La Meditazione e il processo di Guarigione
di Monica Bregola
Riconoscere la Vita come altro dal corpo fisico, come oltre la sua materialità. Forza rigenerante che lo comprende e lo trascende. Amore vivente e vitale. Realtà intima e cosmica. Sorgente. Inizio e fine. L’Infinito e l’Eterno.
Il termine “guarigione” può indurci nell’errore di considerare questo processo vitale come effetto positivo e risolutivo di uno squilibrio corporeo o di una malattia. Questa parola in realtà include sfere più ampie di significati, di azioni e di conseguente possibilità di armonizzazione dell’individuo e dell’integrazione delle varie parti che lo compongono. Si parla infatti di guarigione del livello emotivo e di quello mentale, oltre che di quello fisico. La moderna medicina osserva e scopre le interazioni fra i vari piani dell’essere umano, considerando fra questi anche il livello “transpersonale o spirituale”, ovvero lo spazio nel quale dimorano le nostre più profonde potenzialità, l’area supercosciente non condizionata, non strutturata in forme materiali o schemi mentali. È l’energia vitale, plastica e potenzialmente creativa della nostra coscienza.
Accade talvolta che la malattia, fisica e non, sia la conseguenza di una conflittualità generata dalla “pressione” dell’energia superiore o supercosciente della psiche, fatto che crea uno stato di frizione con la nostra personalità la quale con le sue certezze, le sue sicurezze e il suo modo acquisito automatico e schematico di percepire se stessa, gli altri e la vita, cerca di opporre “resistenza” all’apertura e al cambiamento.
Sul piano psicologico si parla allora di nevrosi noogena (Vicktor Frankl), intendendo con ciò una crisi sana, o “esistenziale” come comunemente definita. E di esistenza infatti si tratta. Nel senso quanto mai reale, di bisogno di esistere, di conoscersi, di esprimere istanze nuove, percepite vagamente oppure con chiarezza e lucidità, di sentire la necessità di cercare il senso della vita e la propria identità.
Abraham Maslow, psicologo e studioso della profonda natura umana, nel secolo scorso ha dedicato la vita e la ricerca alle vette dell’essere e ha descritto come fortemente motivanti quelle istanze che ha chiamato “metabisogni”, ovvero i bisogni che vanno oltre la scala di quelli la cui soddisfazione è considerata fondamentale per lo sviluppo sano della personalità: sopravvivenza, sicurezza, appartenenza, autostima, autorealizzazione. Ma quali sono questi bisogni? Rispondere alla domanda: “Chi sono io?”. Dare un Senso alla Vita, esprimere una qualità elevata e pura dell’Amore e dell’Armonia, manifestare la tensione verso la Bellezza e il Bene Comune: in altri termini, stiamo parlando dei valori Etici.
Occorre dunque uscire dall’idea restrittiva che l’opera di guarigione riguardi unicamente il processo di risanamento del corpo fisico. La guarigione vista in un’ottica di espansione di significato e di coscienza, vive come Parola e Simbolo, nel mondo delle cause, dei Significati. A tale proposito, possiamo considerare la guarigione come un fenomeno complessivo, uno spazio, un insieme che include e comprende cause ed effetti (sintomo).
La meditazione è lo strumento che crea e favorisce un contatto più profondo con noi stessi, stimola l’ascolto di sé e della vita. Ha un potere di raffinamento della coscienza, sensibilizzandola rapidamente e rendendo il nostro essere più vitale, più libero di aprirsi, di esprimersi e di creare. La meditazione, come strumento che crea ponti, crea contatto “tra” le cause e gli effetti, ci offre l’opportunità di connettere due piani di realtà (l’uno concreto, visibile, percepibile con i sensi fisici, l’altro psichico, non visibile né percepibile dai sensi fisici ma dai loro corrispettivi superiori), e di porli in relazione dinamica e creativa, come in un rapporto d’amore che attrae e connette i due opposti, fondendoli in una unità dinamica che è più della somma delle parti, e che favorisce l’elaborazione agiudiziale e non pregiudiziale, svelando, ad esempio, schemi di pensiero acquisiti e identificazioni restrittive. Il contributo straordinario della scienza della meditazione, pone in luce il tema della conoscenza della mente. Determinante, nella comprensione di un processo di trasformazione della coscienza nella sua interezza, è la conoscenza dello strumento mente.
Che cos’è la mente?
E perché riveste tutta questa importanza nella nostra vita? Ci viene trasmesso da grandi pensatori e da grandi coscienze che hanno indagato la mente, che tutta la nostra cosiddetta realtà è senza dubbio creata dalla mente. La mente, innanzitutto, va considerata uno strumento. Questo strumento svolge diverse funzioni, ed è composto da due piani, o orbite. Possiamo immaginare la nostra mente come Giano bifronte, posto su un piano orizzontale, dove un volto guarda verso il cielo e l’altro osserva la terra.
Queste due dimensioni corrispondono infatti a due piani di realtà ben precisi:
– la terra, come forme, il visibile e percepibile dai sensi, come atti creativi seguiti da una manifestazione;
– il cielo della coscienza, come spazio, apparentemente vuoto (ovvero privo di forme) ma pieno di energia, di potenzialità inespresse che possono essere realizzate e rese manifeste. È il mondo delle cause, delle intenzioni, dei significati, del Senso. È il punto di partenza, l’alfa, l’accensione del motore, al quale in un tempo (lineare) successivo seguirà la creazione della nuova forma/esperienza/evento, cioè si produrranno effetti sul piano manifesto. Gli effetti, siano essi esperienze, sintomi di una malattia, relazioni, identificazioni, ecc… sono comunque da considerare come fattori transitori, mutevoli, impermanenti, pertanto trasformabili.
La parola trasformazione non ha a che vedere con la cura, doverosa, degli effetti e della necessità del tempo e dell’ora che essi presentano. È, dapprima, una ricerca vitale delle cause, che per poter essere realizzata richiede una mente aperta, e che per poter essere autentica richiede con gli effetti un “contatto” diretto, sentito, vissuto, non pensato. Allora, nella “presa”, nell’attenzione creativa della coscienza, si crea uno spazio nel quale l’energia della causa antica può rivelarsi e sciogliersi e liberare l’energia intrappolata. È allora che l’Io, quale centro di consapevolezza, può orientare e dirigere l’energia liberata verso una direzione scelta, evolutiva, verso la costruzione di una nuova causa. E di un nuovo tempio.
Attivarsi creativamente di fronte alla malattia: diventare guaritori di se stessi
Spesso la scoperta di una malattia produce un effetto traumatico che crea un vero e proprio “corto circuito” fra i diversi livelli (fisico, emotivo, mentale, spirituale), inibendo la volontà, anche fino a bloccarla del tutto. In altri termini, quando la risposta che l’individuo può dare all’evento malattia è parziale o passiva, nessuna risorsa vitale può attivarsi sul piano interiore. Soprattutto quella tensione dinamica verso l’accettazione e la possibilità di cura e di guarigione. È solo quando tutti i livelli dell’essere collaborano e cooperano al processo di guarigione che le risorse interne si attivano e, con esse, la Vita.
Le nostre cellule ricevono le “impressioni” derivanti dalle nostre emozioni e dalla nostra mente, e i nostri pensieri sono fattori niente affatto secondari o ininfluenti nel nostro processo di guarigione. Essi sono come l’auriga-mente che orienta il galoppo dei cavalli-vitalità, che concordemente si dirigono verso la meta. La meditazione ci accompagna a sciogliere il corto circuito, e ad elaborare gli eventi prendendo le “giuste distanze” da essi, ma soprattutto aiutandoci ad accogliere la responsabilità vitale e preziosa di poter divenire i protagonisti della nostra guarigione.
Attraverso il contatto e l’ascolto profondo di noi stessi ci permette, per esempio, prima di comprendere bene, poi di accettare l’evento e successivamente di compiere le scelte relative al piano terapeutico che sentiamo essere il migliore per noi. In tal senso infatti, potremmo dire che la guarigione è un misto di interazioni fra la potente forza di autoguarigione vivente in noi e l’azione congiunta, sinergica e sintonica con il medico o l’équipe che accompagna il paziente. Quando la meditazione è volta a sostenere un processo di guarigione si diventa capaci di contattarsi, di percepirsi, per scegliere il piano terapeutico appropriato ed essere protagonisti della propria guarigione.
Riepilogando, vediamo gli effetti di un approccio di questo tipo ai vari livelli:
– Ripresa rapida dall’eventuale trauma diagnostico (scioglimento del corto circuito) che produce come effetto il rifluire dell’energia.
– Possibilità di una elaborazione emotiva e di ricerca dei nessi causali della malattia sul piano psicologico (simboli, corrispondenze, engrammi).
– Attivazione della volontà individuale di compartecipare pienamente e attivamente al processo di guarigione (si osservano a tale proposito, dal punto di vista clinico, una ripresa rapida, la diminuzione significativa di effetti collaterali, la riduzione del decorso post-operatorio, la ripresa più rapida delle attività, insieme a presenza di sé, chiarezza mentale, consapevolezza, efficienza, volontà di vivere e possibilità di operare cambiamenti vitali giudicati positivi e auspicabili).
– Assunzione della piena responsabilità di curarsi, di guarire e di scegliere il giusto piano terapeutico ed équipe medica.
Effetti sul piano fisico:
– Liberazione e aumento di energia.
– Sufficiente disidentificazione dal proprio corpo per permetterci di non identificarci con il “malato”, ma di considerare la nostra identità o centralità dell’essere come sana, vitale e viva.
– Possibilità di stabilire un contatto con il sintomo e un dialogo con il sintomo.
Effetti sul piano emotivo:
– Capacità di governare le nostre emozioni.
– Capacità di porre la “giusta distanza” dagli eventi.
– Possibilità di elaborare le esperienze emotive al fine di liberare le nostre energie che, a volte, restano intrappolate da situazioni relative a traumi, shock o antiche ferite.
– La liberazione delle energie trattenute o cristallizzate permette al “sistema” psiche di far rifluire le energie vitali, il corto circuito viene riassorbito, la mente vede ora con più chiarezza e può dunque svolgere la sua funzione di valutare, discriminare, pensare, riflettere, scegliere, nella chiarezza di visione senz’altro più realistica e con il supporto di un pensiero libero dalla gabbia emotiva. Le emozioni non smettono di esistere, semplicemente scolorandosi, non ci travolgono impedendoci di vedere e di riflettere, quindi di pensare.
Effetti sul piano mentale:
– La mente ora può “riflettere”.
– Sganciato sufficientemente dalle emozioni, ora il pensiero può librarsi, può attivarsi e valutare, discernere e scegliere.
– Lucidità mentale. La mente ora è libera di spaziare e può essere diretta verso la ricerca dei nessi causali e successivamente approfondire la loro elaborazione. È possibile ora una maggiore concentrazione che chiarifichi il quadro del problema con realismo, seguendo un ordine, una logica e successivamente l’apertura ad una sintesi nuova. L’effetto è la qualità della scelta, più consapevole perché basata sull’ascolto profondo di sé e dei propri bisogni, più chiara perché basata sull’ampiezza della visione. Responsabile perché nata da una più profonda “presenza” o radicamento di se stessi, come protagonisti della propria cura e delle proprie scelte
– Aumento di consapevolezza e conseguente azione libera.
– Intuizione, come esperienza di chiarezza e visione più ampia, di comprensione simultanea, di apertura.
L’esperienza della guarigione
La “Guarigione”, come abbiamo accennato, non è la cura, ovvero un intervento specifico teso al risanamento, bensì un processo vivente e vitale di “trasformazione” dei contenuti cristallizzati della psiche (engrammi) in energia e dell’energia (come mondo della massima potenzialità e possibilità esistente nella sfera spirituale dell’uomo) in nuove forme, più vere, più belle e consone a ciò che la coscienza può realizzare in un dato momento storico.
Rendere più limpida e luminosa la propria coscienza implica in primo luogo il pieno controllo della conoscenza, tramite una retta percezione delle informazioni fornite sia dai sensi fisici che dai sensi psichici. Come dire che la percezione della forma ottenuta tramite i cinque sensi ci offre una rappresentazione del tutto inadeguata della realtà più complessa, della quale la forma non è che il rivestimento esteriore, il guscio. Le informazioni sensoriali non riescono a cogliere “l’anima”, lo spirito della realtà, che restano celati in una dimensione a cui non si può attingere direttamente.
Il processo della guarigione assurge alla funzione di una vera e propria “Opera Creativa”, e all’uomo è chiesto di accendere il Fuoco della Vita in sé e di imparare a creare davvero. Questa può essere definita l’Arte di Vivere. Nella pratica meditativa impariamo a costruire il canale che connette la sfera superiore con quella inferiore, ora non più separate o sporadicamente in contatto fra loro.
È per mezzo di questo luminoso canale che le energie superiori possono affluire nella sfera inferiore della personalità, e nei suoi tre livelli, ed essendo esse costituite da vibrazioni più elevate e raffinate, intelligenti e portatrici di un proposito da realizzare, quando entrano in contatto con la struttura della personalità e con i suoi contenuti, producono un fenomeno di attivazione. Iniziamo così a cogliere gli effetti di questo “precipitato” psichico, carico di vitalità e ricco di potenzialità.
Il primo segnale che si interpreta come inizio di un processo di trasformazione è il vissuto della “crisi” (etimologicamente “scelta”). Ovvero per effetto della Luce, il modo consueto di sentire, essere, interpretare la realtà e gli eventi, viene percepito come insoddisfacente o insufficiente, o viene ritenuto ora eccessivamente restrittivo e incapsulante. Ci possiamo sentire soffocati dalle nostre stesse scelte. Le nostre consuete identificazioni, i comportamenti, le reazioni, le relazioni, si rivelano come impoveriti. Oppure possiamo essere sollecitati da eventi che accadono nella nostra vita e che vanno interpretati come effetti di un’attivazione interiore verso il cambiamento (principio di sincronicità).
La trasformazione avviene come risposta a leggi precise. Essa si basa su una visione della vita secondo “orbite” di livello vibratorio diverso. Il passaggio da un livello vibratorio ad un altro più elevato e raffinato, è trasformazione. In teoria, il livello con vibrazione più elevata dovrebbe attrarre verso l’alto i contenuti a vibrazione più bassa. Pertanto si tratta di fare un doppio lavoro:
– Purificare e raffinare i livelli più densi
– Rinforzare e nutrire i livelli più elevati
Così diviene possibile la trasformazione delle energie. Relativamente al processo di guarigione, l’afflusso di energie vitali supercoscienti impatta sui nuclei cristallizzati di energie (forze, engrammi) e aiuta a porre in Luce le cause, che sono i fattori determinanti la malattia. Dapprima la Luce accende, illumina, porta a galla ricordi, memorie emotive, quelle impressioni cioè che hanno creato lo squilibrio sul piano anche cellulare e che sono spesso inconsce. Oppure l’opportunità offerta può essere quella di poter finalmente sradicare definitivamente le cause dello squilibrio.
I contenuti che emergono hanno la necessità di essere “accolti” e custoditi in uno “spazio” qualificato, il cuore, in assenza di giudizio o pregiudizio, nell’accettazione graduale e progressiva dei vissuti che emergono. Il fine di questa fase è “diventare consapevoli”.
Ecco dunque che la seconda energia qualificata, l’Amore, penetra nel campo. Ad essa il compito di tessere lo spazio e nutrirlo di qualità specifiche di guarigione. “Solo l’Amore guarisce”, ci viene detto. La Fede, la certezza assoluta nella Scintilla Divina che anima l’uomo e che per amore e con amore lo ha creato, lo accompagna così a guarire, accettando, includendo con benevolenza ogni contenuto, amando. Non è necessario avere una fede religiosa, o un credo. Il processo è del tutto sperimentabile e realizzabile in modo laico, purché siamo dotati di volontà e disponibilità, con la mente aperta e con amorevolezza.
Sarà l’Amore a sciogliere gradualmente i vecchi detriti, le distorsioni. L’Io che ha imparato ad osservare, grazie all’afflusso di Luce, e diventa consapevole, in soluzione d’Amore quale vera forza trasformante, contiene come un vaso alchemico, e ci può ora accompagnare ad attraversare le fasi di destrutturazione di vecchie forme e liberazione di energie. In questa fase del processo incontriamo il perdono, il perdonarsi e il perdonare.
I sogni, messaggeri di vita nuova, annunciano un’alba ancora di là da venire, da manifestare con nuove e più consone forme. Ma già esistente. Le nuove forme, il cambiamento concreto, ancora necessita di tempo. Ma le nuove cause, come matrici, già sono in moto, vitali, belle, vere. Esse “precipiteranno” nel mondo fisico avvolgendosi dapprima dell’energia dei nostri pensieri nuovi, che daranno loro una prima “forma”, anche se non ancora visibile. Poi si nutriranno dei sentimenti più elevati e corrispondenti alla qualità dei pensieri, atti a nutrire e vivificare, affinché le forme possano animarsi di vita, spessore. Solo successivamente potremo osservare il tradursi di tutto ciò in un fatto concreto, come nuova identità, pensiero, azione, comportamento.
Si è creata una risonanza fra la vibrazione del punto più elevato della coscienza e le vibrazioni dei corpi inferiori che hanno iniziato, rispondendovi, ad accordarsi ad essa. Le vibrazioni dei corpi inferiori perciò, su sollecitazione superiore, mutano, raffinandosi, elevandosi. Questa è l’opera di trasformazione che può portare ad una vera guarigione.
Molte cose, molti eventi interni ed esterni appaiono e caratterizzano la nostra vita in questo periodo così denso e intenso. Se la vibrazione precedente sulla quale si erano costituiti engrammi e quindi identificazioni, stili di vita e comportamenti corrispondenti, aveva attratto a sé gli eventi, le esperienze, le relazioni corrispondenti, ora per effetto della legge di repulsione, che respinge da sé tutto ciò che non è più consonante, osserviamo il distacco, l’allontanamento, la fine di ciò che caratterizzava il “prima” e la nostra pregressa identità. È una fase di “vuoto”, di transizione da un ordine precedente ad un nuovo e più vitale ordine interno.
La nostra scala di valori, in questa fase, subisce importanti modifiche, e allo stesso modo, come naturale conseguenza, nuove scelte e opportunità si affacciano per effetto di una mutazione interna che sempre tocca la nostra identità. È un vuoto apparente quello che affiora, corrisponde in realtà all’apertura di uno spazio del tutto nuovo, è la percezione inconsueta dell’assenza di forme che può generare un senso di disorientamento.
Lo sguardo è fiducioso e fermo sul futuro e poggia sicuro sulle fondamenta nuove. L’orizzonte, ponte fra cielo e terra, è carico di promesse, di nuovo senso, di opportunità, di nuove scelte possibili. Ecco apparire nel campo la Volontà (Padre). Essa si traduce in volontà di significato, volontà di imprimere alle energie liberate una nuova e più creativa direzione, volontà di aderire ad un progetto verso il quale ci sentiamo chiamati; volontà di autorealizzazione, volontà di bene, volontà di trascendere i confini limitati e angusti del nostro io personale a favore di un tutto più ampio che ci comprende e ci trascende.
È la volontà di rinnovamento delle piccole e grandi cose presenti nella nostra vita. La guarigione è l’atto sacro e sublime di ricostituzione della relazione con la Vita. Nostro compito è eliminare gli ostacoli che impediscono lo scorrere dell’amore e la scoperta che Vita è Amore nello stato di Luce.
Articolo di Monica Bregola
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