La Coscienza e il futuro evolutivo
di Mariabianca Carelli
La coscienza (da conscio, conoscere) è, genericamente, la capacità di rispondere agli stimoli e ai contatti e di riconoscere le vibrazioni. Essa non riguarda solo l’essere umano ma anche, sia pure in forma embrionale, il regno minerale, quello vegetale e quello animale.
L’uomo, oltre a possedere la qualità della discriminazione e della selezione, specifica del regno minerale, quella della sensazione del regno vegetale e quella dell’istinto del regno animale, possiede l’autocoscienza, la consapevolezza di essere un individuo separato che fa esperienza attraverso i suoi corpi (fisico, emotivo, mentale). Egli imita con sempre maggior abilità le qualità divine e la sua meta è quella di divenire un dio egli stesso.
L’essere umano è per lo più ancora allo stato atomico-individualistico della manifestazione e si identifica pertanto con il non-sé, con l’impermanente e l’irreale; dopo aver attraversato il mondo dell’esperienza e del dolore, egli ricercherà infine il Regno di Dio, la Casa del Padre. Solo pochi individui più avanzati si muovono oggi verso lo stadio della coscienza di gruppo, sentendo in modo intuitivo la vibrazione del grande Corpo di cui tutti siamo atomi.
Una parte ancora ristretta dell’umanità lavora responsabilmente al raggiungimento di una più ampia coscienza potenziando:
– la mente: con i metodi del discernimento, del distacco, dello sviluppo intellettivo;
– il cuore: con il potenziamento delle qualità della compassione, del sacri-ficio, dell’amore universale.
Questi uomini imparano a distinguere tra la Vita e la forma, tra il Reale e l’irreale, attraverso un itinerario di sviluppo liberamente scelto: sono coloro che, a Oriente e a Occidente, percorrono, su più alti giri della spirale evolutiva rispetto all’uomo comune, il Sentiero dell’iniziazione volontaria, per pervenire prima allo stato della Coerenza di gruppo e poi della Sintesi macrocosmica: “Egli (il discepolo) non sarà più confinato entro i limiti della vita personale, ma comincerà a fondere questa vita con il grande Tutto. Non si occuperà più esclusivamente dei suoi egoistici interessi, ma volgerà la sua attenzione ai problemi del gruppo. Non dedicherà il suo tempo solo alla cultura della sua identità, ma cercherà di comprendere quella più grande Identità di cui è parte. Questo è realmente quanto tutti gli uomini più evoluti cominciano più o meno a fare”. (Alice A. Bailey, La coscienza dell’atomo)
Quando un uomo è così avanzato ed è entrato in contatto effettivo col gruppo al quale appartiene, compirà delle iniziazioni, ovvero delle espansioni di coscienza, guidato da entità più evolute che hanno già percorso il cammino e vivono nella dimensione della Sintesi, ove sono parti consapevoli del grande Essere che si esprime nella Manifestazione.
All’attuale stadio evolutivo dell’umanità, ogni nuovo sviluppo dell’anima è scelto autonomamente e ciascuno di essi prepara ad una espansione maggiore; sta a noi ricercare le occasioni di evoluzione e cogliere le opportunità che la vita, anche attraverso il dolore, ci presenta: “La chiave per ogni grado di evoluzione è l’aspirante stesso”.
L’impegno dell’uomo spirituale sarà pertanto quello di sviluppare e perfezionare costantemente i suoi corpi (fisico, emotivo, mentale), rendendoli puri e perfetti; solo il lavoro gioioso e strenuo su noi stessi potrà condurci alla meta. Le entità più evolute non possono intervenire se noi non abbiamo svolto la nostra parte per poter accedere alla rivelazione del regno spirituale; recita un antico detto esoterico: “Quando l’allievo è pronto, il Maestro arriva”.
L’apostolo Paolo intravede la gloria di chi ha portato a termine tale Progetto di integrazione, che non può prescindere dallo sviluppo dell’Amore: “Io riconosco che le sofferenze del tempo presente non sono degne di essere paragonate alla gloria che a noi sarà rivelata… poiché noi siamo salvati dalla speranza… ed io sono persuaso che né la morte né la vita, né angeli né principati, né cose presenti né cose future, né l’altezza né la profondità, né alcuna creatura potrà separarci dall’amore di Dio”.
Il Futuro evolutivo:
Uno degli scopi successivi all’attuale stato evolutivo è quello di saper agire continuativamente e coscientemente sia sul piano fisico che su quello emotivo e mentale. Oggi l’attuale umanità è attiva per lo più sul piano fisico e, in misura minore, sul piano emotivo; pochi possono funzionare vigilmente in modo stabile sul piano mentale.
Altra meta dell’uomo sarà quella di strutturare volontariamente l’energia attraverso l’uso dell’Amore-Intelligente, al fine di raggiungere il più alto Proposito di Amore e Integrazione che la nostra mente sarà in grado di raffigurarsi. Superata la fase atomico-individualistica, lo spirito cerca infatti situazioni in cui esprimere l’amore per un gruppo sempre più vasto; a questo stadio ritroviamo i grandi filantropi e idealisti dell’umanità, che evidenziano nelle loro vite la qualità della Volontà rivolta ad un servizio amorevole e intelligente.
L’uomo diventerà quindi sempre più saggio e irradiante, pensando sempre più in termini di unità; anche le grandi religioni convergeranno in una universale re-ligio (riunione, riunificazione), superando i separativismi dottrinari e teologici in vista dell’unico glorioso Fine che attende il genere umano affratellato. L’umanità tutta percorrerà l’unico stretto “Sentiero” di cui parlano tutte le religioni: “Cosa accadrà nel momento in cui la coscienza di gruppo diventerà, su larga scala, l’obiettivo cosciente dell’uomo? Avverrà allora che l’uomo porrà piede sul ‘Sentiero’. L’uomo sarà definitivamente padrone di sé stesso e si sforzerà di vivere la vita dello spirito, rifiutandosi ormai di vivere una vita atomica, egocentrica. Cercherà il suo posto entro la più grande unità, trovandolo per mezzo di sforzi definiti ed autoiniziati e unificandosi con quel gruppo. Questo è il vero significato dell’insegnamento sul ‘sentiero’ dato dalla chiesa protestante, cattolica e buddista. Tutte insegnano a percorrere questo sentiero, definendolo in vari modi, come la Via, il nobile Sentiero ottuplice, il Sentiero dell’Illuminazione, il Sentiero della Santità. Ma il Sentiero è uno solo, quello che risplenderà sempre di più e condurrà al giorno perfetto”. (Alice A. Bailey, La coscienza dell’atomo)
Con il tempo si svilupperà anche la capacità dell’Intuizione, che permetterà un collegamento più diretto con il mondo spirituale; le energie fisiche, emotive e mentali dell’uomo saranno allineate all’anima che governerà il cervello fisico, così che esso, diretto dalla sua più alta ispirazione, potrà agire con sicurezza nella realtà: “La verità è in noi stessi. Quando potremo venire in contatto con il nostro dio interiore, tutta la verità ci sarà rivelata. Saremo allora dei conoscitori. Questa è però una qualità positiva, non negativa, e significa mettersi in allineamento diretto e cosciente col proprio Ego o Sé superiore, senza lasciare aperta la propria personalità a qualsiasi entità o fantasma di passaggio”. (Alice A. Bailey, La coscienza dell’atomo)
Lo sviluppo evolutivo porterà ai poteri dell’anima, che permetteranno il contatto con il gruppo, così come il dominio del corpo fisico rende possibili i contatti con gli altri uomini. Ciascuno avrà il controllo cosciente dei tre piani, non sarà più dominato dai propri desideri e dai propri pensieri ma governerà la natura inferiore, rendendosi così idoneo a collaborare alla più grande Vita cui apparteniamo: “Ben raramente noi veniamo in contatto con il nostro Sé Superiore, e solo nei momenti di maggiore sforzo, o nelle grandi crisi della nostra vita, solo come risultato di lunga disciplina, di strenua meditazione, ciò può verificarsi. Verrà un giorno in cui domineremo interamente la nostra vita, non dal punto personale egoistico, ma dal punto di vista del Dio in noi dimorante, che è la diretta rivelazione dello Spirito sui più alti piani”. (Alice A. Bailey, La coscienza dell’atomo)
Pochi uomini vivono in questo stadio, ma quando le moltitudini l’avranno raggiunto, l’umanità entrerà in una dimensione di cui l’iniziato Paolo parla in questi termini: “Non vi saranno più divisioni nelle membra di un medesimo corpo, ma ogni membro avrà per altri membri la medesima sollecitudine che ha per sé stesso. Se un membro soffre, tutti i membri soffrono con lui; se un membro è onorato, tutti ne gioiscono…poiché è lo stesso Dio che opera in tutti”.
H. P. Blavatsky conferma la nostra appartenenza ad un “unico corpo”: “Noi tutti siamo come membra di un unico corpo e perciò quando qualcuno cerca di danneggiare o distruggere gli altri, è come se la mano destra cercasse di tagliare quella sinistra per gelosia. Chi uccide il prossimo suo, uccide sé stesso, chi deruba, froda sé stesso; chi ferisce il prossimo, mutila sé stesso, perché gli altri esistono in noi, come noi esistiamo negli altri”.
Tratto da: “Sul Sentiero I: Dalla divina inquietudine alla Gioia” di Mariabianca Carelli
Si ringrazia l’autrice per averci inviato questi meravigliosi scritti. (Ne seguiranno altri…)
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