L’Osservatore
di Andrea Pilati
Ogni tanto bisogna ricordare a noi stessi perché siamo qui. Ma per farlo bisogna prima prendere coscienza di esistere…
Mia madre (ma anche mio padre) soleva dirmi “Ma dove sei con la testa!?” nei momenti in cui mi facevo prendere dalla fantasia, scordandomi della realtà; e magari di spegnere il fornello, come mi aveva chiesto. Pranzo buttato…
Quel suo “Ma dove sei con la testa” indicava una condizione che non è così scontata, perché molto spesso siamo preda della fantasia; cosa ben diversa dalla immaginazione (ne ho parlato nel libro “Immagina… Puoi!”). La fantasia è uno strumento del nostro Ego, che ama distrarci producendo pensieri non gestiti dalla consapevolezza della Coscienza. Teniamo conto che, dal punto di vista della Coscienza, noi siamo dove sono i nostri pensieri. Quindi siamo nel vuoto quando essi, rarissime volte, non ci sono. O meglio, riusciamo a non produrli; o a non farli produrre dal solito Ego.
Mi spiego meglio: siamo dove sono i nostri pensieri perché il potere della mente è tale che, non considerando essa stessa la presenza del corpo fisico, riesce a catturare la nostra attenzione e a rivolgerla a sé, se non rimaniamo in attenzione e presenza. La mente è un potente strumento ma in mano al nostro Ego è molto, molto pericolosa. Quante volte ci sarà capitato di tagliarci, oppure di non accorgerci di un ostacolo, o di dimenticare qualcosa per “disattenzione”? Ecco, intendo questo… e non è una cosa banale.
Ma di cosa parliamo quando si menziona “l’osservatore”? L’osservatore non è una persona ma è quella condizione nella quale siamo veramente consapevoli di ciò che accade dentro e fuori di noi. Un esempio: siamo osservatori quando nello stesso istante ci rendiamo conto di stare parlando e di stare analizzando i pensieri che produciamo, affinché quelle immagini cerebrali si trasformino in descrizioni verbali mentre dialoghiamo con il nostro interlocutore. E lo facciamo in coerenza con i nostri buoni (o malevoli) intenti. Già, perché anche l’Ego ha una sua consapevolezza, gestita attraverso l’opportunismo…
Confusi? Posso comprendere… Definiamo una cosa importante. L’Ego lascia il corpo una volta che disincarniamo, prendendo nuovamente il suo posto in questa realtà materiale e duale, dove Lui ha il compito di fare da maestro del Male. La Coscienza invece prende parte nell’Aldilà, quel posto immateriale e senza tempo dove si sperimenta l’eternità e il vero “qui e ora”.
Per capire a quale delle due entità diamo energia basta guardare i fatti (non si manifestano miracoli con l’Ego) e quanto siamo scevri da interesse personale nel portare a termine un compito, onestamente.
L’interesse personale è SEMPRE dell’Ego. L’interesse superiore è della Coscienza…
So che, a questo punto, molti si giustificano e giustificano le loro azioni convincendosi di essere mossi da una buona intenzione, e se lo affermo è perché l’ho sperimentato su di me.
Molto spesso ho sentito che dire bugie a fin di bene non fa del male, è una “bugia bianca”. Praticamente un ossimoro. Una menzogna è una menzogna, ed è mossa dalla codardia di nascondere la verità per paura di non saper sopportare la reazione degli eventi. La verità è solo per i coraggiosi perché emana dal cuore, appunto e genera sempre eventi positivi. Solo che noi, normalmente, non sappiamo (o non vogliamo) guardare più in là del breve periodo. Tutto qui…
Comprendere questo è già un notevole passo in avanti per diventare osservatori. La condizione di osservatore la si può sperimentare quando, mentre facciamo qualcosa o dialoghiamo con qualcuno, riusciamo a notare il concatenarsi di ragionamento, di produzione di immagini mentali e di costruzione semantica per verbalizzare il concetto da esprimere. Il tutto attraverso un “sentire”, come se qualche indicazione arrivasse da qualche parte attraverso di noi. Inoltre tutto questo nella percezione di un tempo istantaneo. Un po’ come guardare un torrente e nello stesso tempo percepire lo sgorgare della sorgente, il suo scorrere e il suo gettarsi nel mare a fine percorso. Ecco, questa è la condizione di “Osservatore”… Facile? No di certo. Impossibile? Nemmeno…
Ma attenzione. Se si raggiunge questa capacità si ottiene un potere aggiuntivo che deve essere gestito consapevolmente dato che il relativo grado di responsabilità è proporzionalmente più elevato. E a un livello più elevato corrisponde maggiore potere di creare soluzioni brillanti o di fare danni elevati.
Mi auguro di essere stato esaustivo. Bene, buona “osservazione”, allora…
Articolo di Andrea Pilati
Fonte: https://traterraecielo.live/2024/12/07/losservatore/
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