Pulviscolo e Macigni
di Lorenzo Merlo
Ogni affermazione, dunque ogni cosiddetta verità, per essere pronunciata nei pensieri, nelle parole e nelle azioni richiede un requisito esclusivo: fermare la realtà.
Con la realtà autoreferenzialmente fermata quell’affermazione ha ragione d’essere. Nel tempo, sappiamo di cambiare idea, di meravigliarci di quanto abbiamo fatto, di non volerlo ripetere, eppure di contraddirci. Come frammenti di un nugolo di polvere vortichiamo tornando ad occupare posizioni che non avremmo più voluto assumere o che non avremmo sperato di occupare. Come fili di parole e di note che possono raccontare tutto e il suo contrario, provocare emozioni e giudizi opposti. Come Foucault, con il suo la verità è nel discorso (di chi lo afferma), aveva visto.
La realtà che fermiamo ha natura quantistica, in quanto ciò che ci pare osservare richiede la nostra presenza, la nostra osservazione. Così, il mondo si catalizza o decanta in funzione di come stiamo, di cosa abbisogniamo, dei valori che abbiamo, eccetera. In ogni istante realizziamo una certa relazione con il vorticoso divenire della polvere del mondo che, inconsapevolmente, fermiamo appena abbiamo selezionato il necessario tra gli infiniti elementi, scegliendo quelli utili al nostro discorso, quelli teoricamente disponibili e funzionali alla nostra biografia, così da permetterci di sostenere e identificarci con l’affermazione che stiamo esprimendo.
Scegliendo il nostro necessario riduciamo l’infinito volume multidimensionale, in quanto contiene già tutto, a una prospettiva bidimensionale, secolare, come una fotografia o un disegno, in cui gli elementi selezionati sono immobili e noi possiamo così darne ragione e sfruttarli per il nostro discorso.
Così fanno tutti. Nel nugolo, ognuno vortica legittimando sé stesso con continui allineamenti dei pulviscoli che crediamo confermino il nostro dire. Per questo l’esperienza non è trasmissibile. Per questo nessun discorso razional-logicamente professato non è in grado di sottrarci dall’emozione da cui siamo avviluppati. Se qualcuno contesta la nostra selezione/affermazione/verità la reazione di difesa di essa è garantita. Non siamo tendenzialmente educati alla scuola implicitamente presente in ogni critica e contestazione. Tale reazione alla realtà imposta dall’altro scaturisce dall’emozione che essa ci provoca e domina. Tuttavia, ogni emozione – come da etimologia – ci muove in una certa direzione. Siamo costantemente l’espressione di un’emozione. Ed è lei il deus ex machina che estrae dall’infinito il necessario per imporci cosa dire e cosa fare.
È per l’inconsapevolezza dell’identificazione con qualcuna delle prospettive prescelte che possiamo sopraffare l’altro, praticare l’arroganza, ma anche, contemporaneamente, dichiarare la nostra distanza dal vero e dal profondo. Gli scientisti, quella masnada genuflessa ai dogmi della scienza quale sola via alla verità, ne sono un campione cristallino. Ma gli ideologicizzati e i moralisti non ne sono da meno, così come tutti gli identificati con il proprio io, i razionalisti, i materialisti, i positivisti.
Come detto, le cose si muovono, dunque contraddirsi è una sconvenienza moralistica, ma anche una dimostrazione della presenza dei campi quantistici-emozionali che salgono all’essere, cangiano secondo esigenza, reificando la realtà che crediamo di avere al cospetto.
Ogni eureka che nel corso del tempo esprime il momento della soddisfazione, della comprensione illuminante, ci impone di affermare la verità che abbiamo finalmente scoperto. La storia della filosofia e pure dell’ortolano ne sono campioni scelti all’uopo. Credere che la logica aristotelica abbia più ragione d’essere condivisa rispetto alla logica di Korzybski è soltanto essere dentro la corrispondente capsula emozionale.
Spesso ci adoperiamo per comunicare ciò che abbiamo visto. Intento destinato al fallimento: l’altro, non necessariamente in quel momento si trova entro un ovulo emozione come il nostro, e se lo è stato in passato, quello in cui si trova può non bastare per impedire la solidarietà, l’empatia, la comunione e la complicità. Salvo che non si tratti di argomenti tecnici, di campi chiusi, di giochi regolamentati, di momenti amministrativi della vita, e tra interlocutori di pari competenza, la comunicazione passa su ponti emozionali, non razionali. La fallacia della comunicazione tende a rinforzarsi in modo direttamente proporzionale alla nostra razionalistica e dogmatica fiducia nell’idea che la comunicazione sia una questione logico-razionale.
Roteando nel pulviscolo del mondo senza averne consapevolezza, seguitiamo ad attenerci al sistema tridimensionale-materialistico. Crediamo cioè di avere a che fare con una realtà esterna a noi e oggettiva. La magica dimensione emozionale-quantica ci sfugge e così il mondo che via via creiamo. Eccellenti premesse per impedire la sottile evoluzione degli uomini, per restare pesanti macigni.
Articolo di Lorenzo Merlo
Fonte: www.fisicaquantistica.it
Libri di Lorenzo Merlo:
Sul fondo del barile
Primiceri Editore, Ottobre 2018
Un libro forse solitario che prova a fare il punto sulla situazione attuale, sul sincretismo tra Tradizione e Scienza quantistica, per sostenere come la via verso consapevolezza si stia facendo strada nella cultura occidentale un tempo solo materialistica. E per fare presente che anche in un momento di degrado generale possiamo trovare la linfa per compiere un passo verso ciò che i buddhisti chiamano liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. Ovvero un passo evolutivo per avvicinarci alla realizzazione di sé e perciò di una società più corrispondente a quella che tutti abbiamo in mente.
Senza dire Io
Vivere, parlare, pensare Senza dire Io – Interviste a uomini come noi
Postfazione Paolo Lissoni – Primiceri Editore, Marzo 2021
Il libro si compone di due interviste a Paolo D´Arpini e Marco Baston, nonchè della Postfazione di Paolo Lissoni. Tre uomini per altrettante ricerche umanistiche di forma fortemente diversa tra loro, ma di sostanza identica, in quanto relativa all´evoluzione individuale/sociale.
AFGHANISTAN
Fede cuore ragione.
Victoryproject book, Milano, 2011
È un libro fotografico. Dedicato soprattutto ai sentimenti. Storie di persone che l'empatia sa riconoscere da ogni sguardo.
È un libro pieno di domande. La verità della fotografia fino a quando non mente? Che accadrà dopo il 2014, la data della ritirata della forza internazionale? Quanto il movimento talebano ha interessi internazionali? La natura dell'islam può essere avvicinata da un miscredente? Sono esistiti progetti di comunicazione per promuovere la centralità dello Stato? C'è qualcosa che possiamo sapere oggi, ad anni di distanza dai fatti, sui sequestri Torsello e Mastrogiacomo? Un mea culpa occidentale avrebbe un peso geopolitico? La democrazia è un valore da affermare con la forza? C'è un'unica realtà o ce ne è una di rubik dove ognuno ha diritto al lato che lo rappresenta? La guerra è un fatto in mano alle lobby o può vantare significati umanitari? Pulizia etnica e razzismo pasthun sono un delirio hazarà o corrispondono a dati di fatto? Quanto un fotografo sa di provocare una realtà piuttosto che un'altra spostando anche di poco il rettangolo dello scatto?
Essere Terra
Viaggio verso l’Afghanistan
Prospero editore, Milano, 2019
Un viaggio verso l’Afghanistan. “Verso”, perché non era possibile essere certi di arrivarci, entrarci, percorrerlo e uscirne: dal 1979, anno dell’invasione sovietica e inizio delle guerre tuttora in corso, pochi o nessuno avevano pensato e realizzato l’idea di raggiungere Kabul in solitaria, guidando un mezzo personale e attraversando Balcani, Turchia e Iran. Essere Terra non è solo un libro di viaggio. Oltre allo scorrere di descrizioni di uomini e paesaggi, caratteri e convenzioni, Merlo segue le tracce di Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart e Nicolas Bouvier attraverso le loro opere, scritte lungo la stessa “central route” percorsa in questo libro. Così l’autore ha voluto celebrare quei pionieri “così utili per comprendere l’Europa e l’Asia, così attuali da far impallidire i diplomatici di oggi” con una narrazione ricca di senso critico, considerazioni e riflessioni di carattere storico e sociologico.
Essere Terra
Un viaggio di ricerca
Prospero editore, Milano, 2020
Degustare è la parola. Degustare apre a evocazioni ed emozioni a cui la voracità del consumo non ha accesso. Essere Terra – un viaggio di ricerca richiede al lettore il desiderio di degustare. Molti segreti lo richiedono per emergere dal fondo melmoso dei luoghi comuni, per raggiungere la superficie dell’evidenza e strabiliare nuovamente la normalità del quotidiano. Solo degustando si sale in macchina con l’autore, solo allora i paesaggi si ricompongono. Dal 1979, anno dell’invasione sovietica e inizio delle guerre tuttora in corso, pochi o nessuno avevano pensato e realizzato l’idea di raggiungere Kabul in solitaria, ma Essere Terra non è solo un libro di viaggio. Oltre allo scorrere di descrizioni di uomini e paesaggi, caratteri e convenzioni, Merlo segue le tracce di Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart e Nicolas Bouvier attraverso le loro opere, scritte lungo la stessa “central route”.
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