Improvvisamente ci spaventammo nel sentire in lontananza un canto di gente. Molto presto scoprimmo un’immensa nave che scivolava sul fiume direttamente verso di noi. Quelli che erano a bordo cantavano un poderoso coro che, echeggiando, dava l’impressione fosse composto da migliaia di voci, riempiendo l’intera zona con frementi melodie. L’accompagnamento era fatto con strumenti a corda, non dissimili dalle nostre arpe. Era una nave molto più grande di quelle che avevamo mai visto, ed era costruita molto differentemente. La nostra barca era non lontana dalla riva. I bordi del fiume, coperti con giganteschi alberi, si alzavano per centinaia di metri, in modo magnifico. Sembrava di essere in una foresta primordiale, che si irradiava senza fine, verso all’interno.
L’immensa nave si fermò, e venne calata un’imbarcazione, con sei uomini di statura gigantesca, che si diressero verso di noi. Parlavano una strana lingua. Vedevamo dai loro modi, comunque, che erano amichevoli. Parlarono fra loro e uno di loro rise smodatamente, come se trovando noi, avesse fatto una scoperta originale. Uno di loro guardò la nostra bussola e sembrava molto più interessato a questo oggetto che a tutta la nostra imbarcazione. Finalmente, il capo ci fece comprendere a gesti, se volevamo lasciare l’imbarcazione ed andare a bordo della loro nave. “Che ne dici, figlio mio?”, mi chiese mio padre. “Non possono fare niente di più che ucciderci”. “Sembrano essere ben disposti nei nostri confronti”, replicai, “Sebbene siano enormi giganti!”. “Possiamo andarci di nostra volontà oppure esserci trascinati con la forza” disse mio padre, sorridendo. “Sono certamente capaci di catturarci”. A quel punto, con i segni, fece capire a questi esseri, che eravamo pronti a seguirli”.
Nel giro di pochi minuti eravamo a bordo della nave e dopo un’ora e mezza, la nostra barca veniva tirata fuori dall’acqua, da una strana attrezzatura con un gancio e portata a bordo. A bordo di questa colossale nave c’erano molte centinaia di persone. La nave si chiamava “Naz”, che significa, come abbiamo appreso successivamente, “Piacere” o per darne una più appropriata interpretazione, “Gita di Piacere”. Gli occupanti della nave ci osservarono con curiosità, questa strana razza di giganti attrasse la nostra attenzione allo stesso modo. Non c’era singolo essere a bordo che fosse alto meno di 3,60 m. Avevano tutti la barba, tagliata corta. Avevano un viso dolce e bello, estremamente onesto, con carnagione rossastra. I capelli e la barba di alcuni erano neri, altri colore sabbia, ed ancora altri, gialli. Il capitano, come noi designammo il dignitario in comando di questo grande vascello, era il più alto di tutti. Le donne erano in media alte 3,30 m.. Le loro fattezze particolarmente regolari e raffinate, mentre il colorito era di una tinta delicata, elevato da una salutare luminosità.
Sia gli uomini che le donne avevano una particolare gentilezza, nello sguardo e nei modi. Nonostante la loro statura, gigantesca, non c’era segno di imbarazzo nei nostri confronti. Il 1.80 m. di mio padre non arrivava alla cintura di questi esseri. Ed anche se io avevo soltanto 19 anni, ero, senza dubbio, visto come Pollicino. Sembravano fare a gara, l’un l’altro, a chi era più gentile e cortese verso di noi. Tutti risero gioiosamente quando dovettero improvvisare delle sedie per mio padre e per me, per sedere a tavola. Erano riccamente vestiti, in un costume particolare, molto bello e attraente. Gli uomini avevano tuniche riccamente ricamate di seta e raso, allacciate alla vita; calzoni corti fino al ginocchio, con calze di eccellente tessitura, mentre i loro piedi erano incassati in sandali abbelliti con fibbie d’oro. Scoprimmo presto che l’oro era uno dei metalli più comuni conosciuti e che era enormemente usato negli ornamenti. Anche se può sembrare strano, né io né mio padre sentivamo la minima preoccupazione per la nostra salvezza. “I racconti della Terra al di là del Vento del Nord, tramandati da mio padre e da mio nonno e da molte generazioni della nostra razza, sono concretizzati qui”.
Articoli nella sezione: Il Dio fumoso
Il Dio fumoso
Viaggio nel Mondo Interno della Terra Cava
di Willis George Emerson
dedicato a Olaf Jansen
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Prefazione dell’autore
Temo che questa storia, apparentemente incredibile, che mi accingo a raccontare, sarà considerata come il risultato di una mente distorta, indotta, probabilmente, dall’attrazione che ha nel togliere il velo di un meraviglioso mistero, invece di una sincera testimonianza, di un’esperienza ineguagliabile, raccontata da un uomo: Olaf Jansen, la cui pazzia si è appellata alla mia immaginazione, nella quale i pensieri di un criticismo analitico, si sono efficacemente dileguati. Marco Polo si rivolterà sicuramente nella tomba a questa strana storia che sono chiamato a raccontare; una storia così strana, come un racconto di Munchausen. E’ anche inopportuno che io, un miscredente, debba essere il solo a raccontare la storia di Olaf Jansen, il quale nome è ora per la prima volta … leggi tutto
La storia di Olaf Jansen
Mi chiamo Olaf Jansen. Sono un norvegese, benché sia nato in una piccolo villaggio di pescatori russo, Uleaborg, nella costa Est del Golfo di Bothnia, il braccio nord del Mar Baltico. I miei genitori stavano navigando in un peschereccio nel Golfo di Bothnia e, al tempo della mia nascita, puntarono su Uleaborg, il 27 Ottobre 1811. Mio padre, Jens Jansen, nacque a Rodwig, nella costa scandinava, vicino alle isole Lofoden, ma dopo essersi sposato, prese casa a Stoccolma, perché i parenti di mia madre risiedevano in quella città. All’età di sette anni, cominciai ad andare con mio padre nei viaggi di pesca lungo le coste scandinave. Ben presto sviluppai un’attitudine per i libri, ed all’età di nove anni, venni messo … leggi tutto
Al di là del vento del Nord
Cercavo di dimenticare la mia sete tenendomi occupato, prendendo un po’ di cibo e un recipiente vuoto dalla dispensa. Allungandomi fuori bordo, riempii il recipiente di acqua del mare per lavarmi le mani ed il viso. Quando l’acqua venne in contatto con le mie labbra, con meraviglia, scoprii che non era salata. Sobbalzai dalla scoperta. “Padre, l’acqua non è salata!”. “Cosa, Olaf?, esclamò, guardandosi rudemente intorno. “Sicuramente ti stai sbagliando. Non c’è terra. Stai diventando matto”. “Ma assaggiala” gli dissi. E così scoprimmo che l’acqua era davvero fresca, assolutamente buona, senza alcun sapore salato o salmastro. Immediatamente riempimmo le due botti che ci rimanevano, e mio padre disse che era una dispensa della misericordia degli Dei Odino e Thor. Eravamo … leggi tutto
Nel mondo Interno
Apprendemmo che gli uomini si sposavano a partire dai settantacinque, cento anni d’età e per le donne un po’ di meno, e sia gli uomini che le donne vivevano in media 600-800 anni e in alcuni casi di più. Giuseppe dice: “Dio prolungò la vita dei patriarchi che precedettero il diluvio, sia per sviluppare le loro virtù e sia per dare loro l’opportunità di perfezionare le scoperte nelle scienze della geometria e dell’astronomia, che non avrebbero potuto fare se avessero vissuto di meno”. (Flammarion, Miti Astronomici, Parigi). Durante l’anno successivo visitammo molti villaggi e città e fra questi le città di Nigi, Delfi, Hectea, mio padre venne chiamato, non meno di una mezza dozzina di volte, per portare delucidazioni sulle … leggi tutto
In mezzo ai ghiacci
I successivi 45 giorni passammo il nostro tempo evitando iceberg e cercando canali; non eravamo favoriti davvero dal forte vento del sud, con la nostra barchetta. Dubitavo che questa storia potesse essere un giorno raccontata al mondo. Alla fine venne una mattina in cui mio padre disse: “Figlio mio, penso che vedremo la via di casa. Abbiamo quasi attraversato i ghiacci. Vedi! le acque aperte sono dietro di noi”. Comunque, c’erano alcuni iceberg che galleggiavano in direzione Nord, dritti davanti a noi, su tutti e due i lati, che si distendevano per molte miglia. Direttamente di fronte a noi e attraverso la bussola, che ora aveva ritrovato il suo equilibrio e puntava a Nord, c’era il mare aperto.
“Che meravigliosa storia … leggi tutto
Conclusione
Nel concludere la storia delle mie avventure, desidero affermare che io credo fermamente che le scienze siano ancora alla fase dell’infanzia, per quel che riguarda la cosmologia della Terra. Ci sono moltissime cose che non sono spiegate e comprese oggigiorno e rimarranno sempre così, fino a che la terra del “Dio Fumoso” non verrà scoperta e riconosciuta dai nostri geofisici. Questa è la terra da dove provengono i cedri, che sono stati trovati dagli esploratori, nelle acque aperte dell’estremo Nord della crosta terrestre, e anche i corpi dei mammut, i cui scheletri sono stati trovati in vaste parti della costa Siberiana. Gli esploratori del Nord hanno fatto molto. Sir John Franklin, De Haven Grinnell, Sir John Murray, Kane, Melville, Hall, … leggi tutto
Postfazione dell’autore
Ho avuto molta difficoltà nel decifrare e scrivere il manoscritto di Olaf Jansen. Comunque, mi sono preso la libertà di ricostruire solamente alcune espressioni, e nel fare questo non ho in nessun modo cambiato lo spirito del significato. Al testo originale non è stato aggiunto, né tolto nulla. E’ impossibile esprimere la mia opinione sulla validità o la credibilità del bellissimo racconto di Olaf Jansen. Le descrizioni date delle strane terre e della gente visitata, le locazioni delle città, i nomi e le direzioni dei fiumi, e altre informazioni qui combinate, conformi in ogni cosa ai disegni grezzi dati in mia custodia da questo antico normanno che, insieme al manoscritto, ho intenzione, in altra data, di donare all’Istituto Smithsonian (Museo … leggi tutto
Il centro di gravità non è nel centro della Terra!
Un po’ di tempo prima del 1901, i governanti francesi, desiderando determinare più accuratamente l’esatta dimensione della Terra, per rivedere e correggere i loro calcoli riguardanti la distanza del Sole, misurarono la differenza di distanza da parte della cima di due linee, perpendicolari alla superficie della Terra, e la base di queste due linee. Essi volevano una coppia di linee lunghe a sufficienza, per dare una misurazione rilevante. Ovviamente non poterono costruire due poli paralleli alti un miglio, ma pensarono di poter sospendere due piombi ad una profondità di un miglio, nel pozzo di una miniera, e quindi poter misurare la distanza dalla cima e la distanza del fondo, la quale doveva essere leggermente minore. Essi volevano sapere esattamente quanto … leggi tutto