Inferno
di Vincenzo Bilotta
Dell’inferno con le sue pene ce ne hanno parlato fin troppo preti e suore a scuola, in chiesa, al catechismo… Ce lo hanno descritto come un luogo tremendo, di tremenda sofferenza, dove ognuno di noi sarà destinato, notate bene il “sarà”, dopo la morte e se avrà vissuto da peccatore senza pentirsi.
Quello del quale vi parlerò io oggi, in questo articolo che state leggendo, ha a che fare con il vero inferno, quello che la maggior parte delle persone si trova a vivere e sperimentare, causa profonda inconsapevolezza, in un periodo di profonda crisi vissuta per vari motivi (lutti, abbandoni, violenze subite, perdita o mancanza del lavoro, ricerca della propria vera identità e della propria strada nella Vita) in questa dimensione spazio-temporale, non quando trapasserà; quello è argomento di cui si occupano la chiesa e la metafisica.
L’inferno, nel senso in cui lo intendo io, è uno stato mentale focalizzato in maniera ossessiva sui problemi e non sulle soluzioni, sui probabili disastri che si potranno vivere in un ipotetico apocalittico futuro. Vive l’inferno anche chi non ha il coraggio di cambiare un lavoro che non lo soddisfa, di lasciare un partner che lo tormenta, di allontanare le persone negative che nulla gli danno ma, lungi da ciò, tutto gli tolgono, energie comprese.
La discesa agli inferi è sempre tormentosa, un cupo stato dell’essere, caratterizzato da sofferenza a più livelli fino allo sprofondare nella depressione più cupa, stato in cui si perde l’interesse verso qualsiasi cosa o persona e non si hanno più stimoli a fare, a vivere, ci si chiude in se stessi e si evita un eventuale confronto con persone che potrebbero essere di aiuto.
Elemento importante è dato dal fatto che fuori di noi nulla cambia, il vissuto è squisitamente interiore, personalissimo, invisibile agli altri, in altre parole soggettivo. Potete constatarlo se uscite con chi ha problemi di questo tipo e andate in luoghi di svago quali luna park, cinema, discoteche o villaggi turistici: essi rimarranno sempre indifferenti rispetto agli stimoli esterni e a volte tenderanno a fare del sarcasmo se voi vi divertite.
È facile per chi vive al livello dell’inferno cadere nelle dipendenze, per alleviare il proprio disagio psicofisico. Così queste persone correranno il rischio di diventare dipendenti da droghe, alcool, gioco compulsivo, relazioni sbagliate, tanto per fare alcuni esempi.
Chi vive l’inferno, vede con gli occhi del dannato ogni cosa. Ogni minimo accadimento nella sua Vita lo lascerà instabile per giorni, chi vive nello stato mentale infernale, infatti, tende a rimuginare su ogni cosa, a non sentirsi adeguato alle situazioni che gli si pongono innanzi, a sentirsi in colpa, a provare rabbia ed odio. In questo stato mentale, anche un angelo non viene da lui riconosciuto e a volte potrà, addirittura, essere scambiato per un demone.
Chi sta visitando i propri inferi, com’è naturale, sarà poco propenso a perdonare, ad aiutare il prossimo, a sorridere agli altri, alla Vita e, non da ultimo, a se stesso. Del resto, come potrebbe perdonare, aiutare o sorridere al prossimo se, prima, non avrà applicato tutto ciò a se stesso?
Chi vive nello stato mentale inferno non ama se stesso, diversamente adotterebbe un diverso atteggiamento nei confronti della Vita. Per amare se stesso e potere salire sia pure al livello mentale successivo o purgatorio, occorrerà che sia prima in grado di accettare se stesso, così com’è. Dopo aver fatto ciò, dovrà perdonarsi per quello che avrebbe voluto, ma non è stato, in quel momento della propria vita, in grado di fare, essere, dire.
Per perdonarsi è essenziale capire che, se non si è riusciti a tenere un determinato comportamento nel passato, ciò è dovuto al fatto che, in quel momento in cui si è verificato quel determinato accadimento, la persona ha adottato il comportamento più giusto tenendo conto delle conoscenze, dei mezzi e del modo di agire che aveva a disposizione all’epoca; in altre parole, ha fatto del suo meglio e, per ciò stesso, deve smetterla di giudicarsi inadeguata. Adottare questo tipo di consapevolezza è estremamente liberatorio e consentirà, se applicato dalla persona che vive al livello mentale infernale, di ascendere al livello purgatorio.
Dopo essersi perdonati ed accettati, così come si è, cesserà ogni resistenza interiore, ogni senso di inadeguatezza sparirà, arriverà un senso di liberazione e un’apertura nei confronti della Vita. In quel momento si avrà la possibilità di lavorare su di sé, allo scopo di portare alla luce e risolvere traumi e conflitti che ci tenevano ancorati al passato, facendoci vivere l’inferno sulla terra.
Liberandosi dalle zavorre del passato coi relativi sensi di colpa, si potrà ascendere al livello mentale purgatorio, lasciandosi alle spalle un inferno che, seppur tormentoso, avrà lasciato un’esperienza preziosa a livello di purificazione, introspezione e umiltà. Man mano che si sale, è consigliato farlo con umiltà, inviando tanto perdono al passato coi suoi vissuti e guardando avanti partendo dal “Qui e Ora”, unico tempo esistente.
È solo nell’eterno presente, infatti, che si può avere la possibilità di creare un nuovo stato mentale libero da spazio e tempo. Per fare ciò bisogna diventare consapevoli che il passato non ci serve più. In questo modo, il passato diventerà il nostro maestro, e non più, il demone che sembrava destinato a tormentarci per il resto dei nostri giorni.
Articolo di Vincenzo Bilotta
Fonte: http://vincenzobilotta.blogspot.it/2017/07/inferno.html
Illuminante! La strada del perdono è lunga e tortuosa, ma se riusciamo a percorrerla avvertiamo i benefici su tutta la nostra vita…! Perdonarsi è l’atto più amorevole che possiamo fare per noi stessi: ci libera dai sensi di colpa, e ci pacifica con gli altri! Dovremmo imparare a farlo più spesso, perché assolverci può solo farci vivere meglio…!
Con questo articolo, sono riuscita a rivalutare me stessa. Ribaltando la visione, ribalto anche l’opinione. Ovvero, non ho fatto poco nella mia vita, ma anzi, considerando i pochi mezzi a mia disposizione, ho fatto veramente molto!