Gli “Specchi Esseni”
di Barbara Bizzarri
Tutto ci parla del nostro mondo interiore, le cose che ci accadono, le nostre dipendenze, i nostri genitori… applicando la “Legge dello Specchio” impareremo a comprendere meglio noi stessi, le nostre paure più profonde, la qualità delle relazioni che scegliamo di sperimentare, ed iniziare così a guarire gli aspetti della nostra vita che sono in disequilibrio.
Gregg Braden, geologo americano, conferenziere ed esperto del potenziale umano è oggi considerato un’autorità nel collegare le conoscenze delle scuole esoteriche del passato con la scienza e la medicina. È autore di best seller internazionali, e nel suo libro “Walking between the Worlds” (Camminare tra i mondi) approfondisce la “Tecnologia interiore” delle emozioni della Tradizione spirituale essena.
Una delle emozioni che più di tutte ostacola l’evoluzione umana è secondo Gregg Braden, la paura, un sentimento che nella nostra cultura veste maschere assai diverse. La novità introdotta dallo studioso americano è che queste paure, da noi custodite, portano con sé una carica emotiva che ci farà attrarre nella nostra vita le situazioni e le prove evolutive che la nostra anima ha scelto.
Con il ritrovamento dei Rotoli del Mar Morto nel 1947, abbiamo appreso che gli antichi Esseni identificarono meglio di chiunque altro il ruolo dei rapporti umani, distinguendo sette “misteri” corrispondenti ai vari tipi di rapporto che ciascun essere umano sperimenta, consapevolmente o inconsapevolmente, nel corso della sua vita di relazione.
Li definirono “specchi” e ci ricordano quindi che in ogni momento della vita la nostra realtà interiore ci viene rispecchiata dalle azioni, dalle scelte e dal linguaggio di coloro che ci circondano.
La “Teoria dei sette specchi” ci aiuta a comprendere cosa ci troviamo ad affrontare giorno dopo giorno e il motivo per cui lo stiamo vivendo; gli Esseni ci hanno cioè tramandato dei metodi per comprendere questo processo di continua trasformazione, una testimonianza delle loro capacità psicologico-introspettive.
Conseguenza di tale assunto è che riconoscendo la nostra realtà interiore e trasformandola, riusciamo a trasformare e migliorare la nostra realtà esteriore. Solo se riconosciamo ciò che sentiamo, abbiamo eventualmente la possibilità di cambiarlo. Nessuno può cambiare il nostro mondo interiore se non noi stessi!
Le persone che ci circondano possono farci da specchio per migliorare alcuni aspetti della nostra personalità, per comprendere come superare le nostre scelte evolutive, ma il catalizzatore di un profondo cambiamento è sempre e soltanto la nostra volontà di cambiare!
ll 1° Specchio, è rappresentato dalla nostra presenza nel momento presente, le persone che ci circondano in una determinata circostanza ci fanno da specchio su ciò che stiamo vivendo interiormente in quel dato momento. Lo stato d’animo di chi ci sta accanto riflette ciò che stiamo vivendo dentro di noi e che proiettiamo all’esterno anche senza saperlo. Il primo specchio ci offre la possibilità di riconoscere in un determinato momento i nostri stati d’animo per bilanciare meglio le emozioni che ci creano una condizione di disagio.
ll 2° Specchio, è simile al primo ma riguarda ciò che si sta giudicando in un determinato momento, molto spesso infatti, abbiamo intense cariche emotive su determinate convinzioni o idee che non siamo disposti a lasciare andare se qualcosa è in contrasto con la nostra convinzione o idea.
Se riconosciamo il modello del giudizio predominante nella nostra vita, possiamo comprendere che le persone che giudichiamo sono in realtà maestri nel rispecchiarci le cose che giudichiamo in noi stessi, così ogni rapporto che esiste in virtù del giudizio critico, inizierà gradualmente a scomparire dalla nostra vita.
Questo modello del giudizio può essere predominante in un’area della nostra vita, ma una volta riconosciuto può essere guarito su tutti i livelli, in quanto la nostra natura è olografica e la luce della nostra consapevolezza illumina diversi piani contemporaneamente. Il secondo specchio del giudizio critico, ci mostra dunque quali sono le nostre più grosse cariche emotive.
ll 3° Specchio, è uno degli specchi più facili da riconoscere, è percepibile ogni volta che ci troviamo alla presenza di un’altra persona e sentiamo che accade qualcosa di magico. La saggezza del terzo specchio evidenzia che nella nostra innocenza spesso rinunciamo a delle grosse parti di noi stessi per poter sopravvivere alle esperienze della vita.
Queste “parti di noi” possono venir perse più o meno consapevolmente, o portate via da coloro che esercitano un potere su di noi. Se vi trovate in presenza di qualcuno e per qualche motivo inspiegabile, sentite l’esigenza di passare del tempo con lui, ponetevi una domanda: che cos’ha questa persona che io ho perduto, ho ceduto, o mi è stato portato via? Vedrete delle parti di voi stessi in molte persone.
Il 4° Specchio, si presenta quando nella vita abbiamo inconsapevolmente scelto di adottare un modello di comportamento in grado di far sì che siamo automaticamente costretti a rinunciare ai rapporti umani che per noi sono più cari. Per una serie di motivi che possono variare da persona a persona, spesso capita di ritrovarci dipendenti da una data situazione, che ci spinge ad allontanarci sempre di più dalle persone che amiamo, compresi noi stessi.
Si può trattare di una dipendenza da sostanze come alcol o droghe, oppure di una dipendenza dal lavoro o dall’accumulare denaro, insomma tutti quei comportamenti compulsivi che si impadroniscono della nostra esistenza gradualmente senza lasciare spazio ad altre cose, e prima che ce ne rendiamo conto abbiamo rinunciato alle cose che amiamo di più, piuttosto che rischiare di soffrire.
Nel momento in cui diventiamo consapevoli di ciò che si sta verificando nella nostra vita, abbiamo la possibilità di scegliere di interrompere la catena e di tornare ad accettare ciò che realmente amiamo, reintegrandolo nella nostra esistenza, perché ci saremo anche resi conto che quando si evita di voler soffrire in realtà si soffre molto di più.
Il 5° Specchio, è forse il più potente in assoluto, perché ci permette di vedere meglio, e con maggiore profondità degli altri, la ragione per cui abbiamo vissuto la nostra vita in un dato modo. Esso rappresenta lo specchio che ci mostra i nostri genitori e l’interazione che intratteniamo con loro. Attraverso esso, ci viene chiesto di ammettere la possibilità che le azioni dei nostri genitori verso di noi riflettano le credenze e le aspettative che nutriamo nei confronti del rapporto più sacro che ci sia dato di conoscere sulla Terra: il rapporto che intercorre fra noi, la nostra Madre/Padre Celeste, vale a dire con l’aspetto maschile e femminile del nostro Creatore, in qualunque modo lo concepiamo.
La relazione con i nostri genitori può quindi svelarci il nostro rapporto con il divino. Per esempio, se ci sentiamo continuamente giudicati o se viviamo in una condizione per cui “non è mai abbastanza” è altamente probabile che il rapporto con i nostri genitori rifletta la seguente verità: siamo noi che, grazie alla percezione che abbiamo della nostra persona e del Creatore, crediamo di non essere all’altezza e che forse non abbiamo realizzato quello che da noi ci si aspettava.
l 6° Specchio, ha un nome infausto, gli antichi lo chiamarono l’ “oscura notte dell’anima”, ma lo specchio in sé non è necessariamente sinistro come il nome che porta, attraverso di esso ci viene infatti ricordato che la vita e la natura tendono verso l’equilibrio e che ci vuole un essere magistrale per bilanciare quell’equilibrio. Nel momento in cui affrontiamo le più grandi sfide della vita, possiamo star certi che esse divengono possibili solo dopo aver accumulato gli strumenti necessari per superarle; fino a che non abbiamo interiorizzato quegli strumenti non ci troveremo mai perciò nelle situazioni che ci richiedono di dimostrare determinati livelli di abilità.
Quindi, da questa prospettiva, le sfide più alte della vita, quelle che ci vengono imposte dai rapporti umani e dalla legge di evoluzione, possono essere viste come delle grandi opportunità che ci consentono di manifestare le nostre abilità. È proprio attraverso lo specchio della “notte oscura dell’anima” che vediamo noi stessi “nudi” senza l’emozione, il sentimento ed il pensiero, senza tutte le architetture che ci siamo creati intorno per proteggerci. La notte oscura dell’anima rappresenta la prova evolutiva di perdere tutto ciò che ci è sempre stato caro nella vita: confrontandoci con la nudità di quel niente, mentre ci arrampichiamo fuori dall’abisso di ciò che abbiamo perso e percepiamo noi stessi in una nuova luce, possiamo però esprimere i nostri più alti livelli di maestria.
Il 7° Specchio, dalla prospettiva degli antichi era il più sottile e anche il più difficile. Questo specchio ci chiede di ammettere la possibilità che ciascuna esperienza di vita, a prescindere dai suoi risultati, è di per sé perfetta e naturale. Siamo invitati a guardare i nostri successi o fallimenti nella vita senza paragonarli a niente, senza usare confronti esterni di nessun genere. Infatti il solo modo in cui riusciamo a vederci sotto la luce del successo o del fallimento, è quando misuriamo i nostri risultati facendo uso di un metro esterno.
Nella prospettiva di questo specchio, ci viene chiesto di ammettere la possibilità che qualsiasi aspetto della nostra vita sia perfetto così com’è; il settimo specchio ci invita quindi a permetterci di essere il solo punto di riferimento per i risultati che raggiungiamo, poiché nel percorso evolutivo dell’anima i “successi” e i “fallimenti” sono semplicemente registrati come “un’esperienza” utile ad alzare il nostro livello di coscienza e la nostra consapevolezza di esseri multidimensionali.
Articolo di Barbara Bizzarri – Barbara Bizzarri svolge attività di Channeling, Spiritual Coaching e Corsi di formazione per la crescita personale secondo gli insegnamenti delle antiche tradizioni di saggezza e gli studi delle moderne neuroscienze.
Fonte: https://www.barbarabizzarri.it/2016/12/la-legge-dello-specchio/
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