Scherzetti della Vecchia Energia
di Alessandro Zanda
Ultimamente sto riflettendo spesso su cosa sia la Nuova Energia. E di conseguenza, parallelamente, su come ancora si manifesta nella nostra vita la Vecchia Energia, il vecchio paradigma di causa ed effetto, la dualità più marcata del bianco e nero.
E vedo manifestarsi nella mia vita gli aspetti, gli intrecci, le ambivalenze di questi due paradigmi che, a quanto dicono, convivono insieme in questi tempi di cambiamento planetario.
Certi giorni sembra che la vecchia energia faccia capolino e come un mostriciattolo di un film horror di serie B, fa boccacce, strilla e si dimena, facendo solo “bleubleubleubluebleubleu!!!” come un bambino ormai troppo cresciuto per fare gli scherzetti ai propri genitori, e che quando si nasconde dietro la tenda per fare un piccolo agguato, gli si vedono le scarpe che spuntano da sotto.
Mi riferisco a tutte quelle situazioni, karma ricorrenti, patterns di vittima e carnefice, relazioni di vampiraggio energetico, che pensavamo di esserci lasciati alle spalle. Ci abbiamo lavorato, per una vita intera, e prima ancora chissà. Sembravamo aver trovato la chiave per dissolvere quel vecchio karma, così come quelle vecchie reazioni che scattavano in noi sembravano ormai appartenere al passato, eppure…
Eppure in certi giorni la vecchia energia continua a fare capolino. Certi giorni, così come in certi periodi. Si affaccia, ci getta un urletto, fa vibrare un pochino quelle corde emotive ancora un po’ sfilacciate e sensibili, che ci ricordano qualcosina del nostro passato. Se ci abbiamo lavorato però, abbiamo tutte le carte in regola per riconoscerla. Perché è dissonante, basa tutta la sua sceneggiata sulla paura, su bugie mentali molto convincenti. Parla, anzi grida e fa le smorfie agli aspetti di noi ancora in fase di guarigione, alle ferite non del tutto sanate, o a quelle ancora aperte. È un’energia di furbizia, di manipolazione, di bugie e in grado di far passare qualcosa per qualcos’altro.
Ha una vista acuta, perché attraverso quella tenda dietro cui si è mimetizzata così bene per eoni, vede quando stiamo vacillando, vede le nostre insicurezze. E credo che su questo non possiamo farci nulla. Ciò che possiamo fare è non abboccare, o almeno non cascandoci con tutte le scarpe, a questi scherzetti vecchi, triti e ritriti, che puzzano di olio ormai esausto, riutilizzato all’infinito per mille “fritture emotive”… così pesanti da digerire.
Penso che una chiave per riconoscerla, e per comprendere allo stesso tempo come opera la nuova energia, che è imprevedibile a quanto dicono, sia l’integrazione. Già da diversi anni mi rendo conto, almeno per quanto riguarda la mia esperienza, che le sfumature di grigio sono sempre più marcate e frequenti, a discapito del bianco e del nero, man mano che ci inoltriamo nell’energia della nuova era.
Il vecchio mondo della dualità continuerà a esistere, ma credo che possiamo riconoscerlo nella nostra vita e integrarlo, integrare ciò che sembra solo bianco con ciò che sembra solo nero, in una scala di grigi nei quali anche la tinta di nero più cupo, l’oscurità apparentemente più totale, se osservata, porta un senso e una componente di crescita. Insomma, integrare aspetti molto negativi di certe situazioni, con i vantaggi portati dalle stesse.
È plausibile che ciò che ci si palesa davanti come sfida nella nuova terra, sia proprio questo. Trasceso l’insegnamento degli estremi più acuti delle polarità di luce e oscurità, il nuovo orizzonte delle esperienze terrene potrebbe proprio essere attraversare nuove esperienze intense, in cui queste due componenti di luce e buio sono amalgamate, inscindibili, attorcigliate in maniera tale che non ci sia possibile fuggire dall’oscurità (fastidiosa, sgradevole, e lampante) senza a sua volta fuggire dalla luce (a sua volta evidente e attraente).
Aggrovigliate nella stessa esperienza. E allora come si fa? Se ci troviamo non più davanti alle solite esperienze di sola violenza, o di sola crescita, come magari le polarità più nette del passato ci portavano a fare, bensì dinnanzi uno scenario in cui si inizia a scorgere finalmente quel personale, interiore sacro Graal, cercato per vite intere, la trasformazione, il cuore di noi stessi, custodito però in una foresta fitta, oscura, popolata da mostri?
Forse nella nuova energia come molti dicono, veramente tutto ha a che vedere con la nostra illuminazione, e quindi nulla è da scartare. E quella foresta altro non è che un grande palcoscenico popolato da attori illustrissimi, allestito a menadito proprio da lei… la vecchia energia di paura. Non vorrei essere frainteso… intendo la vecchia energia di paura che sì, ancora è parte del pianeta e dell’esperienza dell’umanità, ma che sopratutto è ancora parte della nostra sacra esperienza individuale, in primis.
Da un lato è un’amalgama di fantasmi, di mostri, di entità di altre dimensioni, di coscienza collettiva di bassa vibrazione, che ancora si dimena perché capisce che sta andando verso la propria… estinzione? Trasformazione? Beh, qualsiasi cosa sia, le fa molta paura. E strilla. Ma d’altro canto ne siamo stati parte e controparte (che fa sempre il suo gioco, quello dei conflitti), per molte vite. Ha fatto parte di noi. E ancora ce la troviamo davanti.
E proprio l’esperienza da cui vorremmo fuggire o karma diventa impossibile da evitare. E stavolta non perché abbiamo ancora da lavorare sui condizionamenti legati alla vittima e al carnefice, ai sensi di colpa, ad una nostra identità di una vita precedente traumatizzata dagli abusi. Non perché subiamo la violenza e ancora facciamo la parte della vittima inconsapevole. Forse nella nuova energia capiteranno sempre meno esperienze nette di questo genere. Abbiamo imparato chi sono i manipolatori, i ladri di energia, e a stare alla larga dalle esperienze in cui sono gli unici attori della commedia. Mi riferisco ad esperienze in cui ci accorgiamo e siamo perfettamente consapevoli di tutto il repertorio, ma nelle quali decidiamo consapevolmente di “restare”, di vivere le emozioni intense che esse ci suscitano, consci che ha senso perché vediamo che i confini tra evoluzione e paura, non sono netti, sono indistinguibili, e andarsene equivarrebbe ad allontanarsi da entrambe le cose.
Ma se l’esperienza ora diventa scendere in picchiata nelle energie più basse, smascherare gli scherzi della vecchia energia, attraversare la foresta nera, consci che è solo un teatro, non più solo allo scopo di fare esperienza della sola oscurità, ma bensì per osservare luce e oscurità convivere, integrarsi, trasformarsi e trasformarci, raccoglieremo la sfida della nuova energia, della nuova era, della nuova terra?
La ricompensa è gia dentro di noi, ed è allo stesso tempo il sacro calice della vita, dell’evoluzione personale, della realizzazione e della divinità interiore gelosamente custodito nella foresta. Ma brillando, sarà un faro che ci guiderà in quella foresta tanto oscura quanto piatta; alberi di cartone, ombre proiettate per finta, spaventapasseri travestiti da mostri che con i loro balletti e balbettii, possono spaventarci per un attimo, infastidirci, ma non tenerci lontani, se non per qualche tempo, da quel sacro Graal che è la consapevole relazione con noi stessi.
Una relazione di crescita e di amore reciproco. A cui anche le entità, umane e non, che sguazzano nella vecchia energia, prima o poi approderanno. In quanto tempo e in quale sistema dimensionale, non è affar nostro. Nel frattempo aspettiamoci qualche scherzetto, qualche finto cigolio, come è d’obbligo per ogni film di serie B, arrivato ormai all’ultima proiezione nei cinema di periferia.
Articolo di Alessandro Zanda
Fonte: http://alessandrozanda.altervista.org/scherzetti-della-vecchia-energia/
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