La Creazione per gli Gnostici
di Nicola Zegrini
Gli Gnostici sono una corrente religiosa apparsa, principalmente tra la terra santa e l’Egitto, tra il secondo e il terzo secolo d.C. e sono probabilmente gli eredi del sapere degli Esseni.
Poco si sapeva di loro fino al ritrovamento dei rotoli di Nag Hammadi in una grotta in Egitto nel 1945. Sono stati i primi infatti a sostenere che il mondo materiale fosse un illusione, i primi a parlare degli “Arconti” come entità incorporee che si nutrono delle energie negative degli esseri umani.
Essi credevano nella reincarnazione e la loro teoria sulla nascita dell’universo è assolutamente coinvolgente, e fa pensare alla moderna teoria di Gaia, che sostiene che il pianeta Terra sia un essere vivente. Di seguito un estratto del mio libro “Progetto rinascita – La più grande storia mai raccontata” che descrive proprio la loro visione sulla creazione. Ma facciamo un bel passo indietro, indietro nel tempo, talmente tanto indietro da portarci a quella che, per il mondo di sotto, fu la nascita stessa del tempo.
“Niente di tutto quello che chiamate realtà esisteva allora, non la materia, non la mente, non lo spazio, né tantomeno il tempo. Vi era la Fonte, l’essenza originaria o l’Uno come lo chiamiamo noi e, subito sotto di essa, come sua diretta emanazione, vi era la schiera degli ‘Eoni’: esseri di luce, dalle potenzialità infinite, creatori di quasi tutti gli scenari che esistono ed esisteranno al di fuori della nostra dimensione. La loro capacità creativa non aveva, né ha, pari all’interno della nostra realtà.
Tra gli eoni vi era Sofia, di un’intelligenza eccelsa e dall’esuberanza impareggiabile; un maestro supremo che vive e vivrà per sempre nei nostri cuori. Sofia, con la sua irrefrenabile immaginazione creativa, ipotizzò qualcosa che, per chi leggerà, potrebbe apparire impossibile: la scissione del finito dall’infinito.
Per quanto difficile possa essere, proveremo a spiegare. In un mondo dalle infinite potenzialità, la nostra dimensione, quella che noi chiamiamo Pleroma, dove tutto ciò che è ipotizzabile diventa, ed è, reale; dove si è sempre in ogni luogo perché l’essere stesso si realizza nella spazialità; dove c’è soltanto l’adesso e l’idea di ciò che avrebbe potuto essere, visto che il tempo lineare, a voi tanto familiare, qui non ha luogo, Sofia cominciò con il creare dei limiti, che altro non sono se non regole.
Creò il tempo, il cui scorrere, nella sua idea, poteva realizzarsi solamente in una direzione e sempre, inesorabilmente, alla stessa velocità. Creò lo spazio, anch’esso un limite: nella realizzazione di Sofia non si poteva essere in due o più luoghi contemporaneamente, proprio perché esistevano i luoghi stessi e lo spazio, non solamente il tutto, il qui e ora, che si conoscevano prima della sua emanazione.
Sofia ipotizzò poi l’individualità: l’essere essenza distinta dalla totalità e questa sua visione, si rivelerà come la principale causa di tutte le difficoltà che sorgeranno lì sotto. Questa visione genererà, come avremo modo di vedere, il senso di solitudine, una cosa che, se portata all’estremo, può dar vita alla paura, l’emozione più devastante per l’essere umano.
Questa fu la scommessa primaria dell’eone Sofia: la realizzazione di una dimensione in cui esistano limiti di spazio, di tempo e di essenza. Pose quindi delle limitazioni e, con esse, creò alcune, le più fondamentali, tra quelle che voi chiamate ‘leggi fisiche’, quelle che rendono possibile la vita in un ambiente costituito da materia solida e che, a ben vedere, altro non sono che le regole del gioco che si svolge nel mondo di sotto; ma per tali leggi questo fu solo l’inizio, altre verranno formulate in seguito e, tuttora, se ne creano di continuo, come emanazione diretta di Sofia o, per mezzo dei primi embrioni della sua creatura: gli umani.
Ed eccoci a parlare, più a fondo, proprio dell’umano, la creatura prediletta di Sofia, esso fu l’idea di base, tutto il resto venne in seguito. Come le dimostrazioni di amore che una madre non smette mai di dispensare ai propri figli, Sofia creò l’ambiente perfetto affinché l’umano potesse sperimentare appieno la sua creazione e ne fosse, allo stesso tempo, artefice. L’umano doveva incarnare la consapevolezza propria delle anime del Pleroma, all’interno della realtà limitata di sua creazione.
Donò quindi a tale essere una consapevolezza di se stesso simile alla nostra, ma limitata nello spazio e nel tempo, e questo fece sì che esso dovesse imparare di nuovo, ad ogni nascita, quante più informazioni possibili al fine di rendere la propria esperienza nel mondo di sotto abbastanza appagante, per come era stata concepita da Sofia. Non stiamo parlando solamente di informazioni statiche: il costringere la consapevolezza in limiti di spazio e di tempo, fece in modo che il compito più arduo per l’essere umano fosse quello di ritrovare se stesso e la sua qualità di essere infinito e senza limiti.
Dopo gli eoni, nella gerarchia celeste, ci siamo noi, le anime e, nella visione di Sofia, l’essere umano doveva essere il mezzo mediante il quale noi, in quanto anime, o ‘monadi’ come siamo solite chiamarci tra di noi, potevamo addentrarci in quella bizzarra illusione che lei, Sofia, aveva creato, e sperimentare, così, un esperienza di limitatezza. Stiamo parlando delle nostre avventure nel mondo di sotto, quelle che noi chiamiamo ‘rinascite’. Questo il disegno principale, che potrebbe apparire semplice, quasi basilare, un’esperienza differente, quasi un gioco, al quale si partecipa per riuscire magari ad imparare qualcosa e infine tornare alla nostra realtà.
Sofia credeva tanto nel suo progetto che decise di esserne parte essa stessa, e non una parte qualunque, ma lo stesso terreno in cui si sarebbe svolta la sperimentazione. Nel suo sogno Sofia, appena generata l’illusione dello spazio, si allontanò dal Pleroma per portarsi in un luogo molto lontano, oltre i confini del conosciuto, dove l’energia della Fonte arriva a stento, per trasformarsi nel pianeta nel quale si sarebbe svolto il suo esperimento. Così è tuttora. Il mondo di sotto è Sofia ed essa, da brava madre, non ha mai smesso di prendersi cura delle sua amate creature, anche a rischio della sua stessa vita.
Il suo mondo ha infatti rischiato di estinguersi innumerevoli volte nel corso della storia ma, se è ancora rimasto in piedi, lo si deve principalmente alla caparbietà della sua genitrice e alla propria instancabile ottemperanza. L’eone Sofia ha continuato, nel corso del tempo, a mutare se stessa per adeguarsi ai cambiamenti che avvenivano sulla sua superficie: ha modificato il clima, la propria struttura, la quantità e qualità dei gas e liquidi presenti nella superficie, ed anche la sua esposizione verso la stella che le fornisce energia, inoltre, ha modificato più e più volte le forme di vita che l’avrebbero abitata. Tutto questo per amore di tutte le creature che, grazie al suo sogno, hanno conosciuto la vita. Sofia si è prestata a sperimentare catastrofi e distruzione, cambiamenti radicali senza fine, tutto nello sforzo di volgere, a buon fine, la sua visione, il suo esperimento.
Come potrete immaginare, questo, non fu senza traumi: Sofia si trovò di fronte a difficoltà che non aveva mai pensato di dover affrontare e, cogliendo la sua disperazione, alcuni eoni, sempre vigili sulla creazione della loro pari, decisero di accorrere in suo aiuto. Nel corso della storia ci furono tanti interventi ma, l’eone che più di altri si dedicò, nella sua infinita benevolenza, al supporto di Sofia, fu il Cristo, il quale, più e più volte, scese in suo aiuto. Il primo intervento avvenne in tempi remoti quando egli aiutò Sofia a gestire le forme di vita primigenie che vivevano nel conflitto e nel caos. Altri interventi seguirono e seguiranno. Uno è particolarmente degno di nota, quello avvenuto in quest’ultima era, in cui il Cristo scese con l’intento di diffondere il verbo dell’Uno tra gli umani.
Ad ogni modo, ogni intervento di Cristo in soccorso di Sofia, fu sempre finalizzato a portare armonia tra le creature e, per lo più, vi riuscì: le sue intercessioni fecero sì che tutti gli esseri presenti nel mondo di sotto vivano in perfetto ordine e concordia, ognuno nel rispetto, a supporto ed in sinergia con l’altro e, allo stesso tempo, con l’ambiente circostante, ovvero con Sofia.
Questo l’aiuto che il Cristo diede a Sofia e la sua generosità rese possibile, più volte, la salvezza per il pianeta, la cui vita, altrimenti, aveva rischiato di estinguersi. Purtroppo, però, un essere rimase fuori dall’armonia che Cristo tentò di infondere nel mondo di sotto, quell’armonia che lui e Sofia avevano sognato. Questa creatura era, ed è, proprio il figlio prediletto di Sofia, ovvero l’umano. Esso non riuscirà mai ad entrare in piena sintonia con la vita presente nel pianeta e ne rimarrà sempre un agente estraneo. L’umano non risulterà in grado di vivere nel proprio habitat in maniera rispettosa ed amorevole, come fanno tutte le altre creature di Sofia; esso sarà portato, immancabilmente, a distruggere l’ecosistema di cui fa parte e questo è fonte di grande tristezza per Sofia, per Cristo, per gli Ioni e per tutte le anime che l’hanno assistita e l’assisteranno nella sua creazione.
Tante ipotesi sono state fatte sul comportamento dell’umano nei confronti del proprio ambiente come di tutte le creature con cui avrebbe dovuto condividerlo: così distruttivo, prepotente ed egoista, purtroppo l’unica ipotesi che valga la pena di essere presa in considerazione è quella che sostiene che, la mente dell’umano, data la sua complessità, finisca per essere, con facilità, la preda prescelta dalle forze del male: quei parassiti, amanti del caos, che rappresentano l’aberrazione nella creazione di Sofia che prende vita.
Andiamo allora più nel dettaglio e vediamo come ebbe origine il male: l’errore fatale di Sofia, la fonte di tutti guai, dal quale derivò tutto il dolore di cui il mondo di sotto, da sempre, non riesce a liberarsi. Per prima cosa, è importante sottolineare che, tutto quello che c’è laggiù, ogni cosa creata da Sofia e da chiunque altro, addirittura tutto ciò che rappresenta la creazione non ha corrispondenza nella realtà. Detto in altre parole è un’illusione.
Tutto ciò che esiste è il Pleroma: la dimensione della coscienza che crea senza limite alcuno, nient’altro. Ogni cosa che differisce da esso è irreale, frutto dei limiti posti, come atto di volontà, da Sofia, nel nostro caso. La materia stessa, una delle caratteristiche principali del mondo di sotto, non corrisponde al vero, essa è soltanto espressione dei limiti di spazio e di tempo che Sofia ha dato alla consapevolezza creatrice, per questo appare statica e immutabile.
Parliamo ora di spazio e di tempo, anch’essi sono delle illusioni che vedono la propria origine nei limiti che sono stati posti per il mondo di sotto. Nel Pleroma non esiste quella che per voi è l’illusione del tempo lineare, per cui il passato è visto come una delle infinite possibilità che potrebbero aver portato all’unica cosa che esiste, il momento presente. Il quale momento presente è esso stesso mutevole, una delle infinite possibilità all’interno delle quali è possibile muoversi. La stessa cosa si può dire per il futuro, infinite possibilità, in questo caso, è simile alla vostra concezione ma, nella vostra concezione, le possibilità sono limitate a causa della limitatezza stessa del presente, da cui il futuro scaturisce.
Sofia stessa si trovò, dunque, ad essere una vittima stessa dell’illusione che aveva generato, si dimenticò della sua creazione; scordò che anche lo spazio ed il tempo erano apparenti e lasciò che il disagio creato con l’allontanamento dal Pleroma si impossessasse di lei. Lasciò che l’abbaglio della separazione dalla fonte, dall’energia dell’amore universale, creasse un senso di vuoto a cui l’eone non seppe porre rimedio. Quel senso di vuoto si trasformò, pian piano, in quella che, nel mondo di sotto, conosciamo come paura.
Dopo aver lasciato idealmente il Pleroma, un terrore cieco prese allora ad attanagliare Sofia, tanto forte da far sì che essa si sentisse addirittura privata della sua forza vitale, si sentì svuotata. Per la prima volta provava solitudine. Ecco allora che sopraffatta dal senso di abbandono, intrisa nel rimpianto della pienezza del Pleroma ma, allo stesso tempo, in preda al più vivo terrore, diede i natali all’aberrazione numero uno: la nascita del male, ovvero la forza oscura e, con essa, di quelli che sono gli artefici stessi del male, gli Arconti con il loro dio demente, il ‘Demiurgo’ “.
Articolo di Nicola Zegrini
Tratto da: “Progetto Rinascita – La più grande storia di sempre” di Nicola Zegrini
Fonte: https://ununiverso.blog/2020/02/06/la-creazione-per-gli-gnostici/
Nicola Zegrini nasce a Roma nel 1970. Dopo gli studi classici si laurea in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma. Appassionato di ogni forma d’arte, suona vari strumenti e compone sin da giovane poesie e canzoni. Avido lettore, si interessa ad argomenti esoterici e nel 2011 pubblica “Lo specchio del pensiero“, il suo primo romanzo. Apre anche un blog di attualità, crescita personale e benessere e sia libro che sito riscuotono un discreto successo. Nel 2020 pubblica “Progetto Rinascita – La più grande storia di sempre“
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