Parlare telepaticamente con gli animali
Dott.ssa Carla Sale Musio
I nostri scienziati, dall’alto del loro sapere, sostengono che le bestie, non avendo tante circonvoluzioni nel cervello sono sicuramente meno intelligenti di noi esseri umani, e siccome il loro pensiero non eguaglia il nostro, non si possono, magari, nemmeno considerare esseri senzienti.
Secondo la scienza, questa diversità ci autorizza a maltrattare, torturare e uccidere impunemente ogni altra specie, senza nessuno scrupolo. Ma a fianco della scienza, il colpo di grazia al rispetto per gli animali e le loro culture, lo hanno dato le religioni. Il Cattolicesimo, soprattutto. Infatti, la convinzione che Dio abbia creato soltanto l’uomo a sua immagine e somiglianza, sostiene il concetto della presunta superiorità umana rispetto a qualunque altra specie vivente.
Le culture animali, perciò, stritolate tra l’arroganza della scienza e l’antropocentrismo della religione, non hanno avuto mai nessun riconoscimento da parte del genere umano, che interpreta l’esistenza delle altre specie come uno strumento utile per il proprio piacere, e non come popolazioni diverse con cui convivere e con cui condividere la responsabilità del pianeta Terra.
Tutte le specie animali, però, sono tolleranti con la prepotenza umana e preferiscono estinguersi piuttosto che entrare in competizione con la nostra razza. Nelle civiltà animali, infatti, le guerre non esistono. Il loro patrimonio di conoscenze comprende altri valori. La guerra è da sempre una prerogativa esclusiva della cultura umana.
Nei saperi degli animali, combattere fino a distruggere l’ecosistema, è ritenuto un comportamento inaccettabile. Purtroppo, però, questa loro attenzione costante verso l’ambiente, ai nostri occhi appare soltanto come una conferma della scarsa intelligenza che gli attribuiamo e non come il segno di una civiltà democratica e pacifista, attenta ai valori ecologici e ambientali.
Il mancato riconoscimento della civiltà e della cultura delle altre specie, ci impedisce di avere qualsiasi forma di comunicazione con gli animali, che, ingiustamente, riteniamo incapaci di comunicare e bravi solo a emettere particolari suoni, da noi chiamati spregiativamente versi. In maniera egocentrica ed arbitraria, infatti, abbiamo stabilito che la lingua parlata sia l’unica forma di comunicazione degna di essere definita cultura. Nonostante ciò, le creature di razza diversa dalla nostra, comunicano con noi nelle forme e nei modi che gli sono propri, e che utilizzano abitualmente per comunicare tra loro.
Imperturbabili e pazienti davanti all’ottusa presunzione umana, gli animali ci parlano. Da sempre. La telepatia è per tutti gli esseri viventi la più antica forma di comunicazione che si conosca. Gli uomini, però, l’hanno abbandonata ormai da tempo a vantaggio della lingua, parlata o scritta, e della tecnologia. Gli animali invece, estremamente attenti all’ecologia, preferiscono servirsi del linguaggio universale, evitando così la babele delle lingue e l’utilizzo di tante protesi tecnologiche.
Tutte le specie non umane vivono a stretto contatto con la natura e non reprimono le proprie sensazioni, anzi! Le utilizzano per comunicare, conoscere ed esplorare la realtà che hanno intorno. La telepatia è il linguaggio utilizzato dagli animali e avviene proprio grazie all’uso delle immagini e delle sensazioni. Tutti i membri di un gruppo sviluppano tra loro una sorta di legame impalpabile. E, dentro a questo legame, viaggiano le comunicazioni telepatiche.
Chi possiede degli animali da compagnia, sa che basta anche soltanto guardare il guinzaglio, pensando “Ora porto il cane a fare una bella passeggiata…” per vedere arrivare il cagnolino in questione, scodinzolante e pronto a uscire. La comunicazione telepatica ha luogo in una dimensione della coscienza che esiste al là dello spazio e del tempo. Fisiologicamente, possiamo dire che nella telepatia si utilizza l’emisfero destro del cervello invece che l’emisfero sinistro.
Perciò se il papà umano di Fido pensa: “Tra mezz’ora porto Fido a fare una bella passeggiata…”, il risultato per il cucciolo non cambia e Fido si presenterà immediatamente, non mezz’ora più tardi. Infatti, a lui arrivano l’immagine e la sensazione della passeggiata, suscitate dai nostri pensieri, ma non il tempo. Il tempo fa parte di una sequenza, cioè possiede un prima e un dopo, che è incompatibile con l’immediatezza di immagini e sensazioni.
Quando pensiamo ai nostri animali, quindi, trasmettiamo loro immagini e sensazioni, che essi ricevono grazie al canale telepatico di cui sono dotati. E questo succede tanto più quanto più stretto è il legame che abbiamo instaurato con loro. Naturalmente la percezione di immagini e sensazioni varia da una razza all’altra e da un animale all’altro, perché ogni essere traduce la propria impressione telepatica con l’esperienza personale.
Perciò, se penso: “adesso porto il gatto dal veterinario…” trasmetto l’immagine di un ambiente medico e la mia sensazione di sicurezza e affidabilità, ma per il gatto che la riceve e che è già stato dal veterinario, questa si traduce secondo la propria esperienza. Così vedrà un luogo di tortura che odora di agenti chimici e vivrà la sensazione di sofferenze pericolose e imprevedibili da parte di esseri umani sconosciuti. Di conseguenza correrà a nascondersi, stando ben attento a non farsi trovare.
I nostri animali ci chiamano e ci parlano sempre, usando la telepatia, ma noi dall’alto della nostra presunzione e della nostra ignoranza in materia, non decifriamo quasi nulla di quanto loro cercano di dirci. Il rispetto della diversità, è uno dei valori più importanti nelle culture animali. Di conseguenza i nostri fratelli delle altre specie accettano senza disperarsi l’ottusa incomprensione che mostriamo davanti al loro linguaggio. Per loro è un elemento che ci appartiene e ci definisce.
Parlare con gli animali non solo è possibile, ma è anche molto interessante. Per poterlo fare occorre abbandonare i pregiudizi razzisti e permettersi di imparare una forma comunicativa differente, basata su metodiche nuove e su valori diversi dai nostri.
Ma in concreto come si fa?
La prima cosa da sapere per parlare con gli animali, è che nelle loro culture ciò che è naturale è sempre dominante. Un cane, un gatto, un piccione, un topo… non hanno bisogno di mettere nelle comunicazioni l’enfasi che invece solitamente ci mettiamo noi. Tutti gli animali sono sempre noncuranti. Comunicare telepaticamente per loro è un processo naturale, non c’è bisogno di agitarsi o sottolinearlo con la gestualità.
Per dialogare con loro, perciò, non serve mettersi l’uno di fronte all’altro o guardarsi negli occhi, come facciamo tra esseri umani. Basta semplicemente pensare a ciò che vogliamo trasmettere, con concentrazione e senza distrarci, possibilmente usando delle immagini. L’animale risponderà immediatamente, seguendo i propri criteri.
Per acquisire la sua risposta è indispensabile liberare la mente dal turbinio dei pensieri che la occupa incessantemente e fare il vuoto mentale. Nel silenzio del nostro spazio interiore, prenderanno allora forma le immagini e le sensazioni che sono espressione dell’esperienza di chi le trasmette e che quindi porteranno quelle tipicità.
Mi spiego meglio. Se voglio domandare al mio cane: “Com’è andata la passeggiata con Franco?” devo:
– concentrarmi sulle immagini di Franco e della passeggiata;
– fare il vuoto mentale;
– accogliere le immagini e le sensazioni che mi arrivano in risposta.
In questo caso, dopo aver fatto il vuoto mentale, potrei provare un’emozione di gioia, la frustrante sensazione di un guinzaglio che tira, il gusto piacevole di qualcosa di buono in bocca, il viso di Franco sorridente, eccetera. Naturalmente è necessario tenere a bada la nostra interpretazione degli avvenimenti e permetterci invece la “stupidità” di chi sta imparando una nuova lingua e che, perciò, ancora non decifra bene tutti i contenuti. Gli animali vivono in un’immediatezza del presente che per noi, immersi costantemente in un prima e un dopo, è difficile da capire.
In conclusione, cari lettori, amici e curiosi di questo blog, se riuscite a superare l’antropocentrismo che caratterizza tutti noi esseri umani e a mettervi autenticamente in gioco nella relazione con i vostri animali, potrete sperimentare la comunicazione telepatica e impratichirvi nell’uso del loro affascinante linguaggio.
Gli animali hanno una visione molto interessante della vita e del mondo. Senza razzismo e con un po’ di umiltà si può imparare a comprendere la loro cultura, scoprendone la profondità e l’intrinseca spiritualità, e arricchendo la nostra vita umana di un punto di vista sano e naturale. Un punto di vista che abbiamo perduto, ritenendolo ingiustamente poco intelligente.
Articolo della Dott.ssa Carla Sale Musio
Fonte: http://carlasalemusio.blog.tiscali.it/2013/02/02/parlare-con-gli-animali/
Confermo in toto questo bellissimo articolo! Ho il privilegio e il dono di vivere con degli animali di varie specie e grandezze e posso dire che anche le tartarughe ad esempio capiscono certi miei stati d’animo, e cito le tartarughe perché sono considerate creature molto scostanti in quanto rettili, ma non è vero, provare per credere! Sono vegana e ho costruito negli anni un rapporto talmente forte e grande di amore verso gli animali che loro mi riconoscono subito come un’anima affine, e parlo di animali che incontro per caso, e c’è un meraviglioso scambio di energia attraverso gli sguardi.
L’evoluzione passa da cosa mangiamo e non CHI, e dal rispetto che portiamo ad ogni singola forma di vita.
I ratti, animali che adoro e che molti schifano per ignoranza o pregiudizio.. Ho sempre avuto la sensazione che fossero molto di piu’..infatti sono dei pulitori energetici e hanno un’intelligenza pazzesca. Lo schifo che molti vedono e’ il riflesso dello sporco energetico di questo mondo, di tutti noi.
Ho avuto 10 rattus norvegicus e davo anche da mangiare a dei ratti selvatici che erano nel giardino dove vivevo prima. Quando ero triste, quelli domestici mi saltavano sulle spalle per consolarmi.
I miei cani invece mi facevano da specchio.
Sono doti che si sono sopite nel corso della nostra evoluzione. Gli animali hanno mantenuto le percezioni extrasensoriali anche patrimonio dei nostri avi,oggi sostituito dalla scienza, dalla tecnologia e dal progresso. Anticamente esisteva una conoscenza unitaria, non c’era distinzione tra esoterismo e scienza.La separazione, voluta dal potere, si è resa necessaria per il disponibile e pericoloso valore aggiunto della conoscenza.