L’importanza di una Guida Spirituale
Nella pratica Yoga e Tantra autentica è assolutamente necessaria l’esistenza di una guida spirituale realizzata: “Un cieco non può guidare un altro cieco”.
Un maestro Yoga autentico assume con totale responsabilità la guida del discepolo. Tra di loro si stabilisce una relazione ineffabile e libera che, prendendo in considerazione la nobiltà e l’altezza della meta prefigurata, supera nell’amore e nell’empatia anche la relazione genitore-figlio. Evidentemente qui ci riferiamo allo Yoga nei suoi aspetti più profondi. Esiste oggi una tendenza molto pericolosa che afferma che non ci sia bisogno di una guida spirituale, poiché ognuno può farcela da solo. In realtà sempre e in ogni campo c’è bisogno di una guida e ancor di più nello Yoga dove alcuni aspetti devono essere attentamente sorvegliati e messi in pratica con saggezza, gradualmente.
La necessità di una guida spirituale:
L’importanza attribuita alla relazione tra guida spirituale e aspirante, tra iniziatore e iniziato, nella tradizione spirituale dell’India come anche in molte vie spirituali esoteriche del mondo, ha fatto nascere in alcuni le seguenti domande: “Perché si deve accettare un altro come guida spirituale o guru?” “Non è l’uomo dotato di sufficiente intelligenza per discernere tra ciò che gli è necessario e ciò che non gli è benefico?”
Sicuramente l’uomo è dotato di ragione e abbastanza volontà per determinare e modificare il proprio destino. Ancora di più, i testi tradizionali sacri affermano che l’aspetto ultimo di ogni essere è di natura divina, quindi Dio stesso rappresenta la guida che c’è dentro ciascun uomo. Allora a cosa serve un guru esterno? Non basta che l’uomo ascolti la voce della propria guida interiore, invece che affidarsi a qualcun altro che, in fin dei conti, è anch’egli mortale? Ci sono infatti tanti esempi di yogi, santi e mistici che pur non avendo avuto nessun guru hanno lo stesso raggiunto la liberazione, seguendo unicamente la propria guida interiore.
È vero che ogni uomo ha dentro di sé la scintilla divina, il Sé spirituale. Ma quanti esseri umani lo possono sentire veramente e realizzare la sua presenza? Quanti si possono aprire per ricevere la sua guida? L’uomo, così come si manifesta nel periodo attuale sulla Terra, ha una visione limitata dalla propria ignoranza (di cui tuttavia spesso si compiace) e non può andare molto lontano da solo, né verso gli aspetti elevati, né verso la profondità della sua anima.
L’illusione, che è un effetto dell’ignoranza, agisce così fortemente sui suoi sensi, che è molto facile per un tale uomo sbagliare ed ascoltare la voce del suo ego inferiore, credendo che questa sia la voce del Sé Divino. Teoricamente è quindi possibile evolvere da soli sulla via spirituale, ma generalmente, questa via è limitata nella sua applicazione a causa dell’immaturità della coscienza umana nell’attuale stadio di sviluppo.
L’essere umano conosce tramite i sensi, orientati il più delle volte verso l’esterno, e difficilmente riesce a rapportarsi verso ciò che non vede o non sente, quindi gli è difficile credere e avere fiducia in una guida che non può essere percepita fisicamente. Per superare questa difficoltà naturale, la tradizione indiana riconosce gli Avatar, incarnazioni del divino in forma umana, che possono essere percepiti fisicamente e che determinano una trasformazione profonda nella coscienza dell’umanità. Purtroppo le incarnazioni divine sono rare e appaiono soltanto nei periodi cruciali dell’evoluzione dell’universo. Esistono tuttavia altre manifestazioni del divino, ovvero messaggeri che vengono nel mondo con il compito di portare gli esseri umani verso il Sé. Ma nemmeno loro nascono ogni giorno e non molti dunque possono beneficiare del loro insegnamento e della loro guida.
L’ideale del guru umano o della guida spirituale nella tradizione indiana è l’essere capace di portare a compimento l’aspirazione di profonda trasformazione spirituale di un altro essere umano. Un tale maestro vivente ha già percorso la via spirituale scelta dal ricercatore, ed è in grado di mostrare a quest’ultimo la direzione. Egli ha anche il potere di trasmettere al discepolo la verità della sua esperienza e della sua realizzazione. Quindi fa diventare vivo e dinamico l’ideale spirituale dell’aspirante, iniziandolo nel conoscere la verità e stimolandolo verso la pratica, per facilitare il concretizzarsi progressivo di questi aspetti nella sua vita; senza un tale maestro è quasi impossibile raggiungere la realizzazione ultima. Il campo spirituale è ancora una zona poco esplorata dalla coscienza umana abituale e se non vogliamo smarrirci in questo ampio territorio dobbiamo appellarci ad una guida che ci possa portare direttamente alla meta.
Questa comprensione non può essere raggiunta tramite ragionamenti e può essere comunicata al ricercatore soltanto da colui in cui questo conoscere è vivo. Le Upanishad raccontano che anche coloro che erano maestri di una certa scuola spirituale andavano come discepoli da altri maestri quando desideravano realizzare la verità di altre vie. Quindi il più delle volte nemmeno questi saggi potevano assimilare in modo profondo un nuovo insegnamento, senza un aiuto esterno. Era necessario qualcosa in più che doveva essere indotto da altri.
Nel tantrismo il guru rappresenta l’asse principale attorno alla quale si realizza ogni movimento della vita spirituale. Egli non è soltanto un professore capace di insegnare agli altri, ma è molto di più: viene visto come un rappresentante di Dio, come una manifestazione di Dio stesso. I Tantra affermano in modo chiaro che nessun uomo può avanzare sulla via spirituale senza aiuto. L’uomo potrà leggere molti libri, praticare austerità, raggiungere sbalorditive capacità paranormali, ma la lettura dei testi sacri rimane conoscenza mentale sterile, e il rito diventa routine meccanica, se queste pratiche non sono energizzate e interiorizzate grazie alla personalità di un guru. Solo quegli atti ispirati nel discepolo da parte del suo maestro possono portare Bhakti (la devozione) e Mukti (la liberazione).
Anche se un essere umano è dotato di qualità speciali e di un’aspirazione ardente, ha tuttavia bisogno di qualcuno che lo stimoli spiritualmente, che gli induca quella forza (Shakti) che lo farà agire senza errore e seguire sempre la retta via (anche nelle zone che sono oltre le capacità umane di comprensione). Qualunque sia la natura della sua pratica spirituale, è sempre il guru colui che inizia, guida e porta l’aspirante verso la realizzazione ultima.
Qual è il ruolo di un maestro?
Nel regno spirituale, una guida con una conoscenza autentica, profonda, dotata di una ricca esperienza, nel momento opportuno, può aiutarci immensamente a non perdere troppo tempo e a non sprecare energia in sforzi vani. Egli può inoltre aiutarci ad eliminare la sofferenza e la possibilità di un eventuale fallimento. Inoltre sa come agire con saggezza per eliminare le nostre cattive abitudini, che risulterebbero poi ostacoli alla nostra salita, facilitando allo stesso tempo il risveglio e l’amplificazione delle qualità che semplificheranno invece la nostra ascesa. In realtà, il ruolo di un maestro spirituale è quello di accompagnarci nel cammino spirituale fino alla fine, quella fine unica che è l’Infinito, o che alcuni chiamano DIO.
Il modello ideale di Maestro spirituale:
Spesso, una volta impegnati in una ricerca spirituale autentica, ci troviamo disorientati e confusi, non sapendo quale sia il passo successivo da fare. Ecco che appare con urgenza il bisogno di un maestro. Di fatto, in qualsiasi lavoro, in qualsiasi campo, chi abbia assimilato un insegnamento andrà poi ad insegnare e a condividere con gli altri la propria esperienza. Pertanto, in ciascuno di noi vi è l’immagine perfetta di un essere che “sa tutto e può tutto” e a cui si può fare riferimento. Questa immagine corrisponde, in realtà, all’ideale del nostro maestro.
L’ideale di guru nella tradizione indiana è rappresentato da un essere in grado di soddisfare l’aspirazione di profonda trasformazione spirituale di un altro essere. Un tale maestro autentico ha già percorso il cammino spirituale scelto in qualità di ricercatore ed è in grado di mostrarne la direzione, avendo il potere occulto di trasmettere al discepolo la verità della sua esperienza e la sua realizzazione. In realtà, egli ravviva e dinamizza l’ideale spirituale dell’aspirante, ovvero la liberazione e perfezione spirituale, iniziandolo alla conoscenza della verità e spingendolo allo stesso tempo verso la pratica, per facilitare una concretizzazione progressiva di questi aspetti.
Senza un tale insegnante è quasi impossibile raggiungere la Realizzazione Ultima. Il dominio spirituale è una zona poco esplorata dalla comune coscienza umana e se non vogliamo perderci in questo vasto territorio, si deve fare appello ad un maestro che lo conosce già e che ci può condurre direttamente alla meta.
Dipendenza e indipendenza nel rapporto Maestro-discepolo:
Poiché ogni guida spirituale o guru conduce personalmente il discepolo verso la realizzazione del sé supremo divino, attraverso la strada che meglio si adatta alla persona in causa, il discepolo deve trovare il proprio maestro e poi, una volta riconosciuto, dedicarsi a lui fino alla fine. Non si tratta di fanatismo o qualunque altra forma di proselitismo, come si tenderebbe a credere, ma solo di un’antica autentica tradizione, verificata nel tempo. Per una mente occidentale, è piuttosto difficile da accettare. Ma se trovate un vero maestro, libero dai condizionamenti di questo mondo effimero e che conosce i segreti dell’universo in cui viviamo, la situazione cambia.
Sicuramente vi siete posti molte domande durante questa vita. E solo una piccola parte di queste ha trovato risposta. Immaginate ora di aver incontrato una persona che detiene tutte le chiavi e tutte le risposte. Credete di poter rinunciare alla sua consulenza ed orientamento? Questa prima fase del rapporto tra discepolo e maestro, si potrebbe intendere e vedere come una forma di dipendenza, ma noi la chiameremmo piuttosto un ascoltare. In questa fase siamo come un bambino che impara a camminare e richiede di continuo il sostegno del padre. Con il tempo, la situazione cambia, perché più il discepolo assimila esperienza, più deve essere in grado “di camminare sulle sue gambe”.
Un vero maestro pertanto cerca sempre di evitare che i suoi discepoli diventino dipendenti da lui, anche se apparentemente ne rispettano pienamente la volontà. Mentre ci evolviamo spiritualmente diventiamo sempre più indipendenti, perché cominciamo a capire correttamente come funzionano le leggi divine e siamo in grado di prendere le decisioni migliori per la nostra evoluzione spirituale. La dipendenza iniziale di un discepolo dal suo maestro spirituale è e deve essere rigorosamente temporanea. Nel momento in cui inizia a verificarsi un’evoluzione spirituale, il discepolo deve gradualmente diventare autonomo.
Come trovare il vostro vero maestro o guida spirituale:
La tradizione spirituale Shivananda afferma che “Quando il discepolo è pronto, il maestro appare“. Quello che dobbiamo fare è solo volerlo incontrare con tutta la nostra anima, e inoltre cominciare una severa disciplina interna che crei le premesse dell’apparizione del maestro nella nostra vita. Di fatto si parla di una ricerca spirituale intensa, un desiderio effervescente di conoscere il proprio vero Sé.
In questo cammino potrete trovare varie persone che penserete siano dei maestri. Ma il Maestro è solo uno. Attenzione però, poiché potrete sbagliarvi. Vedrete tuttavia che l’incontro con lui vi fornirà un sentimento tale che vi farà capire che egli è davvero quello autentico.
Tratto da “Il Guru e l’importanza della Guida Spirituale”, http://www.yoga-integrale.it/
A cura di www.fisicaquantistica.itFonte: http://www.yoga-integrale.it/Centro%20Yoga%20Genova_file/articoli%20YOGA/guida_spirituale.htm
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