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Ma il Bosco, non era più un Bosco da Molto Tempo…

Fisica Quantistica e Conoscenze al confine Pubblicato il da

di Elena Baruzzi

Prima furono gli orsi, perché la gente ormai aveva paura di passeggiare liberamente nei boschi. Poi furono i lupi, perché è notorio che i lupi mangiano i bambini, oltre al vostro amatissimo cane.

A seguire sterminarono i cinghiali, che sono grossi e pericolosissimi, e se ne prendi uno con la macchina… ciao… tu la macchina e il cinghiale (ma del cinghiale chissenefrega).

Poi venne il turno delle vipere, perché è ingiusto che non si possa fare un picnic in santa pace senza essere morsi. Però, per essere sicuri sicuri, non uccisero solo quelle, ma proprio tutti i serpenti, perché comunque fanno schifo, e nessuno ne avrebbe sentito la mancanza.

Quindi uccisero i cervi, che erano sì carini, ma con quei palchi si sa mai, è un attimo che ti sventrano se gli gira male. E uno che fa motocross tranquillo nel bosco non può pensare pure ai cervi, santo cielo.

Poi toccò a volpi e faine, perché beh, c’è il discorso della rabbia… Ammazzarono quindi tutti i tassi, i ricci e gli scoiattoli, perché sono sporchi e portano malattie. Fu poi il turno di vespe ed api, con quei pungiglioni cattivi, delle zecche fetentissime, e dei ragni, perché “mio cuggino mi ha detto che c’è il ragno violino che ti morde e muori”.

Poi un giorno si accorsero che sui monti c’era il pericolo dei fulmini: e così coprirono tutti i boschi con reti metalliche, per prevenire che qualche turista ne fosse colpito a morte mentre si godeva il fresco del temporale, che è un diritto riconosciuto anche dall’ONU. Mettere le reti non fu nemmeno troppo complicato, tanto gli uccelli li avevano già ammazzati tutti da tempo, perché avevano quella mania di cagare dove capita, e non è asettico per niente.

E gli alberi? Via tutti quelli troppo alti e pericolosi, quelli con pollini potenzialmente mortali per gli allergici, quelli con le spine, e già che ci siamo pure quelli brutti e storti, che anche l’occhio vuole la sua parte. Chiusero poi tutte le sorgenti, perché l’acqua non era stata analizzata e poteva contenere dei patogeni, e sistemarono bene massi e sassi, per prevenire frane e slogature.

Ovunque misero cartelli: “non gettatevi dai burroni”. Siccome però la gente continuava a cadere nei burroni, perché non si può fare un selfie senza sporgersi per bene, decisero di livellare tutto con grandi ruspe, e chiudere così la questione.

Al posto dei burroni veri misero dei poster, e dietro i poster dei chioschetti per fare l’aperitivo prima di riprendere la strada per la città, con un grande orso di plastica all’ingresso, così che la gente potesse ricordarsi che cos’era la vera natura, e magari fare due foto.

E fu così che alla fine nel bosco rimase solo una specie: l’uomo, che finalmente si sentiva sicuro.

Ma il bosco, non era più un bosco da molto tempo.

Articolo di Elena Baruzzi (Dedicato a Jj4)

Fonte: https://100giornidaleoni.it/blog/ma-il-bosco-non-era-piu-un-bosco-da-molto-tempo

ANIMALI GUIDA - GIAGUARO — QUADERNO Quaderno a righe con inserti esplicativi sulla storia e le caratteristiche dell'animale guida scelto di Autori Vari

Animali Guida - Giaguaro — Quaderno

Quaderno a righe con inserti esplicativi sulla storia e le caratteristiche dell'animale guida scelto

di Autori Vari

GIAGUARO
Profondità, coraggio e guida

Agile e snello, il giaguaro è un felino audace e intelligente. Il suo rapporto è con la profondità dell’anima, come per il cielo le stelle, così per la terra le grotte.

Il giaguaro è potere di espressione, vede nella notte e nell’oscurità dell’animo, è una guida perseverante nell’equilibrio e nell’etica. Queste sono le caratteristiche del giaguaro che ispirano i guerrieri. Cacciatore notturno, insegna a trovare senza cercare.

Guarda negli occhi un giaguaro e vedrai la profondità dell’anima umana, del cosmo e della terra.

Le caratteristiche principali dei grandi felini sono l'energia, la flessuosità e il manto sontuoso. Trasmettono un senso di grazia e di nobile autorità, divenendo fonte di ispirazione per molti popoli. Il Giaguaro dal caratteristico manto con le macchie a forma di rosetta è un felino agile, snello, audace e intelligente, dai sensi acuti, specialmente la vista e l'olfatto.

Animale misterioso e solitario, è difficile vederlo nelle sue abitudini. È un predatore prevalentemente notturno e vive nelle grotte, per questo è accostato all'eclissarsi della Luce e della coscienza verso l'oscurità della notte e dei poteri misteriosi. Viene associato anche al regno dell'aldilà, ai suoi misteri e alle sue trasformazioni.

Il suo potere è forte e versatile, può cacciare sia nella foresta che nelle paludi. Rispetto agli altri felini, predilige la vicinanza all'acqua, è in grado di pescare con le zampe, come gli orsi, ed è un ottimo nuotatore. L'eco che si sente nei luoghi cavernosi si dice sia la sua voce e suggerisce l'arrivo della pioggia. In Sud America la sua abilità nella caccia lo ha reso il “Signore degli animali” e il maestro degli spiriti. Si pensa che abbia la capacità di viaggiare tra i mondi e che nel tempo, e attraverso questi suoi viaggi, abbia acquisito i suoi molteplici poteri e la saggezza arcaica di tenere segrete le sue conoscenze.

Come tutti i grandi felini, ha bisogno di spazio, del proprio ambiente e di rispetto per la sua forza e per l'importanza che ha in natura. Questo significa che è fondamentale non reprimere l'aggressività creativa, il nostro istinto sovrano, ma averne rispetto: il Giaguaro insegna l'equilibrio e il sano contenimento.

Per gli antichi abitanti del Messico è l'animale delle cause giuste, dell'equilibrio, dell'etica eccelsa, del potere di espressione e della guida perseverante. Queste caratteristiche lo rendono modello per i guerrieri (nella tradizione esistono tre tipi di guerrieri: i guerrieri Aquila, i guerrieri Giaguaro e i guerrieri Farfalla).

I poteri che il Giaguaro porta sono dunque importanti e impegnativi da gestire, regalano il talento in molti campi diversi, ma anche la solitudine intesa come capacità di gestire questi talenti da soli e di essere guide e Maestri per altri.

Il Giaguaro come Animale Guida entra in rapporto con la profondità dell'anima umana; come per il cielo le stelle, così per la terra le grotte. Guardandolo negli occhi possiamo vedere prima la profondità del nostro essere, poi quella del cosmo e infine quella della terra. Essendo un cacciatore notturno, ci insegna a trovare senza cercare, con coraggio, eleganza, forza fisica, agilità e spiritualità.

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