Cosa significa Sentire la propria Divinità?
di Caroline Mary Moore
Tempo fa una signora mi scrisse, dicendomi che non si sentiva più connessa alla sua “divinità” e che non sapeva più a cosa affidarsi. La sua incertezza mi ha fatto riflettere molto, a tal punto da chiedermi: con la nuova frequenza dell’Uno multidimensionale, cosa significa sentire la propria divinità?
Nell’occidente, stanno finendo i tempi in cui la religione era considerata l’unica via per incontrare il divino. Per molti oggi, il divino non è più qualcosa d’astratto, bensì riconoscibile ovunque e raggiungibile da qualunque persona desiderosa di sperimentarsi, magari applicandosi alla meditazione, vivendo più connessi alla natura, osservando un fiore, tenendo in mano una pietra, vale a dire, trovando il mistero nella semplice quotidianità.
Nel terzo millennio, quindi, volendo, è possibile incontrare il sacro senza l’interferenza di terzi. Tuttavia, anche se abbiamo eliminato i mediatori, essendo governati dall’illusione della separazione, dalla dualità fuori/dentro, abbiamo ancora bisogno di un metodo o una pratica per accedere al nostro centro. Ora chi è consapevole dell’innalzamento della frequenza della terra, è sollecitato a compiere una transizione importantissima: incarnare la totalità nell’ordinarietà della vita e soprattutto quando prende il sopravvento l’emotività…