Il vento soffiava costantemente verso Sud, stava soffiando dalla direzione dell’apertura Nord della terra, verso Sud, ma secondo la nostra bussola indicava Nord. Cercammo di navigare contro vento per tre giorni, ma senza risultato. Dopo di che mio padre disse: “Figlio mio, è impossibile tornare attraverso la stessa via per la quale siamo arrivati, in questo periodo dell’anno. Mi domando perché non ci abbiamo pensato prima. Siamo stati qui quasi due anni e mezzo; quindi, questa è la stagione nella quale il Sole splende nel Sud della Terra. C’è la lunga notte artica, a Spitzbergen”. “Che facciamo?” domandai.
“C’è solo una cosa da fare”, replicò mio padre, “ed è andare a Sud”. Di conseguenza girammo la barca, e puntammo nella direzione che la bussola indicava Nord, ma che invece era Sud. Il vento era forte, sembrava che avevamo preso una corrente che correva a velocità rimarcabile nella nostra stessa direzione”. Dopo 40 giorni arrivammo a Delfi, la città che avevamo visitato in compagnia delle nostre guide, i coniugi Galdea, vicino la foce del fiume Gihon. Qui ci fermammo per due giorni, furono molto ospitali e fummo ospitati dalla stessa gente che ci aveva dato il benvenuto nella visita precedente. Ci rifornimmo di provviste e salpammo di nuovo, seguendo la bussola, direzione Nord (che era Sud). Nel nostro viaggio ci imbattemmo in uno stretto canale, che appariva essere un corpo separato di acqua, tra due considerevoli corpi di terra. C’era una bella spiaggia alla nostra destra e decidemmo di fare una ricognizione. Gettammo l’ancora, camminammo a riva, e riposammo un giorno prima di continuare la pericolosa impresa. Accendemmo un fuoco con del legname. Mentre mio padre stava passeggiando lungo la costa, preparai un allettante pasto. C’era una dolce luce luminosa che, mio padre disse, proveniva dal Sole che filtrava dall’apertura sud della Terra. Quella notte dormimmo profondamente, ci svegliammo la mattina dopo ristorati come se fossimo stati nel nostro letto di Stoccolma.
Dopo colazione, facemmo un giro di scoperta all’interno e vedemmo alcuni uccelli che appartenevano alla famiglia dei pinguini. Erano uccelli senza facoltà di volo, ma eccellenti nuotatori, di dimensioni enormi, con corte ali, testa nera. In piedi, erano alti circa 2,70 m. Ci guardarono con grande sorpresa e camminando ancheggiando, entrarono in acqua e nuotarono via.
Le notti non erano mai così buie ai Poli, come in altre regioni, la Luna e le Stelle sembravano splendere con una luce doppia. In più c’era una luce continua, con svariati giochi di luce e di forme che formavano i più strani fenomeni della natura. Tralasciamo gli avvenimenti che accaddero durante i successivi cento o più giorni. Eravamo in un mare aperto e senza ghiaccio nel mese che calcoliamo fosse novembre o dicembre. Sapevamo che avevamo superato il cosiddetto Polo Sud. Quindi, eravamo passati oltre la luminosità elettrica interna del “Dio Fumoso” ed il suo generoso calore. Dovevamo incontrare la luce e il calore del Sole esterno, splendente attraverso l’apertura sud della Terra. Non eravamo in errore. Ci furono dei momenti in cui la nostra piccola imbarcazione, guidata dal vento, che era continuo e persistente, saettava attraverso le acque come una freccia. Davvero, se avessimo incontrato una piccola roccia o un ostacolo, la barca si sarebbe fracassata come un fuscello. Alla fine eravamo coscienti che l’atmosfera stava diventando decisamente fredda e, alcuni giorni più tardi, avvistammo degli iceberg lontani sulla sinistra. Mio padre arguì e correttamente, che i venti che avevano trasportato la barca, venivano dal caldo clima dell'”interno”. Il tempo dell’anno era certamente molto favorevole per fare il salto verso il mondo “esterno” e tentare di passare attraverso i canali aperti della zona gelata che circonda la regione polare. Fummo presto fra i ghiacci e come riuscimmo a passare fra gli stretti canali senza fracassarci, non lo so. La bussola si comportava come se fosse impazzita allo stesso modo di quando eravamo passati dal Polo Nord.
Articoli nella sezione: Il Dio fumoso
Il Dio fumoso
Viaggio nel Mondo Interno della Terra Cava
di Willis George Emerson
dedicato a Olaf Jansen
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Prefazione dell’autore
Temo che questa storia, apparentemente incredibile, che mi accingo a raccontare, sarà considerata come il risultato di una mente distorta, indotta, probabilmente, dall’attrazione che ha nel togliere il velo di un meraviglioso mistero, invece di una sincera testimonianza, di un’esperienza ineguagliabile, raccontata da un uomo: Olaf Jansen, la cui pazzia si è appellata alla mia immaginazione, nella quale i pensieri di un criticismo analitico, si sono efficacemente dileguati. Marco Polo si rivolterà sicuramente nella tomba a questa strana storia che sono chiamato a raccontare; una storia così strana, come un racconto di Munchausen. E’ anche inopportuno che io, un miscredente, debba essere il solo a raccontare la storia di Olaf Jansen, il quale nome è ora per la prima volta … leggi tutto
La storia di Olaf Jansen
Mi chiamo Olaf Jansen. Sono un norvegese, benché sia nato in una piccolo villaggio di pescatori russo, Uleaborg, nella costa Est del Golfo di Bothnia, il braccio nord del Mar Baltico. I miei genitori stavano navigando in un peschereccio nel Golfo di Bothnia e, al tempo della mia nascita, puntarono su Uleaborg, il 27 Ottobre 1811. Mio padre, Jens Jansen, nacque a Rodwig, nella costa scandinava, vicino alle isole Lofoden, ma dopo essersi sposato, prese casa a Stoccolma, perché i parenti di mia madre risiedevano in quella città. All’età di sette anni, cominciai ad andare con mio padre nei viaggi di pesca lungo le coste scandinave. Ben presto sviluppai un’attitudine per i libri, ed all’età di nove anni, venni messo … leggi tutto
Al di là del vento del Nord
Cercavo di dimenticare la mia sete tenendomi occupato, prendendo un po’ di cibo e un recipiente vuoto dalla dispensa. Allungandomi fuori bordo, riempii il recipiente di acqua del mare per lavarmi le mani ed il viso. Quando l’acqua venne in contatto con le mie labbra, con meraviglia, scoprii che non era salata. Sobbalzai dalla scoperta. “Padre, l’acqua non è salata!”. “Cosa, Olaf?, esclamò, guardandosi rudemente intorno. “Sicuramente ti stai sbagliando. Non c’è terra. Stai diventando matto”. “Ma assaggiala” gli dissi. E così scoprimmo che l’acqua era davvero fresca, assolutamente buona, senza alcun sapore salato o salmastro. Immediatamente riempimmo le due botti che ci rimanevano, e mio padre disse che era una dispensa della misericordia degli Dei Odino e Thor. Eravamo … leggi tutto
Nel mondo Interno
Apprendemmo che gli uomini si sposavano a partire dai settantacinque, cento anni d’età e per le donne un po’ di meno, e sia gli uomini che le donne vivevano in media 600-800 anni e in alcuni casi di più. Giuseppe dice: “Dio prolungò la vita dei patriarchi che precedettero il diluvio, sia per sviluppare le loro virtù e sia per dare loro l’opportunità di perfezionare le scoperte nelle scienze della geometria e dell’astronomia, che non avrebbero potuto fare se avessero vissuto di meno”. (Flammarion, Miti Astronomici, Parigi). Durante l’anno successivo visitammo molti villaggi e città e fra questi le città di Nigi, Delfi, Hectea, mio padre venne chiamato, non meno di una mezza dozzina di volte, per portare delucidazioni sulle … leggi tutto
In mezzo ai ghiacci
I successivi 45 giorni passammo il nostro tempo evitando iceberg e cercando canali; non eravamo favoriti davvero dal forte vento del sud, con la nostra barchetta. Dubitavo che questa storia potesse essere un giorno raccontata al mondo. Alla fine venne una mattina in cui mio padre disse: “Figlio mio, penso che vedremo la via di casa. Abbiamo quasi attraversato i ghiacci. Vedi! le acque aperte sono dietro di noi”. Comunque, c’erano alcuni iceberg che galleggiavano in direzione Nord, dritti davanti a noi, su tutti e due i lati, che si distendevano per molte miglia. Direttamente di fronte a noi e attraverso la bussola, che ora aveva ritrovato il suo equilibrio e puntava a Nord, c’era il mare aperto.
“Che meravigliosa storia … leggi tutto
Conclusione
Nel concludere la storia delle mie avventure, desidero affermare che io credo fermamente che le scienze siano ancora alla fase dell’infanzia, per quel che riguarda la cosmologia della Terra. Ci sono moltissime cose che non sono spiegate e comprese oggigiorno e rimarranno sempre così, fino a che la terra del “Dio Fumoso” non verrà scoperta e riconosciuta dai nostri geofisici. Questa è la terra da dove provengono i cedri, che sono stati trovati dagli esploratori, nelle acque aperte dell’estremo Nord della crosta terrestre, e anche i corpi dei mammut, i cui scheletri sono stati trovati in vaste parti della costa Siberiana. Gli esploratori del Nord hanno fatto molto. Sir John Franklin, De Haven Grinnell, Sir John Murray, Kane, Melville, Hall, … leggi tutto
Postfazione dell’autore
Ho avuto molta difficoltà nel decifrare e scrivere il manoscritto di Olaf Jansen. Comunque, mi sono preso la libertà di ricostruire solamente alcune espressioni, e nel fare questo non ho in nessun modo cambiato lo spirito del significato. Al testo originale non è stato aggiunto, né tolto nulla. E’ impossibile esprimere la mia opinione sulla validità o la credibilità del bellissimo racconto di Olaf Jansen. Le descrizioni date delle strane terre e della gente visitata, le locazioni delle città, i nomi e le direzioni dei fiumi, e altre informazioni qui combinate, conformi in ogni cosa ai disegni grezzi dati in mia custodia da questo antico normanno che, insieme al manoscritto, ho intenzione, in altra data, di donare all’Istituto Smithsonian (Museo … leggi tutto
Il centro di gravità non è nel centro della Terra!
Un po’ di tempo prima del 1901, i governanti francesi, desiderando determinare più accuratamente l’esatta dimensione della Terra, per rivedere e correggere i loro calcoli riguardanti la distanza del Sole, misurarono la differenza di distanza da parte della cima di due linee, perpendicolari alla superficie della Terra, e la base di queste due linee. Essi volevano una coppia di linee lunghe a sufficienza, per dare una misurazione rilevante. Ovviamente non poterono costruire due poli paralleli alti un miglio, ma pensarono di poter sospendere due piombi ad una profondità di un miglio, nel pozzo di una miniera, e quindi poter misurare la distanza dalla cima e la distanza del fondo, la quale doveva essere leggermente minore. Essi volevano sapere esattamente quanto … leggi tutto