La Morte e la vita nell’Aldilà, secondo il Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov
di Elisabetta Mastrocola
In tutte le tradizioni spirituali si studia il tema della morte… delle tante morti… e della morte fisica. È bene che oggi queste conoscenze arrivino a tutti, perché insegnano a vivere meglio, a tener conto della “legge di causa ed effetto” e della “legge di corrispondenza”, ad affrontare, superare e trasformare la più temibile delle paure: la paura della morte.
Il Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov così ne parla:
“Per la Scienza iniziatica l’essere umano è un riflesso, un’immagine dell’universo, e come l’universo, è composto da mondi, cioè da corpi diversi. La scienza ufficiale non è ancora giunta ad ammettere questa realtà, e da qui deriva una serie di errori, in cui incorrono notoriamente sia la medicina che la psicologia.
Gli induisti dividono tradizionalmente l’essere umano in sette corpi, suddivisione accettata dalla maggior parte degli spiritualisti. Il corpo più materiale, e l’unico visibile ai nostri occhi, è il corpo fisico, ma esistono altri sei corpi composti da materie sempre più sottili: i corpi eterico, astrale, mentale, causale, buddhico e atmico…