Little Tyke: la storia vera di una dolce leonessa vegetariana
di Sharon Callahan, traduzione di Elena Grassi
Tempo fa, nell’America del 20° secolo, visse una leonessa che si rifiutò di essere violenta. Coloro che si occupavano di lei, cercarono di educarla a comportarsi in un modo che ritenevano fosse dettato dalla natura, ma lei rifiutò sempre quel tentativo di educazione.
Invece, insegnò ai suoi custodi che l’idea che l’uomo ha di cosa sia un comportamento “naturale” in un animale, non corrisponde necessariamente all’idea secondo la quale Dio creò gli animali. A questo proposito, il profeta Isaia scrisse di un mondo futuro in cui: “il leone giacerà con l’agnello”.
Per molte persone, tuttavia, questa è una eventualità assolutamente improbabile, dato che perché ciò possa avvenire, la natura degli animali dovrebbe attraversare prima un drastico cambiamento. Una vera metamorfosi per trasformarsi in creature diverse, la cui struttura interna debba in qualche modo essere modificata, per quanto l’aspetto esteriore possa rimane uguale. Questo perché, di fatto, noi crediamo che la biologia sia un destino. Ma la storia di Little Tyke, una leonessa che visse presso il Ranch di Hidden Valley in California, ci fornisce la prova del contrario.
Nata da una madre che era stata catturata in natura e imprigionata nella cella di uno zoo per molti anni, sembrava improbabile che Tyke sarebbe sopravvissuta. Resa gravida per ben cinque volte in sette anni, la feroce madre aveva ucciso tutti i suoi precedenti cuccioli, prima che gli inservienti dello zoo fossero riusciti ad avvicinarsi. Questo comportamento, non faceva che peggiorare la reputazione della madre di essere un animale particolarmente feroce: un’assassina nata. Forse però questa “assassina” uccideva i suoi cuccioli per impedire loro di dover vivere una vita di terrore come la sua. Non poteva impedire ai suoi carcerieri di ingravidarla, ma poteva mandare a monte i loro piani di imprigionare la sua progenie.
Nonostante la madre fosse riuscita a strapazzare anche Little Tyke, essa venne fortunatamente salvata e mandata a vivere al ranch di Hidden Valley di proprietà di Georges e Margaret Westbeau, dove visse tutta la vita.
Per tutto quel tempo, Tyke insegnò ai Westbeau, e alle migliaia di persone con cui entrò in contatto, che molto di ciò che noi crediamo relativamente alla natura degli animali, è il risultato del modo in cui noi stessi li abbiamo trattati. Gli animali a causa dell’enorme dolore e sofferenza inflitta loro, hanno imparato a temere, evitare e attaccare gli uomini, che li torturano, imprigionano e uccidono senza alcuna remora o rimorso.
Ma al ranch di Hidden Valley, Litlte Tyke venne cresciuta con grande amore e gentilezza. E la storia della sua vita venne successivamente raccontata da Georges Westbeau in un libro dedicato alla leonessa gentile, intitolato: “Little Tyke” . Le numerose foto contenute nel libro, mostrano Little Tyke insieme ad agnelli, cani, gatti, galline e cervi, in una felice convivenza. Le storie che il signor Westbeau racconta sulla vita al ranch sono una lettura affascinante. Ma al di là del fascino e della meraviglia suscitata da questi racconti, si nasconde un profondo senso della “giustezza”, evocata dalla pace e non-violenza che regnavano al ranch e la sensazione che la relazione tra gli uomini e gli animali, può e dovrebbe, essere diversa da come è oggi.
Ma affinché questo succeda, uomini e donne devono modificare il proprio comportamento: è la ferocia del cuore umano che dovrebbe mutare, prima di tutto. Non dobbiamo aspettare che Dio trasformi gli animali “selvaggi” in esseri diversi, perché essi possano vivere in pace e in armonia con l’umanità.
L’insistenza di Tyke ad avere una dieta vegetariana, fu un’insistenza che i suoi custodi cercarono di “sconfiggere” per quattro anni. Convinti della verità delle teorie scientifiche che dicono che un leone muore se non mangia carne, i Westbeau tentarono ogni possibile sotterfugio per indurla a diventare carnivora. Ma Tyke non cedeva. E nonostante il fatto che la scienza dichiarasse che l’organismo di un leone è programmato per mangiare carne, e che sarebbe morta senza di essa, Little Tyke continuò a vivere.
Non solo sopravvisse, bensì fiorì e prosperò con la sua dieta vegetariana, trasformandosi nell’esemplare di leonessa più sano che si fosse mai visto. Eppure, ci vollero quattro anni perché i Westbeau smettessero di cercare dei modi per indurla a diventare carnivora. Alla fine, fu una frase della Bibbia ad acquietare la loro mente riguardo alla salute e alla dieta di Tyke.
Successe dopo che l’ennesimo esperto era stato interpellato per sapere se conoscesse una qualche miscela contenente carne che la leonessa potesse essere persuasa a mangiare. Westbeau scrive dell’uomo con cui parlò: “si voltò e mi guardò con sguardo serio, chiedendomi se non leggevo la Bibbia?” Confessai che non la leggevo quanto probabilmente avrei dovuto. Egli proseguì: “Legga Genesi 1:30 e avrà la sua risposta”.
L’autore prosegue riferendo di come fosse andato a consultare quel verso delle scritture e con grande sorpresa, lesse queste parole: “A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni pianta verde per nutrimento. E così fu”. Dopo di questo, Georges riferisce: “Non ci preoccupammo più della dieta di Little Tyke”.
A dispetto della convinzione che la biologia sia destino e che gli animali, in particolare, si comportino in base a degli istinti di fondo che non possono essere alterati (se non, forse, geneticamente), la vita di Little Tyke sfida questi “fatti” scientifici. E lo stesso capitolo della Genesi che permise ai Westbeau di accettare il vegetarianesimo di Tyke, ci dice anche che gli esseri umani e non umani sono stati creati non-violenti. Ci dice di come Dio abbia immesso il soffio della vita in essi e successivamente abbia definito tutte le creature come riflesso della bontà e dell’amore nei quali erano state create. «E Dio vide tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono.»
Purtroppo, la maggior parte delle persone, persino i “credenti”, ignora la spiegazione contenuta nelle scritture sulla natura della creazione e sceglie di credere alla spiegazione scientifica, che afferma che la violenza è programmata all’interno degli uomini come degli animali. Questa però è una convinzione ‘comoda’. Significa che non c’è nulla che noi, che viviamo nel presente, possiamo fare per preparare la strada per un mondo migliore e non violento. Dopo tutto, fino a che Dio non trasforma le creature feroci in esseri mansueti, non può esistere alcun Regno Pacifico.
Eppure nell’America del 20° secolo, al ranch di Hidden Valley in California, ci fu un luogo nel quale amore e compassione regnavano, e grazie a questo, la leonessa… poté giacere al fianco dell’agnello. E al fianco anche di numerose altre creature, fra cui la specie più pericolosa di tutte: l’Homo sapiens.
Articolo tratto dal sito: http://www.anaflora.com di Sharon Callahan, per gentile concessione dell’autrice.
Traduzione di Elena Grassi
Fonte: http://www.improntediluce.it
Veramente commovente la storia di Little Tyke. Grazie per averla fatta conoscere anche se noi rimaniamo sempre violenti.
Buona sera,poco prima di leggere questo bellissimo articolo stavo leggendo in “Autobiografia di uno Yogi” (Paramahnsa Yogananda) un evento simile accaduto in India presso Swami Krishananda…”era un bel monaco dalle guance rosee e dalle spalle possenti.
Ai suoi piedi stava distesa una leonessa addomesticata…la belva della giungla rifiutava ogni tipo di carne e gradiva invece il riso ed il latte…!”