Le Profezie di Rasputin e la nostra Epoca
di Paolo D’arpini
L’uomo, la specie umana, sente l’alito della morte soffiare sul suo volto. La civiltà mai come oggi sembra in procinto di crollare ignominiosamente, sia dal punto di vista morale che ecologico.
Di profezie catastrofiste abbondano le cronache ma, lasciando da parte quelle criptiche di Nostradamus e quelle chiaramente a sfondo religioso (di Fatima o di Medjugorje), o di carattere new age (Maya, etc.), non possiamo ignorare le previsioni del monaco “maledetto” Rasputin per la loro aderenza ai tempi in cui viviamo.
Grigorij Efimovič Rasputin, assassinato nel 1917, godeva della stima dell’ultimo zar, Nicola II, e ci lasciò alcune preveggenze significative sul nostro Millennio.
È da sottolineare che questo emblematico personaggio, da taluni definito “santo” e da altri “demonio”, aveva previsto l’assassinio della stessa famiglia zarista, l’evento del marxismo e il crollo dell’Unione Sovietica.
Per l’Italia Rasputin aveva previsto l’anarchia e la fame. Si legge in uno di questi vaticini: “… l’Italia, finirà in una sterpaglia di contrasti, di difficoltà, di lotte intestine… In questo tempo, l’umanità sarà schiacciata dal frastuono dei pazzi e dei malfattori. La saggezza sarà messa in catene. Saranno l’ignorante e il prepotente a dettare la legge”…