Nel corso degli ultimi anni, molti ricercatori in tutto il mondo, tra i quali medici, psicologi e studiosi di parapsicologia, hanno raccolto e catalogato casi di pre-morte. Sono stati così riuniti più di 25.000 casi.
Noi definiamo questo fenomeno, “esperienza di pre-morte”, poiché tutti questi pazienti hanno potuto tornare indietro dopo essere stati dichiarati clinicamente morti, e dopo essere guariti, hanno potuto raccontare ciò che essi sperimentarono. La cosa migliore, quindi, è riassumere ciò che tutte queste persone hanno vissuto, nel momento in cui il loro corpo ha cessato, temporaneamente, di funzionare.
E’ importante sapere, che tra tutti i pazienti che ebbero arresti cardiaci e vennero poi richiamati in vita, solo uno su dieci, ricordava l’esperienza avuta durante il periodo in cui le funzioni vitali erano rimaste sospese. I dati raccolti comprendevano inoltre casi di persone appartenenti ad ambienti culturali e religiosi diversi, incluse alcune persone che si definivano agnostiche o atee. Per noi era importante raccogliere dati relativi alla più ampia varietà possibile di persone. In particolare eravamo interessati a soggetti che non avessero condizionamenti di tipo religioso o di altra natura, perchè in ambito scientifico risultavano più credibili.
Durante quegli anni, fummo così in grado di stabilire, che esistevano alcuni denominatori comuni in tutti i casi di pre-morte accertata. Inoltre fu rilevante il fatto, che queste esperienze si verificassero sia dopo un incidente, un tentato omicidio o un tentato suicidio, sia al termine di una lunga malattia. Oltre la metà dei casi da noi analizzati, quindi, appartenevano a eventi di morte improvvisa, per le quali i nostri pazienti non avrebbero potuto elaborare l’esperienza in anticipo.
Al momento della morte, tutti noi sperimenteremo la separazione del nostro “Io” immortale dalla dimora temporanea, ossia il corpo fisico, ma non proveremo assolutamente panico, timore o ansia. Proveremo invece una sensazione di integrità fisica, e saremo perfettamente consci di ciò che succede intorno a noi. Osserveremo tutto ciò, da un punto poco distante rispetto a dove giace il nostro corpo fisico, in uno stato d’animo, per così dire, distaccato. Potremo udire le conversazioni e vedere il comportamento delle persone intorno a noi o potremo conoscere i loro pensieri, senza provare paura o malessere. Il corpo che sperimenteremo durante questo periodo, viene chiamato “corpo eterico”, e in esso ci ritroveremo di nuovo perfettamente integri e completi. E’ perciò facile capire, perchè molti dei nostri pazienti che vengono riportati in vita, non ci siano sempre così grati di aver rimesso la farfalla (anima) nel bozzolo (corpo), dato che la ripresa delle funzioni corporee, significa spesso anche il ritorno al dolore e alle limitazioni.
Molti dei miei colleghi si chiedono, però, se questi casi non siano da ricondurre ad una sorta di proiezione del desiderio, da parte dei pazienti, di rivedersi di nuovo sani e integri. Tutto ciò è senz’altro plausibile e perfettamente comprensibile. Tuttavia in metà dei nostri casi si trattò di incidenti e di esperienze di pre-morte improvvisa, in cui le persone non avrebbero potuto prevedere quello che sarebbe accaduto e quindi non avrebbero nemmeno potuto elaborare l’esperienza in anticipo. Ci fu, ad esempio, il caso di un paziente il quale perse una gamba durante un incidente stradale e mentre era fuori dal corpo fisico, pur vedendo la propria gamba amputata sulla strada, provava la netta sensazione di avere ancora entrambe le gambe. Non si può quindi pensare che quella persona abbia avuto la possibilità di prevedere la perdita della propria gamba e quindi desiderare di riaverla.
C’è inoltre, un modo molto semplice per escludere l’idea della proiezione del desiderio. E consiste nel lavorare con persone cieche, che non hanno mai percepito la luce e chiedere loro di descrivere ciò che videro durante l’esperienza di pre-morte. In questi casi le persone furono in grado di dirci ciò che avevano visto, e di riportare dettagli come il colore di un maglione, il disegno di una cravatta, oppure di descrivere chi era entrato per primo nella stanza, chi li aveva rianimati, ecc. La proiezione di un desiderio, non ha evidentemente il potere di far vedere ad un cieco ciò che non può vedere. Questa sperimentazione dimostrò quindi, che in quegli attimi di morte temporanea, la coscienza proiettata fuori dal corpo, ha effettivamente la possibilità di vedere e percepire ogni cosa.
A cura di www.fisicaquantistica.it
Articolo tratto da “La morte e la vita dopo la morte“, di Elisabeth Kubler-Ross
[subpages depth=”1″]
Articoli nella sezione: Esperienze pre morte
Esperienze pre morte
Attraverso l’appassionato lavoro pionieristico della dottoressa Elisabeth Kubler-Ross, siamo giunti ad una nuova, più ampia e profonda comprensione della morte, il grande appuntamento che ci attende tutti e del quale la nostra società moderna, razionalista e materialista, ha fatto, nella sua incapacità di spiegarla, un tabù insuperabile.
Elisabeth Kubler-Ross, grazie al suo lavoro instancabile e paziente al capezzale dei morenti, ha infranto questo tabù. La sua esperienza personale e le consapevolezze che ne sono derivate, sono il risultato di migliaia di ore trascorse ascoltando ciò che queste persone le hanno confidato, nei giorni e nelle ore precedenti la loro morte.
Fin dagli inizi della sua carriera come medico-psichiatra, la dottoressa Kubler-Ross si rese conto che persino per i medici, il dolore e … leggi tutto
Vivere e morire
Dopo aver passato molti anni al letto di morte di bambini e anziani e aver ascoltato ciò che essi mi confidavano, mi sono resa conto, che i malati all’ultimo stadio sono in grado di capire con precisione quando la morte si avvicina.
All’improvviso mi dicevano addio, quando non avevo idea che la loro morte fosse imminente. Se non ignoravo questo fatto, allora essi mi comunicavano tutto ciò che volevano farmi sapere e io mi sentivo in pace con me stessa, per aver dato loro ascolto e conforto.
Abbiamo studiato ventimila casi in tutto il mondo, di persone che erano state dichiarate clinicamente morte e che sono poi ritornate alla vita. Alcune si risvegliarono naturalmente, altre in seguito a rianimazione. Voglio riassumere in … leggi tutto
Attraversare il tunnel
Dopo la morte, quando ci si rende conto di essere di nuovo integri nella propria consapevolezza, si incontrano i propri cari e si passa ad una forma di vita diversa.
Si lasciano allora indietro le forme fisiche terrene, perchè non se ne ha più bisogno. Ma prima si sperimenta un altro fenomeno, che può presentarsi con diverse caratteristiche, come ad esempio volare attraverso un tunnel, oltrepassare un cancello, attraversare un ponte, ecc. Dopo di che si è avvolti dalla Luce. Questa Luce è più candida del bianco. E’ estremamente luminosa e man mano che ci si avvicina ad essa, si è circondati dall’amore più grande, più indescrivibile e incondizionato che si possa immaginare.
Se si ha soltanto un’esperienza di pre morte, si … leggi tutto
Il significato della sofferenza
La vita, questo periodo di tempo che tutti noi trascorriamo nel nostro corpo fisico, è solo un tratto brevissimo della nostra Esistenza globale. È un periodo importante, perchè ognuno di noi ha uno scopo nella vita, e se viviamo bene non dobbiamo preoccuparci della morte.
Vivere bene significa soprattutto imparare ad amare. Anche la conoscenza è utile, ma la sola conoscenza non è in grado di aiutare nessuno. Senza usare la testa, il cuore e l’anima in piena sinergia non si può aiutare nessuno. Questo mi hanno insegnato i così detti pazienti inguaribili, i moribondi, gli schizofrenici o i ritardati. Nel mio lavoro con queste persone, ho capito che ognuno di loro ha uno scopo: non solo può imparare ed essere aiutato, … leggi tutto
La morte non esiste
Dopo aver lavorato per molti anni con malati moribondi, e dopo aver imparato da loro che cosa sia realmente la vita, quali siano i rimpianti che si hanno quando sembra ormai troppo tardi per averne, cominciai a chiedermi che cosa fosse realmente la morte.
Incominciai così a raccogliere i resoconti di esperienze extra-corporee, che i miei pazienti mi riferivano. Tutte queste esperienze risultavano avere le stesse caratteristiche ed essere analoghe anche ad altri resoconti simili registrati in altre parti del mondo, da parte di altrettanti medici. Dall’Australia alla California, tutte queste esperienze avevano un unico denominatore comune: la perfetta consapevolezza da parte delle persone di lasciare il proprio corpo fisico e di essere tuttavia perfettamente coscienti. Tutto ciò conduce ad affermare … leggi tutto
La comprensione della morte
Dopo aver lavorato per tanti anni con pazienti moribondi, mi fu chiaro che malgrado l’uomo esistesse dalla notte dei tempi, non era ancora pervenuto alla comprensione di quello che è forse il problema più importante di tutti, ossia la definizione, il significato e lo scopo della vita e della morte.
Penso perciò sia giunto il momento di mettere insieme tutto ciò che abbiamo scoperto e raccolto sul fenomeno morte, in un linguaggio che possa essere utile ad aiutare la gente ad affrontare la perdita di una persona cara, specialmente quando la morte è stata improvvisa e non si riesce a capacitarsene.
Una volta gli uomini avevano più dimestichezza con il problema della morte e credevano nel Paradiso o comunque in una vita … leggi tutto
Pre morte
Nel corso degli ultimi anni, molti ricercatori in tutto il mondo, tra i quali medici, psicologi e studiosi di parapsicologia, hanno raccolto e catalogato casi di pre-morte. Sono stati così riuniti più di 25.000 casi.
Noi definiamo questo fenomeno, “esperienza di pre-morte”, poiché tutti questi pazienti hanno potuto tornare indietro dopo essere stati dichiarati clinicamente morti, e dopo essere guariti, hanno potuto raccontare ciò che essi sperimentarono. La cosa migliore, quindi, è riassumere ciò che tutte queste persone hanno vissuto, nel momento in cui il loro corpo ha cessato, temporaneamente, di funzionare.
E’ importante sapere, che tra tutti i pazienti che ebbero arresti cardiaci e vennero poi richiamati in vita, solo uno su dieci, ricordava l’esperienza avuta durante il periodo in cui … leggi tutto
Non si muore mai da soli
I bambini malati terminali, subito prima della morte incominciano a rendersi conto, che sono in grado di lasciare il loro corpo fisico, ed hanno quelle che noi chiamiamo “esperienze extra-corporee”.
Tutti noi abbiamo questo tipo di esperienza in certi stadi del sonno, ma pochissimi ne sono consapevoli. E’ durante queste uscite dal corpo che i pazienti moribondi, giovani e vecchi, si rendono conto della presenza di certi esseri che li circondano, che li guidano e li aiutano. I bambini spesso ne parlano come di compagni di gioco. La Chiesa li chiama Angeli custodi, la maggior parte delle persone li chiama semplicemente guide.
Al di là di questo, è importante sapere che ogni essere umano, viene accompagnato e aiutato da queste guide o … leggi tutto
Cosa succede dopo la morte?
È naturale chiedersi che cosa accada dopo la morte. Abbiamo studiato a questo proposito, molti casi di bambini molto piccoli, che ovviamente non potevano aver letto articoli o ascoltato racconti sulle esperienze di pre-morte. Tra questi ci fu il caso di un bimbo di due anni, il quale ci raccontò a modo suo quello che aveva vissuto e che definiva “il momento della morte”.
Il piccolo ebbe una violenta reazione ad un farmaco e fu dichiarato morto. Dopo quella che parve un’eternità, mentre il medico e la madre si disperavano, il piccino improvvisamente aprì di nuovo gli occhi e disse: “Mammina, ero morto. Ero in un luogo bellissimo e non volevo ritornare. Ero con Gesù e Maria. E Maria mi ripeteva … leggi tutto
Esperienze mistiche
Permettetemi ora di raccontarvi alcune delle mie esperienze mistiche, che mi hanno aiutata non a credere, ma a sapere, che ciò che viene dopo quella che noi chiamiamo morte, è vera vita, e rappresenta una continuazione del percorso terreno.
Devo chiarire che nei miei anni giovanili, non ebbi alcun interesse per questi temi, non sapevo, ad esempio, cosa fosse la coscienza superiore, né tantomeno fui mai in grado di meditare. Forse però, quelle migliaia di ore trascorse accanto ai miei pazienti moribondi, furono in fin dei conti qualcosa di molto simile ad una sorta di meditazione.
Io credo che ogni essere umano consista di un lato fisico, uno emotivo, uno intellettuale e uno spirituale, e che questi quattro aspetti debbano lavorare insieme … leggi tutto
Credo sia un fatto assodato che la mente risieda al di fuori del cervello, che penso non sia altro che uno strumento ricevente, come una radio. Questo l’ho constatato di persona durante un’intervento di angioplastica, necessario per evitare la completa necrosi della parte del cuore che stava morendo, subito dopo aver subito un infarto.
Un dolore indescrivibile, ero attaccato ad una macchina che mi iniettava morfina a piccole dosi per diminuire il dolore, che vi assicuro era insopportabile. Bene, la mia coscienza e la mia mente erano al di fuori del dolore, che era soltanto fisico, e ragionavo su come quello che stavo subendo fosse fatto ad un altro – avevo il cardiologo che inseriva il catetere per liberare la vena occlusa entrando dalla coscia destra, quindi a non più di 60-70 cm dai miei occhi, eppure io lo vedevo “distintamente” insieme all’equipe medica dall’alto, non piu’ di un metro di altezza, e da circa 3 metri di distanza, sentivo distintamente la sua voce che diceva: forza ragazzi che quest’uomo lo voglio rimettere in strada il prima possibile (on the road) – ho tradotto dall’inglese perché stavo in un ospedale Australiano essendo Italo-Australiano da molti anni.
Posso assicurare ciò che ho scritto è la pura verità. Di attacchi di cuore ne ho avuti 3 di cui uno silente – il più terribile perché non si sente nessun dolore ma solo un “general discomfort”, ma l’attacco c’é tutto.
Scriverò più in là di un altro fatto che mi successe quando avevo 5 anni e che ricordo ancora vivamente.