Mai nati davvero…
di Giorgio Del Sole
Ci sono moltitudini di persone mai nate davvero, ancora rinchiuse in una gabbia rappresentata da una affettività tradita, che li costringe ancora oggi in una ristretta dimensione di figlio o figlia.
Sono coloro che inconsciamente vivono una dipendenza mentale da un padre e una madre, ricercata e proiettata in molteplici realtà di vita. Sono i condannati alla ricerca di effimere sicurezze dal costosissimo prezzo esistenziale, come i bisognosi del posto fisso, della umile casa, della emozione limitata, del desiderio inespresso, relegati all’esaltazione della mediocrità, del banale, dell’uguale a tutti.
Sono in questa condizione tanti maschi non uomini, perché essendo essi ancora figli, cercano più una mammina tranquillizzante nella loro partner, che una donna libera e capace di esercitare il proprio potere femminile, cosa da evitare perché li costringerebbe ad un confronto con un maschile-padre, che non è mai potuto avvenire davvero, essendo essi rimasti castrati nelle sabbie mobili del conflitto edipico.
Sono così anche le eterne figlie, che essendo incapaci di sostenere il senso esistenziale di un uomo vero, preferiscono allora relazionarsi con eterni bambini, perché le loro madri insicure gli impedirono di conquistare il proprio papà, essendo esse stesse troppo fragili per permettere alla loro figlia di diventare una regina, che essendo divenuta tale, poteva bramare alla conquista del re.
Ma quanti sono in questa condizione?
Direi la maggior parte e probabilmente lo siamo stati un po’ tutti quanti, perché tutti noi portiamo dentro grandi e piccole ferite causate da figure genitoriali incomplete, che hanno fatto sì il massimo che potevano, ma il loro massimo era poco più del minimo sufficiente per le nostre esigenze di elevatezza e sana costruzione interiore, premessa per una felicità futura duratura.
Quasi tutti vivono circondati da piccole regole morali, da un discutibile concetto di bene e male e da pensieri elevati a certezze fondate sul nulla, che hanno lo scopo solo di tenerli al riparo dalla vita e dal misurarsi con quelli che, a confronto della loro scarsa elevatezza, sono diventati giganti, accresciuti dal valore che sono stati capaci di strappare alla vita.
Alcuni ce l’hanno fatta a liberarsi da questo giogo al ribasso, da questa catena interiore che li teneva ancora collegati come un cordone ombelicale ad un passato più vuoto che pieno, alla ricerca di una mamma o un papà, spostati nella realtà di adulti, su una compagno, una compagna, un lavoro fisso, il bisogno di una certezza tanto più piccola, quanto più grande è stato il loro vuoto affettivo.
Coloro che ce l’hanno fatta, sono gli uomini e le donne che ogni giorno liberi di esprimersi al massimo delle loro possibilità, portano avanti il mondo con i loro pensieri ed il loro coraggio di esistere, sfidando il costituito per creare nuove possibilità di sviluppo, nuovi luoghi dove abitare la loro felicità, quella che hanno saputo costruire andando oltre se stessi, al di là delle proprie radici e non stritolati da queste.
Quindi, oggi uscendo da casa, osservate bene gli occhi di chi vi viene incontro, potrebbero essere quelli di un figlio o una figlia apparentemente adulti, ma effettivamente mai nati; oppure al contrario, quelli di un uomo o una donna che hanno il coraggio di guardarvi fisso, perché non debbono più sostenere la vergogna di non essere riusciti ad esistere come volevano e come il talento interiore chiedeva loro di fare, non avendo abdicato come altri fecero ed ancora fanno, verso un padre o una madre che non li ha mai svezzati.
Articolo di Giorgio Del Sole
Fonte: https://www.giorgiodelsole.it/mondo-interiore/mai-nati-davvero/
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