In bilico tra due mondi
L’essere umano in questa epoca cammina in bilico tra due mondi, ma non se ne rende conto.
Le nuove frontiere della fisica azzardano teorie che sembrano provenire da sceneggiature fantascientifiche, eppure l’uomo e la donna comuni proseguono la loro vita come se esistesse solo ciò che si può vedere o toccare con mano. In totale controtendenza, alcune persone fanno quotidiana esperienza di stati di coscienza superiori, espansi ed estranei ai sensi fisici, di percezioni extra-sensoriali. Tra queste, alcune scelgono di ignorare tali percezioni per timore, altre le sperimentano e coltivano in piena cosapevolezza.
Nei secoli passati non era così, come non lo è ancora oggi per alcune micro-culture, tuttora collegate alle loro antiche tradizioni. Si può dire che l’uomo viva costantemente in bilico tra due mondi: da una parte la sua corporeità e la sperimentazione dei sensi fisici, lo ancorano concretamente alla materia densa, ma contemporaneamente, egli vive in ogni istante, nello spazio della mente e delle emozioni (entrambi rarefatti e immateriali). Pensieri ed emozioni sono così antitetici alla densità della materia fisica, da condurre spesso la natura umana ad astrarsi dalla realtà concreta attraverso il ‘sogno ad occhi aperti’, o percorrendo immaginari sentieri di speranze e paure.
Se l’uomo dovesse vivere dei suoi soli sensi fisici, probabilmente impazzirebbe, poiché proprio dalla sfera immateriale, connessa alla coscienza, noi traiamo la maggior parte degli stimoli connessi alla vita. Il solo desiderio, che muove gran parte delle umane energie, affonda le sue radici nell’impalpabile. Possiamo desiderare, perché siamo in grado di immaginare; e l’immaginazione è una funzione astratta, sottile, immateriale. Essa crea il profilo di ciò che potrebbe essere, ma ancora non è. Sebbene nasca spesso da quello che possiamo osservare coi sensi fisici, è in realtà una proiezione di ciò che non esiste, creata dalla mente e nutrita dall’energia emozionale (entrambe estranee alla densità della materia).
L’uomo moderno – come lo era quello antico – è quindi costantemente in contatto con la realtà immateriale. Gli antichi, però, ne riconoscevano la presenza ovunque: in se stessi e nella natura che li circondava. Attraverso scienze specifiche ricercavano una maggiore consapevolezza delle sfere immateriali, sottili o spirituali, e osservavano quanto di non materiale esisteva in loro. Una frase come questa: “Il Regno dei Cieli è dentro di voi”, attribuita nei Vangeli a Gesù, non era interpretata come un simbolo, ma identificata in una realtà concreta che poteva essere sperimentata direttamente.
Il misticismo e lo sciamanesimo, tanto diffusi nel passato della storia umana, originavano dalla convinzione che l’uomo è prevalentemente un “essere spirituale”, così come la natura che ci circonda è essenzialmente spirituale. Acquisire la consapevolezza oggettiva del “sovrasensibile” (ciò che non è percepibile ai sensi fisici), è quindi una condizione indispensabile per la comprensione umana della realtà (e per il conseguimento di un concreto equilibrio nel rapporto con le forze universali, da cui derivano le Leggi che regolano l’esistenza). Secondo questa visione, l’essere umano non può trovare completezza e di conseguenza felicità, se non diventa consapevole di “tutta” la realtà che lo circonda e della propria essenza spirituale. Mistici e sciamani non erano quindi strani personaggi dediti a incomprensibili ed oscure pratiche, ma persone che “percepivano” ed esploravano nella loro quotidianità il mondo del sovrasensibile, alla ricerca di una maggiore completezza e consapevolezza umana.
Le scienze esoteriche e quella “magia” di cui molto spesso si è parlato a sproposito, per altro presenti anche nella cultura giudaico-cristiana (a noi più vicina), definivano un percorso di ricerca e studio della realtà nel suo complesso, condotto tramite gli strumenti introspettivi considerati più idonei, così come la ricerca scientifica nell’ambito materiale ha usato gli strumenti ad essa più congeniali. Ma l’uomo e la donna moderni si sono talmente distanziati dalle concezioni dei loro predecessori, da considerare le scienze antiche – che hanno dato origine a molti dei percorsi in seguito evolutesi nell’odierna ricerca scientifica – alla stregua di vecchie superstizioni. Questa affrettata valutazione, però, non ha mutato la realtà che ci circonda, la quale è rimasta identica a quella dei tempi in cui il pensiero umano era più “olistico”. L’uomo moderno vive perciò una spaccatura in se stesso, che gli causa nevrosi, depressione e paure del tutto sconosciute ai nostri antenati.
Senza un equilibrato rapporto tra spirituale e materiale, il pensiero umano si è impoverito, ed anche la sfera emozionale è stata depauperata di forza e calore. Noi viviamo quotidianamente un vasto mondo di percezioni, intuizioni, sensitività, a cui non facciamo più caso, perdendo in questo modo la possibilità di accedere a emozioni, stati d’animo e comprensioni, che renderebbero la nostra vita più interessante, ricca e consapevole.
Oggi, più che mai, un avvicinamento alla sfera profonda del nostro essere sarebbe quindi necessaria e auspicabile. Perfino nei normali rapporti umani quotidiani, a causa del decadimento della capacità di percepire gli aspetti sottili della natura umana, le relazioni sono divenute più fredde e difficili, con una considerevole diminuzione delle facoltà empatiche, invece indispensabili nella sfera affettiva. Inoltre, anche i ritmi frenetici e la diminuita capacità di comunicare (paradosso della cosiddetta “era della comunicazione”), portano l’uomo moderno ad un bilancio poco gratificante della propria vita.
Avvicinarsi alla scienza della Meditazione e in generale alle scienze introspettive, è certamente la via più sicura per riconquistare quel contatto con la Bellezza e i segreti della natura, che sono andati perduti nel passaggio all’era moderna; per ritrovare, in un mondo sempre più freddo, il calore di una spiritualità autentica, che prescinda dalle teorie e dalle fedi specifiche, ma rappresenti semplicemente l’unificazione di due mondi – lo spirituale e il materiale – che (nella realtà oggettiva) sono uno da sempre.
Fonte: http://www.accademiahorus.it/bilico-tra-due-mondi/
Analisi davvero impeccabile.
Grazie,come sempre,per questo “luogo”di Luce.
E’ vero che nella realtà Oggettiva spirito e materia sono uno. L’obbiettivo di ogni incarnazione è proprio raggiungere questa unità che diventa materia spiritualizzata secondo la testimonianza di Gesù. La necessità che si ebbe agli inizi della nostra discesa su questo pianeta di separare l’essere di luce è data proprio dalla sua natura vibrazionale, troppo leggera per sperimentare la materia. E’ allora che si decide di farne da Uno due comunque inseparabili: da una parte il corpo materia perfetto per l’esperienza terrena, dall’altra un corpo di Luce che accompagna con la sua energia vibratoria conservatrice della Memoria Originaria. Nel corso della storia, l’ uomo perde sempre più contatto dalla sua metà di Luce affidandosi al giogo della mente e della materia ma non è nel suo potere dimenticare del tutto la sua Origine e Discendenza…
PACE DI LUCE IN OGNI QUI E ORA