La Seconda Venuta del Cristo e il senso della storia
di Dinaweh
Siamo dunque giunti ai tempi finali di questo ciclo e di questa razza. Ciò non vuol dire che il mondo finirà, ma che finirà “questo” mondo, sì.
Alla fine del tempo lineare, corrisponde così anche la fine dei tempi, per come l’umanità terrestre li ha conosciuti, almeno fino a questo punto della sua storia. È arrivato, ora, il momento della resa dei conti, poiché un ciclo è finito e ne sta iniziando uno nuovo.
La Rivelazione, conosciuta anche con il nome di Apocalisse, redatta secondo la tradizione dall’apostolo Giovanni, corrisponde a ciò che l’umanità sta vivendo proprio adesso, nonostante la maggior parte di essa ne sia del tutto ignara. Per questo sono sempre più attuali le parole del Cristo, riportate nel vangelo di Matteo 24, 37-44: “Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla, finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell’ora che non immaginate, il Figlio dell’uomo verrà”…