costanza. La forza dell’insegnamento è direttamente proporzionale al livello di coscienza di chi insegna e, soprattutto, al vigore spirituale e alla Coerenza dei suoi atti rispetto all’insegnamento: “La scienza dello spirito va afferrata con energia, e di conseguenza essa ha contro di sé lo spirito del tempo, ha contro di sé tutta la mollezza e tutta la debolezza del tempo; essa richiede infatti un chiaro vigore spirituale che non si vuole avere nel presente, che anzi disturba ed è scomodo”. (Rudolf Steiner)
Solo con tale coerente “vigore spirituale” potremo lavorare in uno spirito di offerta e Sacrificio umanamente coinvolgenti e spiritualmente irradianti: “Noi dobbiamo unirci non già per coltivare piacevoli conoscenze, ma per rendere un sacro servizio alla verità, nell’interesse dell’evoluzione umana“. (Rudolf Steiner)
Poiché solo l’esempio vivente del Testimone eleva, sostiene e illumina: “Solo l’esempio di personalità grandi e pure può condurre a nobili pensieri e a elette azioni.” (Einstein, Come io vedo il mondo)
“Sebbene non siano la maggioranza, sono numerose le persone nel mondo che vogliono illuminare gli altri… Se volete veramente lavorare per il bene, cominciate lasciando tranquilli gli altri e occupatevi soltanto di perfezionarvi… Il giorno in cui sarete giunti a vivere nella luce saranno loro a chiedervi di illuminarli, poiché si accorgeranno di sguazzare nelle tenebre e nel fango. Ma andare adesso a occuparvi del fango, ad affondare nel fango con l’intenzione di purificarlo… eh no, finireste con l’infangarvi voi stessi! Diventate luminosi, e quando vi presenterete davanti agli altri, senza nemmeno che diciate nulla, essi comprenderanno quanto si siano smarriti e vi chiederanno di guidarli.“ (Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani)
Tratto da: “Sul Sentiero III – L’aspirante e l’alchimia interiore” di Mariabianca Carelli
Ringraziamo l’autrice per averci inviato questi meravigliosi scritti. (Ne seguiranno altri…)
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