Efeso e il mistero della tomba di Maria
Sulle colline che circondano Efeso, straordinario centro dell’antichità e una delle più grandi città ioniche in Anatolia, esiste la Meryem Ana Evi, ovvero la Casa di Maria, considerata l’ultima dimora della Madre di Gesù Cristo. Anche a Gerusalemme, tuttavia, nella Valle di Giosafat, un santuario sotterraneo accoglie il luogo dove si suppone che i discepoli abbiano sepolto la Madonna.
Ad Efeso, quando si arriva sul posto, una lunga fila di pellegrini anticipa l’arrivo alla casa di Maria, una piccola costruzione posta tra i boschi, che ormai ricorda una piccola chiesa. A convalidare il fatto che questa sarebbe stata l’ultima dimora della Vergine Maria, ci sono una serie di elementi che attestano la veridicità del luogo: San Giovanni, nel suo Vangelo, dice che Gesù, prima di morire gli affidò la Madonna dicendo: “Ecco tua madre”. A partire da quel momento egli la prese con sé. Gli Atti degli Apostoli poi narrano che, dopo la morte di Cristo, la persecuzione imperversò a Gerusalemme. Gli apostoli si sparpagliarono per il mondo per predicare il Vangelo di Gesù, e a San Giovanni (che portò con sé Maria) fu affidata proprio l’Asia Minore.
Altre conferme arrivano, da una parte, dalla tradizione orale, fedelmente conservata dagli abitanti ortodossi del villaggio di Kirkince e discendenti dei primi cristiani di Efeso, i quali ogni anno si recavano in pellegrinaggio in questo luogo a celebrare la festa della dormizione di Maria; dall’altra, il Concilio Ecumenico svoltosi nella città nel 431 – nella prima chiesa del mondo dedicata a Maria, per definirvi il dogma della maternità divina di Maria Santissima – attesta la credenza che quel luogo fosse considerato proprio la dimora ultima della Madonna. I Padri del Concilio parlando di Nestorio dicono: “Arrivato ad Efeso laddove il teologo Giovanni e la Vergine Santa Maria, madre di Dio…”(implicitamente attestando la presenza di Giovanni e Maria a Efeso)
Inoltre è assai interessante la modalità del ritrovamento del sito. Verso la fine dell’Ottocento apparve un libro intitolato: “La vita della Vergine secondo le rivelazioni della religiosa tedesca Anna Katharina Emmerick” e scritto da Clemens Maria Brentano (scrittore tedesco che raccolse le narrazioni della religiosa). Questa monaca pur non avendo mai visitato questi luoghi, descrisse con impressionante esattezza il posto dove si trovava la casa di Maria a Efeso. Attraverso le sue visioni dettagliate, ella fu in grado di fornire indicazioni molto precise sulla effettiva collocazione della casa, seguendo le quali, due spedizioni scientifiche effettuate nel 1891, ritrovarono le rovine del luogo, esattamente dove la veggente aveva indicato.
A Gerusalemme invece la Tomba della Vergine, o meglio quella che sarebbe dovuta diventare la tomba di Maria, si trova nella valle di Giosafat, in un santuario sotterraneo, posto molti metri al di sotto del livello stradale. Questo luogo caro a greci, copti, armeni e siriaci, è anche considerato sacro dai musulmani, perché si dice che Maometto vide una luce sopra la tomba della “sorella Maria” durante il Viaggio notturno a Gerusalemme. La tomba destinata ad accogliere il corpo della Madre di Gesù si trova sul lato orientale della cripta ed è ornata con icone e paramenti tipici della tradizione ortodossa.
All’esterno, sul lato destro della facciata del santuario, c’è la grotta dell’arresto, cioè il luogo del tradimento di Giuda. All’interno di Gerusalemme si snoda la cosiddetta “Via Dolorosa”, la Strada del Dolore che Gesù percorse portando in spalle la Croce. Essa arriva sino alla collina “del Cranio”, il Golgota, ovvero il luogo della Crocifissione, che oggi resta inglobato all’interno della Basilica della Resurrezione, insieme alle ultime cinque stazioni della Via Crucis.
Efeso… la casa di Maria:
Efeso è una delle località archeologiche più frequentate di tutta la Turchia, una notorietà pienamente giustificata perché è un luogo dove la storia delle civiltà che si sono affacciate lungo le sponde del Mediterraneo, ha lasciato profonde e durature tracce nel corso dei secoli. Il Tempio di Artemide ad Efeso era tra le sette meraviglie del mondo antico. Efeso fu una delle più grandi città dell’Anatolia e un importante e ricco centro commerciale. Dal 29 a.C. fu la capitale della provincia romana di Asia.
Efeso, oltre ad essere un sito archeologico molto speciale, è anche una meta molto importante di pellegrinaggio per i cristiani. Ad Efeso c’è la casa di Maria. Sulla base delle descrizioni della mistica tedesca Anna Katharina Emmerick, è stata ritrovata a Efeso la casa dove la Vergine visse dopo la morte di Gesù. Era una casa rettangolare di pietra, ad un piano solo, con tetto piatto e focolare al centro, situata tra i boschi al margine della città, perché la Vergine desiderava vivere appartata. Il sacerdote francese Don Julien Gouyet, dando credito a queste visioni, andò in Asia Minore alla ricerca della casa descritta da Katharina. Gouyet effettivamente trovò i resti dell’edificio, nonostante le trasformazioni subite nel tempo, nove chilometri a sud di Efeso, su un fianco dell’antico monte Solmisso di fronte al mare, esattamente come aveva indicato la Emmerick.
A partire dal VII secolo a causa delle frequenti aggressioni degli Arabi, attorno alla chiesa vennero erette delle mura. Nel XIV secolo la basilica era adibita a moschea, nel 1375 fra la basilica e il tempio di Artemide fu costruita una nuova moschea, la chiesa perse le sue funzioni di culto musulmano e fu completamente trascurata andando in rovina. Gli scavi hanno messo in luce i resti che rivelano che la chiesa aveva la pianta a croce, era sormontata da volte a botte, era preceduta da un atrio costruito a terrazze a causa della pendenza del terreno, aveva due cupole sulla volta centrale, due sui bracci laterali e due al centro. Secondo i verbali del concilio di Efeso la Vergine rimase per un breve tempo in locali vicini a quella che fu la chiesa dove si svolse il concilio, poi si trasferì in una casa posta su un’altura oggi chiamata “monte dell’usignolo” e vi rimase secondo la tradizione fino all’anno 46, quando a 64 anni d’età fu assunta in cielo.
Nel 1967 papa Paolo VI e nel 1979 papa Giovanni Paolo II si recarono ad Efeso e pregarono nella casa di Maria, facendo sì che ormai tutti fossero d’accordo nel ritenerla tale. Recentemente anche papa Benedetto XVI nel suo viaggio in Turchia ha visitato Efeso e pregato nella casa di Maria.
Fonte: http://www.iloveturchia.it/efeso/
Il racconto di Anna Katharina Emmerick:
Ecco alcuni passi del racconto della “Morte e Assunzione della Vergine Maria” fatto dalla monaca stigmatizzata tedesca Anna Katharina Emmerick e raccolto da Clemens Brentano [cfr. cap. 10 della “Vita della Santa Vergine Maria”, Ed. “San Paolo” 2004, pp. 207-226]. Si narra della Madonna a Efeso sul letto di morte, attorniata dagli Apostoli, chiamati dai diversi luoghi della loro missione evangelizzatrice per assistere alla sua dipartita da questo mondo.
“… Verso sera, quando si rese conto che la sua ora si avvicinava, la Santa Vergine, secondo la volontà di Gesù, volle prendere congedo dagli Apostoli, dai discepoli e dalle donne presenti […].
La Santa Vergine pregò e benedisse ognuno con le mani disposte a croce, toccando con queste a tutti la fronte. Parlò poi a tutti e fece esattamente come Gesù a Betania le aveva detto di fare. Dopo gli Apostoli si avvicinarono a lei i discepoli, che ricevettero anch’essi la sua benedizione […]. Intanto gli Apostoli avevano indossato i loro lunghi abiti bianchi […]. Pietro le amministrò l’Unzione con l’olio santo e le portò la Particola consacrata. Ella era come in estasi, con lo sguardo rivolto verso l’alto […].
Ed ecco – aggiunge la Emmerick – che mi è apparso qualcosa di commovente e meraviglioso. Il soffitto sopra alla stanza di Maria scomparve e la Gerusalemme celeste discese su di lei. Ho visto nubi luminose e tanti Angeli divisi in due Cori, e dalle nubi un raggio di luce raggiunse Maria. Ella stese le braccia con indicibile nostalgia e ho osservato il suo corpo librarsi al di sopra del giaciglio, totalmente sollevato in aria. Ed ecco che la sua anima uscì dal corpo come una piccola purissima figura di luce, con le braccia tese verso l’alto e salì verso il cielo, condotta dal raggio di luce […]. Era come Gesù quando era asceso al cielo.
Quindi le donne coprirono il santo corpo con un lenzuolo e gli Apostoli e i discepoli si recarono nella parte anteriore della casa: in una grotta là presso, non spaziosa, le donne deposero la bara con il corpo della Santa Vergine che Pietro e Giovanni avevano portato a spalla, percorrendo la piccola “Via Crucis” ricostruita sulla “Collina dell’Usignolo”, dove la Santa Vergine aveva trascorso i suoi ultimi anni […]. Dopo alcuni giorni dal “transito” della Madre del Signore, gli Apostoli e i discepoli tornarono alle loro case e alle loro terre di missione…”.
Ma anche alla fine del “racconto” di Anna Katharina Emmerick, rimaniamo con il nostro dubbio: come conciliare la “tradizione di Efeso” con quella di Gerusalemme? Rimane un mistero che noi devotamente veneriamo sia ad Efeso, presso la Meryem Ana Evi, la casa di Madre Maria, sia a Gerusalemme, nella “Chiesa della Dormizione” presso il Santo Sepolcro e nella “Tomba della Vergine” (nella “Chiesa dell’Assunzione”), che presenta caratteristiche di una tomba del I sec. d.C.
Fonte: http://www.stpauls.it/madre06/0607md/0607md20.htm
Chi era Anna Katharina Emmerich?
Anna Katharina Emmerich nacque l’8 settembre 1774 a Flamsche, una località nei pressi di Dülmen in Vestfalia (Germania), in una famiglia molto povera di devoti contadini. Quinta di nove figli, ebbe visioni fin dall’infanzia. Fin dall’età di 9 anni le apparivano la Madonna con Gesù Bambino, l’angelo custode e diversi santi.
Di lei si dice che distinguesse gli oggetti sacri da quelli profani, che potesse leggere nel pensiero delle persone e che avesse visioni di fatti che avvenivano nel mondo: vide per esempio nei dettagli tutta la rivoluzione francese. Le sue esperienze mistiche erano spesso accompagnate da fenomeni di levitazione e bilocazione. Katharina inoltre aveva il dono di riconoscere le malattie delle persone, quindi poteva prescrivere loro dei rimedi che si dimostravano sempre efficaci.
Nel 1789 le apparve Gesù che le offrì la corona di spine, lei accettò ed ebbe così sulla fronte le prime stigmate. In seguito le si aprirono ferite anche sulle mani, sui piedi e nel costato. Nel 1802 entrò nel convento delle agostiniane ad Agnetenberg (Dülmen). Qui la sua salute declinò progressivamente, finché fu costretta a letto. Le sue ferite, che si aprivano e sanguinavano periodicamente, furono studiate da religiosi e scienziati. Il Vicario Generale, dopo una rigorosa indagine condotta da una commissione medica, si convinse della santità della suora e dell’autenticità delle sue stigmate.
Nel 1818, quando Anna Caterina aveva 45 anni, attirato dalla sua fama, venne a visitarla il famoso scrittore e poeta Clemens Maria Brentano, uno dei più importanti rappresentanti del romanticismo tedesco. Appena le si presentò davanti la veggente lo riconobbe, perché lo aveva già visto nelle sue visioni. Sapeva che era l’uomo scelto da Dio per raccogliere e mettere per iscritto ciò che lei vedeva. Sapeva anche che, se era vissuta fino a quel giorno, era per aspettare lui. Brentano, che era venuto per trattenersi solo pochi giorni, rimase a Dülmen per sei anni, per collaborare alla missione di Anna Katharina Emmerich. Giorno dopo giorno, annotò ciò che lei gli narrava: dodicimila pagine che descrivono nei dettagli la vita di Gesù e della Maria Vergine.
Le visioni della Emmerich erano del tutto particolari: lei si separava dal corpo dopo essere stata “chiamata” dal suo angelo custode e il suo spirito si recava in Terra Santa dove assisteva agli episodi evangelici come se stessero avvenendo in quel momento; il giorno dopo li descriveva a Brentano. Né la monaca né il poeta erano mai stati in Terra Santa, eppure Anna Katharina ha descritto con sorprendente precisione i luoghi della vita di Gesù e della Madonna, gli abiti, le suppellettili, i paesaggi. Sulla base delle descrizioni della Emmerich è stata anche ritrovata a Efeso la casa dove la Vergine visse dopo la morte di Gesù.
Anna Caterina Emmerich morì a Dülmen il 9 febbraio 1824. Durante cinquant’anni di vita le sue visioni quotidiane avevano coperto tutto il ciclo della vita di Gesù, di Maria e in gran parte anche degli apostoli. Sei settimane dopo la sua morte la tomba di Katharina venne riaperta. Il suo corpo venne trovato incorrotto senza alcuna traccia di decomposizione. Nel 1892 il Vescovo di Münster diede inizio al processo di beatificazione. Brentano visse fino al 1842, dopo aver dedicato tutti gli anni che gli restavano alla stesura del suo libro “Vita di Gesù Cristo secondo le visioni della monaca Anna Katharina Emmerick“. La suora aveva predetto che anche lui sarebbe morto quando il suo compito fosse terminato.
Fonte: http://www.mariadinazareth.it/apparizione%20dulmen.htm
Maria, dopo l’ascensione del Figlio, nelle rivelazioni mistiche della Beata Anna Katharina Emmerick:
La mattina del 13 agosto 1823, in occasione della festa dell’Assunzione di Maria santissima, la veggente di Dùlmen iniziò la narrazione della vita della Madonna.
La Vergine Maria, dopo l’ascensione di nostro Signore al cielo, visse ancora tre anni a Sion, tre a Betania e nove a Efeso. Qui fu condotta da Giovanni quando si scatenò la persecuzione degli Ebrei contro Lazzaro e le sue sorelle. Giovanni la portò a Efeso e fece costruire per lei una piccola abitazione non molto distante dalla città. La seguirono un gruppo di discepole e altri fedeli della Palestina. Molte famiglie e pie donne di questa prima colonia cristiana dimorarono nelle spelonche delle rupi e nelle cavità che offriva il terreno. Il suolo era fertile e i cristiani avevano orti e frutteti. Altri gruppi abitavano nelle tende o avevano costruito piccole capanne. L’uso delle tende iniziò a diffondersi tra i cristiani fin dall’inizio delle persecuzioni, perché spesso erano costretti a trasferirsi da un luogo all’altro. Solamente la casa di Maria era di pietra. Pochi passi dietro la casa c’era un monte che si alzava ripido fino alla vetta, dalla quale si godeva una bella vista sul mare, su Efeso e sulle sue numerose isole. Non distante dal monte scorreva un bel fiumiciattolo. Per questa contrada non passava quasi mai nessuno. Nei pressi della colonia cristiana vidi un castello in cui abitava un re detronizzato. Giovanni lo convertì alla nuova fede. Tempo dopo il castello divenne sede vescovile.
La casa della Vergine era quadrata, solo la parte posteriore era di forma circolare, aveva le finestre molto sollevate dal suolo e il tetto era piatto. L’abitazione era divisa al centro dal focolare. A destra e a sinistra di questo si accedeva nella parte posteriore della casa, dove c’erano l’oratorio e alcune piccole stanzette. Questa parte della casa, di forma circolare, era scarsamente illuminata ma addobbata in modo grazioso. Al centro del muro, dal focolare al tetto, c’era un’incavatura simile ai nostri condotti per il fumo: serviva, infatti, a guidare il fumo a un’apertura superiore. Una tortuosa canna di rame si alzava al di sopra della casa. Nelle piccole stanzette laterali, formate con pareti mobili di giunchi, dormivano l’ancella di Maria santissima e le donne che talvolta venivano a visitarla. Le pareti erano ricoperte di vimini intrecciati che terminavano superiormente in forma di volta.
Nell’oratorio, in una nicchia al centro del muro, vi era un tabernacolo in cui la Vergine teneva una croce lunga all’incirca un braccio. Essa aveva le due braccia laterali a forma di Y, come ho sempre visto la prima croce di nostro Signore. La croce non aveva ornamenti, anzi era intagliata in modo rudimentale come lo sono quelle che ancor oggi giungono dalla Terra santa. Io penso che l’avessero intagliata Giovanni e Maria santissima. Era composta di quattro specie di legno e fissata in un supporto di terra o di pietre, com’era la croce di Cristo sul Calvario. Ai piedi della croce si trovava un pezzo di pergamena su cui era scritto qualcosa, forse le parole del Signore. Sul legno vidi scolpita l’immagine del Redentore, molto semplice, spoglia d’ogni vano ornamento e con linee di colore scuro. Le linee più marcate da una tinta nera rendevano ancor più chiara la figura di Cristo. Nelle diverse qualità del legno, ravvisai le varie contemplazioni fatte dalla santa Vergine. Due vasi di fiori stavano l’uno a destra e l’altro a sinistra della croce.
Vicino a questi vasi vidi un lino: mi sembrò che fosse quello con cui la Madre di Dio s’era servita per asciugare il sangue e le piaghe del corpo di Cristo. Nello scorgere questo pezzo di stoffa, vidi Maria santissima asciugare le sacre piaghe del Redentore. Il panno era simile alla tela con cui i sacerdoti puliscono il calice dopo aver bevuto il sangue di Cristo. Ella conservava pure alcune vesti di Gesù, tra le quali la tunica. Quando Giovanni andava a visitarla, si scopriva il tabernacolo e, davanti al crocifisso, essi s’inginocchiavano e pregavano a lungo.
Nei dintorni della sua casa la Vergine aveva disposto dodici pietre commemorative delle stazioni della Via Crucis. La vidi percorrere con la sua ancella i luoghi simbolici della passione del Signore. Ella meditava e pregava sui patimenti del Figlio. Ad ogni stazione, baciando la terra, le due donne ricordavano le sofferenze del Signore.
La piccola casa della santa Vergine era adiacente un bosco ed era circondata da alberi; la quiete e il silenzio dominavano il paesaggio circostante. L’ancella, più giovane della Vergine, andava nei dintorni a procurare il cibo. Esse conducevano una vita di preghiera, tranquilla e ritirata. Negli ultimi tempi che dimorò in questo luogo, la Madonna divenne sempre più silenziosa e raccolta, pareva quasi dimenticare di prendere il nutrimento necessario. Durante gli ultimi anni della sua vita terrena la vidi bere un succo simile a quello di uva. Solo il suo corpo sembrava ancora di questo mondo, poiché lo spirito pareva già passato a felice dimora. Tutto in lei faceva trasparire la continua preoccupazione dello spirito. Nelle ultime settimane della sua vita passeggiava per le stanze appoggiata al braccio della sua fedele ancella. Portava spesso una veste bianca, il suo viso era senza rughe, angelico e spiritualizzato.
Dopo tre anni di soggiorno ad Efeso, accompagnata da Giovanni e da Pietro, la Madre di Dio fece ritorno a Gerusalemme, spinta dal desiderio di rivedere i luoghi santificati dal sangue del Figlio. Vidi in questa città gli apostoli radunati per un concilio, c’era anche Tommaso. La Vergine li assisteva con i suoi consigli. Essi gettarono le basi concrete della Chiesa futura; dopo di che andarono a portare il Vangelo nelle terre lontane. Quando la Vergine giunse a Gerusalemme imbruniva appena. Prima di entrare in città si recò a visitare il monte degli Ulivi, il Calvario, il santo sepolcro e tutti gli altri luoghi santi che sono intorno a Gerusalemme. Sui luoghi della passione Maria non cessava di sospirare: “Oh, Figlio mio, Figlio mio…” Giunta alla porta del palazzo dove aveva incontrato Gesù sotto la croce, cadde svenuta. Gli apostoli credettero che ella avesse cessato di vivere. Fu portata al cenacolo, in cui abitò le stanze dell’atrio. Maria santissima fu così grave e sofferente che si pensò di prepararle una tomba in una caverna del monte degli Ulivi. Ma dopo che la tomba fu preparata, Maria si ristabilì in salute e tornò ad Efeso.
Il bel sepolcro scavato per lei a Gerusalemme fu tenuto in grande considerazione. Più tardi lì vicino fu costruita una magnifica chiesa. Giovanni Damasceno, seguendo una diffusa tradizione, scrisse che la Madonna si era addormentata nel Signore ed era stata sepolta a Gerusalemme. A me, però, fu rivelato che, per volontà di Dio, i particolari del transito, della sepoltura e dell’assunzione della santa Vergine in cielo erano oggetto soltanto di una tradizione incerta.
Il tempo in cui la Chiesa commemora il transito di Maria santissima è giusto, ma non tutti gli anni cade nello stesso giorno. Nell’anniversario della sua morte ho visto numerose anime salire in paradiso. Quando la santa anima della Vergine lasciò il santo corpo, era l’ora nona, la stessa in cui era spirato il Salvatore.
Fonte: http://www.lavocecattolica.it/duecase.htm
Non ci sarà mai più niente di simile alla Vergine Maria nel mondo !